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Autore: kirlia    08/09/2014    4 recensioni
Cosa si prova quando una parte di te ti viene strappata via?
Cosa prova una creatura dei cieli quando viene improvvisamente confinata in quella terra che ha dato la vita al suo nemico?
Prima classificata al contest 'Can you paint with all the colours of the wind?' indetto da visbs88 sul forum di Efp!
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Fosco, Malefica
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Il doloroso fantasma delle mie ali

 
La brezza accarezzava le tue ali non appena si aprivano verso il cielo.
Chiudevi gli occhi e sospiravi di piacere, assaporando la sensazione di estrema libertà, l’aria che dolcemente ti sfiorava le piume come la madre che non avevi mai conosciuto.
Gioivi.
Sorridevi e ti sentivi completa.
Gli occhi opalescenti si aprivano a osservare il meraviglioso paesaggio tinto delle luci del tramonto, mentre con una grande forza le tue ali si flettevano e spingevano verso l’alto, portandoti sempre più su.
No, non potevi spiegare a parole l’emozione di non sentire più l’erba sotto i piedi, la fiducia che ponevi in quelle appendici piumate che frusciando ti facevano sentire fiera e potente, il battito del tuo cuore che faceva scorrere nelle tue vene la felicità…


Poi dolore, improvviso e inaspettato.
Le tue scapole bruciano, il cielo si inclina pericolosamente davanti a te.
E l’incanto si spezza.

