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Autore: Roxas_and_Shirou    08/09/2014    2 recensioni
Dal testo:
Shawn si aggrappò con entrambe le mani al bordo e si tirò su con tutte le sue forze, il braccio gli regalò una smorfia di dolore, quando si affacciò al finestrino scorse il suo salvatore.
Fanfiction, che parla di come, secondo me, sono morti i genitori e il fratellino di Shawn/ Shirou,
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hayden Frost/Atsuya Fubuki, Shawn/Shirou
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Era una fredda giornata, forse la più fredda che Hokkaido abbia mai assaporato. I fiocchi di neve facevano a gara per toccare il suolo, ed il vento soffiava a pieni polmoni, all'orizzonte già si vedevano numerose nuvole grigie. I fratelli Frost insieme ai genitori stavano tornando a casa, in macchina dopo una partita di calcio, alla loro scuola la Alpine JH. Naturalmente la loro squadra aveva vinto, Shawn ed Hayden erano la coppia perfetta, uno in difesa l'altro in attacco. Shawn bloccava gli avversari poi lanciava la palla ad Hayden che tirava in porta, il loro gioco era perfetto ed ogni volta portavano la squadra alla vittoria. Dopo aver discusso con il fratello della partita appena giocata, Shawn si voltò verso il finestrino. In quel momento accadde. Un enorme ammasso di neve. Una gigantesca valanga, scese giù dal colle. Shawn la vide, con i suoi occhi azzurro scuro. Si avvicinava silenziosa, come un predatore che è pronto ad assalire la preda. Non fece in tempo ad avvertire i genitori, era troppo tardi. La neve li assalì con l'impeto di una belva affamata, il rumore che produsse percosse l'intera vallata. Il suo ruggito era qualcosa che Shawn avrebbe ricordato per sempre. Il La valanga li travolse, un carnefice talmente forte che la preda non ebbe scampo, la vettura si inginocchiò di lato, come ad implorare per la propria vita. Il parabrezza completamente distrutto, dal violento impatto, i finestrini del lato sinistro riportavano solo alcune crepe, quelli del lato opposto, in cui si era capovolta la macchina erano completamente rotti. Shawn si svegliò poco dopo l'impatto, ancora appeso alla cintura, che lo sosteneva dall'oscuro baratro sotto di lui. Baratro che aveva risucchiato il fratellino Hayden, lo vide disteso sulla neve, provò ad allungare le braccia, una fitta di dolore lo fece ritirare. Dal braccio sinistro scendevano goccioline formare da un liquido cremesi abbastanza denso, che pian piano ricoprì tutto il braccio, rabbrividì alla vista del suo sangue. Slacciò la cintura tenendosi ben stretto al sedile, sgranò gli occhi alla vista dei due corpi travolti. Distolse lo sguardo morendo si il labbro, continuò a scendere ed ogni qual volta il suo istinto gli comandava di osservare i due corpi travolti dalla neve, lui provava a concentrarsi unicamente sul dolore dovuto dal morso. Scorse la madre con la coda dell'occhio, e questa volta morse il labbro finché non sentì il sapore metallico. Infine arrivò sul fondo della vettura. Il fratello era la, disteso sul finestrino rotto, ancora attaccato alla cintura che non lo aveva salvato come il fratello. Shawn si mise al fianco di Hayden, singiozzava. Chi non lo avrebbe fatto di fronte a tale orrore, gli avevano portato via tutto, i genitori e il fratello. Cominciò a piangere, le lacrime gli bagnavano completamente il viso, la vista ormai era ridotta a pochi schizzi di colore sbiaditi dall'acqua. Come se li avesse dipinti con gli acquerelli, continuava a piangere, singiozzava senza emettere altro suono. Aveva paura che la belva sarebbe tornata. Sentì un singhiozzo, ma non era nato dalle sue labbra, sgranò gli occhi restando in silenzio. Un altro singhiozzo, si asciugò le lacrime e guardò il fratello, due piccole iridi blu quasi spente si guardavano intorno. Quando scorserò la figura minuta del fratellino, ripresero ad illuminarsi come se quella vista potesse regalargli energia. 