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Autore: Matt11    08/09/2014    1 recensioni
Poi c'era quello. Quello riccio. Quello con gli occhi blu. Il chitarrista. Quello figo, ma non figo perchè è figo fisicamente. Figo perchè è tutto bello, bello dentro, bello fuori, sia su che giù, divertente, un sorriso che porcatroia e quei maledetti occhi da star male. Il tipo di figo che piace a una persona su cento, ma piace proprio da impazzire.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Joe Trohman, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Voglio scrivervi di lui, muoio dalla voglia di scrivervi di lui, ma so che non gli renderà onore. Perchè non sono abbastanza brava, perchè lui è troppo, perchè ho scritto questa frase già cinque volte e perchè le parole che cerco non sono ancora state inventate.
Chiariamo la mia posizione.
Sola, perdente, non bella, giovane, innamorata.
Chiariamo la sua.
Bello, con del talento, interessante, inaffidabile, egocentrico. Sposato.
Chiaro?
L'ho incontrato una volta in un locale, jeans, maglietta e ricci ovunque. Quei grandi occhi azzurri. Era con tre amici, uno pallido, uno tatuato, uno con i capelli tinti di un biondo innaturale.
Carini. Ma lui. Dio.
Avevano preso gli strumenti e il microfono e si erano trasformati nei "Fall Out Qualcosa".
Si erano dati il cinque prima di iniziare, poi avevano suonato e cantato e riso e vissuto per tutta la serata.
Patrick, si era presentato quello pallido, lui era la voce, e che voce.
Pete, il bassista, - quello con i capelli strani - che non riusciva a non dire "fuck" almeno una volta in una frase. Quello tatuato era il batterista e ancora non sapevo il suo nome, ma appena avevano iniziato con il primo pezzo si era liberato dei vestiti. Un figo.
Poi c'era quello. Quello riccio. Quello con gli occhi blu. Il chitarrista. Quello figo, ma non figo perchè è figo fisicamente. Figo perchè è tutto bello, bello dentro, bello fuori, sia su che giù, divertente, un sorriso che porcatroia e quei maledetti occhi da star male. Il tipo di figo che piace a una persona su cento, ma piace proprio da impazzire.
Devo ringraziare quel rincoglionito del mio amico con cui ero li quella sera.
'Dovresti parlare con me e guardare me e ubriacarti con me, ma stai fissando quel coglione da quando è arrivato e ora ci parli.' Mi aveva detto. Mi aveva preso per le spalle e spinto verso di loro, non appena la cerchia di congratulazioni si era diradata dal tavolo che avevano occupato. Lui non c'era, magari era in bagno.
'Hey ragazzi, siete stati grandi, questa è Ellie e vorrebbe tanto essere vostra amica.'
Non era veramente un mio amico, io lo odiavo quel tipo. Era il mio migliore amico, e questo voleva dire che poteva prendermi e mettermi in situazioni di merda e continuare a ricevere regali di Natale paurosamente fantastici.
'Idiota.' Gli avevo urlato mentre se ne andava. Il tipo con la voce - come si chiamava - mi aveva fatto un sorriso enorme e mi aveva invitato a sedermi.
'Oh, no' avevo detto io indietreggiando piano 'Jeremy scherzava, scusate per il dis -' qualcuno mi aveva cinto le spalle con un braccio e accompagnato a sedermi con loro.
'Chi è la nostra nuova amica?'
'Ellie,' aveva detto Pete - quello con i capelli strani - 'un suo amico vuole metterla un imbarazzo e ora le tocca conoscere i cazzo di Fall Out Boy. Io sono Pete.' Aveva allungato la mano verso di me, ma la mia concentrazione era tutta rivolta alla spalla che lui mi aveva toccato.
'Oh' l'avevo stretta.
'Lui è Patrick' - il tipo con la voce!
'Andy è il fusto tutto tatuato e lui è -'
'Joe' la sua stretta di mano era stata un sorriso, mentre giocava col collo della bottiglia di birra che aveva tra le dita. Aveva le braccia tatuate, non me n'ero accorta prima, presa com'ero da quegli occhi.
Ci eravamo guardati un po' più a lungo di quanto fosse socialmente accettabile. Lui aveva fatto uno sguardo.
'Quindi, ehm, Ellie' aveva detto Pete ad un certo punto 'chi è il tuo amico?' Avevo già incominciato a rispondere, indugiando ancora un po' nei suoi occhi e in quel mezzo sorriso arrogante, quando avevo scorto l'occhiata severa di Patrick a Joe.
