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Autore: layla84    27/09/2008    8 recensioni
Capitolo extra di “Step by step”. Cos’è successo ad Harry Potter e Draco Malfoy, una volta oltrepassata la porta che dava sull’immenso salone della festa? Ecco a voi la risposta. ‘Aprire il proprio cuore, anche a chi ha il potere di distruggerlo, solo con una parola. Semplicemente passo dopo passo, vivere la vita. Ecco, cosa stavano per fare, lui e Draco, quella sera’
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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So di aver detto che avrei fatto i due extra per questa storia. E li farò.
Quello con Hermione è già a buon punto, l’altro deve essere ancora realizzato ma è già chiaro nella mia testa.
Eppure avevo questa idea che continuava a torturarmi e che non ne voleva sapere di andarsene, quindi ho provato a tradurla in parole, sperando vi faccia piacere ;)

Questo possiamo considerarlo il capitolo conclusivo di “Step by step” oppure un extra, a voi la scelta.
Per capire meglio i personaggi andrebbe comunque prima letta la storia, anche se non è essenziale.

 

Dedicata a tutte le persone che hanno commentato sia questa ff, sia ‘Come deve andare’.
Grazie mille, davvero.
E’ sempre una gioia per me vedere che quello che scrivo è apprezzato.

Fatemi sapere se anche questo capitolo vi piace, mi raccomando ^^

Layla84

 

 

 

 

 

 

You're my past, my future
My all, my everything
My six in the morning when the clock rings
And I open up my eyes to a new day
My laughs, my frowns
My ups, my downs
It's the feeling that you get
When you know that something's true
When I think of love, I think of you

Lee Ryan – When I think of you

 

 

Affrontare la vita a testa alta e senza indecisioni, sicuri delle proprie scelte, senza smettere un attimo di credervi ciecamente.
Non lasciarsi abbattere dai giudizi negativi, ma mostrare al mondo ciò che si è capaci di fare.
Aprire il proprio cuore, anche a chi ha il potere di distruggerlo, solo con una parola.
Semplicemente passo dopo passo, vivere la vita.

 

Ecco, cosa stavano per fare, lui e Draco, quella sera.
E, assurdo a dirsi, non ne era minimamente turbato.
Bastava l’irradiarsi del calore che dalla mano di Draco, lentamente, come piccole scariche elettriche, si propagava fino al suo cuore, a dargli la serenità necessaria per compiere quel gesto, atteso ormai per troppo tempo.
Draco, le cui dita tormentavano le sue in una morsa ferrea, quasi a cercare conferma che lui fosse lì, osservava davanti a se, gli occhi fermi e attenti a nascondere la tensione presente in lui.
Eccolo, di fianco a lui, il motivo della sua tranquillità, mentre con lentezza esasperata il suo piede si alzava da terra, muovendosi verso la porta d’ingresso.
Sentiva la suola della scarpa elegante affondare passo dopo passo nella corta erba del giardino, ogni rumore attutito e solo il suo respiro mischiato a quello di Draco a scandire il passare del tempo.
Teneva la mano ancora stretta nella sua, mentre sentiva la consistenza del terreno sotto di lui cambiare, una volta attraversato la grande vetrata.
Ora ad ogni suo passo si levava un rumore sordo, ogni qual volta la suola veniva in contatto con il bellissimo parquet della villa.
Ed i rumori della festa presero il posto del silenzio della serata stellata.
Nell’aria, centinaia di voci con ogni tipo d’intonazione, dall’arrabbiata ala formale, dall’innamorata all’ironica, si univano in quell’unica cappa di rumore, da cui non era possibile distinguere le parole.
Musica di sottofondo, leggera ed elegante a riempire i pochissimi silenzi che si creavano, di tanto in tanto.
Harry avanzò, sicuro nel suo abito elegante, per la prima volta se stesso di fronte all’intero mondo magico.
Sicuro di se stesso, di quello che era e voleva.

 

 

Avevano appena fatto alcuni passi verso Hermione e Blaise che ancora non avevano notato il loro ritorno, quando Harry sentì il brusio delle chiacchiere cessare di colpo.
Solo le note di una canzone a vibrare nell’aria, fino a morire una dopo l’altra, nell’eco della melodia che erano state.
Ed Harry sentì, sulla propria pelle, una, due, cento stilettate.
Sguardi puntati sulla sua schiena ed in modo particolare sulle sue dita intrecciate a quelle di Draco.
Ci fu un attimo, un lunghissimo e quasi eterno istante, prima che il brusio riprendesse, sommergendo nuovamente la musica, in maniera diversa da prima.
Harry sentì un'unica nota di disapprovazione colorare le voci che parlavano attorno a loro, senza però arrivare a toccarli.
Vide gli sguardi di puro disgusto posarsi sulla sua pelle, così come su quella di Draco e come per magia scivolar via.
Come se fosse schermato da un incantesimo di potenza inaudita, gli sguardi che fino a pochi giorni prima riuscivano a ferirlo in una maniera atroce, adesso non riuscivano ad arrivare al suo cuore, perdendo la loro carica distruttiva.
E Harry capì.
“Il potere più grande è l’amore, Harry”
Tornò dalla sua memoria a fargli visita la voce di Silente, dolce e saggia come sempre, con una nota di comprensione che prima non vi aveva mai letto.

