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Autore: Apua    26/09/2008    8 recensioni
Draco Malfoy è appena uscito di prigione. Ripercorre con la mente i più unici che rari ricordi felici del suo passato, quando fa un incontro del tutto imprevedibile
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’ANGELO IN GABBIA

Libero.

Dopo sei anni di prigione, senza una visita, senza nessuno, senza lei, era libero.

E mai , pensò in quel momento, avrebbe sentito ancora più opprimente dentro di se quella sensazione di claustrofobia.

Lo avevano rinchiuso ad Azkaban, perchè essendo una spia dell’Ordine, per salvarsi il culo aveva dovuto fare per forza un imperio a quegli stupidi ometti raccomandati e corrotti del ministero.

E lo avevano incastrato, per un imperio! Quando suo padre girava fino a poco tempo fa libero anche avendo commesso i peggiori crimini di quello schifo di mondo! Lo avevano fregato e punito con qualcosa di gran lunga peggiore di Azkaban.

Facendogli perdere ciò che di più prezioso ci fosse nella sua vita.

Lei

La sua mezzosangue.

Sapeva per certo che non era morta. Quando lo avevano rinchiuso lei stava li davanti al Wizengamot con le lacrime trattenute a forza. La sua orgogliosa mezzosangue lo sapeva che lui odiava i deboli. E lei più di ogni altra cosa detestava esserlo. Ma adesso era proprio così che si sentiva. Debole, vulnerabile davanti al mondo e senza lei. Cazzo! Non sapeva dove si trovava, se stava bene… niente, non sapeva un cazzo di dove fosse finita! Si era volatilizzata nel nulla.

Magari ora aveva una famiglia ed era felice con qualcuno che non era lui.

Brividi di rabbia, gelosia e terrore gli percorsero la schiena al solo pensiero che qualcun altro l’aveva toccata.

Ripensò al loro ultimo anno a Hogwarts, quando era successo tutto, ai loro pomeriggi sotto la quercia, abbracciati, persino Potter si era arreso all’idea che non c’era niente da fare.

La amava.

E non glielo aveva mai detto.

Doveva farlo.

Per questo era da tre giorni che faceva su e giù alla sua ricerca, invano.

Aveva pensato di chiedere allo sfregiato, ma dopo la sconfitta del signore oscuro, quell’idiota se l’era squagliata per un anno in Italia con Daphne Grengrass.

Per “sciogliere il nervosismo”

Non s’erano mai visti insieme poi alla fine dell’anno “magicamente” avevano annunciato a tutta grifondoro e serpeverde il loro fidanzamento, facendo collassare le due case, a parte naturalmente  lei e la mezzosangue che erano al corrente di tutto già all’inizio della tresca.

La mezzosangue… qualsiasi pensiero che andava a lei, si riaffacciava a quella sottile e dura sponda della sua vita quando era stato veramente felice.

 

FLASHBAK

 

-Draco- lo chiamò  mentre erano abbracciati sotto il loro albero.

-Si?-

-sono felice- una piccola pausa per levare l’imbarazzo –e penso che non lo sarò mai più tanto come in questo momento, o almeno finché sei qui con me-

Un attimo infinito di silenzio.

-tu sei felice?- gli chiese ancora, con la voce un po’ incrinata, timorosa di una risposta che non era più sicura di voler sapere.

-tanto, ma non ancora completamente- le rispose tranquillissimo.

-oh- lei si incupì –mi dispiace-

-e perché?- gli chiese veramente sorpreso.

-perché non sono riuscita a renderti felice allo stesso modo di come tu hai reso me-, poi continuò,-e… posso chiederti se io riuscirò mai a  vederti felice completamente?- chiese ancora in un sussurro mordendosi la lingua per la sua sfacciataggine.

Lui sorrise e avvicinò il viso della ragazza al suo sussurrandole all’orecchio: -si che ci riuscirai,-sarò felice completamente quando qua- e le appoggiò con delicatezza un mano sul ventre- ci sarà l’altra metà, che non può sarà più  tua, della mia anima- concluse facendola diventare rossa per l’imbarazzo e la felicità causate da  quelle parole, poi la baciò assaporando e pulendole via le lacrime marachelle scappate via dopo quella dichiarazione.

Si rotolarono sull’erba abbracciati e contenti, poi dopo un po’ lui la prese in braccio e la portò nei dormitori di serpeverde.

