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Autore: Bloodlines    09/09/2014    4 recensioni
[Far Cry 3]
Buio. Da piccoli, a volte, si ha paura del buio e di quello che vi si potrebbe nascondere. Un mostro, orrendamente deforme, pronto a ghermirti non appena anche l’ultima luce si spegnerà. Lara Croft avrebbe dovuto sapere che una mano tesa, nel buio, non avrebbe potuto simboleggiare un aiuto, eppure l’aveva afferrata comunque. Quando la sua nave si era schiantata, e lei era stata trascinata a fondo, dalla corrente, non aveva pensato ad altro se non a salvarsi la vita.
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti
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Buio. Da piccoli, a volte, si ha paura del buio e di quello che vi si potrebbe nascondere. Un mostro, orrendamente deforme, pronto a ghermirti non appena anche l’ultima luce si spegnerà. Lara Croft avrebbe dovuto sapere che una mano tesa, nel buio, non avrebbe potuto simboleggiare un aiuto, eppure l’aveva afferrata comunque. Quando la sua nave si era schiantata, e lei era stata trascinata a fondo, dalla corrente, non aveva pensato ad altro se non a salvarsi la vita. I vestiti zuppi la stavano trascinando verso il basso, mentre la ragazza tentava inutilmente di tornare a galla. Sembrava quasi che una morsa si fosse stretta intorno al suo corpicino gracile. La morsa della morte.

«Afferra la mia mano!»

Una voce. Lara non si chiese di chi fosse; di un amico o di un nemico, o se stesse semplicemente sognando. Si diceva che prima di morire si avessero delle visioni. Tutto quello che fece fu afferrare saldamente la mano tesa verso di lei, come sua unica speranza di salvezza. E lo fu. La mano di Vaas Montenegro la salvò dalla crudeltà del mare, dall’annegamento. Tuttavia, quell’aiuto aveva avuto un prezzo. Un prezzo infinito, incalcolabile, che la ragazza non avrebbe mai compensato appieno. Vaas non si sarebbe accontentato di nulla.

«Uccidimi.»

Gli aveva sussurrato più volte. Era stata tutta colpa sua. Quella stupida spedizione senza un vero obbiettivo, soltanto per soddisfare i suoi capricci personali. Forse meritava quello che le stava succedendo. Vaas non aveva mai risposto a quella sua richiesta, finché una sera, mentre se ne stava chinato accanto alla gabbia in cui l’aveva rinchiusa, a ripulire la lama del suo pugnale, si decise a rivolgerle la parola.

«Perché dovrei farlo? Se avessi voluto vederti morta, ti avrei lasciata annegare.»

«Non ti ho fatto nulla di male… »


Lo sguardo di Lara si posò sulla cicatrice accanto all’occhio sinistro del pirata. Lui aveva continuato a non guardarla. Le sue labbra si deformarono però in un ghigno crudele, quasi grottesco.

“Eccolo, Lara. E’ lui il mostro che si annida nel buio, quello che per anni ha infestato i tuoi incubi da ragazzina.”

«E vorresti? Vorresti farmi del male, se potessi?»

Le chiese Vaas, dopo una breve pausa, piantando il pugnale nella sabbia e posando entrambe le mani sul proprio ginocchio, in attesa di ricevere una risposta. Lara tentò di mettersi in una posizione più comoda, tuttavia i legacci ben stretti ai polsi glielo impedirono.

«Se non avessi questi… »

«Oh, si può rimediare!»


Vaas ridacchiò, prima di mollare un calcio alla parete della gabbia fatta di legno, sfondandola facilmente. Recuperò il suo pugnale, avvicinandolo a lei. Lara chiuse gli occhi, in attesa che lui la colpisse, tuttavia fu sorpresa nel constatare che il pirata si era limitato a sciogliere le corde che la tenevano legata contro un palo.

«Forza, ora cosa vorresti fare, mh? Ah, giusto! Non hai un’arma! Ci penso io!»

L’uomo tirò fuori dalla tasca una semplice pistola, mettendola poi tra le mani della ragazza, sollevandogliele e puntandosela quindi contro la fronte.

“E’ pazzo, completamente pazzo.”

«Spara. Dai, bellezza, SPARA. Lo so che vuoi farlo. Guarda le ferite sul tuo corpo. Sono stato io a procurartele. I tuoi amici, sono stato io a scuoiare i loro corpi senza vita davanti a te. Io, io, sempre io. E adesso sono qui. Dalla parte sbagliata del grilletto. Cosa aspetti, cazzo? Spara!»

