Fanfic su artisti musicali > SS501
Segui la storia  |       
Autore: Monijoy1990    09/09/2014    1 recensioni
Mary è una ragazza di 22 anni. A seguito della scomparsa prematura di sua madre si ritrova a gestire le continue assenze di suo padre dilaniato dal dolore, oltre che fare i conti con le nuove responsabilità.
La sua unica ancora di salvezza è Andrea, suo fratello minore.
La sua vita, ormai giunta a un punto morto, cambia inesorabilmente con la partenza di suo fratello per il Giappone. Un insolito scambio, catapulterà un giovane e aitante ragazzo orientale in casa sua, sconvolgendo la sua vita ormai ordinaria.
Riuscirà Mary a gestire quest’altro uragano nella sua vita? E quell’insolito e misterioso ragazzo, quali segreti avrà in serbo per lei?
Genere: Drammatico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Hyunjoong
Note: Cross-over | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO  20
LA GRANDE QUERCIA


 
 
 
 
Eichi era appena atterrato. Non aveva avuto il tempo di caricare neanche le valige. Dopo che JJ gli aveva raccontato delle minacce di Francesco non poteva di certo tornare in Giappone e lasciare Mary al suo triste destino. Doveva salvarla. Daisuke gli aveva offerto il suo biglietto e finalmente era atterrato in Italia. Non poteva perdere altro tempo. Mancava davvero pochissimo all’inizio della cerimonia. Ancora non sapeva cosa avrebbe fatto, ne cosa avrebbe detto, l’unica cosa di cui era certo era che il loro amore era vero come la terra su cui stava finalmente camminando. Non una menzogna… come Mary gli aveva fatto credere fino a quel momento.
La loro storia non poteva finire in quella stanza d’albergo e in quel modo. Lui non avrebbe rinunciato come aveva fatto suo padre tanti anni prima, avrebbe lottato per riportare Mary al suo fianco. In quel momento le parole di Roberto gli risultarono più chiare quasi profetiche di quell’epilogo imprevisto.
Nella vita anche il più grande atto d’amore può portare sofferenza così come ogni sofferenza può mascherare un gesto d’amore.  Ricorda:  questo non vuol dire che chi lo commette è quello ad amare meno…
Aveva ragione, Mary lo stava allontanando solo per proteggerlo, stava soffrendo in silenzio per lui. Un atto d’amore può portare sofferenza e così la sofferenza po’ celare un atto d’amore, era proprio questo il caso. La storia si stava ripetendo, anche Mary stava rinunciando al loro amore per proteggerlo, proprio come suo padre aveva rinunciato a sua madre per difenderli. Non poteva permettere che la storia si ripetesse un’altra volta. Non poteva.
Si mosse rapidamente. Era finalmente fuori dall’aeroporto. L’aria pungente gli pizzicò il viso per qualche secondo. Dopo aver dato un’occhiata rapida in giro, chiamò un taxi.  Una volta su, supplicò l’autista di correre il più velocemente possibile. Non c’era molto tempo ancora. Preso un foglio da una tasca lo porse con modi frettolosi all’uomo robusto e semicalvo alla guida dell’auto.  Gli chiese di raggiungere il luogo indicato su quel foglio nel minor tempo possibile. La sua gamba tremva agitata e l’ansia in quell'auto ancora ferma all'areoporto,era la sua compagna di viaggio. Daisuke grazie al cielo gli aveva trascritto il luogo della cerimonia su quel foglietto, per la fretta stava quasi compiendo l’errore di dimenticarlo. Era davvero fortunato ad avere gli altri del gruppo a sostenerlo. Se non fosse stato per JJ, Daisuke, Rio e Hiro, non sarebbe mai arrivato fin li. Erano stati tutti così generosi.  Se la storia fosse finita bene avrebbe dovuto sdebitarsi con ognuno di loro. JJ per aver condiviso con lui quella verità preziosa,  Daisuke per aver rinunciato al suo biglietto, Rio per averlo accompagnato all’aeroporto in men che non si dica con la sua moto, sfrecciando tra le macchina incastrate nel traffico di Parigi, Ma più di tutti Hiro per avergli concesso, con il suo tradimento, la  possibilità di scoprire l’amore di Mary.
 
