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Autore: marynana89    08/09/2014    5 recensioni
Naruto si è appena trasferito nella nuova scuola, la Kohoha High School, per un incidente che l'ha costretto a cambiarla.
Farà nuove amicizie e tra questi, conoscerà Sasuke, un ragazzo moro, schivo e che sta sempre sulle sue.
Perchè si comporta così? Cosa è successo al ragazzo per ridurlo così?
[NaruSasu]
Genere: Angst, Sovrannaturale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessun contesto
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Capitolo 1: L'inizio della loro storia








 
Dicono che io sia un ragazzo molto sensibile, attento ad ogni sfaccettatura dell'animo umano, che riesca a vedere cose che altre persone non riescono.
Io non mi vedo così.
Mi odio per quello che sono.
Per colpa mia, i miei genitori morirono in un incidente stradale e il mio patrigno, amico d'infanzia dei miei, si occupò di me e dovette provvedere a farmi cambiare di scuola per colpa di un incidente che non doveva mai succedere.
Fu molto gentile con me, lo era sempre stato, ma in quell'occasione mi disse che non era colpa mia se avevo un cuore puro, che amavo la giustizia e che anche lui, al mio posto, avrebbe fatto lo stesso.
Sarà stato anche così, ma se non l'avessi fatto, sicuramente non avrei dato tutti questi disturbi a Jiraya – il mio patrigno – e soprattutto, non avrei incontrato lui.




E mi accorgo di essere felice nel pensare a questo perchè, nel dolore degli altri, io avevo incontrato lui.












Un ragazzo biondo, diverso da tutti i suoi coetanei per il suo aspetto, aveva appena varcato i cancelli della scuola della sua nuova città, la Konoha High School.
Era arrivato un po' in ritardo anche se era il suo primo giorno di scuola e doveva essere presentato alla sua nuova classe, visto che aveva dovuto cambiare scuola per quell'incidente, ma sembrava non aver alcuna fretta di entrare.
Ormai era in ritardo, tanto valeva che se la prendesse comoda.
Fu mentre entrava che intravide un ragazzo seduto sul giardino, sotto un albero, a guardare in alto, verso le grandi finestre della scuola.
Fu incuriosito subito da quel ragazzo, non solo per la sua bellezza immortale che lo faceva sembrare un Dio sceso in terra, ma anche perchè le lezioni erano già iniziate da un pezzo e lui non era in aula.
Che fosse uno di quei tipi che marinano la scuola?
Ma allora perchè era a scuola e non come tutti gli altri in giro, fuori dalle mura scolastiche?
Voleva proprio andare a chiederlo, anche se era sicuro che non erano fatti suoi, ma quel ragazzo con quei lineamenti così delicati, quei capelli neri e quello sguardo così...triste, gli aveva smosso una curiosità che era sempre stata in lui ma che aveva cercato sempre di nascondere davanti agli altri.
Non sapeva perchè, ma c'era qualcosa di strano in quel ragazzo e lui voleva proprio scoprire cosa fosse.
Aveva la sensazione che doveva andare da lui per alleviare quelle sofferenze che il suo sguardo stava emanando.
Mosse i primi passi per andare da lui ma una voce alle sue spalle lo fece sobbalzare.


“Lei deve essere Naruto Uzumaki, giusto?”


Si voltò a guardare la donna che l'aveva chiamato per nome e cognome, riconoscendo in una vecchia foto del suo patrigno, Tsunade, la sua vecchia compagna di classe e ora preside della scuola.
La donna, per un favore ottenuto da Jiraya stesso, aveva ammesso in classe il biondo anche se era già iniziata la scuola da un bel pezzo e avesse già saltato tre mesi.
Aveva i capelli biondi, legati in due code basse ai lati, due occhi verdi, nascosti sotto a degli occhiali, anche se si vedeva lontano un miglio che fosse arrabbiata, e il viso molto levigato, tanto che non sembrava che avesse più di cinquant'anni.
La sentì picchiettare con un piede nervosamente a terra, mentre incrociò le mani sotto il prosperoso seno, aspettando una risposta.


“S-sì, sono io”


Disse, deglutendo a fatica un grosso nodo alla gola, visto che quella sembrava fulminarla con lo sguardo.


“In ritardo di ben 37 minuti e già volevi andare a bighellonare per la scuola senza entrare in classe?”


Stava per rispondergli che non stava andando a zonzo per la scuola ma per andare a parlare con quell'altro ragazzo, quando pensò che l'avrebbe messo nei guai e scosse la testa.


“Mi ero leggermente perso”


Mentì, portandosi una mano dietro la testa a scombinarsi i capelli già ribelli di suo.
Era un vizio che aveva da bambino e che non si era mai tolto.
La donna sospirò e per quella volta, decise di lasciar perdere.


