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Autore: Lily Sayuri    08/09/2014    2 recensioni
|spoiler cap. 264|
«Non posso.» dissi con difficoltà. «Ho una fidanzata.»
Poi tutto si fermò.
«Gerard, non pensavo che potessi essere tanto stupido.»
«C-che ci fai qui?» balbettai stupito.
«Ho fermato il tempo così potevo parlarti delle enormi cazzate che hai fatto stasera.»
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Erza, Scarlet, Gerard
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti/e prima di farvi leggere la mia storia sappiate che ha uno spoiler assassino del capitolo 264 (ve lo dico solo perché mi hanno spoilerato questa scena e ci sono rimasta malissimo T.T). Alcuni dialoghi e i nomi li ho scelti e copiati dal manga, ma sappiate che Gerard è Jellal/Jeral (non potevano mettersi d'accordo per un nome solo?). Buona lettura! Ci vediamo dopo.
Lily


 
When the sun dies


All the love's still there I just don't know what to do with it now
You know, I still can't believe we both did some things
I don't even wanna think about
(Stay Mayday Parade)


Eravamo su una scogliera rocciosa proprio sopra al mare calmo, colorato con l'arancione tenue di quando il sole sta incominciando a tramontare. Io ero seduto su un masso ed Erza era in piedi dietro di me ed entrambi stavamo in silenzio a guardare pensierosi il cielo. All'improvviso incominciò a parlare: «Quindi ti è tornata la memoria, Gerard?» mi chiese.
«Sì» le risposi.
«Allora ti ricorderai anche di Simon.» constatò.
«L'ho ucciso io.» la mia voce era piena di dolore.
«E che mi dici di Nirvana?»
«Mi ricordo. Ricordo come ci si sente... a non avere nessun ricordo. È proprio una strana sensazione.»
«Quindi... posso considerarti allo stesso modo in cui ti consideravo prima?»
«Sarebbe bello se ci riuscissi... ma c'è di mezzo la storia di Simon. Quindi capisco che tu ti mantenga un po' più distante.» Sentivo i suoi occhi bruciare sulla mia schiena, in mezzo alle scapole. Spostai i miei sulle mie mani che stringevo spasmodicamente.
«Se quello che vuoi è prendertela con il rivale di Simon, sono pronto a buttare via la mia vita per te.»
«Credi che sia quello che Simon avrebbe voluto?» disse con voce atona. Non riuscivo a capire cosa stesse pensando. «Hai creato una gilda per cercare e distruggere le gilde oscure. Fa tutto parte della tua espiazione, vero?» continuò.
«Non ne sono sicuro.»
«Cosa!?» fece il giro della pietra per pararsi di fronte a me.
«È vero che creai Crime Sorciere con l'intenzione di espiare le mie colpe. Ma quello che ho fatto a Paradise Island non è un peccato da cui ci si possa redimere.» anche se mi stava davanti, non avevo il coraggio di guardarla negli occhi, quindi continuai a tenerli inchiodati sulle mie mani. «Perchè sto facendo tutto questo? Non riesco neanche a districarmi nel labirinto dei miei pensieri. Forse andrebbe tutto meglio se morissi.»
All'improvviso sentii un dolore fortissimo alla guancia sinistra. Erza mi aveva tirato uno schiaffo così violento che mi aveva fatto girare la testa. Accolsi quel dolore come un dono. Lo meritavo.
«Ma ti rendi conto di che cazzate stai dicendo?» mi urlò contro lei.
«Non sono forte come te...»
«Stai dicendo che se uno non è forte non ha il diritto di vivere? CAZZATA! CONTINUARE A VIVERE SIGNIFICA ESSERE FORTI!» ora era veramente infuriata, ma io continuavo a tenere gli occhi fissi sulle mie mani che si stringevano tanto forte che le nocche erano diventate bianche. «NON SEI PIÙ IL GERARD CHE CONOSCEVO! QUELLO CHE VIVE SEMPRE SPINGENDOSI AI PROPRI LIMITI ED OLTRE!» mi urlò in faccia.
«Forse no.»
«FACCIA DA CULO!» gridò, prendendo i lembi del mio mantello e avvicinandoli a lei così che il suo naso fosse a pochi centimetri dal mio. Io continuavo a tenere basso lo sguardo. Ma all'improvviso inciampò nella pietra dove ero seduto e cademmo per terra.
«Erza!» esclamai.
Rotolammo per la discesa fino a che non arrivammo sulla spiaggia, che era poco sotto alla scogliera. Quando ci fermammo eravamo sdraiati l'uno sopra l'altro, io sopra e lei sotto. Ci guardammo negli occhi. Volevo fuggire, scappare dai suoi occhi indagatori e dalla vergogna che mi metteva quella posizione. Volevo scusarmi e dirle di non preoccuparsi tanto per me, che in un modo o nell'altro dovevo espiare i miei peccati e che se l'unico modo fosse stato nella morte, mi sarei ucciso senza neanche pensarci. Ma ormai ero fregato. Non potevo più distogliere il mio sguardo. I suoi occhi mi avevano incatenato, sarei rimasto lì a guardarla per il resto della notte.
Nonostante tutto ciò le dissi con un bisbiglio: «Hai ragione come al solito.»
«Non sto cercando di fare quello che è giusto.» mi rispose, sussurrando anche lei «Sto solo cercando di fare più casino possibile. È quello che ho sempre fatto.»
«Erza...» non sapevo che cosa dire.
«Credevo di non poterti mai più rivedere...»
Avevo il cervello in tilt. Mi mise le mani sulle guance, accarezzandole con le sue mani ruvide, da guerriera. I miei occhi lacrimavano, ma non volevo distogliere lo sguardo. Iniziò ad attirare il mio volto verso il basso.
«Gerard...» si avvicinò sempre di più, sempre di più. Mi vennero in mente tutti i ricordi che riguardavano lei.