Finalmente la vettura bianca in cui era seduto partì, ma Eichi non poteva sapere che dietro il suo taxi in partenza aveva appena trovato parcheggio il fuoristrada di Angela. Le due ragazze scesero di corsa dalla vettura. Non c’era altro tempo da perdere. Mary cercava di stare al passo con Angela ma il suo vestito non l’aiutava nell'operazione. Le sue alte scarpe  non le permettevano di accelerare il passo come avrebbe voluto. Più di una volta aveva  rischiato di cadere rovinosamente sul pavimento. Tutta colpa dello strascico. In quello stato non passava di certo inosservata. Tutti nella sala d’attesa si voltavano verso di lei con interesse, Mary era sicura di aver sentito una bambina acclamare: “Mamma, guarda! quella è una principessa non è vero?”. Mary però non aveva il tempo di dare spiegazioni, ne tanto meno quello di distruggere la realtà fantastica di quella bambina. Agli occhi di molti, il modo in cui si era presentata poteva sembrare una trovata pubblicitaria di pessimo gusto, invece che una necessitata dettata dalle tempistiche ristrette. Finalmente arrivarono al box informazioni. Angela fu più rapida di Mary, quando la mancata sposa la raggiunse aveva già finito di discutere con la signorina dietro il bancone.
L’amica con i suoi capelli castano chiaro tutti in subbuglio a causa di quella corsa, si voltò verso di lei afflitta. Senza una parola Mary aveva capito che era troppo tardi.
«Mi dispiace, l’ultimo volo è partito dieci minuti fa» le spiegò sintetica.
Mary non ce la fece più, distrutta da quella notizia crollò al suolo in ginocchio. Con rabbia si sfilò le scarpe una alla volta, rannicchiandosi subito dopo su se stessa in lacrime.
«Non è giusto. Perché la vita non vuole che anche io sia felce! perché?» Un gruppo di persone iniziò a radunarsi intorno a lei, «Mary, alzati. Non serve a nulla stare così adesso! Dai andiamo via di qui…» cercò di convincerla Angela a disagio a causa di tutti quegli occhi curiosi.
Mary sollevò il viso incontrando lo sguardo preoccupato e imbarazzato dell’amica. Aveva ragione stare lì non serviva a nulla. C’era un posto in cui voleva andare.
 
 
 
 
 
Eichi era appena arrivato nel luogo indicato da Daisuke. In giro però non c’era nessuno. Scese dal taxi incerto chiedendo al all'uomo alla guida di attendere altri due minuti. Si inoltrò all'interno della struttura. L’altare era ancora lì addobbato per l’occasione. Non era possibile che la cerimonia fosse già finita. Davanti a lui un ragazzo con il completo del catering  gli passò davanti tagliandogli la strada, mentre teneva stretta tra le mani una pila di 5 sedie accatastate l’una sull'altra.
«scusami » lo fermò bloccandolo per un braccio. L’altro si arrestò a comando.
«sai dove sono tutti?» chiese Eichi disperato.
«sono andati via. La cerimonia è finita quasi mezzora fa… nessuno ti ha avvisato?» gli domandò stupito.
“E’ finita, ha veramente detto che è finita… sono arrivato troppo tardi?” Eichi aveva lo sguardo perso nel vuoto di chi non era assolutamente preparato a quella notizia. Non poteva essere tutto finito. L’aveva persa davvero.
«ehi, tutto bene» lo richiamò il ragazzo notando la sua espressione inebetita. Eichi non ebbe nemmeno le forze di rispondergli. Gli voltò le spalle e raggiunse il taxi.
«tutto bene ragazzo?» gli chiese anche l’uomo paffuto e mezzo pelato, notando la sua faccia pallida.
«può portarmi in un posto? Ho bisogno di andare lì un’ultima volta…»
Il tassista rimise in moto e dopo aver avuto la sua nuova meta ripartì.
Eichi aveva la fronte appoggiata al vetro freddo del finestrino. Il suo riflesso si stagliava in trasparenza sul panorama in evoluzione, che rapidamente scorreva dinanzi ai suoi occhi.
“E’ davvero finita. Non sono riuscito a salvarti e adesso è troppo tardi.”
Infilò una mano nella tasca dei pantaloni e tirò fuori ancora quel ciondolo a forma di loto.
“Avevo promesso che sarei tornato da te, ma alla fine non sono riuscito a mantenere quella promessa e adesso è troppo tardi”.
Stringendo la mano a pugno nascose quel ciondolo alla sua vista. Le lacrime scesero silenziose facendogli compagnia su quei sedili freddi e impolverati.
 