I tuoi occhi si spalancano dolorosamente sulla realtà, grandi iridi smeraldine e opalescenti che ancora conservano le immagini di un sogno che forse sarebbe meglio definire incubo.
Perché, Malefica?
Perché quelle ali, che tanto avevi adorato e che riuscivano a portarti fin sopra le nuvole, adesso non sono altro che due moncherini brucianti, due tizzoni ardenti che si conficcano nelle tue spalle, consumandone la carne.
Eppure tu le senti.
Ti volti di quel tanto che il tuo collo ti permette di fare, per vedere lì dove una volta si ergevano quelle gloriose amiche, quasi speranzosa che il tuo non fosse solo un sogno, che fossero di nuovo lì per magia.
Ma la magia non funziona sulle fate, Malefica, nemmeno su quelle che hanno tradito la propria natura pacifica per proclamarsi regine, nemmeno su quelle che maledicono piccole bambine appena nate.
È strano, è assurdo, perché la tua mente continua a percepirle, come fossero arti fantasma che bramano ancora il cielo e desiderano aprirsi ad esso, ma quando i tuoi occhi di smeraldo si voltano a cercarle non le trovano. Non sono lì.
Quella consapevolezza strappa alle tue labbra rosse un gemito di disperazione.
Non lo accetti, è comprensibile. Non accetti che un sogno così vivido, così vero, sia in realtà frutto di una nostalgia.
Non è giusto.
Il dolore era stato reale. Una fitta lancinante che era partita dalla punta delle tue ali e si era propagata nella tua schiena, risalendo l’intera spina dorsale e trafiggendoti la mente come un milione di aghi.
Non capisci come quelle ali possano essere solo uno spettro, quando il dolore che hanno inflitto è così reale.
E allora ti chiedi se magari ti stai sbagliando, se magari ci sono e semplicemente tu non riesci a vederle.
La tua mano vaga sulla tua schiena nuda, la pelle rabbrividisce al tuo tocco quasi come le piume fremevano grazie alla brezza, mentre cerchi di raggiungere ostinatamente il punto in cui speri di trovare ciò che non esiste. È difficile e quasi subito vorresti arrenderti, prendere il tuo bastone e incamminarti verso il lago, per poterti specchiare e appurare più facilmente che le tue amate ali non ci sono.
Ma prima che tu possa cambiare idea un’altra scossa di dolore ti attraversa. E prima che tu te ne possa rendere conto cominci a farti del male.
Unghie troppo lunghe ti artigliano la schiena, piene di rabbia e frustrazione, fino a scorticarti la pelle, quasi a volersi assicurare che le tue adorate ali non siano nascoste sotto quella patina, quasi sperando che possano rispuntare all’improvviso.
Cerchi con tutta te stessa di raggiungere quel punto tra le scapole dove le tue appendici fantasma sorgevano, ma è complicato e più tu ti impegni più sembri allontanarti dal tuo obiettivo.
E le lacrime si fanno ardite, compaiono nei tuoi occhi, solcano poi i tuoi zigomi appuntiti, facendo sembrare le tue iridi due lucidi e puri smeraldi. E la disperazione, la furia si fa sempre più strada dentro di te, tanto che il dolore fisico che ti infliggi affondando le unghie nella carne è molto meno importante di quello che provi all’interno di un cuore, stanco e affranto, che non sopporta più di essere relegato alla cruda terra.
Un unico urlo desidera sfuggire alle tue labbra, ma un leggero battito d’ali ti costringe a ricacciarlo indietro. Ti mordi la lingua per trattenere le lacrime, mentre con la coda dell’occhio ti accorgi improvvisamente di avere uno spettatore indesiderato.
Gli occhietti neri e piccoli di Fosco sembrano studiarti, la sua testolina è inclinata mentre zampetta lentamente nella tua direzione.
La sua mente di corvo probabilmente non capisce quello che tu stai facendo, perché ti stai ferendo da sola, eppure sai di non voler sottostare a quello sguardo. È uno sguardo troppo dolce, troppo gentile, troppo intriso di comprensione.
Ma tu non vuoi comprensione, né da parte sua né da nessun altro.
Cosa ne può sapere lui, della sensazione di sentire delle ali che ormai non ci sono più? Di desiderare a tutti i costi il cielo e non poter far altro che guardarlo dal basso?
Non può immaginare il modo in cui lui stesso ti ferisce per il solo fatto di essere una creatura alata e completa, libera, capace di sfuggire al mondo degli uomini per lasciarsi cullare dalle brezze.
Ecco perché, quando lui si avvicina e cerca di attirare la tua attenzione, lo scacci via con un gesto della mano.
“Va’ via”, vorresti dire, ma non ti fidi della tua voce al momento e speri che a lui basti quel movimento per capire.
Poi rimani immobile, fissi il terreno, aspettando che lui riprenda il volo.
Ma poco dopo la tentazione ritorna. La tua mano corre di nuovo alla tua spalla, desiderosa di ferirti, ma il contatto con qualcosa di soffice e piumato la arresta.
Che siano davvero riapparse? Che le tue ali fantasma siano tornate da te?
Un gracchio sommesso distrugge la tua neonata speranza.
Ancora lui, ancora qui.
Lo osservi. Ha uno sguardo determinato, di un uomo che non si arrende.
Sai che vorrebbe abbracciarti, che ha capito che stai soffrendo e vorrebbe consolarti in tutti i modi, ma non glielo consenti. Non saresti capace di lasciarti toccare da un altro uomo, non dopo quello che il precedente ha commesso nei tuoi confronti.
Eppure puoi lasciare che un corvo si accoccoli nell’incavo della tua spalla, lasci che quelle piume d’ebano ti carezzino la guancia ancora umida di lacrime, calmando lo spettro che ti affligge.
Lasci che i suoi occhi incontrino quegli smeraldi opalescenti che sono i tuoi e il peso sul tuo cuore diventa più leggero.
E non hai bisogno di trasformarlo in un umano per sapere quello che vorrebbe dirti.

Io sento il tuo dolor
e.

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Angolo dell'autrice:
Bien, come avevo detto tempo fa, sono tornata con una nuova shot su Maleficent, questa volta tutta dal punto di vista della mia dooolce
protagonista. 
Che dire? Sono soddisfatta solo a metà, riguardo questa storia, perché volevo che fosse una Maleval e alla fine è venuta fuori una cosa che si può definire Maleval solo se si ha molta fantasia. Sarà che preferisco che il rapporto tra quei due sia fatto di piccole cose? Sarà che non riesco a immaginare una dichiarazione esplicita del nostro Fosco? Forse sì, forse no. 
C'è da dire che questa storia ha luogo nei primi anni in cui quei due convivono, e forse non si conoscono ancora bene...
Oh, prima che me ne dimentichi: per scrivere questa fanfiction, mi sono "improvvisata" dottoressa. Cioè, per essere chiari, ho voluto fare un riferimento a una sindrome esistente chiamata "Sindrome dell'arto fantasma", di cui soffrono spesso le persone a cui è stata amputata una gamba o un braccio. Sembrerà strano, ma il cervello a volte continua a percepire gli arti anche quando non ci sono più e si può sentire addirittura dolore. Quindi non mi sono inventata questa strana crisi di Malefica, sappiatelo XD 
Vabbè, con questa ultima info vi lascio, alla prossima! 

Kirlia <3
   
 
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