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Autore: Juliet96    07/09/2014    7 recensioni
Partecipante al concorso "Rose rosse canon e fanon" indetto da Fra.EFP sul forum.
A Luke unirsi a Crono sembrava l'unica via possibile, quella più giusta, ma ora ha dei dubbi. Qualcosa ancora lo tiene legato alla sua vecchia vita al Campo Mezzosangue, o meglio, qualcuno. E questo qualcuno ancora spera che si possa tornare indietro. Perchè non è mai troppo tardi per scegliere di combattere, finchè si combatte in due.
Genere: Malinconico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Luke Castellan
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Nickname autore (su EFP e sul Forum): Juliet96 (Su entrambi)
Titolo: Guarda le stelle, se ti senti solo
Fandom: Percy Jackson
Genere:
Romantico, Missing Moments
Avvertimenti:
Tipo di coppia: Het
(Lukabeth)
Eventuali note dell’autore:
Nessuna in particolare.

 

I'm so tired of being here

suppressed by all my childish fears»

 

Luke Castellan stava seduto nella sua stanza e fissava il muro davanti a sè, tenendosi la testa fra le mani. Ancora un passo e tutto sarebbe cambiato per sempre. Finalmente si sarebbe vendicato di tutti quelli che lo avevano tradito, finalmente avrebbe avuto la sua occasione per prendersi la sua meritata rivincita. Era il suo momento.

E lui aveva paura.

Ma non paura di scendere in battaglia, no. Quella non sapeva nemmeno cosa fosse: da valente spadaccino che era, non c'era mai stato avversario che fosse in grado di spaventarlo. Per grande e grosso che fosse il suo sfidante, l'istinto ( unito forse a tratti anche ad un briciolo di eccessiva spavalderia) l'aveva sempre convinto di poter trionfare in qualsiasi scontro. 

Ma questa volta era diverso, perchè per la prima volta  il suo nemico non era un nemico fisico. L'avversario si annidava nella sua mente come una bestia selvatica nella sua tana e lo tormentava subdolamente, con un sussurro impercettibile ad ogni altro essere che non fosse lui.

Sei sicuro di aver fatto la scelta giusta?

Offrirsi a Crono gli era sempre parsa l'unica soluzione possibile, il solo modo di farla pagare a suo padre, una missione per il compimento della quale aveva sempre creduto di poter sacrificare ogni cosa, ma d'un tratto non si sentiva più così sicuro.

Inspiegabilmente sentiva in sè come un freno, come un legame che gli impediva di fare quell'unico ma determinante passo che lo separava dal successo.

Si alzò di scatto, tentando di reprimere quel sentimento. «Infantile» si disse. Non c'era più tempo per i sentimentalismi.

Osservò la radio che qualcuno, chissà chi poi, aveva sistemato in un angolo della stanza. Aveva sempre creduto che la musica fosse un passatempo per deboli, adatto solo ai mortali o tutt'al più ai figli di Apollo, ma magari in quel frangente avrebbe potuto fare uno strappo alla regola, forse l'avrebbe aiutato a distrarsi. 

 

«But if you have to leave

I wish that you would just leave

'Cause your presence still lingers here

And it won't leave me alone»

 

Si lasciò cullare dalle note, ma i fantasmi non gli davano tregua.

Un volto in particolare gli apparve davanti, così simile al vero che gli pareva di riuscire a toccarlo: quello di una giovane donna con lunghi capelli biondi e vivaci occhi chiari.

«Annabeth»

Se aveva un solo rimpianto, era quello di averla lasciata senza averle potuto dire addio. Forse era lei l'unica ragione per cui sarebbe tornato indietro? Non poteva essere così privo di volontà. 

Agitò le mani di fronte a sè, come a voler scacciare un immaginario sciame di insetti, sperando che miraggio svanisse, ma nulla accadde.

Gli pareva quasi di sentire il suo profumo aleggiare in quella stanza desolatamente vuota.

 

Contemporaneamente, al Campo Mezzosangue

 

«These wounds won't seem to heal

This pain is just too real

There's just too much that time cannot erase»

 

Annabeth, dal canto suo, non riusciva a farsene una ragione. Si alzava al mattino convinta che l'avrebbe trovato al solito posto, ad allenarsi come sempre. Lui non l'avrebbe salutata, avrebbe alzato la testa per guardarla, lasciandole riconoscere il luccichio di sfida nei suoi occhi color del mare, e avrebbero lottato.

Quello era il Luke che ricordava, non quello che se ne va nel bel mezzo di una notte senza luna e senza stelle senza nemmeno salutare e lasciandosi dietro un vuoto incolmabile.

Preferiva di gran lunga  Luke spadaccino al Luke traditore: le ferite di spada almeno prima o poi guarivano. 

 

«When you'd cry I'd wipe away all of your tears

When you'd scream I'd fight away all of your fears

I held your hand through all of these years

But you still have all of me»

 

Mancava ormai da tanto...Chissà dov'era, se aveva trovato un posto dove stare, se stava bene. Figlia della dea della saggezza, lei una cosa tanto sconsiderata non l'avrebbe mai fatta. Eppure per quanto tentasse di essere arrabbiata con lui per averla lasciata sola, ma una parte di lei non poteva fare a meno di essere in pensiero.

Ricordava le volte in cui, da bambina, si era accoccolata al suo fianco durante la notte perchè lui la proteggesse. Era arrivato il momento di ricambiare. Avrebbe voluto essere lì con lui, prendergli la mano, cercare di riportarlo indietro al campo, aiutarlo. Insieme potevano ancora farcela, forse non era ancora troppo tardi.

«Basta poco Luke» disse Annabeth, con lo sguardo rivolto al cielo. Sua nonna una volta le aveva detto che a far brillare le stelle sono gli sguardi degli innamorati lontani, che fissano in alto sperando che il loro messaggio arrivi a destinazione attraverso esse.

«Solo un segno, mi basta. Un segno e sarò da te. Sono qui per te. Annabeth Chase non dimentica mai una promessa»

Specie una promessa fatta a colui che amava.

 

«But though you're still with me

I've been alone, I'm alone»

 

Luke ritornò a stendersi sul letto, senza forze.

Pensò ancora una volta ad Annabeth. Avrebbe dato qualsiasi cosa pur di riaverla lì con sè, e forse non l'avrebbe più rivista. Se lei fosse stata con lui, forse avrebbe trovato la forza di alzarsi, di lottare, di vincere la sua battaglia più importante: quella contro il Fato che lo opprimeva da quando era venuto al mondo.

Non sapeva se allearsi con il re dei Titani fosse la scelta più giusta, ma di una cosa era certo: avrebbe fatto qualsiasi cosa per creare un modo migliore dove lui e Annabeth potessero stare insieme, senza che il loro status di semidei pesasse costantemente su di loro. L'avrebbe fatto per lei, se non poteva essere con lei. Perchè lei era la sua unica ragione per stare al mondo.

Andò ad affacciarsi alla finestra e inspirò l'aria limpida e fresca della notte. Osservò le stelle: si era dimenticato quanto fossero belle. Quante volte le aveva guardate con Annabeth e Thalia...

«Sai Annabeth, in momenti come questo vorrei che fossi qui...Lotterei contro il mondo con una mano, se solo tu mi tenessi l'altra» sussurrò.

Per un attimo, gli parve che la stella che stava guardando brillasse un po' più di prima.

  
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