 
 
 
 
 
«Mary, si può sapere che cosa ci facciamo qui?» le chiese Angela, mentre si stringeva su di se tremante. La brezza marina era davvero troppo fredda e insistente per i suoi gusti.
«Sai, qui è dove è iniziato tutto. Non credi sia ironico che ci sia voluta tornare adesso che è tutto finito…?»
«non dire così, non è ancora finita… aspetteremo il prossimo volo e andrai in Giappone da lui»
«Angela, tu dici che sarebbe davvero possibile per me tornare da Eichi adesso? Sai mentre andavamo in aeroporto ci stavo pensando. Gli ho detto cose davvero orribili… potrà mai credere alle mie parole adesso? Cosa più importante vorrà rivedermi? Forse alla fine merito di stare sola come sono sempre stata. L’amore deve essere un lusso che non posso permettermi…»
«Mary, Eichi ti ama, sono sicura che ti capirà…»
«non lo so… e se non lo facesse?» proprio in quel momento Mary notò una scritta sulla barriera in ferro dalla quale quasi un anno prima si sporse con Eichi al suo fianco. Si avvicinò con interessata. Si piegò reclinando il capo di lato per decifrarla.
Era stata sicuramente incisa con una punta affilata.
 
“Il mio desiderio lo lascio qui: anche se io non ci sarò al tuo fianco, sii felice mio piccolo fiore di loto”
 
Mary non poteva crederci.
«cos'è?» le chiese Angela chinandosi accanto a lei.
«avevamo espresso lo stesso desiderio…» disse con le lacrime agli occhi.
«cosa significa che avevate espresso lo stesso desiderio?»
«anche io quel giorno ho espresso che lui fosse felice anche senza di me… anche io…» Mary si portò le mani sul viso. Le lacrime a contatto con quella brezza fresca le fecero venire i brividi.
risollevandosi prese posto sulla panchina di un anno prima. «Angela, io non posso essere felice senza di lui… »
«cosa vuoi fare?»
«voglio che mi porti in quel posto…»
 
 
Eichi si muoveva trascinandosi tra quei fusti secolari. Si muoveva a fatica stringendo nella sua mano ancora quel ciondolo. Alla fine raggiunse l’imponente quercia. Con una mano ne sfiorò la superficie ruvida.
«sei ancora capace di realizzare il mio desiderio? se mi metto in ginocchio e ti imploro lo esaudirai per me?» Eichi crollò al suolo a capo chino mentre le lacrime si staccavano dal suo viso pesanti come il rimorso che lo attanagliava. Esse ricaddero una ad una sul suolo arido ai piedi di quell'albero freddo e impassibile.
« Puoi renderla felice anche a queste condizioni? Puoi davvero farlo? Anche se non sono riuscito salvarla, puoi farlo tu per me?» chiese piangendo silenziosamente.
«Devi farlo! Devi renderla felice. Me lo devi. Hai rovinato la mia vita e quella dei miei genitori già una volta adesso devi rimediare… salvala.. io l’amo ancora… fallo per questo amore testardo, senza orgoglio ne speranza. Fallo come l’ultimo disperato desiderio di un cuore miserabile… fallo almeno per questo…»
 Un foglia leggera più di una piuma si staccò lentamente da un ramo ondeggiando come se stesse danzando nell'aria. Dolcemente di adagiò sulla mano che Eichi teneva ancora attaccata a quel busto secolare. Quel contatto lo ridestò dai suoi pensieri. Era come se quell'albero lo stesse consolando con quella carezza inattesa. Forse era un segno. Forse avrebbe realizzato il suo desiderio… solo così sarebbe potuto essere felice anche lui…
Lentamente si risollevò.
«Eichi…».
“Questa… no, non è possibile. Mary? E’ davvero il suono della sua voce? Ma cosa mi viene in mente… ormai quella voce non può chiamare più il mio nome, chi voglio prendere in giro…”
 