Fecero l’amore.

E mentre erano ancora l’uno nell’altra lei gli aveva sussurrato –non vedo l’ora di vederti felice completamente-

E poi, il piacere.

Insieme.

Finche dopo pochi istanti non s’addormentarono abbracciati e sorridenti.

 

FINE FLASHBAK

Sorrise.

Ma si riprese subito, quello era stato il giorno più bello e più brutto della sua vita.

Uno di quelli in cui si fa una promessa che non si riesce a mantenere. (?)

Uno di quelli in cui hai trovato qualcosa di veramente bello, ma poi scopri che è solo permanente e ti odi per esserti illuso. (illuso?)

Uno di quelli che ti sembra essere il più bello della tua vita, ma che poi finisce e non si prolunga. (sicuro?)

Uno di quelli di cui vorresti pentirti per esserti esposto tanto ma che nel profondo sai che è stata la cosa più giusta della tua vita.

E mentre si perdeva nei meandri della sua mente si ritrovò in una piccola radura dove vagò per poco tempo rilassandosi dai sui pensieri fino a che non sentì un sussurro, un sibilo.

Serpentese

Si avvicinò fino a quando non scorse una vipera che scuoteva la testa come se stesse annuendo.

Insolito ma non impossibile per lui.

Rivide se stesso che parlava con il pitone di suo padre. Pegaso. Lucius gli aveva dato il permesso di dargli un nome e lui aveva scelto quello del cavallo alato di Hercules. Lo aveva scelto perché una volta, da piccolo era andato a casa di Blaise, il suo migliore amico, e visto che a sua mamma, pur essendo una purosangue, piacevano gli oggetti babbani avevano visto un cartone animato, Hercules, e gli era piaciuto tantissimo.

E così aveva deciso di chiamare quel serpentello Pegaso.

Gli raccontava tutto: i problemi che aveva con suo padre, l’adorazione per sua madre l’eccitazione che aveva sin da quando era bambino sapendo che sarebbe andato in una scuola bellissima che a quanto aveva capito si chiamava Hogwarts.

Si Hogwarts… era stato l’inizio di tutto, era grazie a quelle vecchie ,mura, piene di magia, sesso, odio e amore che l’aveva incontrata…

lei

Si risvegliò dai suoi pensieri tornando ad osservare il serpente.

Incuriosito da quella scena, non molto di routine volle vedere chi fosse il rettilofono in questione e quasi rimase folgorato.

Una bambina piccola con una cascata di riccioli biondissimi, quasi bianchi stava seduta su delle foglie secche e agitava le manine come per spiegare meglio la situazione.

-Sai Grace- iniziò con una vocina deliziosa -. Sono preoccupata per la mamma, è sempre triste. Si si, -ripeteva come per giustificarsi- le ho chiesto di nuovo il perché, e lei ,mi risponde sempre che hanno messo il suo angelo in gabbia e poi per cambiare discorso mi ha presa in braccio e mi ha portata qui ai giardinetti. Uffa!-

Ripensando alle ultime frasi che aveva detto, la bambina, sbatté gli occhioni grigi contornati da ciglia lunghissime e si alzò di scatto esclamando sempre in serpentese: -mi starà cercando come una matta sarà preoccupatissima e io non so neanche come tornare al parco!-.

Il serpente d’altro canto fece qualcosa di molto simile ad un ghigno e indicò con il muso quello che finora era stato il nascondiglio del biondo.

La bambina annuì e si avvicinò prudentemente al luogo indicato, e così Draco, si trovò davanti una nanetta di neanche un metro “davanti”.

-ciao- le disse lei allegra.

La mamma le aveva sempre detto che non bisognava avvicinarsi agli sconosciuti ma quel signore le dava particolarmente fiducia. (chissà perché?)

-ciao- rispose lui a disagio

-come ti chiami?- gli chiese

-Draco Malfoy-

Lei allungò la manina paffuta e orgogliosa disse –io Narcissa, piacere-.

L’altro sgranò gli occhi facendo scoppiare a ridere la bambina – perché allarghi gli occhi?- gli chiese genuinamente

-perché non è un nome molto comune e anche mia mamma si chiama così- rispose lui, dimenticandosi di parlare con una bambina che avrà avuto si e no sei anni, poi gli chiese –ma ce lo hai un cognome?- voleva saperne di più, non era normale trovare una bambina che parlava serpentese e aveva portava per di più uno dei più noti nomi della famiglia Black.