Ti chiameremo Scarlet.
Avrei potuto contarle ogni ciocca di capelli di quel rosso scarlatto che tanto mi piaceva. Le nostre labbra erano sempre più vicine, potevo sentire il suo respiro sulle mie guance. I nostri nasi ormai si toccavano, la sua pelle aveva un profumo dolceamaro inebriante.
All'improvviso ritornai in me, la presi per le spalle e la allontanai il più possibile dal mio corpo. Mi guardò con gli occhi sgranati. Evitai di nuovo il suo sguardo.
«Non posso.» dissi con difficoltà. «Ho una fidanzata.»
Poi tutto si fermò.
«Gerard, non pensavo che potessi essere tanto stupido

Ultear camminava sulla sabbia, vicino agli alberi che delimitavano la spiaggia.
Io restai senza parole.
«C-che ci fai qui?» balbettai stupito.
«Ho fermato il tempo così potevo parlarti delle enormi cazzate che hai fatto stasera.»
«Ci hai ascoltato tutto questo tempo?» dissi a metà tra l'attonito e l'arrabbiato.
«Certo!» rispose lei come se fosse stata la cosa più naturale del mondo.
Lanciai un'occhiata ad Erza che era rimasta seduta con gli occhi spalancati esattamente dove l'avevo lasciata, come se fosse stata congelata. Anche il tramonto sembrava ghiacciato nei suoi colori arancioni e rossi.
«Perché cavolo le hai detto che eri fidanzato? Fa sempre parte della tua auto-punizione?»
«La “punizione” fa parte delle regole di Sorciere in caso di reato, giusto? E tutti siamo d'accordo su questo. Non posso amare qualcuno che cammina lungo il percorso della luce. Finché Erza è felice, io starò bene.»
«Che parole nobili.» disse una voce sarcastica da dietro ad un albero.
«Che ci fai tu qui?» disse Ultear sgranando gli occhi sorpresa, guardando Natsu che usciva dal boschetto.
«In realtà non ne ho idea. Ma tu» disse puntandomi il dito al petto «non dovresti dire stronzate simili. Tra l'altro che cosa è successo?»
«Non sai che cosa sta succedendo?» chiese Ultear con gli occhi ancora più fuori dalle orbite.
«Ho solo sentito lui che diceva cazzate e tu che gli chiedevi perché aveva detto a qualcuno che era fidanzato. Aspetta. Non avrai detto a Erza che eri fidanzato vero?» disse improvvisamente minaccioso.
«Sì ha detto ad Erza che era fidanzato dopo che lei ha cercato di baciarlo.» gli rispose lei.
«Ma chi ti ha detto che potevi...» feci arrabbiato.
«Allora sei proprio un coglione! Tu avresti voluto che ti baciasse, no?»
Restai in silenzio.
«Rispondigli!» disse Ultear feroce.
«Ehi!» feci offeso «Tu dovresti stare dalla mia parte!»
«Io sto dalla parte di chi mi pare e piace. E ora penso che Natsu-san abbia ragione, quindi sto dalla sua parte.»
«E va bene! Sì, sì volevo che mi baciasse.» dissi esasperato «Ma è contro le regole di Sorciere...»
«Ormai è una regola che non vale più niente. Non dovresti sentirti in colpa solo perché ami una persona che cammina nella luce. Se tu lasci adesso Erza non la potrai riconquistare mai più. E poi non ti fa bene chiuderti in tanta sofferenza per tutto questo tempo, lo sai?»
«E poi pensa a lei!» aggiunse Natsu «Guarda come l'hai fatta rimanere male. Quando sei stato arrestato ha passato un giorno intero a piangere, ma ci ha fermato dal salvarti a causa del tuo stupido orgoglio e del tuo masochismo.» disse indicandola.
Seguii il suo dito con lo sguardo. Erza aveva una espressione sorpresa e addolorata che era molto difficile vederle in faccia. Subito divenni conscio di essere stato io a causare quel dolore e mi sentii un verme.
«Va bene. Se anche lei lo vuole rimetterò le cose a posto.» dissi risoluto.
«Così si fa!» urlò Natsu dandomi una pacca sulla spalla.
«Sei sicura che a te e a Meredy vada bene questo?» chiesi ad Ultear.
