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Autore: Thiare    08/09/2014    3 recensioni
Oh, eppure lei lo sapeva.
Gli era stata addosso per tanto tempo e quando quel giorno la vita la mise alla prova, lei era certa che lui non le avrebbe fatto del male.
"E' un mostro."
"I mostri si trovano sotto al letto, nell'armadio, nel buio.
Quelli sono i veri mostri. Lui è soltanto un debole."
"Eppure, Jemma, non si dimenticano mai i propri mostri."

[Skye/Ward] [Post 1x22]
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Grant Ward, Jemma Simmons, Skye
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
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You can't forget your monsters.



Oh, eppure lei lo sapeva.
Gli era stata addosso per tanto tempo e quando quel giorno la vita la mise alla prova, lei era certa che lui non le avrebbe fatto del male.

"E' un mostro."

"I mostri si trovano sotto al letto, nell'armadio, nel buio.
Quelli sono i veri mostri. Lui è soltanto un debole."

"Eppure, Jemma, non si dimenticano mai i propri mostri."





Quando Skye finalmente lo andò a trovare, lui era per lo più un mucchetto di barba e vergogna, ciò che restava di un brav'uomo. Le sbarre della cella erano fredde in quella prigione, sembravano eguagliare il cuore di lui, che nella sua vita aveva battuto per la prima volta esclusivamente per lei.

Skye si avvicinò disgustata alla cella e gli passò un vassoio tra le sbarre di metallo. "Se fosse stato per me saresti rimasto a digiuno, traditore."

Ward non batté ciglio a quell'accusa, ma il dolore del suo rifiuto bruciava nel petto e il volto della ragazza si lasciò scappare un sospiro. "Perché sei venuta tu?" chiese lui in un sussurro, come se la sua voce si vergognasse di uscire.

"Per dirti che marcirai in prigione per sempre mentre lì fuori il mondo vive una vita che non ti appartiene e che non hai il diritto di vivere."

"Perché dovrei desiderare di vivere là fuori se ora qui sotto ci sei tu?"

Skye si voltò disgustata nascondendo il viso da quello sguardo inquisitore, che sicuramente avrebbe notato la sua lacrima scivolare giù per lo zigomo. "Mi fai schifo."

L'ex agente Ward abbassò poco lo sguardo stirando un sorriso arreso. "Non vincerò mai contro di te, Skye, puoi stare certa che qui dentro spirerò."

"Tu puoi starne certo." Skye si diresse verso la porta per andarsene ma venne bloccata dalla voce scura di Ward che la fece voltare.

"Vorrei fare un gioco con te." sibilò e la cattiveria di quella voce ferì come un ago nella pelle candida.

La ragazza gli rise in faccia di gusto, lasciando intendere che anche quella possibilità, quella piccola opportunità di riconquistare un rapporto, seppur d'odio, era sfumata via.

"Ah! Perché dovrei farlo?"

"Perché sai che io starò qui a vita e vuoi farmi soffrire; liberati di me in fretta, dolcezza, perché sai che non si possono dimenticare i propri mostri." Ward si avvicinò lentamente all'inferriata della cella, allungando un braccio quasi per accarezzare Skye. La ragazza mise mano alla sua fondina vuota e sentì i nervi tendersi. "Va' a prendere la tua pistola, vediamo quanto sono veloce a schivare i proiettili.."

Skye era ora ad un soffio di naso dal suo viso, tanto che lui avrebbe potuto strozzarla all'istante, ma dal primo attimo in cui si conobbero, Skye capì che né la versione S.H.I.E.L.D. di Grant Ward, né quella H.Y.D.R.A. avrebbero mai potuto farle del male.

Skye sorrise furba contro il suo respiro e sparì dietro la porta.

Grant Ward non era un santo e mai lo sarebbe stato, ma in quel momento decise che persuaderla di ucciderlo per passare solo un altro po' di tempo con lei, era la cosa giusta.

"Ah Skye, qui non sono io il mostro.. per questo non credo di poterti mai dimenticare." soggiunse sottovoce con le lacrime agli occhi.





Quando Skye entrò freneticamente nel laboratorio del Bus parcheggiato a pochi metri dalla prigione e agguantò svelta un Icer, Jemma sobbalzò sul libro di chimica che stava consultando e la osservò uscire trionfante impugnando l'arma e tre ricariche.

"Che stai facendo?"

"Sto andando a giocare."







 
   
 
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