《Hayden》singhiozzò Shawn, il fratellino cercò di rialzarsi, in vano. Aveva il corpo coperto da schegge, non poteva muoversi molto. Shawn le vide, le profonde schegge che gli perforavano il corpo, fu come se il suo cuore si fosse fermato. Hayden era ferito, se i soccorsi non fossero arrivati a breve, probabilmente sarebbe... Shawn lo guardava impotente, mentre il fratello provava a rassicurarlo con lo sguardo, gli sorrideva come aveva sempre fatto, anzi il suo sorriso questa volta appariva più caldo che mai. A Shawn parve che quel sorriso potesse sciogliere la neve che li teneva prigionieri, entrambi non dissero una parola... non serviva, si capivano con lo sguardo. Sui sedili davanti c'erano i genitori, la pelle più fredda di qualsiasi fiocco di neve, gli occhi sgranati. La madre tendeva un braccio verso i sedili posteriori, aveva tentato di proteggere i figli. I quali non avevano parole per l'orrore a cui erano costretti ad assistire, continuavano a fissarsi intensamente. Temevano di non riuscire più a vedersi, temevano che al solo distogliere lo sguardo l'altro potesse scomparire. Si fissavano così intensamente che pareva volessero imprimere a fuoco quell'immagine nelle proprie menti, Hayden era disteso sulla neve decorata con i cocci del finestrino, lui non aveva la forza di rialzarsi, Shawn avrebbe voluto metterlo seduto ma aveva paura che questo aggravasse le condizioni del fratello. Si sedette al suo fianco e lo rassicurò dicendogli che sarebbe andato tutto bene, che si sarebbero salvati, che avrebbero di nuovo giocato a calcio insieme. In quel momento a loro non importava più se avevano perso i genitori, non importava se erano sommersi dalla neve o se erano feriti, a loro importava stare insieme, era tutto ciò che contava, Hayden però sanguinava, e anche molto. Shawn provò a pulire le sue ferite con la neve, neve che mutò il suo colore in un rosa salmone, proprio come i capelli di Hayden. Pareva che sia quelle ciocche di capelli che il corpo a cui appartenevano, fossero nate da quella neve salmonata. Erano consapevoli che se i soccorsi non fossero arrivati in tempo, entrambi avrebbero seguito i genitori, chi per il freddo chi per le ferite. Era passata qualche ora ed erano ancora sepolti sotto la neve, gli occhi di Hayden perdevano sempre di più luminosità, la vita a breve lo avrebbe abbandonato. 《S-Shawn》 sussurrò, il fratello si voltò. 《Hayden no, non parlare conserva le energie》gli rispose preoccupato. 《Shawn io..》 《Tu resisti! Io vado a chiamare i soccorsi》 gli disse sul punto di piangere, fece per alzarsi ma il fratello lo bloccò. 《Nii-san non lasciarmi da solo》 《Ma se non vado tu...》 《Succederà comunque, ma almeno se rimani l'ultimo viso che vedrò sarà quello del mio Nii-san》 sulle sue gote piccole gocce lasciarono il segno del loro passaggio, anche il fratellino non trattenne quel pianto. Ma si affrettò ad asciugarle, non voleva che l'ultima immagine che aveva del fratello, fosse sbiadita. Si avvicinò al fratellino, gli prese il capo e se lo poggiò sulle ginocchia. Prese ad accarezzargli i capelli, presto anche le sue mani si riempiono di sangue. Si strappò un pezzo di stoffa dalla maglia, e lo usò per asciugare il sangue, la stoffa si dipinse completamente di rosso. Ora i due si guardavano, come non avevano mai fatto prima d'ora, Hayden sorrideva mentre il fratellino singiozzava. 《Hayden non lasciarmi, mi avevi promesso che avremmo giocato di nuovo a calcio, non puoi lasciarmi anche tu》 riprese a piangere. 《Hayden tu...》 