“Vieni con me, ti presento alla classe ma vedi di arrivare in orario da domani”
“Sì, signora”


Rispose con tono teatrante il ragazzo, seguendola poi in silenzio.
Si voltò a guardare le mura di quella nuova scuola, memorizzando la strada per arrivare in classe.
Salirono la prima rampa di scale, poi svoltarono a destra e continuarono ad andare avanti.
Tre aule dopo, la preside si fermò e bussò alla porta.
Il permesso di entrare fu dato subito dopo e la donna entrò, seguita a ruota dal biondo.
La classe si alzò in piedi e si inchinò per rispetto.


“Comodi ragazzi.”


Diede così il permesso di far sedere gli alunni e indicò il ragazzo affianco a lui.


“Questo è Naruto Uzumaki, trasferitosi dalla sua scuola per vari motivi. Spero che farete conoscenza con lui.”


Naruto guardò la classe, tutti i ragazzi che rimanevano imbambolati ad osservarlo.
Beh, era normale se in una scuola giapponese entrasse in classe un ragazzo biondo, occhi azzurri, di un azzurro che sembrava un mare limpido che ti strascina al largo con le sue maree lente e delicate, e soprattutto abbronzato come lo era lui.
Si inchinò in segno di rispetto e li guardò sorridendo a trentadue denti.


“Salve a tutti, mi chiamo Uzumaki Naruto, amo tantissimo il ramen e fare amicizia con nuove persone. Odio lo studio e la scuola, ma visto che devo per forza laurearmi, credo che dovrò convivere con questa scuola e l'università per qualche anno ancora. Spero di fare amicizia anche con voi.”


Si inchinò leggermente di nuovo, riuscendo a far ridere e sorridere i nuovi compagni, della quale cominciarono a tartassarlo di domande, tipo da dove vieni, oppure, che lavoro vorresti fare da grande, ma non riuscì a rispondere perchè l'insegnante richiamò tutti i presenti.


“Ragazzi, avete la ricreazione per poter parlare con il vostro compagno di classe, quindi tornate al posto. Naruto Uzumaki, io sono il professor Hatake Kakashi, insegnante di lettere e coordinatore di classe.”
“Piacere di conoscerla”
“Spero che ti troverai bene in questa classe. Il tuo banco è quello, vicino ad Haruno, la ragazza con i capelli rosa e quel banco vuoto.”
“Sì, la ringrazio.”


Seguì l'indicazione del suo insegnante e si sedette accanto alla ragazza.
La donna gli sorrise cordiale.


“Benvenuto, Naruto, io mi chiamo Sakura Haruto, è un piacere conoscerti”
“Il piacere è tutto mio, visto che ho appena conosciuto una ragazza bellissima.”


Gli fece l'occhiolino e la ragazza arrossì, tornando a guardare il libro che aveva sul banco e spostandosi una ciocca di capelli rosa dietro l'orecchio.
Capì che l'aveva messa in imbarazzo e non insistette più di tanto.
Lui era il tipo di persona che non riusciva a ferire l'altra se lo volesse, ma solo involontariamente, quando non si accorgeva di qualcosa che gli era sfuggita.
Una cosa che incuriosì il ragazzo fu il banco vuoto accanto a lui.
Non credeva possibile che ci fosse un altro ragazzo che sarebbe entrato a metà giugno a scuola, dopo tre mesi come lui, il che non capiva perchè fosse lì.
Che il ragazzo fosse malato e per questo assente?
Eppure il professore non aveva accennato a nessun compagno malato quando gli aveva indicato il posto, aveva detto proprio banco vuoto, perchè?
Che fosse capitato qualcosa a quello o quella che era seduto/a in quel banco?
Non ebbe il tempo di cercare di capire, che riprese la lezione e dovette concentrarsi in quello che veniva spiegato.


