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Autore: evelyn80    09/09/2014    4 recensioni
Questa è la piccola storia del piccione Ferdinando, che sognava di fare il cantante.
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Spazio autrice: Premetto che questa storiella mi è venuta così, di botto. Mentre stiravo, mi è venuto in mente questo piccione canterino, e non appena ho avuto tempo mi sono messa al computer ed ho tirato giù queste poche righe. Niente di che, lo riconosco, ma spero che possa comunque piacervi.

La canzone che canta il nostro piccione è, ovviamente, "Vorrei avere il becco", di Povia

Enjoy




Il piccione Ferdinando aveva un sogno nel cassetto: voleva diventare un cantante.

Questo desiderio gli era venuto quando, un bel giorno, mentre se ne stava appollaiato sulla ringhiera di un terrazzo nel centro della città, aveva sentito una canzone alla radio, cantata da un certo Povia:

"Vorrei avere il becco… TRRR… Per accontentarmi delle briciole…"

"Però, com’è bravo questo piccione! Voglio diventare un cantante anch’io!" si era detto, prima di spiccare il volo e di tornare di corsa al suo nido a dirlo alla sua mamma.

"Guarda Ferdinando che Povia non è un piccione, ma un uomo!" gli aveva risposto sua madre, mentre mescolava la zuppa di farro che aveva sul fuoco.

"Non mi importa, voglio diventare lo stesso un cantante!" aveva ribadito Ferdinando.

Da quel giorno aveva cominciato ad esercitarsi con dedizione: si appollaiava su un ramo e cantava il suo motivo preferito:

"Vorrei avere il becco… TRRR… Per accontentarmi delle briciole…"

"Guarda Ferdinando che tu il becco ce l’hai!" gli diceva Gianluigi il passerotto, che lo ascoltava da un ramo più basso: "E delle briciole mica ti accontenti! Mangi sempre il granoturco!"

Il piccione scuoteva le ali, scrollandosi di dosso il commento, e continuava, passeggiando su e giù per il suo ramo:

"Concentrato e molto attento… TRRR… Si, ma con la testa tra le nuvole…"

"Ehi! Non mi sembri "molto attento"! Per poco non mi hai schiacciato con le tue zampone!" gli diceva Guendalina la formica, che tornava verso il suo formicaio con un semino d’erba sulla schiena.

Ferdinando allora volava via, in cerca di un posto più tranquillo per esercitarsi.

Tutti i suoi amici gli dicevano che la sua era solo una perdita di tempo: chi mai avrebbe fatto cantare un piccione? Ma lui non voleva sentire ragioni, e tutti i giorni volava in cerchio sulla piazza cantando il ritornello della sua canzone del cuore:

"Più o meno come fa un piccione…"

Un bel giorno, mentre passeggiava sul marciapiede in cerca di molliche di pane, sempre cantando frasi del suo motivo preferito, fu avvicinato da Filippone, un grosso gatto persiano dal lungo pelo rossiccio:

"Camminerò come un piccione, a piedi nudi sull’asfalto…"

"Ma che bella voce!"

"Grazie! Finalmente qualcuno che se n’è accorto! Mi chiamo Ferdinando e voglio fare il cantante!"

"Ah si? Ma che combinazione! Io sono un discografico! Vieni con me, nel mio studio: ti farò incidere un disco!", e mentre diceva così, Filippone si leccava i baffi, pregustando già il gustoso pranzetto a base di piccione arrosto che si sarebbe fatto quella sera.

Ferdinando era un po’ sospettoso:

"Veramente sei un discografico? E quali cantanti hai lanciato?"

"Gatto Panceri, Giò Di Tonno e Alice!" gli rispose il gattone, sicuro del fatto suo.

Il piccione non conosceva quei cantanti, ma i nomi gli piacevano e decise di fidarsi; ed ecco che si mise a seguire Filippone, che lesto lesto, lo conduceva verso la sua tana.

Una volta all’interno del buco, Ferdinando si ritrovò al buio:

"Ma qui non si vede nulla! Come faccio a cantare se non vedo il microfono?"

"Aspetta un minuto, ora accendo la luce!" ma Filippone non aveva ancora finito di parlare che già si avventava sul povero piccione, strappandogli le penne e mordendogli le zampe.

Ferdinando capì subito che il gatto lo aveva ingannato: voleva solo mangiarlo! E lui, con la sua ingenua voglia di diventare un cantante, c’era caduto in pieno! Se un piccione non poteva fare il cantante, come tutti i suoi amici gli ripetevano sempre, come faceva un gatto a fare il discografico? Avrebbe dovuto pensarci subito!

Con la forza della disperazione, il povero piccione si mise a sbattere le ali più forte che poteva, cantando a squarciagola:

"Ma io con un salto, all’ultimo momento, volerò ma non troppo in alto, perché il segreto è volare basso!"

E mentre così cantava, spiccò davvero un salto, cogliendo Filippone alla sprovvista, sfuggendo alla presa del gattone.

In un frullo di penne e piume, Ferdinando scappò via dalla tana, e volando basso sul marciapiede lanciò un acuto liberatorio:

"E un piccione vola basso! Ma è per questo che ti fa un dispetto!"

"Cosa ti è successo, Ferdinando?" gli chiese la sua mamma quando lo vide rientrare nel nido con le penne tutte arruffate.

"Niente, mamma… Ho avuto uno scontro… con un discografico!"

La mamma lo guardò stupita, ed il piccione continuò:

"Mi ha fatto capire che il mondo della musica non fa per me!"

"Allora la smetterai di andare sempre in giro a cantare quella canzone?"

"Si, mamma, te lo prometto!"

Forse non avrebbe mai fatto il cantante, ma la sua canzone gli aveva salvato la vita.



 
  
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