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Autore: JustAddictidByLove    08/09/2014    0 recensioni
La solitudine è una brutta bestia, ma non dura per sempre.
Non perdere la speranza è l'arma vincente.
Ma soprattutto ricordare che chi ama riceve amore.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Mi infilai il casco della moto lasciando le punte dei capelli svolazzare al vento.
Avevo giurato a me stessa che sarei riuscita a dimenticarlo, eppure ogni cosa che facevo mi ricordava lui, il mio era una amore malato mi dicevo.
Ormai erano passati sei mesi da quando ci eravamo lasciati, e da allora non ci eravamo più visti. Per me di solito era un tempo sufficiente per dimenticare un vecchio amore, ma lui no, non voleva andarsene.
Accelerai, l’aria sferzava le mie mani facendole diventare rosse, e mi ricordava le nostre gite in moto, io, lui e il mare.
Accelerai ancora.
Il giorno prima delle nostre vecchie compagne di scuola mi avevano mandato un messaggio per fare una rimpatriata.
Non potevo permettermi di arrivare in ritardo, o peggio, di essere triste.
Passai la rotonda e arrivai nel paese dove frequentai le scuole medie, era un po’ che non ci andavo, mi mancava. Quanti ricordi, quante risate, e quanti baci. Mi fermai di scatto affianco all’oratorio.
Lo stavo facendo di nuovo.
Stavo ancora pensando a lui. Abbassai la testa.
Mi sentivo debole e incapace di andare avanti. Gli occhi diventavano sempre più appannati ogni ricordo che riaffiorava nella mia mente. Risalii in sella e feci gli ultimi metri fino ad arrivare al parco. Legai la moto ad un palo e mi sfilai il casco.
Era tutto così nostalgico: gli alberi su cui ci arrampicavamo, la panchina sempre vuota, dove io e lui ci eravamo dati il nostro primo bacio. E infine il muretto, camminai in fianco ad esso accarezzandolo con la mano. Quante cose sapeva lui di noi.
Poi notai qualcosa, una scritta in pennarello indelebile su una mattonella
“I will love you forever” sgranai gli occhi e aprii leggermente la bocca.
Era ancora lì. La frase che lui aveva scritto per me.
Evidentemente allora non sapeva cosa vuol dire forever.
Io invece avevo creduto a quel per sempre. Mi lasciai cadere in ginocchio e mi coprii il volto con le mani.
Non erano solo i miei occhi a piangere, ma anche il mio cuore. Mi asciugai le lacrime con una manica del giubbino di pelle e mi avviai verso la mia moto. Non salii neanche. La trascinai fino alla casa della mia amica, e la trovai lì che accoglieva gli invitati. Passando non la salutai, e lei mi seguì con lo sguardo per poi sfoggire un bel sorriso malizioso. In quel momento il pensiero che avesse tramato qualcosa mi assalì, mi aveva già costretto ad andare ad appuntamenti al buio per tirarmi su di morale. Ma lui è lui, incomparabile.
Quella sera avrei dovuto fare una performance al piano, ma non avevo voglia. Non avevo voglia di far niente. Andai nel bagno e mi appoggiai con entrambe le mani al lavandino.
Non c’è niente di male a piangere, mi dicevo, ma in realtà ogni volta che lo facevo mi sentivo in colpa. Presi il mio vestito dal sacchetto di carta e me lo infilai. Lo avevo scelto accuratamente per fare bella figura, ma ora non mi importava un gran che.
Uscii dal bagno con lo sguardo fisso sulle mie decoltè nere.
Sentii una mano picchiettarmi la spalla, alzai lo sguardo e notai la mia amica che con sguardo gioioso perlustrava ogni centimetro del mio vestito, per poi sorridermi guardandomi negli occhi. “Andresti a prendere delle bottiglie vuote nel seminterrato?”
Scendendo le scale inciampai su un gradino facendomi un grande taglio sul ginocchio, che presto si colorò di rosso. Mi rialzai facendo poca attenzione alla ferita.
Basta, non posso restargli attaccata ancora per molto tempo, devo voltare pagina, ormai noi abbiamo perso il treno. Mi dicevo.
Mi fermai sventolandomi la mano davanti agli occhi cercando di scacciare via le lacrime, e quando ci riuscii scoprii che era stata cosa vana.
Lui, il mio lui mi  aspettava sorridente nel suo smoking nero.
