Prologo.

"Mi chiamano anoressica, per le gambe troppo magre.

Mi chiamano asociale, perchè non parlo con nessuno.

Mi chiamano bulimica, perchè mi vedono vomitare appena mangio qualcosa.

Mi chiamano malata di mente, perchè vado da una psicologa.

Mi chiamano taciturna, perchè parlo davvero poco.

Mi chiamano santerella, perchè non ho mai avuto un ragazzo.

Mi chiamano brutta, per i miei capelli rosa.

Mi chiamano autolesionista, perchè mi taglio.

Mi chiamano vittima, perchè mi picchiano.

Mi chiamano inutile, perchè lo sono.

Io li chiamo società, e sono delle merde."

 

Sono Fleur Spencer, benvenuti nella mia vita.

 

 

***

 

Capitolo uno.

15 December 2009.


Tiro fuori dal mio zaino il mio iPod e le mie amate cuffie rosa. Se mi chiedessero chi è il mio migliore amico, io direi che è la musica. L'unica cosa che mi calma, che scaccia via i miei incubi che ho tutti i giorni, mi fa vivere, ma è una vita immaginaria quella. 

Sospiro e appoggio la testa nel finestrino dell'autobus che sfreccia sotto alla pioggia ardente. Mi alzo alla mattina con il pensiero di affrontare un altro giorno di scuola di ragazzi che mi picchiano e ragazze che mi disprezzano d'avanti a tutti, mi addormento la notte con il pensiero che ho una madre che non mi calcola mai, che non mi chiama per mangiare e che va a lavoro e sta fuori tutto il giorno. Cerco di mangiare quel poco per restare in piedi ma poi scappo a vomitare nel bagno e quando cado in depressione inizio a sostituire le lacrime con la lametta che mi fa dei tagli dolorosi ma piacevoli sui miei polsi pallidi.

L'autobus frena di colpo e apre le porte, tutti gli studenti escono in massa e io sono l'ultima ad uscire. Subito gli occhi sono puntati su di me, comincio a camminare a testa bassa in mezzo alla folla ignorando le persone che parlano di me e le risatine che sento.

Accellero il passo, sto per entrare dentro l'istituto ma vado a sbattere contro un ragazzo. Alzo immediatamente la testa  e noto che ho fatto una cosa che potevo evitare. Ero andata a sbattere contro Evan, il bullo che mi picchia nei bagni. 

Affianco a lui c'è un ragazzo mai visto prima, i suoi capelli verdi e gli occhi di quello stesso colore erano qualcosa di stupendo. Ma il suo volto sembrava triste, anzi, forse gli facevo pena. 

Ritorno a guardare Evan solo quando sento un calore sulla mia guancia, come se stesse andando a fuoco. Mi aveva dato uno schiaffo d'avanti a tutti che guardavano in silenzio. 

«Puttana, stai attenta quando cammini»

Sputa con un tocco di ironia che mi fa saltare i nervi. Non dico nulla, annuisco e basta, velocemente entro nella scuola sotto gli sguardi di tutti.

Apro l'armadietto rosso e ormai tutto scassato, ci infilo dentro i libri che non mi servono per ora e prendo quello di biologia. Sento gli occhi bruciarmi e sono certa che se guardo in basso, la vista mi si appanna di lacrime salate e non devo, non ora.

Salgo le scale fino ad arrivare al terzo piano, percorro il lungo corridoio vuoto ed entro nell'aula, nessuno ancora c'era, nemmeno la professoressa e questo mi solleva, odio essere in ritardo perchè poi appena entro il silenzio cala nell'aula e tutti mi guardano divertiti mentre la professoressa o il professore mi fanno una predica.

Passo tra i vari banchi fino ad arrivare all'ultimo, vicino alla finestra tutta piena di goccie di pioggia. 

Metto le robe sul banco e prendo il mio iPod, cerco la canzone di Demi Lovato 'Warrior' e clicco su play.

 

***

 

Angolo autrice:

Ciao ragazze, questa storia l'ho scritta da poco e pubblicata su wattpad, ho pensato di pubblicarla anche quì per farvi leggere ciò che mi passa per la mente. Sono due anni che leggo e provo a buttare giù qualcosa e finalmente, dopo 123456 tentativi sono riuscita a pubblicarla. 

Come vedete Michael, apparirà già da subito nella storia, ma vi dico che inizieranno a parlare (Fleur e Michael) Dal terzo capitolo in poi. 
Sono ancora indecisa se fare il punto di vista di Mikey, ancora devo pensarci e devo vedere come mi viene, poche sono le volte in cui ho provato fare punti di vista diversi, quindi ancora non ne ho idea. 
Intanto spero vi piaccia.

Mi dileguo, un bacio.