«Eichi, sei davvero tu?» una voce incrinata dalle lacrime continuava a chiamarlo insistentemente. Eichi non poteva credere che fosse vero. Quella voce sembrava proprio quella di Mary. Non  era proprio lei, ne era sicuro. L’avrebbe riconosciuta tra un milione.  Per un attimo ebbe addirittura paura di girarsi e scoprire che quella fosse solo una vana illusione dettata dalla suggestione del momento.  Cosa sarebbe successo se le sue supposizioni fossero state fondate e se dietro di se in realtà non ci fosse stata la sua Mary a chiamarlo?
Sarebbe stato come perderla una seconda volta.
Superata ogni incertezza, una forza maggiore lo spinse a voltarsi.
Quella che vide non poteva essere altro che un’illusione. Mary era bellissima, come un angelo. I suoi lunghi capelli neri le scendevano morbidi incorniciandole il viso tondo e quegli occhi verdi come il mare. Le sue labbra rosse risaltavano ancora più vivaci su quel vestito bianco. Una mantella con cappuccio si adagiava morbido sulla sua figura, celandola in parte. Non poteva essere altro che una visione.
«Eichi…» lo richiamò ancora una volta.
Eichi, non riusciva ancora a crederci. Quello era senza dubbio un sogno, un miraggio lontano e inconsistente. Lentamente la raggiunse. Ancora incredulo. Con calma la sua mano tremante si mosse sfiorandole il candido viso, bagnato dalle lacrime.
«Mary, sei davvero tu? Non sto sognando! Dimmi che non sto sognando… ti prego ho bisogno che tu me lo dica» la implorò con le lacrime agli occhi.
«non stai sognando…» gli confermò accennando un leggero sorriso.
Eichi, non ci pensò due volte, e la tirò a se.
«Credevo di averti persa per sempre e invece ora sei qui…» Mary mosse la sua mano accarezzandolo dolcemente. Le sue lunghe dita affusolate si insinuarono tra la morbida chioma..
«Mi dispiace Eichi…» le uscì in un sussurro.
 In quel momento Eichi riprese le distanze.
«Mary, ora che ci penso, che ci fai qui?»
«potrei farti la stessa domanda …» gli fece notare Mary
«questo è vero, ma oggi sei tu quella che si doveva sposare»
«e tu eri quello che doveva partire per il Giappone, eppure siamo qui entrambi contro ogni previsione possibile» gli sorrise recuperando qualche centimetro, «alla fine,  hai deciso di non partire più per il Giappone, come mai?» chiese Mary interessata e felice allo stesso tempo.
«Prima di risponderti, lascia che ti faccia  una domanda, perché non sei con tuo marito a festeggiare la vostra unione…» proseguì Eichi incerto.
«Io e Marco non ci siamo sposati. Alla fine il destino non ha voluto che accadesse. Non so come, ma ha scoperto la verità e alla fine mi ha lasciato libera di raggiungerti…»
Eichi sgranò gli occhi dallo stupore. Non si sarebbe mai aspettato che a salvare Mary da quella situazione sarebbe stato proprio il suo più acerrimo nemico. Il ragazzo che aveva fatto di tutto per rubargli la donna amata, alla fine gli aveva concesso quella possibilità l’asciandola libera di raggiungerlo.
«Mary, mi spiace avrei dovuto capire subito che stavi nascondendo qualcosa. JJ mi ha raccontato tutto. So cosa ha fatto il padre di Marco, non sarei mai dovuto andar via da te…»
«Non dire sciocchezze! Tu avevi il dovere di tornare dalla tua famiglia. Dovrei essere io a scusarmi. Hai vissuto tanti momenti difficili e non ho potuto fare nulla per starti vicino…»
«ma tu eri vicino a me…» le mostrò il ciondolo a forma di stella che teneva legato con un laccio intorno al suo polso.
Mary gli sorrise.
«Eichi, la sera del concerto, ti ho detto delle cose orribili. Non le pensavo veramente, volevo solo…»
«Non pensiamoci più. Quello che conta per me adesso è averti qui dinanzi a me. Mi basta questo a cancellare tutto.  D’ora in poi voglio creare solo ricordi felici per entrambi. Voglio costruire una vita in cui poterti rendere felice ogni giorno in modo diverso.» detto questo Eichi all'ombra di quell'imponente fusto secolare si inchinò ai piedi di Mary.
«Maria Elisa Carducci, vuoi sposarmi?»
detto questo le mostrò il ciondolo a forma di loto che aveva tenuto stretto nella sua mano per tutto quel tempo.
Mary gli sorrise come illuminata di una luce nuova e accecante.
«si, voglio sposarti Eichi Kitamura.» Eichi si rialzò e allungando le mani verso Mary allacciò la collanina dietro il suo collo sottile. Finalmente potevano essere felici insieme. Con un movimento lento si avvicinò al viso di Mary. Quello che si scambiarono sotto quella quercia non era solo un semplice bacio ma una promessa di amore eterno. Il loro desiderio di volere la felicità l’uno dell’altro si sarebbe realizzato solo stando insieme, finalmente l’avevano capito. Una leggera brezza smosse la chioma di quella quercia che dall'alto della sua formazione guardava soddisfatta i due giovani. Un altro desiderio era stato realizzato. Poteva tornare a riposare. 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > SS501 / Vai alla pagina dell'autore: Monijoy1990