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Autore: ThePirateSDaughter    08/09/2014    6 recensioni
Chou Yamazaki - Matsuoka non dava mai un bacio sulla guancia di suo padre Sousuke quando era ora di andare a letto.
|Fluff| |SouRin| |Daddies!SouRin|
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Rin Matsuoka, Sosuke Yamazaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chou Yamazaki - Matsuoka non dava mai un bacio sulla guancia di suo padre Sousuke quando era ora di andare a letto. E presto anche la sorella iniziò a non farlo più.
 
 
Qualche anno prima,
alle sette e quarantacinque di mattina, Sousuke Yamazaki dorme placidamente nell’occidentalissimo letto che il marito si era ostinato a comprare, quando la porta della camera si apre di un soffio.
Due occhietti furbi fanno capolino dallo spiraglio e, pochi secondi dopo, la luce si accende e qualcosa di basso, rosso e urlante, in un unico movimento, si precipita nella camera, spicca un salto ed atterra sulla parte vuota del letto, cominciando a saltare.
“PAPÀ, SVEGLIATI, PAPÀ! PAPÀ, PERCHÈ STAI ANCORA DORMENDO?”
Mugugnando e gemendo sotto i movimenti del materasso, Sousuke solleva appena la testa, mettendo pian piano a fuoco la sagoma agitata di Akane. Con un salto appena più potente, la bimba balza giù dal materasso e corre a spalancare le tende, facendo emettere a Sousuke un grugnito di pura protesta, mentre l’uomo tuffa la testa nel cuscino “C’È IL SOLE! PAPÀ, NON È ORA DI DORMIRE, TRA TRE ORE PAPÀ INIZIA LA GARA IN NUOVA ZELANDA!”
Sousuke si limita a stirare le labbra in un lieve sorriso, non rispondendo. Dei passetti lievi alla sua destra gli annunciano l’arrivo di Chou; si mette supino, mentre Akane si riarrampica sul letto e riprende a saltare a pochi centimetri dalle sue ginocchia – “stai attenta a non inciampare nella camicia da notte” “Papà, sono grande adesso” -. Chou compare sulla soglia, abbracciata a un pupazzo a forma di piovra, sfregandosi gli occhi con un pugnetto.
“Papà, non è ancora iniziata la gara, vero?”
“No, Chou, manca ancora qualche ora”. Sousuke allarga le braccia e il sorriso, fissando alternativamente le due bambine.
“Ma noi dobbiamo alzarci, papà! Non c’è tempo!”
“Nemmeno per dare un abbraccio a papà?”
“No, dobbiamo andare a guardare papà che gareggia” Akane fa una linguaccia e salta giù dal letto un’altra volta, dirigendosi verso la cucina. Una volta arrivata vicino alla sorella si immobilizza.
“EHI, quello è il MIO pupazzo! Prenditi il tuo!”
“Midori sta ancora dormendo” replica impassibilmente Chou, fissandola con i suoi calmi occhioni turchesi. Akane solleva un sopracciglio.
“E va bene, ma stai attenta ai tentacoli” E con ciò, trotterella via, ridacchiando. Chou volge di nuovo la sua attenzione al papà, sorridendo e caracollando verso il letto.
“Io voglio darti un abbraccio, papà!” Abbandona la piovra e si issa a fatica sul materasso, afferrando poi le braccia del papà e atterrando con la testa sulla spalla destra di Sousuke, che non riesce a trattenere un sibilo. Chou salta su.
“Ti ho fatto male, papà?”
“No, piccola, va tutto bene, è solo questa brutta spalla. Andiamo, ora, prima che Akane incendi di nuovo la cucina”.
 


“Svelti, dai, svelti!”
Chou si arrampica sulla sedia, mentre Akane saltella sempre più agitata nel soggiorno adiacente alla cucina. È rientrata in possesso della piovra e le stropiccia la testa morbida con le manine, osservando lo schermo della televisione a occhi sgranati, come se la gara possa iniziare di nascosto non appena lei chiude gli occhi.
“C’è troppa pubblicità su questa televisione” sbotta infine, osservando un pulcino reggere un fustino di detersivo e danzare per lo schermo * “Forse dovremmo accendere l’altra”.
“Noi non accendiamo proprio niente finché non hai finito la zuppa di miso” decreta Sousuke comparendo dalla cucina con i capelli ancora scompigliati, i pantaloni larghi che scendono e tre scodelle fumanti. Akane si acciglia.
“E va bene, Papà Brontolone, ma se ci perderemo la gara sarà tutta colpa tua! E lo dirò a papà quando torna!”
“Papà non inizierà la gara subito” puntualizza Chou, guardandola in faccia e stringendo la sua Midori – un morbido pupazzo a forma di tartaruga, svegliatosi nel frattempo – mentre Sousuke le posiziona una scodella davanti “papà ha detto che ci vorranno almeno altre due ore. E lo hai detto anche tu prima”.
A quelle parole, Akane alza gli occhi al cielo e schiocca la lingua con disapprovazione ed è così simile a Rin, in quel momento, che Sousuke quasi scoppia a ridere e non può fare a meno di scompigliarle i capelli rossi, mentre si siede vicino a lei.
 


