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Autore: Falantina    27/09/2008    1 recensioni
Seifer è tornati al Garden, cercando di riprendere la vita di sempre. Nessuno ha però dimenticato la sua responsabilità nella compressione, e questa colpa non verrà facilmente perdonata. Forse, però, qualcosa di buono l'ha portata... E il suo nome è Sari.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Seifer rientrò al Garden, assieme i suoi eterni amici Rajin e Fujin. La vita però non era facile, vittime di sguardi e occhiatacce per la loro enorme responsabilità nella compressione. 

Il preside insistette affinché gli fosse data un'altra possibilità. 

Fu così che il tempo scivolò fino alle festività natalizie.

La maggior parte degli studenti tornò a casa per festeggiare, gli altri si arrangiarono per conto proprio, organizzando feste con gli amici. rajin e Fujin tentarono invano di convincere Seifer a partecipare ad una di queste. "Non ho mai festeggiato, e non inizierò ora". 

Seifer trascorse la notte della vigilia da solo, nel Garden popolato dai pochi studenti riuniti nelle stanze a far baldoria. Sdraiato sul letto, guardava il suo Hyperion, luccicante nelle sue mani. Per la prima volta in vita sua, ripensava alle sue azioni con un leggero pentimento. La vita per lui non era mai stata facile, orfano di guerra, cresciuto già destinato alle armi e detestato da molti nell’accademia. La sua idea di allearsi con la strega Artemisia non aveva fatto che peggiorare le cose, si era messo contro tutti, aveva attentato alla loro vita e adesso ne subiva le conseguenze. Forse la compressione non era stata una brillante idea.

Il vento all’esterno era leggero, il suo lieve suono cullava il ragazzo, che cadde fra le braccia di Morfeo, trasportato anche da una dolce melodia di un pianoforte lontano.

 

 “ Un pianoforte?”

 

 Seifer si destò, incuriosito e allo stesso tempo intimorito da questa melodia. Nel garden non doveva esserci nessuno apparte lui. Il suonatore doveva sentirsi solo, per suonare una così dolce e triste melodia nel cuore della notte. La seguì, il suo eco si spandeva per ogni corridoio, sembrava una musica senza luogo. Giunse nel Salone delle Feste, addobbato con vischi e festoni natalizi,come il resto della scuola. L’enorme albero, luminoso nelle sue centinaia di luci, illuminava la sala e il misterioso pianista. Seifer si avvicinò quanto bastava per vedere senza essere visto. La figura al pianoforte si muoveva con grazia, il suo tocco leggero sui tasti produceva note che mischiate fra loro creavano una melodia che pungeva dritta al cuore. Persino il freddo e spietato Seifer ne fu colpito. I lunghi capelli mori, legati in una morbida treccia, danzavano sinuosamente sulla spalla, per cadere leggeri sui seni della ragazza. L’espressione del suo viso, fiocamente illuminato dalle luci dell’albero, era lieta, quasi fosse un tutt’uno con la musica. In una trance musicale che non aveva eguali, la ragazza continuava imperterrita a suonare, trasportata nella musica fino a isolarsi completamente. Seifer, sempre più rapito dalla giovane, senza accorgersene, le si avvicinò. Mano a mano che la distanza fra i due diminuiva, il ragazzo vedeva sempre più nitidamente il suo volto.. e la bottiglia di gin semi vuota sul pianoforte. Anche lei aveva festeggiato da sola.

Lui e lei, soli. Perché non farsi compagnia?

Lei non si accorse di lui. Suonava ad occhi chiusi, in una sorta di trance, che terminò assieme la canzone.

In quel momento, quando rilassò le braccia e alzò lo sguardo, si rese conto dello spettatore. Per un attimo sussultò, trovandosi davanti quel ragazzo che la fissava incantato e che non proferiva parola. Forse non sapeva cosa dire, troppo impegnato a perdersi nell’azzurro degli occhi della ragazza, che splendevano nonostante la poca luce. Chiunque fosse, non poteva essere di quel mondo.. troppo bella, troppo magnetica per essere reale..

 

“  Da quanto sei qui?” gli domandò la giovane con un sorriso imbarazzato.

 

Seifer tornò in se. Stavolta a rapirlo fu la sua voce, dolce, suadente.

 

“ Abbastanza da sentire che sei.. bravissima.” le rispose timidamente.

 

La ragazza arrossì leggermente.

 

“ Grazie… anche tu da solo?”

 

“ Già. “

 

La ragazza allungò il braccio verso la bottiglia, versò il contenuto in un bicchiere e lo porse a Seifer. Lei si tenne la bottiglia.

 

“ A questo punto, visto che manca poco alla mezzanotte.. brindiamo!”

 

Dato che Seifer non si muoveva, fu lei a fare cin cin con la bottiglia al bicchiere del ragazzo e avvicinò la bottiglia alla bocca.

 

Brindarono insieme, due anime sole.

 

L’orologio a pendolo della sala segnò la mezzanotte e suonò dodici volte il gong, che si propagò minaccioso all’interno della sala. Il troppo silenzio rese il suo eco troppo forte.

Da Balamb si videro i fuochi d’artificio illuminare il cielo. E di conseguenza la sala buia.

In quel gioco di flash di luci, i due si guardavano negli occhi, incuriositi e attratti da quella persona sconosciuta davanti a loro.

Di nuovo, fu lei a rompere il silenzio.

 

“ Piacere, Sari. Tu invece sei..?”

 

“ Seifer. “ disse freddamente, infastidito dal suo sguardo magnetico.

Lei si accorse di non essere molto gradita. Fece per andarsene, ma prima di lasciare la sala, gli pose una domanda. 

“ Sei sempre così.. socievole?”

 E se ne andò. Il rumore dei suoi stivali risuonò nel salone. Nella testa di Seifer, tutta la notte risuonò quella melodia, e il viso della ragazza rimase impresso nella sua mente. Al risveglio gli sembrò ancora di sentire quella musica. L’aveva sentita una volta sola, eppure l'aveva colpito nel profondo.

   
 
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