-non lo so- rispose la piccola con un musino costernato

-ma se stavi parlando di tua mamma, lei ti avrà detto come ti chiami- disse lui stranito ma sempre con un tono dolce.

Ora fu la volta della bambina di sgranare gli occhi, cosa che fece scoppiare a ridere a sua volta Draco.

-riuscivi a capirmi? Sono rarissimi quelli che parlano il serpentino!-.

Draco sorrise-anche io sono un rettilofono, e poi si dice serpentese non serpentino- la corresse.

Narcissa agitò la manina come scocciata da quella correzione –sì anche mamma me lo dice sempre, ma a me piace di più così- rispose tornando a sorridere.

-hai ragione- concesse lui –allora, mi dici qual è il tuo cognome?- insistette

-anche io glielo ho chiesto tanto a mamma, ma lei dice che me lo dirà solo quando verrà liberato l’angelo- rispose scuotendo la testina a mò di negazione come per evidenziare quanto la madre fosse testarda.

E lui lo sapeva bene

-Draco?- chiamò lei dopo un po’ di silenzio.

-si?- rispose lui un po’ stranito da tanta confidenza, non capitava molto spesso che le persone gli dessero tanta fiducia.

“E’ soltanto una bambina” si disse

(una bambina)

-tu sai ritornare al parco? Mia mamma sarà preoccupata e se non mi vede tornare non mi fa vedere Hercules, mi accompagni?- chiese sbattendo gli occhioni per ammorbidirlo.

Lui sorrise a quella coincidenza (coincidenza?)

-si ma dammi la mano che ci sono le radici e non mi va che cadi - rispose stupendo anche se stesso per tanta affettuosità.

La bambina sorrise prese la mano di Draco e s’incamminarono nel sentiero.

Intanto al di là della radura, una Hermione Granger angosciosissima stava per chiamare una scorta di Auror del ministero, sua figlia era scappata di nuovo avventurandosi per chissà quale luogo, alla ricerca di serpenti da intontire.

Sua figlia era rettilofona.

Come lui

 

FLASH BACK

 

Un giorno erano sedute sul divano e per almeno la cinquantesima volta stavano guardando Hercules. Narcissa era fissata con quel cartone animato. E mentre vedevano Zeus che creava Pegaso sua figlia di punto in bianco aveva esclamato:

-Mamma!-

-dimmi amore- aveva risposto lei colpita. Sua figlia quasi la uccideva se mentre guardavano il cartone animato non c’era un religioso silenzio.

- oggi al parco ho conosciuto un’amica! È simpaticissima-

-sono contentissima!- e lo era veramente, di solito sua figlia non era molto socievole anzi, a pensarci era la prima volta che le diceva di aver conosciuto qualcuno –e come si chiama?-

-Grace-

-Ma che bel nome! E dimmi, ha la tua età?-

E qui la bimba, aveva sfoderato un sorrisone sdentato da capogiro scuotendo la testolina boccolosa.

-e quanti anni ha?- chiese iniziando ad insospettirsi, quando sua figlia sorrideva così, c’era solo che da preoccuparsi

-centododici-

-COSA?-aveva esclamato, non capitava tutti i giorni che tua figlia ti diceva di aver conosciuto un’amichetta di centododici anni!

-Si! E poi è bellissima tutta grigia con le strisce azzurre e chiacchiera un sacco!- le aveva detto tutta contenta

- Nar? Ma che stai dicendo? Una bambina non può ne avere centododici anni, ne tanto meno essere grigia con le strisce azzurre!-

-ma chi ti ha detto che parlavo di una bambina?- le aveva risposto con il tono un po’ alterato

-e di cosa parlavi scusa?- le aveva chiesto Hermione notevolmente preoccupata

-di un serpente!- le aveva risposto come se fosse la cosa più normale del mondo

-un serpente? Ma sei una rettilofona!-

-una retti cosa?- le aveva domandato con il visino contratto in un smorfia di stupore dolcissima

- c’era da aspettarselo…- aveva mormorato tra se e se in tono malinconico

-cosa c’era da aspettarselo mamma?- aveva domandato ancora, la piccola curiosa

- nulla amore, nulla, ora ti accompagno a letto che domani devi andare all’asilo- e così l’aveva presa in braccio, rimboccato le coperte, baciato la fronte e fatta addormentare, mentre lei se ne andava in camera sua con un sorriso malinconico sulle labbra e una lacrima birichina che le bagnava la guancia.