Rin è fiero e concentrato non appena lo inquadrano, pochi secondi prima che salga sul blocco di partenza. Akane strilla come una matta, seduta a venti passi dal televisore – erano due passi, prima che il secco rimprovero di Sousuke l’abbia fatta indietreggiare – stringendo la piovra così forte che gli occhi le stanno per saltar via. Chou ha affondato la testa tra spalla e braccio del papà, gettando occhiate emozionate e fugaci allo schermo, mentre si stringe a Midori.
Sousuke guarda suo marito e non dice niente. Ripensa ai tornei della Samezuka, al carisma da capitano, alla velocità e alla costanza con cui si allenava, alla passione, al modo in cui gli ha mormorato sulle labbra, poco prima di partire, che avrebbe vinto anche per lui, anche stavolta “non che ci siano dubbi, no?”. E sa che non deve preoccuparsi, mentre una mano sale, quasi per abitudine, alla spalla infortunata. Chou alza appena la testa e lo guarda fissare Rin e i pochi metri di piscina che rientrano nell’inquadratura.
Ready – set – Go!
“PAPÀ, STRACCIALI, PAPÀ, UCCIDILI, PAPÀ, SE TI SUPERANO, MORDILI CON I TUOI DENTI DA SQUALO E MANDALI VIA, VIA! PERDETE TUTTI, QUELLO È IL MIO PAPÀ! PAPÀ, NUOOOTA! NUOTA! NUOTA! NUOTA! NUO-“
Anche per quell’anno, non c’è verso di ascoltare la telecronaca.
 


“Papà, io sono arrabbiata”.
È una bella giornata. Akane sta sguazzando in un acerbo stile a farfalla nella piscina da centoventi, suscitando l’attenzione di qualche bambino – e quella peste lo sa, Sousuke ne è convinto, mentre la fissa, fermo a bordo piscina. L’acqua è chiara e invitante e lo stomaco gli si contrae di nostalgia e desiderio, ma la spalla gli formicola, ammonitrice. E ora c’è Chou, nel suo costumino blu scuro, la cuffietta bianca, gli occhialini turchesi e con l’immancabile Midori tra le braccia, che lo guarda sconsolata.
Sousuke Yamazaki non è mai rientrato sotto la classica definizione di “emotivo” – per carità, ne bastava uno in famiglia – e tende sempre a mascherare i propri sentimenti, ma davanti alle sue figlie non ci riesce proprio. Si accovaccia all’altezza della bambina, mentre scruta i dintorni, alla ricerca di un eventuale bambino prepotente che ha intristito così la sua piccola.
“Cos’è successo?”
Chou abbassa lo sguardo per un momento.
“Io vorrei tanto nuotare con te, papà, però la tua spalla ti fa male. E ti fa così male che non puoi nemmeno andare a nuotare insieme a papà, non puoi fare nemmeno le gare insieme a lui, e invece lo vorresti tanto” Stringe forte la sua tartaruga e affonda il mento nella sua testa, così che la sua voce, attutita dal tessuto, risulta ancora più bassa “Questa cosa mi fa arrabbiare, perché so che tu saresti molto bravo a nuotare, papà”.
A Sousuke serve qualche secondo per resistere all’impulso di abbracciare forte la sua Chou, lì davanti a tutti; la sua piccola, sensibile bambina, così dispiaciuta per qualcosa che non la riguarda nemmeno completamente in prima persona. Sorride, addolcito, deve battere velocemente le palpebre due o tre volte e cerca di risponderle con voce ferma.
“A me non dispiace, tesoro. Questa brutta spalla fa male, è vero, ma fa niente. Ci ho fatto l’abitudine un sacco di tempo fa. E se andassi a nuotare con papà” aggiunge, sollevandole il mento “chi si prenderebbe cura di te e di Akane?”
Chou lo fissa per un attimo “C’è lo zio Haru”.
Sousuke non può fare a meno di serrare gli occhi “Suppongo di sì” replica, mordendo ogni parola.
Chou, improvvisamente, sembra spaventata “Ma… ma io non voglio stare dallo zio Haru, papà”
È decisamente figlia sua.
“Lui cucina solo sgombro! A me non piace, papà”.
“Stai tranquilla, lo zio Haru è l’ultima persona da cui ti porterei. Ora che ne dici se non pensiamo più alle spalle e soprattutto allo zio Haru? Vieni, perfezioniamo il tuo stile a farfalla”.
 