«A noi importa solo che tu sia felice e con Erza lo sarai di sicuro.» rispose lei.
«Grazie!»
«Ora toglierò il blocco del tempo e tu ritornerai dov'eri e avrai appena detto che avevi una fidanzata. Noi invece torneremo nella radura e tu» disse rivolta a Natsu «Sarai di nuovo sotto il mio incantesimo.»
Lui gemette sconsolato.
«Bene. Tre, due, uno...»
E mi ritrovai di nuovo seduto davanti ad Erza che mi guardava con occhi spalancati.
«Ahh... Ehmm... Io... Hmm... Non stavo cercando di...» balbettò lei.
«No. Sei tu che devi scusarmi. Non ti ho detto la verità.» le risposi.
«Cosa?» esclamò con gli occhi stralunati.
«Non ho una fidanzata.»
«COSA?» il suo tono di voce era sempre più alto.
«Ti ho mentito.»
«Ma... Perché?»
«Perché era il mio modo di espiare e perché sono un codardo. Secondo le regole di Sorciere non potrei amare una persona che vive nella luce. E io ti amo fin da quando eravamo piccoli. All'inizio mi dicevo che non dovevo avere una relazione con te per quella stupido precetto, ma ora ho capito che avevo solo paura, quella regola non ha senso.»
«Gerard...» una lacrima scendeva lenta sulla sua guancia.
«Ti voglio solo chiedere una cosa: tu che cosa provi per me? Probabilmente mi odi. Dopo tutto quello che ho fatto a te, Simon, ...»
«Gerard stai zitto.» io ammutolii. «Mi hai fatto una domanda, giusto? Adesso però fammi rispondere. Non so che cosa provo per te. Di sicuro non ti odio.  Ti ho amato per tanto tempo, sperando che tu non fossi crudele come tutti pensavano, ma poi alla torre Paradise è cambiato tutto.» abbassai lo sguardo. «E in quel momento sì che ti ho odiato. Ma poi quando Wendy ti ha resuscitato, ho capito tutto: non eri tu che facevi tutte quelle cose. Era Ultear che ti manovrava e io l'ho già perdonata. Tu non hai bisogno di essere perdonato da me. Quando poi ti hanno arrestato l'ho lasciato fare perché sapevo che era la cosa che volevi tu, ma ho sempre avuto il rimpianto di non esserti riuscita a salvare. Non avevi nessuna colpa.»
«Erza...»
«Fammi finire per favore. Ora sento che voglio provarci con te. I miei sentimenti di una volta non sono cambiati. Da qualche parte dentro di me sento che ti amo ancora come prima.» ora il suo viso era inondato dalle lacrime. La abbracciai e le baciai le guance bagnate per farla smettere e le sussurrai: «Erza, non piangere! Io ti amo e non voglio che tu pianga! Hai già versato tante lacrime a causa mia, non sprecarne delle altre.» Lei fissò i suoi occhi nei miei e incominciò ad avvicinarsi piano piano. Io non potevo più aspettare, quindi mi fiondai sulle sue labbra e le baciai con trasporto. Fu una sensazione bellissima: era come cadere, ma contemporaneamente toccare la luna, il sole e le stelle. Il mio stomaco fece una capriola, come se fossi stato sulle montagne russe. Posai una mano sulla sua guancia e l'altra nei suoi capelli scarlatti, lei disegnava dei ghirigori con le dita sulla mia schiena, facendomi venire i brividi. Dietro di noi il tramonto era diventato del colore dei suoi capelli. Quando ebbi bisogno di ossigeno mi staccai e la guardai. Era così bella con le guance rosse, gli occhi lucidi e i residui di lacrime sugli zigomi. Le baciai le gote per asciugargliele tutte e lei mi abbracciò.
«Forse sarà meglio che torniamo, tutti si staranno chiedendo dove siamo finiti.» mi disse.
«Sì hai ragione.» Le risposi sorridendo. Mi alzai e le porsi la mano per aiutarla ma lei si tirò su da sola spazzandosi i vestiti con le mani. Sorrisi.
«Sei sempre la solita.»
«Tu invece sei cambiato tantissimo. E mi va bene così» disse quando vide la mia faccia turbata.
«Forza andiamo.» dissi.
E mano nella mano, lasciammo quella spiaggia illuminata dalla luna.