Il resto della giornata passò in modo semplice e tranquillo, a parte per l'ora di pranzo che venne accerchiato da tutti i compagni di classe e gli venne chiesto tutto, perfino che taglia portasse di slip.
Rise tutto il tempo e a fine scuola venne accompagnato dal suo nuovo amico Kiba a casa, visto che gli veniva di strada.
Lo salutò e gli disse che si sarebbero incontrati il giorno dopo davanti a casa sua per andare a scuola.
Si erano ritrovati molto simili, e quindi avevano legato subito, come se fossero stati insieme per molto tempo.
Appena rientrato a casa si tolse le scarpe e andò a preparare la cena, visto che Jiraya lavorava e sarebbe tornato per l'ora di cena.
Scelse qualcosa di semplice, del riso in bianco e vari contorni, come la frittata d'uovo, oltre che al suo ramen precotto.
Non avrebbe saputo vivere senza.
Mentre aspettava, si mise a fare i compiti.
Voleva diventare un primario di un ospedale e salvare quante vite possibili.
Era stato l'incidente dei suoi genitori a fargli prendere quella decisione.
Parecchi anni addietro, quanto aveva solo dieci anni, i suoi genitori morirono per colpa di un pirata della strada.
Stavano tornando a casa, dopo aver esaudito il suo desiderio e avergli comprato quel peluche a forma di rana che aveva visto qualche giorno prima nel negozio di giocattoli della città, e che stavano portando in dono per il suo decimo compleanno.
Un uomo ubriaco, correva a forte velocità dall'altro lato della strada.
Dovette addormentarsi, oppure si sentì male mentre guidava, fatto sta che, durante la curva, lui andò dritto e colpì la macchina dei suoi genitori, facendola finire giù per la scarpata.
Inutile furono i tempestivi interventi, visto che entrambi erano morti sul colpo, così come l'uomo alla guida dell'altra vettura.
Naruto, credendo che fosse colpa sua e del suo stupido desiderio di avere quel peluche, non se lo perdonò per giorni interi, piangendo sul letto dei loro genitori, rimanendo solo.
Era stato l'Ero-sennin – soprannome dato da Naruto a Jiraya – a dargli una nuova forza per andare avanti.


Se ti senti in colpa, vivi per loro, diventa qualcuno in grado di salvare le vite delle persone, così i tuoi genitori saranno davvero contenti di averti fatto nascere e di averti amato.”


Ricordava ancora quelle parole come se le avesse sentite in quel momento stesso e lui, in quel istante, decise di diventare un medico, un medico capace di curare le persone e di salvare numerose vite.
Lo doveva a loro e anche se sarebbe stato duro, ce l'avrebbe fatta.
Adesso era all'ultimo anno del liceo e doveva diplomarsi con il maggiore dei voti, se voleva avere qualche speranza di entrare alla facoltà di medicina, visto che era a numero chiuso e solo pochi eletti potevano entrarvi.


Jiraya lo trovò in cucina, immerso nello studio, tanto che non lo sentì nemmeno entrare dalla porta.
Era un uomo sulla cinquantina, con dei capelli bianchi lunghi, segno che non se l'era quasi mai tagliati, e anche se li teneva legati dietro la schiena, erano davvero ribelli e sbucavano da tutte le parti.


“Eccoti, come è andato il tuo giorno di scuola?”


Il ragazzo biondo sobbalzò, colto alla sprovvista, visto che non l'aveva sentito arrivare.


“Ero-sennin, non ti ho sentito entrare”
“Lo so, eri troppo concentrato su quei libri”
“Già. Devo essere il migliore della scuola e realizzare il mio sogno.”
“Bene bene, cominciando così sei già a metà dell'opera. Allora? Ci sono ragazze carine in classe? Hai già fatto amicizia?”
“Certo che ho già fatto amicizia e di ragazze carine ce ne sono davvero tante, anche se mi piace di più una ragazza di nome Sakura.”
“Perfetto. Allora invitala a qualche appuntamento, magari nasce qualcosa tra di voi.”
“Lo farò, ma prima voglio riprendere tutto il programma che in questi tre mesi non ho fatto e poi ci penserò.”
“Va bene, ho capito. Che ne dici di cenare, mentre mi racconti quello che è successo a scuola?”


Naruto annuì e tolse i libri, preparando poi la tavola e mettendosi a parlare di tutto quello che gli era successo.
A metà racconto, si fermò.


“Ah! Mi sono dimenticato!”
“Di cosa?”
“All'entrata, oggi, ho visto un ragazzo seduto sotto un albero a guardare le finestre della scuola. Aveva un aria molto triste, chissà perchè era lì”
“Qualunque fosse il motivo, sicuramente tu riuscirai a farglielo dimenticare con la tua allegria. È giù successo molte volte, e lo sai”
“Sì, ma io non lo conosco neanche”
“Lo conoscerai presto e diventerai amico anche con lui.”


Il biondo annuì più rilassato e riprese a parlare della giornata trascorsa.
Infondo, ci sarebbe stato anche il giorno dopo per incontrarlo di nuovo, no?















*Angolo di Mary*
Salve a tutti, rieccomi con una nuova storia, stavolta molto diversa dalle altre.
Non sarà tanto lunga, sulle 5 paginette, credo, ma comunque giù di lì.
Sarà particolare e spero che piacerà.
Metto l'OOC per evenienza, anche se, in questo primo capitolo non mi sembra che ce ne sia di bisogno, almeno spero.
Per il rating, credo che rimarrà verde, se succede qualcosa, lo alzerò a secondo se il capitolo ne viene chiesto.
Che dire d'altro? Ah, sì.
Non so quando aggiornerò, anche perchè non riesco a leggere nemmeno delle storie che sto seguendo e che pubblicano altre scrittrici di EFP.
Spero, comunque, di fare presto.
Un bacione da marynana89
   
 
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