Non riuscivo a respirare, era come se i polmoni mi fossero sgusciati fuori dal petto. Ci fissammo, con intensità. I suoi occhi avevano ancora il potere di scavarmi, anche se da quel giorno sotto la neve erano passati più di sei anni. E quegli sguardi che ci scambiammo…valevano più di mille parole. Gli comunicai tutto il mio affetto, la mia solitudine, il mio dolore, il mio amore.
Chiusi col lucchetto la porta alle mie spalle come per fargli capire che volevo rimanere sola con lui.
Gli bastò un piccolo gesto per farci catapultare l’uno nelle braccia dell’altro.
Cominciò a baciarmi con foga il collo, lasciando baci umidi su tutta la lunghezza. Fece combaciare le nostre labbra come se non ci fosse un domani, e le nostre lingue danzarono vorticosamente in un turbine di desiderio e passione.
Quanto mi era mancato io suo velo di barba sulla mascella che esploravo con piccoli baci. Il suo petto forte e robusto, le sue grandi mani che perlustravano il mio corpo centimetro per centimetro. Accarezzò le mie cosce facendomi venire i brividi, per poi prendermi in braccio e farmi sedere sulle sue gambe.
Non potevamo più trattenerci, ci mancavano i nostri corpi, il nostro calore, il senso di sicurezza che baciandoci ci infondevamo sempre di più.
Lo volevo e lui voleva me.
Questo tutto ciò che desideravo. La passione prese il sopravvento sulle nostre menti, velocemente lui si liberò del mio vestito lasciando cadere il tessuto per terra e io gli sfilai giacca e camicia. I nostri corpi caldi palpitavano di piacere mentre toccavamo l’altro nei suoi punti sensibili, punti che solo noi conoscevamo.
Non volevamo niente altro, non ci serviva niente altro, solo noi nella nostra intimità più pura.
Presto ci trovammo completamente nudi su un materasso lì per terra. Ci separammo dal nostro travolgente bacio per guardarci negli occhi, mi sentivo così vicina a lui che credevo di poterli perfino leggere nel pensiero. Ma se lui leggeva nel mio sapeva che lo trovavo bellissimo.
Nascose il viso nell’incavo del mio petto inspirando forte il mio profumo. Fece scivolare la sua mano sinistra dalla mia guancia fino al mio seno, che esplorò per pochi secondi con le labbra delicate, poi tracciò con l’indice i contorni dei miei fianchi che tanto elogiava, per poi baciare ripetutamente la mia pancia, e talvolta mordicchiando un mio lembo di pelle.
Il mio corpo era scosso da brividi di piacere, il suo tocco delicato mi mandava in estasi.
Era forse un sogno? Accarezzai dolcemente i suoi capelli mossi che mi sfioravano il ventre. No, non era un sogno. Ma se lo fosse stato avrei voluto sognare per sempre.
Quella sera io e lui ci unimmo, non un unione temporanea, un unione duratura, forever.
Fecimo incastrare i nostri corpi caldi rannicchiandoci l’una sull’altro, nascosi il viso tra il suo collo e la sua spalle, era così robusto, forte e bellissimo.
Posò la sua mano sulla mia guancia facendomi alzare gli occhi verso di lui.
Sorrise mentre un ciuffo di capelli gli scivolava sul volto.
Fino a quel momento non avevamo parlato, così lui ruppe quel silenzio parlando con quella sua voce roca e profonda, che ogni volta mi mandava in estasi.
“Mi sei mancata. Credevo che ce l’avrei fatta a stare senza di te, ma invece mi è impossibile. Ti amo con tutto me stesso.” Le mie guance si colorarono di rosso lasciando trasparire la mia profonda emozione. E come per suggellare quelle parole mi strinse a se facendo combaciare perfettamente i nostri corpi caldi. Le sue mani sulla mia schiena, il suo profumo, le sue labbra sulle mie, era tutto così perfetto che avrei voluto piangere, ma non lo feci. Volevo solamente rimanere così per sempre, forever. Cari Lettori, spero che questa mia seconda One Shot vi piaccia! Inoltre invito tutti voi a recensire, per farmi sapere se devo cambiare qualcosa, o se va bene così (spero) so che non scrivo bene, per cui sono decisa a migliorare! costi quel che costi io migliorerò! (?) Vi voglio bene xxEle
   
 
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