 
***

«A causa della natura della nostra Gilda, non possiamo stare a lungo da nessuna parte. Tutti abbiamo avuto modo di andare avanti.» disse Gerard calandosi il cappuccio del mantello sul viso.
«Se trovate qualcosa riguardo alla misteriosa presenza magica, avvisateci mediante piccioni viaggiatori. Faremo il tifo per voi quindi fate del vostro meglio per noi.» aggiunse Meredy.
Le altre continuarono a chiacchierare mentre io guardavo Gerard. Lui, sentendosi osservato, si girò verso di me e mi sorrise. Gli sorrisi di rimando e continuai a fissarlo.

“Così ci separiamo di nuovo. Ti prego stai attenta!” mi sussurrò la sua voce nella mente.
“Quindi hai imparato la telepatia in questi ultimi anni.” pensai di rimando, rivolta a lui.
“Sì.”
“Stai attento anche tu, per favore.”
“Ci rivedremo presto. Penso magari di fare un salto a Crocus, tanto per vedere come vanno le cose.”
“Non fare cavolate masochistiche per piacere. Non voglio che tu finisca di nuovo in prigione che poi ti devo tirare fuori.”
“Non ti preoccupare. sorrise Starò molto attento perché se finisco in galera non ti potrò più rivedere.”

Mi si attorcigliarono le viscere, ma non era una sensazione sgradevole.
Ultear, dopo averci lanciato un'occhiata indagatrice, disse: «Gerard, dobbiamo andare.»
«Va bene. Alla prossima Erza» rispose lui.
«Bye bye!» salutò Meredy
«Prendetevi cura di voi stessi. Porta i nostri incoraggiamenti a Gray.» aggiunse Ultear.
Iniziarono a partire. Gerard si fermò un attimo e mi sorrise da sotto il cappuccio.

“Ciao Erza.” mi disse nella mente.
“Vedi di farti rivedere presto.” pensai io.
“Contaci.”
Sospirai. Ormai nella radura non c'era più nessuno e i grilli frinivano indisturbati. Non dovevo piangermi troppo addosso, non sarebbe stato giusto per i miei compagni. Ora bisognava vincere i giochi a tutti i costi, quello che provavo per Gerard poteva aspettare.


Angolino di Lily:
Ciao di nuovo!
Congratulazioni per essere riusciti ad arrivare in fondo a questa storia e a sopportare tutto il fluff che c'è dentro! *distribuisce medaglie di merito
Quando ho letto quella parte del 264° capitolo stavo per entrare nel fumetto e picchiare Gerard. Fossi stata in Erza gli avrei mollato un altro ceffone. Allora mi è venuta l'idea per questa storia e una notte a mezzanotte (l'ora delle streghe e dell'ispirazione) mi sono messa a scriverla. Ultear ha detto esattamente le stesse cose che avrei voluto dirgli io, infatti avrei voluto mettere da qualche parte nel suo discorso un «Lo pensa anche Fro» ma purtroppo era impossibile che Frosh fosse lì :(
Durante il bacio nell'anime, Erza piange ma io ho preso spunto dal manga in cui non versa neanche una lacrima.
Spero vi siate chiesti come mai Natsu fosse immune all'incantesimo che fermava il tempo fatto da Ultear. Pensavo che dato che in quel momento lei stava facendo una magia su Natsu e che non sarebbe riuscita a fare due incantesimi contemporaneamente, le due magie si siano annullate l'una con l'altra.
In questa storia Gerard ha il potere della telepatia perché mi piaceva il fatto che loro due potessero parlarsi senza che nessuno li sentisse, anche quando erano con qualcuno. Anche se non è specificato penso che possa averlo imparato durante quei sette anni dato che era un mago molto potente.
Volevo ringraziare
Kytalpha e Benny (che forse ho convertito al Fairy Tailesimo con questa storia) che mi hanno aiutato a scegliere un titolo. Ringrazio soprattutto Kytalpha perché mi ha anche suggerito la canzone (che io non conoscevo) che avete trovato all'inizio del capitolo che è perfetta per Erza e Gerard.
Se volete
qui c'è il mio account facebook.
Spero che il mio sclero non vi abbia annoiato. Per favore lasciate una recensione!
Alla prossima
Lily
  
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