《Non piangere per me, promettimi che ti salverai, almeno tu. Promettimi che continuerai a giocare a calcio e diventerai il migliore...soprattutto promettimi che non mi dimenticherai mai》 《Te lo prometto Hayden》 Hayden gli accarezzò la guancia, Shawn gli prese la mano proprio quando stava per cadere 《Ti voglio bene Shawn》 lentamente le sue palpebre si chiusero... 《Hayden! Hayden!》 gridava Shawn, purtroppo non ci fu risposta alcuna. Prese a piangere più forte che poteva, abbracciando il corpo del fratello, che ora era freddo, rabbrividì a quel contatto. Lo chiamò ancora una volta, questa volta più forte, forse voleva far sentire il proprio dolore anche al carnefice, che ancora lo teneva prigioniero. Strinse ancora di più il fratello, come a voler riportarlo dal mondo oscuro nel quale era finito. Urlò, era qualcosa di straziante, un urlo che esprimeva il dolore puro, il dolore di qualcuno che ormai aveva perso tutto. La sua voce non sembrava più nemmeno umana, ma neanche il dolore che provava era qualcosa di umano. Era forse un dolore che nessuno avrebbe dovuto provare. In quel momento giurò... giurò su ciò che ora sarebbe rimasto immortale, impresso a fuoco nella sua mente. Giurò sul dolore che stava provando, sulle sue grida strazianti, sul sangue del fratello e sulle lacrime che aveva versato a fiumi, non lo avrebbe mai dimenticato. Mai nè con la vecchiaia né con la morte, Hayden viveva ancora, viveva finché Shawn lo ricordava. Lo dimostrava la neve color salmone che li circondava. Si calmò solo quando ormai fu certo che il fratello non avrebbe più emesso un fiato, non dal corpo umano almeno. Aveva fatto una promessa è doveva mantenerla, guardò il finestrino in alto, doveva raggiungerlo. Una volta lì aprirlo e scavare tra la neve, guardò intensamente la sua unica via di salvezza, come a volerne memorizzare i dettagli. Al centro, notò una piccola macchia di grigio. La neve che li aveva travolti, evidentemente non era poi così profonda. Cominciò ad arrampicarsi sul primo sedile, quello della madre. Non si voltò a guardarla in viso, cercò di concentrarsi unicamente sul suo piede e sul sedile. Salì, poi guardò di nuovo in alto, vide una piccola zampa grigia che scavava la neve. Erano arrivati i soccorsi, pensava. Se fossero arrivati qualche minuto prima, anche il fratello si sarebbe salvato, non poté che provare una nota di rabbia. Si arrampicò sul secondo sedile tenendosi con la cintura, arrivando in cima, dapprima vacillò ma subito ritrovò l'equilibrio. Arrivò alla bocca di vetro, notò che in realtà erano due le zampe che scavavano senza sosta, girò la manovella del finestrino, che nonostante le crepe lentamente si abbassò. Lasciando cadere gli ultimi fiocchi di neve che ancora coprivano l'esterno del vetro. Una delle due zampe attraversò il vetro, così, l'animale non sentendo più la neve sotto la zampa si scostò. Quando oltrepassò il vetro, il ragazzino notò che la zampetta era completamente grigia, le unghie erano molto appuntite, come se non fossero mai state tagliate. Shawn si aggrappò con entrambe le mani al bordo e si tirò su con tutte le sue forze, il braccio gli regalò una smorfia di dolore, quando si affacciò al finestrino scorse il suo salvatore. Non erano i soccorsi ad averlo aiutato... I suoi occhi dall'azzurro scuro, quasi grigio, si posarono sulla grigia creatura aggrappata alla macchina. Una bellissima lupa, dagli occhi azzurrissimi ed un manto grigio-azzurro, come i capelli del ragazzino che la guardava stupito. Poi gli si avvicinò, Shawn non sapeva come comportarsi, i lupi sono animali solitari, gli avevano insegnato. Spesso aggredivano l'uomo, ma in quello sguardo, non c'era cattiveria. Una parte di sé era sicura che quella creatura non gli avrebbe fatto alcun male. La lupa addentò l'orlo della maglietta di Shawn, aiutandolo ad uscire. Era talmente vicina che Shawn poteva sentire il suo fiato sul viso, il