 

FINE FLASHBAK        

 

Mentre sorrideva triste a quel pensiero vide degli svolazzanti riccioli biondissimi che si apprestavano ad uscire da una radura.

Sollevata vide sua figlia si apprestava a venire verso di lei… tirando a se una mano diafana.

Qualcuno.

Stava per dirigersi a passo di carica verso quel maniaco che stringeva sua figlia quando si bloccò, portandosi istintivamente le mani alla bocca.

Lui

-Mamma!-

Narcissa strattonò di più la presa vedendola e Draco si girò rimanendo di sasso alla vista della donna che gli stava a poco più di un metro di distanza.

Lei

-perché ti sei fermato Draco?- chiese la bambina vedendo che non si muoveva

-c-cosa?- balbettò lui

- perché ti sei fermato? Non vuoi conoscere la mia mamma?- gli chiese dispiaciuta

-chi è tua mamma?- chiese lui, non poteva essere, non lei!

-quella lì!- esclamò la bambina entusiasta –con i ricci marroni!-

Se lo sentiva, stava per morire, aveva il cuore a mille non sarebbe riuscito a fare un altro passo se Narcissa con tutta la sua poca forza non l’avesse incitato a camminare.

E così Hermione Jane Granger e Draco Lucius Malfoy dopo sei anni di distanza si trovarono uno di fronte all’altra con in mezzo un bambina.

- mamma!- esclamò Narcissa verso la madre che non rispondeva e continuava a fissare il biondo incantata.

Un po’ scocciata delle poche attenzioni cercò di arrampicarsi sul biondo che senza distogliere gli occhi da Hermione la prese in braccio.

In quel momento a Hermione scappò una lacrima. Vederli così abbracciati, loro due, era qualcosa di meraviglioso.

-mamma! Lui è Draco Malfoy e parla con i serpenti come me!- esclamò entusiasta la piccola.

-Draco, lei è Hermione Granger mia mamma- disse poi finendo “le presentazioni”

-Tesoro, io e Draco ci conosciamo da tanto tempo- parlò finalmente Hermione che nel frattempo era scoppiata a piangere al come me di Narcissa.

-Veramente? Eravate amici ?- chiese curiosa

-No- risposero insieme trovando di nuovo l’uso della parola

-oh- la piccola si rabbuiò

-quindi eravate nemici- chiese ancora

-anche- rispose questa volta Draco che era scandalizzato alla vista della sua mezzosangue piangente, infatti nei suoi occhi si poteva leggere una muta domanda rivolta alla grifoncina.

Lei “non gli ripose”.

-mamma! Andiamo a casa che ho sonno?- chiese improvvisamente la bambina sbadigliando e interrompendo quel gioco di sguardi.

-certo amore-

-e può venire anche Draco?- chiese ancora ingenuamente Narcissa.

Un istante di silenzio

-va bene- rispose emozionata e facendo respira Draco che aveva trattenuto il respiro finche lei non aveva risposto.

Si dovevano smaterializzare cosicché Hermione prese la mano di Draco provocando una scossa ad entrambi e un istante dopo si trovavano sulla soglia di una villetta bianca.

Hermione prese le chiavi dalla borsa e facendo passare prima Grattastinchi  che era arrivato come un razzo dal giardino, entrò precedendo Draco e Narcissa che neanche un minuto era già crollata sulla spalla del biondo.

- Dov’è il letto così la metto a dormire?- chiese lui piano per non svegliare la bambina e cercando di smorzare la tensione.

Hermione sorrise per tanta apprensione e sempre a voce bassa rispose: -vieni ti faccio strada-.

E lo condusse in una camera dai toni verde chiaro che gli fece spuntare un ghigno a lui e fece alzare gli occhi al cielo.

Sempre il solito.

Dopo aver messo a letto la bambina si diressero verso la cucina, e il biondo si sedette.

-vuoi del whisky incendiario?- chiese lei ricordandosi i suoi gusti non propriamente astemi.

-si grazie, come mai hai una bottiglia di whisky incendiario in casa, non eri astemia mezzosangue?- indagò lui bevendo il liquido ambrato e iniziando a preoccuparsi.

