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Autore: brenda the best    09/09/2014    1 recensioni
Ciao a tutti, la storia è incentrata su Pan e Trunks, dopo una semplice festa di compleanno, tutto cambia. Non voglio inoltrare oltre, spero che vi possa piacere. Buona lettura, baci
brenda
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Pan, Trunks, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Era una fredda notte di febbraio, e tutto ciò che si vedeva, era il buio. Poi all’improvviso comparve un’ombra, poi due, poi tre, non si contavano più. “No via, andate via, chi siete? Che cosa volete da me?” disse una fanciulla, presa dallo sconforto e dalla paura.



“Tu ci hai profondamente deluso mia cara, pensavo che fossi una ragazza con la testa sulle spalle, ma ci sbagliavamo” disse una voce, che lei riconobbe come quella di suo padre.



Presa dallo sconforto per la profonda delusione che aveva arrecato alla sua famiglia, gridò “Io non ho fatto niente papà, perdonami se me ne sono andata, ma non posso rinunciare a lui, è capitato, ma io lo amo più della mia stessa vita”.



“Invece la colpa è solo tua, avresti dovuto stare attenta” disse questa volta sua madre.



“No ti prego mamma” disse la ragazza ormai sconvolta in lacrime.



“Non dovresti nemmeno rispondere vergogna, sei solo un irresponsabile” disse questa volta la sua cara nonnina.



Poi ci fu un susseguirsi di voci “La preziosa nipotina del grande Goku, a messo in ridicolo la nostra famiglia” questa fu la voce del suo zio Goten.



“Io un campione di fama mondiale non la voglio una nipote così, sparisci” disse il nonno Satan.



“No ti prego nonnino, almeno tu” disse ormai nello sconforto più totale.



 “Tu sei una strega, come hai osato fare questo a mio fratello, non dirò mai a nessuno che tu ed io siamo state amiche” disse una furibonda Bra.



“Tsk, un nipote da una sguattera come te non lo voglio” disse il principe dei Sayan.


“Ti ho trattato in tutti questi anni, come fossi stata mia figlia, ma tu mi ripaghi in questo modo? Non avresti dovuto fare questo a mio figlio” disse una ferita Bulma.



“No Bulma, io non voglio farti del male” disse piangendo.



Ma più di tutte una voce le fece più male di tutte “Tu mi hai ingannato con uno sporco trucco, davvero credevi che io mi sarei fatto abbindolare da una ragazzina sciocca come te?” disse un Trunks pieno d’ira.



“T-T-T-runks” disse semplicemente non riuscendo a dire altro.



“Io questo bambino non lo voglio, io un figlio da te non lo voglio, è lei l’unica donna che amo” disse Trunks, e comparve la donna che vide in sua compagnia.



“No, ho sbagliato è vero, ma fammi a me del male, ma non al bambino” disse Pan disperata.



“No sarà lui a pagarla, almeno così, capirai la lezione una volta per tutte” disse Trunks con un ghigno da far paura.



Si avvicinò a Pan, e le strappò il bambino dal ventre, e sentiva tutte le voci insieme, ridere.



“NOOOOOOOO” disse Pan urlando. Quando poi realizzò che si era svegliata tutta sudata, seduta sul letto, portò istintivamente una mano sul ventre. E solo all’ora capì che si era trattato di un incubo. Ansimava dallo sforzo e dalla paura con cui si trovò ad affrontare quei pensieri che anche da sveglia, non sparivano dalla sua mente. Era tutta sudata, portò una mano al viso e si accorse con grande stupore che durante quell’incubo aveva pianto. Ma come biasimarla. Aveva sognato tutte le persone che amava, odiarla e prendersela con il suo bambino.



“Non permetterò mai a nessuno di portarti via” disse Pan, non appena la voce le fu tornata, al suo bambino.


Ormai mancavano pochi giorni alla data del parto. E ogni notte, faceva quelli incubi. Perché anche se amava quel bambino, lei sentiva la loro mancanza, ma non aveva la forza di affrontarli. Per lei quei mesi erano passati con una lentezza e una tristezza attanagliante. Ma in cuor suo però sapeva che, Trunks non avrebbe mai osato far del male al suo bambino. E se lei si era allontanata, era perché non voleva rovinarli la vita. Così, come tutte ormai le notti, aspettò di calmarsi e si ristese sul letto. Cercando di scacciare una lacrima solitaria e appoggiando la mano sul suo ventre, ormai gonfio, si riaddormentò, in un sonno profondo e senza sogni. Perché i suoi sogni, erano irrealizzabili e lontani da lei.
 

  
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