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Autore: CourtG    08/09/2014    1 recensioni
Ansimo e mi contorco dal dolore mentre vedo una sagoma nera uscire dall’auto.
“No…non doveva andare così…”
“Il topo alla fine a stanato il gatto”
Genere: Horror, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Il topo ha stanato il gatto
Attacco un'altra foto sul muro, sarà la centesima ormai. Mi piace quello che faccio, mi fa sentire vivo o meglio non morto. È lei la persona che voglio la seguo da settimane ormai e di certo non mi sfuggirà, il mio topolino non andrà da nessuna parte.

Mi avvio verso il mio guardaroba a scorrimento e lo apro con un gesto ormai meccanico. Indosso dei pantaloni larghi mimetici, una felpa grigia e un berretto nero. Mi guardo allo specchio e sorrido malignamente, amo il mio sorriso.
“È ora di mangiare!” esclamo mettendo due pizzichi di cibo al mio pesce morto. Chiudo tutte le tende e vado nel seminterrato, inizio a ridere tra me e me. Prendo l’ascia che ho chiuso accuratamente in una valigetta, mi infilo i guanti neri e metto la benda al volto. La mia risata diventa sempre più fragorosa non appena impugno l’ascia.
“Sto venendo a prenderti…sto arrivando…manca poco…tra poco sarai mia e solo MIA!”
 
Guardo l’orologio, sono le due di notte. Esco dal mio appartamento e cammino spedito verso il benzinaio vicino. Accendo il mio cellulare e inizio a filmare la ragazza al distributore, è lei. Come immaginavo le sue abitudini non cambiano mai, povero topolino. Mi avvicino lentamente impugnando l’ascia con la mano destra e tenendo lo smartphone con la sinistra. Mi vede.

La inseguo cercando di guadagnare terreno, ma lei è troppo veloce e riesce a rinchiudersi nei bagni della stazione di benzina. Inizio a cantare con una voce alta e distorta in modo che lei possa sentirmi.
“Così…così lontano da casa…ho bisogno della tua voce…per tenere la testa a posto.”

Rompo con l’ascia la porta del primo bagno continuando a cantare sempre più lentamente, cercando di captare qualche traccia di lei.
“Tu…tu non puoi fare altro che aspettare il mio ritorno…è l’unico modo per farti capire come mi sentivo”  rompo la terza porta con più forza e la vedo rannicchiata su se stessa in un angolo tremante. Ci sono pezzi di legno ovunque e uno di questi le si è conficcato nella mano facendola sanguinare lentamente.

“Va via…va via…VA VIA!” mi spinge contro il muro, ma io l’afferro per i capelli e la sbatto contro lo stipite della porta. Si volta verso di me fissandomi con odio, il mio sguardo si posa prima sui suoi capelli castano scuro un po’ mossi…poi scende verso le lue labbra da cui fuoriesce sangue e inizio a ridere.

Alzo lascia sulla testa e l’abbasso con una velocità fulminea, ma lei si sposta e mi morde una caviglia facendomi ridere sempre più forte. La riprendo per i capelli e la getto dentro uno dei bagni dalla porta scardinata. Lei cerca di reagire lanciandomi contro dei pezzi di legno, ne afferro uno e gli faccio dei tagli profondi sulla fronte. Lei mi da un calcio alla caviglia facendomi barcollare all’indietro e riesce ad uscire dal bagno. Lo sa che il suo gesto è stato vano e che sta per morire.

“Non oggi” sussurra guardandomi fisso negli occhi, come se mi avesse letto nel pensiero, allora capii.

Corro più in fretta che posso verso un vicolo buio. Ho il fiatone ma non posso fermarmi, ma non posso smettere di ridere. Cerco d’imboccare la stradina ma non appena salgo sul marciapiede una jeep mi scaglia dall’altra parte della strada.
Ansimo e mi contorco dal dolore mentre vedo una sagoma nera uscire dall’auto.

“No…non doveva andare così…”

“Il topo alla fine a stanato il gatto”

E poi il buio.
   
 
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