Era Draco.
Draco con il suo amore incondizionato.
Draco che amava sopra ogni cosa.
Colui che donava il sole alle giornate grigie in cui Harry aveva vissuto fino a quel momento.
Che gli regalava i suoi sorrisi e donava la felicità, senza pretendere niente in cambio.

Riusciva a vivere veramente, solo quando era vicino a lui.

E tutto il mondo sembrava solo una stupida accozzaglia di suoni e rumori, al confronto della felicità che scorreva in lui, al pensiero che avrebbero diviso la vita insieme.

Quando sentì il suo braccio allungarsi in avanti capì che il biondo lo stava trascinando verso i loro amici, in un angolo della sala, apparentemente indifferente anch’esso ai commenti che aleggiavano attorno a loro.
Il pollice di Draco gli accarezzò il dorso della mano in un gesto di una dolcezza disarmante, prima che l’altro rafforzasse la presa.

Davanti a se vide gli occhi scuri di Hermione riempirsi di pagliuzze dorate e risplendere di tutte le luci della sala e quelli blu di Blaise riflettere la stessa felicità dell’amica.

Sembrava tutto così perfetto che per un attimo quasi, Harry si dimenticò con chi aveva a che fare, troppo felice di aver riconquistato Draco, troppo grato per questa nuova possibilità per essere felice.

 

 

 

 

La sua bolla di perfezione venne meno pochi minuti dopo, quando il primo Ministro prese la parola per il solito discorso formale di metà serata.
I suoi occhi freddi corsero per tutta la sala, fino a posarsi su di loro.

Non si tenevano più per mano ma Harry, che si trovava dietro il biondo, aveva fatto passare un braccio attorno alla vita di Draco, in un abbraccio tenero e possessivo allo stesso tempo, poggiando il mento sull’incavo della spalla dell’altro, riempiendosi le narici del profumo dolcissimo del ragazzo che amava.
Sentì la sala bloccarsi interamente a quello sguardo e voltò leggermente il capo per vedere il primo Ministro osservarlo, la furia negli occhi aridi.
Strinse maggiormente la presa su Draco che, da canto suo, con tutto l’autocontrollo e la sfrontatezza Malfoy che madre natura glia aveva concesso, si mosse leggermente, spostando il proprio corpo verso di lui e lasciando scivolare la propria mano sopra la sua, fissando il Ministro in un aperto gesto di sfida.

Harry amava Draco anche quello, per quel suo non piegare il capo davanti a niente e nessuno.
Il suo fiero e coraggioso ragazzo, di cui era orgoglioso come non mai.

La voce brusca e leggermente inacidita risuonò tra le pareti, come un tuono in una calma serata estiva.
“Penso che Harry Potter abbia qualcosa da dire. Vuoi salire sul palco e spiegarci, Harry?”
Il brusco scatto di Draco tra le sue braccia, così come gli occhi di Hermione che saettavano lungo la sala fino all’uomo per cercare di incenerirlo, furono niente rispetto alle imprecazioni colorite che Blaise si lasciò scappare.
Harry, dal canto suo, mostrò tutto il coraggio Grifondoro che aveva, oltre che una buona dose d’ironia Serpeverde che nemmeno sapeva di possedere.
Rispose tranquillamente al Ministro, senza accennare a spostarsi dalla sua posizione e senza alzare la voce, sicuro che, nel silenzio irreale della stanza, le sue parole sarebbero state più che nitide.
“Non ho niente da spiegare e poi penso che conosciate già la risposta. Che cosa vuole sentirsi dire? Cosa vuole sentire, da me?”
“Vorrei capire Potter” e lo scandire solo il suo cognome fece fremere nell’aria una sorta di elettricità “cosa diavolo ha in testa” abbaiò infine l’uomo, mentre dal suo viso si perdeva ogni traccia di benevolenza o formalità.
Una pura maschera d’indignazione e collera che lo osservava, senza muovere un solo muscolo.
“Niente” rispose con voce spaventosamente calma Harry, facendo sussultare ben più di una persona.