Rin si lascia cadere sul letto, distrutto e i capelli gli si spargono attorno alla testa come un’aureola. Pochi secondi dopo si confondono con altri capelli, quasi identici, quando Akane gli si lancia in braccio, strappandogli un sorriso e uno sbuffo strozzato.
“Akane, papà è stanco” tenta di rimproverarla Sousuke, raggiungendo il marito sotto le coperte, ma Rin gli dà un colpetto sul braccio, sorridendo appena. Akane, dal canto suo, non ha nemmeno sentito.
“Ad un certo punto ho pensato che il tizio della Francia con quel nome impossibile ti stesse per superare, papà, e l’ho anche urlato fortissimo «non puoi superare il mio papà, stupido francese antipatico», però poi tu hai fatto uno scatto velocissimo, non so come – ma come hai fatto?! – e l’hai sorpassato e hai vinto, papà! Hai vinto!” Akane è quasi senza fiato e – spera Sousuke – presto anche senza parole, mentre fissa il padre con venerazione e divertimento. Rin ridacchia.
“Trucchi del mestiere, pesciolino. Ora che sono tornato ti insegnerò come conservare al meglio la velocità per gli scatti finali, così sarai bravissima quando gareggerai! Papà Sousuke non le sa, queste cose”.
“Rompipalle” borbotta Sousuke; ad occhi chiusi sente la risata congiunta di Rin e Akane e, anche se non lo ammetterebbe mai, gli sembra uno dei suoni più belli del mondo e sorride appena.
“Adesso è ora di andare a dormire, pesciolini” annuncia Rin – il plurale gli fa presagire che sia arrivata anche Chou – picchiettando ripetutamente su quella che sembra essere la sveglia “Sparite, su”.
Sente Akane ridacchiare, dire “buonanotte” e zampettare via; poi avverte dei passi avvicinarsi, coperte che frusciano e lo schiocco di un bacio.
“Buonanotte, Chou”. Benedetta bambina che riesce a tirar fuori il lato dolce delle persone, che riesce a tirar fuori la voce dolce di Rin.
“Buonanotte, papà. Sono contenta che sei tornato”.
Sousuke apre un occhio e il suo sorriso si allarga un po’ quando la vede fare il giro del letto e arrivare vicino a lui. Porge prontamente la guancia e non può trattenere il suo stupore quando la sua bambina si abbassa e gli lascia un bacino sulla spalla.
Rimane perplesso per qualche secondo; alle sue spalle avverte che anche Rin sta osservando la scena, incuriosito. Chou si raddrizza e lo fissa, speranzosa e felice.
“Sai, papà, ci ho pensato. Secondo me, se ti do un bacino sulla spalla tutte le sere, dopo un po’ guarisci”.
Sorride raggiante e solleva la tartaruga “Anche Midori è d’accordo! Buonanotte papà!” E trotterella via, soddisfatta.
Sousuke è ancora un misto instabile di commozione, intenerimento e puro, inequivocabile amore e tutto quel che riesce a fare è girarsi verso il marito, anche lui visibilmente toccato: Rin ha gli occhi lucidi mentre si volta a fissarlo, facendogli passare un braccio attorno alle spalle e badando di non fare pressione sulla zona baciata. Tenta di sdrammatizzare.
“Se vuoi posso darti anche io i bacini sulla spalla…”
“Stai rovinando tutto, Matsuoka”.
 
Chou Yamazaki - Matsuoka non dava mai un bacio sulla guancia di suo padre Sousuke quando era ora di andare a letto. Glielo dava sulla spalla. E presto anche la sorella iniziò a farlo. E anche Rin, ogni notte, vi posava piano le labbra, prima di risalire su quelle del marito.
La spalla di Sousuke non guarì mai del tutto.
Ma lui avrebbe giurato che, quando riprendeva a bruciare, ogni volta facesse sempre meno male.
 
 



 
*= riferimento a questa cosa bellissima. Anche se non ci sono fustini di detersivo, ma solo doppiatori bellissimi che doppiano squali bellissimi <3
Allora. Forse Sousuke rischia di scivolare nell’OOC, talune volte, ma è mio fermo headcanon che, se è un po’ grumpy con il resto del mondo, con le sue figlie si scioglie a guisa di gelato, quindi shush ^_^ [Pirats, your Twelve is showing].
La casa Yamazaki-Matsuoka presenta parecchi tratti occidentali – quindi letti matrimoniali, tavoli con sedie e cose varie – perché mi piace pensare che Rin si sia trovato bene con i costumi australiani, le sedie e i letti e cose varie, e che quindi li abbia introdotti pure in casa sua. E poi, in molte case giappe ci sono stanze arredate all’occidentale.
Eee poi ci sono i significati dei nomi delle bimbe [presi da qui]. Akane significa “rossa”, Chou “farfalla”. [Bonus: Midori significa “verde”, aka il colore che viene proto tipicamente in mente quando si pensa alle tartarughe xD]. Ogni riferimento al canon è purissimamente casuale, sissì.
Come tutti i nostri bimbi dell’anime, ho voluto dare anche alle bimbe SouRin degli animali totem, come si legge nella fic. Akane mi faceva pensare a una piovra con il suo muoversi dappertutto, mentre la calma di Chou mi portò subito alla mente una placida tartaruga *si scioglie*.
Nulla, è tutto da imputare ai feelings che mi diede la 2x10, non guardatemi così. ^_^
 
 
 
 
 
   
 
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