'Jeremy, lui - lui è il mio migliore amico, lui è -' avevo detto lui troppe volte in una frase, stavo diventando noiosa? 'Simpatico.'
Era caduto un terribile silenzio imbarazzato.
'Io dovrei -' mi ero alzata 'ora vado è stato un piacere.'
'No, rimani ancora un po', bevi qualcosa con noi', Joe, ancora quello sguardo.
'Joe.' Rimprovero. Prima uno sguardo severo, ora un rimprovero. Patrick non mi voleva intorno? Non c'era problema.
'Pat, non essere maleducato, la signorina può stare con noi se vuole.' Sarcasmo. Patrick si era riscosso subito. 'Oh, non - non era riferito a te era per - scusami, puoi rimanere se vuoi, assolutamente sei -'
'La benvenuta.' Aveva completato Andy, era la prima volta che parlava. Che voce strana.
'No, davvero grazie di tutto, siete stati fantastici. Ciao. Ciao Andy.' Avevo lasciato ancora un po' gli occhi nei suoi, e frenato la voglia selvaggia di mettergli le mani tra i capelli. 'Ciao.' Ed ero tornata da Jeremy.
'Allora? L'hai preso il numero? Quello biondo è carino.' Gli avevo tirato un pugno sul braccio. Avevo continuato a dirgli quanto fosse scemo e quanto lo odiassi, quando lui aveva alzato la testa di botto.
'Vado a prendere da bere.'
'Mmh?' Ed era scomparso.
Un braccio era apparso alla mia sinistra, una birra davanti a me e Joe era tornato in scena con un 'hey'. Jeremy.
Figlio di puttana, maledetto traditore.
'Hey' avevo replicato con un sorriso. Avevamo parlato per tutta la sera, riso fino alle lacrime e ci siamo raccontati delle cose.
'Okay, ora ho bisogno di una sigaretta. Fumi?'
Io stavo pensando a dove fosse finito Jeremy. Mi ero guardata in giro e l'avevo visto sull'orlo del coma etilico a ridere, al tavolo con Patrick, Andy e Pete. Idiota.
Ma con quella domanda l'attenzione era tornata su di lui.
Domanda a doppio taglio, domanda a doppio taglio.
Se fumavo ero una figa, ma una zoccola, se non fumavo ero una sfigata. Ma che cazzo, dovevo solo essere me stessa e fanculo agli stereotipi, come dice sempre la mamma.
'A volte.' Cazzo. Al diavolo l'essere me stessa. Non fumavo.
Ci eravamo alzati ed eravamo usciti.
'Quanti anni hai detto che hai?' Tecnicamente non l'avevo detto, ma non avevo intenzione di rispondere come fanno in quei film tutti uguali.
Così avevo risposto e basta.
'Diciassette.'
'Uh' aveva detto lui, come se gli avessero tirato un pugno. La sigaretta fumante tra le labbra e quel mezzo sorriso che indossava da tutta la sera.
'Tu?'
'Troppi.'
'Rispondi e basta, sbruffone.' Sbruffone? Non lo dice più nessuno sbruffone, Ellie, svegliaa.
Lui aveva inarcato un sopracciglio, divertito, aveva preso la sigaretta tra le dita e soffiato fuori il fumo.
'Ventinove.'
'Uh' feci io, imitandolo. Mannaggia, ventinove.
Aveva cominciato a ridere, così, dal nulla.
'Cosa? Perchè ridi?'
'Stavo pensando a che risposta potresti darmi alla domanda che sto per farti.'
Mmh, che frase interessante.
La domanda successiva era inevitabile.
'Che domanda?'
'Se ti baciassi ora sarebbe pedofilia?'
Perchè, vuoi baciarmi ora?
No, la domanda giusta era:
Perchè non mi ha ancora baciato?
'Direi che è una cosa da sperimentare.'
Oh, Ellie, questa sì che è una risposta, sono fiera di te.
Aveva fatto una faccia impressionata.
'Notevole.' Aveva buttato la sigaretta ancora mezza intera e mi aveva messo le mani sulla linea della mascella.
E mi aveva baciato. Piano, tranquillo, sapeva di fumo e alcool e uno strano odore, curioso, piacevole. Non ero una molto pratica di baci e di ragazzi di ventinove anni, ma sono sicura che è stato abbastanza figo.
'Beh, allora ci vediamo,' quello sguardo, quel mezzo sorriso e quegli occhi. Era andato via.
Mi ero appoggiata al muro e l'avevo guardato allontanarsi.
Pensavo solo:
Sono abbastanza sicura che non è pedofilia.
  
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