Soprattutto Hermione, che si voltò ansiosa verso il moro riconoscendo lo stesso tono determinato che l’amico aveva appena usato.
Era lo stesso con cui si era rivolto a Voldemort, prima di sconfiggerlo.
Si chiese, turbata, cosa sarebbe rimasto del Ministro, se Harry si fosse realmente arrabbiato e s’impose di non pensarci.
Quell’uomo non aveva la più pallida idea, della persona con cui aveva a che fare.

“Pensavo fosse chiaro” continuò il moro, scandendo tranquillamente ogni parola “Ma se proprio non ne può fare a meno d’accordo. Io Harry Potter amo Draco Malfoy. Lo amo da una vita, voglio stare con lui e non rinuncerò alla mia felicità solo per permettere a tutta la gente bigotta che compone il mondo magico di vivere tranquilla e serena alle mie spalle”
Nel silenzio attonito che seguì le sue parole, Harry voltò il viso che poter vedere Draco.
Da quell’angolazione non era possibile vederne lo sguardo ma riuscì a scorgere il sorriso del biondo, che ne illuminava i tratti e lo rendeva, se possibile, ancora più bello.
Avrebbe fatto di tutto, purché Draco fosse felice.
Farà di tutto purché lo sia, si promise, a dispetto di tutto.

Sentì il Ministro urlare rabbioso, mentre veloce, un suo assistente scioglieva la magia usata per amplificarne la voce.
Nonostante questo un accenno d’imprecazioni risuonò tra i maghi presenti, che sbiancarono indignati da tanta maleducazione da parte di colui che avrebbe dovuto guidarli.
Harry si osservò cautamente intorno e notò che, nella marea di sguardi carichi di disprezzo, di tanto in tanto, come un’oasi nel deserto, trovava occhi pieni di rispetto, ammirazione e in alcuni caso ringraziamento.
Si ripromise di ringraziare tutti quelli che, in silenzio, gli stavano dando il loro appoggio incondizionato, mentre si staccava dal biondo, giusto per poterlo guardare bene negli occhi.
“Ce ne andiamo adesso?”
“Cosa?” fu la risposta incredibilmente allegra e strascicata di Draco “Proprio ora che inizia il divertimento? Scordatelo Potter. Sono un Malfoy e i Malfoy sono soliti godersi le proprie vittorie fino in fondo”
Il ghigno estremamente Serpeverde che Harry si ritrovò ad ammirare scatenò in lui una tale felicità che si mise a ridere.
Alla sua risata si aggiunsero ben presto quella cristallina di Draco e quelle di Hermione e Blaise.
Qualsiasi cosa fosse successa, qualunque problema avrebbero dovuto affrontare, finché quella risata felice raggiungeva le sue orecchie, Harry sarebbe stato felice.
Abbracciò di slancio il biondino, seppellendo il viso nei suoi capelli profumati e portando le braccia sulla stretta vita di Draco, facendo sorridere i due amici.
Ecco, finalmente Harry Potter era se stesso.
Che per esserlo dovesse stare con Draco Malfoy, da quella sera nessuno se lo sarebbe più dimenticato.

 

 

 

Rumore di chiave che gira nella toppa e di una porta che si apre.
Un fruscio e la porta che sbatte.
Un rumore sordo, mentre nel buio risuona un sussurro pieno d’amore.
“Draco”

Draco si trova schiacciato contro la porta della sua vecchia casa, le mani di Harry che vagano sotto la sua camicia, le labbra impegnate in un bacio senza respiro e le dita affondate nella chioma ribelle dell’altro.
Non riesce a sentire o vedere niente, tranne loro due.
Sente la voce roca di Harry mentre il fiato caldo gli solletica le labbra.
“Draco”
Di nuovo.
Una supplica o una dichiarazione d’amore. O entrambe.
E si trova a pensare a quanto gli sia mancata quella voce, quella tonalità precisa, che prende vita solo nel buio della loro camera, solo per lui.
Come la prima volta si baciano ardentemente, mentre cercano di arrivare almeno al salotto.
Intanto le mani di Harry sono passate sicure ad occuparsi dei bottoni della camicia, mentre lui gli slaccia con foga la cravatta che ancora porta.
Devono avere entrambi un’aria sconvolta, pensa Draco.
Forse, si dice un attimo prima che la sua camicia voli a far compagnia alla giacca e alla cravatta di Harry, è proprio così che appaiono le persone felici, perché è quello che loro sono adesso.
E che continueranno ad essere.
Passo dopo passo, insieme.

Ed è l’ultimo pensiero coerente, prima che Harry lo faccia ricadere con lui sul divano per rubargli l’ennesimo bacio e dimostrargli tutto il suo amore.

 

 

  
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