La Granger alcolizzata non era cosa da  tutti i giorni.

Lei come leggendogli nel pensiero gli sorrise, lui stava morendo di crepacuore, -no tranquillo non sono un alcolizzata è la bottiglia di emergenza che tengo per Harry quando viene e si deve “sfogare”-

-mh dovevo immaginarlo…- rispose lui pacato

Poi si fece improvvisamente serio e Hermione vide perfettamente i suoi tratti indurirsi, infatti si allarmò subito.

- cos’hai?-

-è di Weasly vero?- chiese lui cercando di mantenere la calma

-cosa?- rispose lei non capendo a cosa alludesse

- mezzosangue ti facevo più intelligente, Narcissa!-

-mi stai prendendo in giro?- gli chiese scandalizzata

-scusa tanto se non ho dato per scontato che subito dopo che mi hanno rinchiuso ci hai dato dentro con lenticchia, per sfogare il dolore!- rispose lui duro alzandosi e aumentando il tono di voce

Lei sgranò gli occhi e cercò di colpirlo con uno schiaffo, ma i riflessi del biondo erano più veloci, e in un batter d’occhio si ritrovò spiaccicata fra il muro della cucina e il corpo di Malfoy e con il cuore che minacciava furiosamente di uscire dal petto.

A quel punto non le rimaneva che giocare sull’ironia.

-Furetto, ti facevo più intelligente- iniziò usando le sue stesse parole – infatti c’erano il 100% delle probabilità che se avessi avuto una figlia da Ron sarebbe uscita con i capelli biondi quasi bianchi come i tuoi gli occhi grigi come i tuoi e soprattutto rettilofona come te vero?- disse sfoderando un ghigno degno di lui.

Draco appena assimilato le parole che aveva detto allentò la presa sui polsi e rimanendo con la bocca leggermente socchiusa.

- … e poi naturalmente se avessi avuto una figlia da Ron l’avrei chiamata come tua madre, mi sembra molto logico- concluse perfida.

-quindi, Narcissa- iniziò Draco - si, ecco, insomma lei è…- ma non finì la frase che Hermione la quale non resisteva più alla tentazione,  l’aveva baciato a stampo, e poi staccandosi di un centimetro gli aveva sussurrato a fior di labbra: -…tua figlia-, -nostra figlia- correggendosi subito dopo, sorridendogli e baciandolo con più passione di prima.

Quel secondo bacio però lui, a differenza del primo, non se lo fece scappare, le prese delicatamente il viso fra le mani possessivo, poi si staccò di un millimetro e guardandola intensamente tanto da trapassarla come a volerle imprimere e imprimersi quel momento le sussurrò parole troppo a lungo rimaste mute 

-Ti amo-

-anche io, sempre- gli rispose con gli occhi che brillavano per la felicità

Lui la fissava ancora, mentre lentamente uccideva quel poco spazio che li distanziava questa volta però furono interrotti da un piccolo tornado biondo che stava arrivando e che fortunatamente non li vide visto che era intento a stropicciarsi gli occhioni ancora impastati del sonnellino pomeridiano.

Draco, quando la vide gli si sciolse il cuore, pieno della consapevolezza che quella bimbetta era sua figlia e sorrise vedendola andare in braccio alla madre.

Le sue donne. Le donne della sua vita, uniche, per sempre.

-mamma!-

-amore già sveglia?- chiese Hermione sfoggiando un sorriso bellissimo.

-si, ma perché sorridi così tanto?- le chiese la piccola un po’ stranita

-perché sono felice-

-e perché?- chiese ancora ingenuamente

-perché hanno liberato il mio angelo- le disse semplicemente scambiando un’occhiata con Draco che le guardava innamorato.

-mamma?- chiese ancora Narcissa

-si?-

-come mi chiamo?-

- Narcissa Malfoy amore mio- le rispose baciandola sulla testolina e prendendo una mano a Draco

Appena sentite quelle parole la piccola si girò di scatto verso Draco allungando le braccine per andare in braccio a lui ed esclamando:

-Papà!-

Sentendosi chiamare così gli scese una lacrima sulla guancia, e quando prese in braccio la sua bambina lei gliela asciugò dandogli un bacio con lo schiocco sorridendogli e poi, facendo ridere tutti e due i suoi genitori aveva esclamato:

-papà, non sapevo fossi un angelo!-

 

 

  
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