Storie originali > Fantascienza
Ricorda la storia  |       
Autore: Aleena    09/09/2014    2 recensioni
Rapporto: scudi a terra, armi alla minima potenza. Nemici in sovrannumero disturbano le...
... la notte. I ribelli...
... nessuno.
Riuscite a sentirci?
Qualcuno di voi riesce a sentirci?
____
[4a Classificata al Contest "This is War" indetto da ManuFury sul forum di EFP]
Genere: Guerra, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



CAPITOLO I
 
 
  D’improvviso il cielo si accese di una luce così potente che nessun fulmine avrebbe mai potuto anche solo sperare di eguagliarla. Risuonò un rombo tanto forte da far perdere l’equilibrio ai soldati al suo fianco, ritti in piedi dietro il muro; poi un istante di calma prima che i bussolotti iniziassero a rotolare a terra e i sibili e gli strilli e i boati invadessero il suo mondo, catapultandolo in una tempesta meravigliosa e tremenda.
Imbracciava la sua arma come se fosse l’unica cosa semplice in un mondo sovrannaturale, e in qualche modo lo era: l’aveva da quando, appena ventitreenne, era stato richiamato come coscritto a combattere quella che, nuovamente, qualche coglione aveva definito “guerra lampo”. Non lo era stata nessuna delle precedenti e non lo sarebbe stata nemmeno questa, così gli aveva detto una volta Raoul, e Santiago aveva scosso la testa e sospirato, forzando le labbra ad un sorriso bonario che era solo un’estrema negazione.
  Non era finita presto, anzi: l’aveva portato lì, tredici anni dopo essere stato strappato da una casa in mattoni rossi che probabilmente non esisteva più, per lasciarlo in mezzo al caos di un inferno grigio, accucciato dietro un muro della mensa ufficiali con un fucile in mano e, nelle narici, l’odore del Chorizo scadente che si mescolava a quello del campo di battaglia. Miscellanea di sangue, acciaio e defezione, con appena una stilla di aroma di tradimento.
  Perché gli italiani non avrebbero dovuto sapere dove il campo si trovasse, né sarebbero potuti entrare in altro modo che aiutati.
  Il forte semovente era ben difeso: tre lunghe strisce di barriere al plasma e una rete sonica che si attivava quando un soldato senza il Timbro l’attraversava – e questo era solo il perimetro esterno. I due metri di terreno polveroso che separavano le strutture-ricovero dalle barriere erano disseminati di cadaveri, resti carbonizzati di chi aveva messo un piede in fallo su una trappola esplosiva. Vecchie ma efficaci, diceva Raoul, ed era vero in una maniera tremenda. Come la foga della fanteria italiana, che spingeva i soldati sempre più verso i confini interni e il recinto nel quale i Dottori lavoravano.
  «Con me, sulla destra. Con me!» urlò, mentre spostava il calcio della pistola indietro, caricando un colpo che esplose con un sibilo attenuato in un’onda di staticità così sottile da essere quasi invisibile. Colpì il braccio di un vecchio dallo sguardo spento e la divisa verde, e l’arto che conteneva, avvamparono per un istante, consumando la carne e l’osso fino quasi al collo, trasformandoli nella cenere pallida che ricopriva il terreno. «A destra.» ripeté, la voce che si spegneva di un’ottava mentre gli occhi indagavano volti e vesti, cercando e colpendo quasi allo stesso ritmo, la mente ancora più vigile per effetto dell’adrenalina che gli avevano iniettato prima dello scontro.
  Si rese conto di essere solo appena un istante prima di accorgersi che la rete era stata bucata, e che gli Stelth erano tornati visibili. Allora un nodo pesante parve sciogliersi e la sua determinazione vacillò per un istante, mentre la convinzione che avrebbe fallito la sua missione cominciava a serpeggiare in lui. Quindi corse lontano, cercando l’edificio più solido e alto, quello che avrebbe dovuto avere le fondamenta più profonde. Mentre correva sparava, cerando di offrire tutto l’aiuto che poteva alla fazione cui aveva giurato fedeltà, nel bene e nel male. Colpì due ragazzi che non potevano avere più di vent’anni e con rabbia pensò alla foto che riposava nella sua tasca; ma non era il momento.
  Gli aerei avrebbero impiegato meno di un minuto per individuare a e distruggere il loro obiettivo.
  Santiago doveva muoversi, scivolare fra i cadaveri e le rovine e nascondersi. Glielo doveva, gliel’aveva promesso…
  Un lampo. Un rumore assordante e vuoto. Un sibilo solo.
  Silenzio.
  Gli aerei avevano individuato i Dottori. 
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantascienza / Vai alla pagina dell'autore: Aleena