caldo respiro dell'animale gli regalò una calda sensazione nel petto. Una volta uscito la lupa scese dalla carcassa di latta ai loro piedi, ma non se ne andò. Shawn scese dal veicolo. Quando i suoi piedi toccarono finalmente terra, guardò la creatura. Animale più bello, non ne aveva mai visto, la guardava dritto negli occhi. Pian piano gli si avvicino, la lupa non si mosse, il ragazzino una volta vicino, le diede una carezza sulla nuca ed un grattino dietro le orecchie, da piccolo aveva avuto un cane, sapeva che quel gesto era gradito all'animale. Continuò ad accarezzarla verso la collottola, a Shawn piaceva quel contatto, il manto dell'animale era caldo, morbido. Dolcemente le sussurrò un "Grazie". La lupa come risposta gli leccò una guancia, a Shawn piacque quell'unico gesto di affetto. Sentì una sirena, voltandosi vide due luci gialle, squarciare la nebbia. Erano arrivati i soccorsi. La lupa cominciò a camminare, prima che Shawn la perdesse di vista, questi si voltò e lo salutò con un caloroso ululato, per poi scomparire nella neve. Shawn sorrise e per la prima volta le sue gote si bagnarono con lacrime calde, lacrime di gioia. ill ragazzino si lasciò cadere sulle ginocchia, per poi sprofondare nella neve, al polso portava avvolto il fazzoletto intriso del sangue del fratello. Shawn fissava la neve, la neve che aveva adorato e creduto sua amica, la stessa che poi gli aveva portato via tutto. Glielo aveva ripetuto mille volte il suo Allenatore: "la neve è come un cagnolino, spesso ti ubbidisce, ma avvolte ti ricorda che ha i denti per morderti." Gli aveva detto. Lo giurò, avrebbe domato quella neve, non avrebbe più sofferto per causa sua. I soccorsi arrivarono, confortanti del fatto che Shawn fosse ancora vivo, non poterono far altro né per il fratello né per i genitori. Potevano solo consolare il piccolo rimasto. I funerali si svolsero qualche giorno dopo. Shawn era presente, era lì mentre seppellivano le tre tombe bianche, come la neve che li aveva assassinati. Shawn al polso portava la benda rossa, ultimo ricordo del fratellino, inoltre indossava anche la sciarpa bianca che Hayden portava sempre al collo. I suoi occhi non è mettevano nessuna emozione, nè dolore nè tristezza, nessuno sentimento umano. I suoi erano occhi di ghiaccio, forse si sarebbero persino rotti se avrebbe sbattuto le palpebre troppo forte. Le sue labbra perfettamente allineate. Shawn non verso una lacrima, le aveva prosciugate i giorni prima. La gente lo guardava stupita, si chiedevano come potesse un ragazzino così piccolo non piangere per la morte della propria famiglia. Shawn avrebbe voluto rispondergli che non serviva piangere, non li avrebbe di certo riportati in vita. Avrebbe voluto dirgli che lui era forte, forte come un lupo. Ma non proferì alcuna parola, fissava la foto del proprio fratello, voleva ricordare quell'istante per sempre, così anche se avrebbe perso la vista sarebbe stato capace di ricordare Hayden. Ma aveva ancora in testa quel momento in cui la vita gli era stata strappata violentemente dal petto, ancora lo vedeva sdraiato sul fondo della macchina, con il corpo avvolto dal sangue. Aveva impressa a fuoco nella mente quell'ultima immagine del fratello. Ancora nei suoi sogni quella scena lo tormentata, lo vedeva morire tra le sue braccia ogni notte. Ma non avrebbe più pianto lo aveva promesso ad Hayden. Adesso era cambiato, era forte, forte come un lupo, da lì in avanti sarebbe stato come la lupa che lo aveva salvato. Forte come il ghiaccio, freddo come la più glaciale delle tempeste, ma soprattutto solitario. Sarebbe stato un lupo solitario, non si sarebbe mai più aggrappato a qualcuno. Non avrebbe più patito un simile dolore, sarebbe stato: IL LUPO DEI GHIACCI
  
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