Le mani di Lara tremarono, e il sudore iniziò a scorrerle lungo la fronte già appiccicaticcia. Vaas aveva ragione, cosa stava aspettando? Doveva soltanto premere il grilletto per liberarsi di lui, per fargliela pagare.

“Deve esserci un trucco… “

Era certa che se l’uomo non le avesse tenuto le mani con le proprie, avrebbe lasciato cadere l’arma. Le sue mani … le stesse che le avevano impedito di annegare, e che ora le stavano offrendo l’opportunità di tornare a vivere. Ma aveva davvero quest’occasione, oppure era soltanto un miraggio? Si trovava su un’isola sconosciuta, e da quando vi aveva messo piede, era sempre rimasta legata e imbavagliata, trascinata da Vaas da una parte all’altra. Sarebbe morta comunque nel giro di qualche giorno, o addirittura qualche ora.

«Visto? Sei debole. Troppo debole.»

Sì, lo era. Non aveva mai ucciso nessuno, e non aveva il coraggio neanche di sfondare il cranio dell’uomo che le stava rendendo l’esistenza un inferno. Vaas si riprese la pistola, mollandole un calcio sul volto. Il sangue schizzò dappertutto, e Lara ricadde all’indietro, sulla sabbia.

«Non hai capito un cazzo, ragazza. Non sai ancora come funziona, da queste parti. Qui o premi il grilletto quando dovresti, oppure sei fottuta. E non nel modo che ti farebbe piacere, brutta puttana. Premi il grilletto e vivi. Spara e saranno gli altri a morire. O uccidi … »

Vaas le puntò l’arma contro.

«…. Oppure vieni uccisa.»

Lo sparo squarciò il silenzio notturno dell’isola. Uno stormo di uccelli si levò in volo, disturbato. Lara si accorse di star tremando come una foglia. Ma non era morta … possibile? Il suo sguardo cadde su un buco nella sabbia proprio accanto alla sua testa. Vaas non aveva mirato a lei. Si voltò nuovamente in direzione dell’uomo, il quale le aveva dato le spalle e si stava allontanando nella direzione opposta.

«Mi … mi stai lasciando andare?»

«No. Ti sto dando l’opportunità di ammazzarti con le tue stesse mani.»


Si limitò a rispondere lui, con un’altra delle sue risate, quelle che facevano gelare il sangue nelle vene. Lara rimase a lungo a fissare il profilo del pirata, finché quest’ultimo non venne inghiottito dalle tenebre. Riverso sulla spiaggia, c’era ancora il suo pugnale. La ragazza lo prese, rigirandoselo tra le dita con curiosità.

«Che cazzo ci fai tu fuori dalla gabbia?»

Uno degli uomini di Vaas. Se n’era completamente dimenticata. Prima che potesse muoversi, lo scagnozzo l’afferrò da dietro, tenendola ferma con le braccia.

«Volevi divertirti un po’, eh? Allora lascia che ti aiuti!»

Le mani di lui scivolarono lungo il suo petto, fino a raggiungere i suoi seni. Lara urlò, ma sapeva che non le sarebbe servito a niente. Era buio, intorno a lei, non c’erano luci. Vaas se n’era andato. Questa volta la sua mano non sarebbe più sbucata da qualche parte, per aiutarla. O per condannarla?

«Lasciami!»

La sua mano destra, quella che stringeva ancora il pugnale, scattò all’indietro e incontrò il bulbo oculare dell’uomo, che urlò a pieni polmoni, lasciandola andare di scatto. Lara si avventò su di lui, sollevando il pugnale e colpendolo di nuovo, questa volta alla gola. Il secondo affondo fu seguito da un terzo, poi un quarto, un quinto. Stava davvero ammazzando un uomo? Quando sentì il braccio dolerle, Lara lasciò andare l’arma e si portò le mani insanguinate sul volto, fissando il cadavere martoriato dell'assalitore.

“O uccidi oppure vieni uccisa.”

Le parole di Vaas le rimbombarono nella testa, come se lui fosse lì accanto, a sussurrarle nell’orecchio come aveva già fatto altre volte. Ma lei non lo aveva mai ascoltato. Adesso però capiva. Scosse la testa, rialzandosi di scatto e indietreggiando dal corpo riverso sul terreno. Poteva farcela. Doveva farcela, oppure sarebbe morta. Si era comportata in modo infantile, stupido. Non era più una ragazzina, non aveva bisogno che qualcuno la aiutasse per uscire dalle situazioni pericolose. La vecchia Lara era annegata nell'incidente con la nave. Vaas ne aveva ripescata un'altra. Ora doveva salvarsi da sola. Sopravvivere. E chissà …. magari la prossima volta avrebbe avuto abbastanza forza da premere il grilletto.
  
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