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Autore: Jade Tisdale    09/09/2014    1 recensioni
Dopo la rivelazione dell'identità di Barasuishou, la vita delle Rozen Maiden sembra tornata normale. Ma si sa che la pace non dura in eterno. Infatti, la vera settima bambola della collezione, Kirakishou, è sveglia. Una nuova edizione del Gioco di Alice sta per compiersi. Chi sarà la vincitrice? Nel frattempo, la salute di Megu peggiora sempre di più. Il più grande desiderio di Suigintou, che prima era quello di diventare Alice, diventa quello di poter salvare Megu. Riuscirà la prima bambola nel suo intento?
Genere: Drammatico, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Megu Kakizaki, Suigintou, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 12

“Nata per essere Alice”

 

 

Quando aprii gli occhi, mi ritrovai in una stanza mai vista prima. All'inizio la mia vista era parecchio annebbiata, ma poi, dopo qualche secondo, tutto si fece più chiaro. 
Abbassai lo sguardo. Mi trovavo su una sedia molto comoda color rosso scarlatto. Il pavimento era di un marrone scuro, con un tappeto rotondo avente un motivo stravagante.
Alzai di poco la testa, sobbalzando dallo spavento. Tutte le Rozen Maiden erano sedute sopra a delle sedie simili alla mia, solo... verdi.
Solo allora ricordati tutto. Avevo vinto il Gioco di Alice. E di conseguenza, ero diventata Alice.
Ma dove mi trovavo?
«Suigintou!»
Una voce sconosciuta riecheggiò nella stanza. Un uomo dai capelli bianchi e gli occhi marroni si avvicinò lentamente.
«O forse, dovrei dire Alice?»
Lo guardai esterrefatta, cercando di cogliere un piccolo dettaglio, un misero particolare che mi avrebbe fatto capire chi fosse quell'uomo.
Ma non ce ne fu bisogno. L'istinto mi disse che si trattava di lui.
«Padre?» sussurrai, quasi con le lacrime agli occhi.
Il suo sorriso ne fu la conferma. Mi osservò ancora un po', ma non proferì parola. Era quasi come se aspettasse che fossi io a parlare.
«Perché l'hai fatto?» domandai, dopo aver riacquistato un po' di lucidità. «Perché non hai completato il mio corpo?»
Il Padre sussultò, ma non rispose alla mia domanda. Anzi, proseguì un discorso tutto suo, cambiando completamente discorso.
«I tuoi occhi sono... cambiati.» soffiò. «Quando ti ho costruita erano puri, mentre ora... Ora sono carichi di rabbia e di odio per il mondo.»
Mi voltai alla mia destra, incrociando le braccia. Il mio sguardo cadde su Kanaria, che sembrava dormire tranquilla e beata. 
Perché aveva evitato la mia domanda?
«Suigintou, sei diventata Alice!» mi ripeté, catturando nuovamente la mia attenzione. «Hai vinto il Gioco, hai avuto l'onore di conoscere me, di conoscere il Padre...» Sospirò. «Eppure, non è questo il modo in cui vuoi usare il potere delle Rose Mystiche. Non è così?»
Mi alzò piano piano il volto, cercando il mio sguardo. E non appena lo trovò, sorrise ancora.
«Voglio salvare la mia medium.» ammisi, con tono supplichevole. «Voglio che guarisca dalla sua malattia. E' per questo che ho partecipato al Gioco di Alice: è per questo che ho lottato fino ad ora.»
Provai una bellissima sensazione dopo averlo detto,
«E questo è tutto?» continuò, come se mi leggesse nel pensiero.
«No.» continuai, decisa. «Voglio che ogni Rosa Mystica ritorni nel corpo della legittima proprietaria.»
Il Padre annuì. «Sarà fatto.»
Lo guardai ancora, sentendomi a disagio. Poi, ad un tratto, il Padre mi prese in braccio e mi accarezzò dolcemente i capelli.
«Mia cara Suigintou...» esordì, mentre una calda luce bianca ci avvolse. «E' stato un onore per me conoscere finalmente Alice. In fondo, era già deciso che ci saremmo rincontrati, non credi?» 
Alzai un sopracciglio, non capendo a che cosa si riferisse.
«Alice è una ragazza dal cuore d'oro, capace di amare profondamente... E tu, mia cara Suigintou, sei nata per essere Alice.» 
Nata per essere Alice? Io? Certo che lo ero! Ma... il motivo era ben diverso. Era solo con la mia forza che ero riuscita a primeggiare. 
...no?

 

Deglutii a fatica. Dopo quelle ultime riflessioni, mi ero ritrovata nella stanza d'ospedale di Megu, vicino a lei. Era letteralmente congelata e parecchio pallida. Avvicinai le mie mani sul lato destro del suo petto, esattamente sopra al cuore. Sentii il potere delle Rose Mystiche crescere sempre di più dentro di me..
Ad un tratto, una potente luce violacea fuoriuscì dalle mie mani, segno che le Rose Mystiche stavano entrando nel corpo della mia medium.
Dopo alcuni secondi, esse uscirono una ad una e con molta probabilità, come da me richiesto, erano ritornate alle legittime proprietarie.
Quando Megu aprì gli occhi, la scrutai attentamente.
«Megu.» esordii, rabbrividendo. «Come ti senti?»
Lei si guardò un po' intorno, spaesata.
«Bene. Credo...» disse, scuotendo la testa. «Insomma, non ho mal di testa e non mi sento più debole.»
Sorrisi, abbracciandola. Lei non capì il motivo di quel gesto e fu rapida a chiedere spiegazioni.
«Sta' tranquilla.» risposi, beandomi di quel momento. «Presto capirai.»

 

Una settimana dopo, ci ritrovammo tutti a casa Sakurada per festeggiare tre importanti avvenimenti. Primo fra tutti, il fatto che io fossi diventata Alice e che quindi il Gioco era ufficialmente concluso. Secondo, la presenza vitale delle mie sorelle malgrado fossero sconfitte in battaglia. E terzo, ma non meno importante, la guarigione di Megu dalla sua malattia.
Me ne stavo seduta sul gradino all'esterno della casa assieme a Meimei, assorta nei miei pensieri.
«Grazie.»
Non ci fu nemmeno il bisogno che mi voltassi. Ormai, quella voce la conoscevo a memoria.
«Di che cosa?» chiesi.
Shinku sorrise. «Per averci restituito le nostre Rose Mystiche.»
Alzai le spalle. «Guarda che sono loro ad essere tornate nei vostri corpi. Non le ho mica mandate io.»
La mia rivale continuò a ridacchiare. Poi, all'improvviso, cessò e mi guardò seriamente.
«Comunque, sono felice che sia stata tu a diventare Alice.» ammise. «In fondo, te lo meriti...»
«Che vuoi dire?» domandai. 
Lei alzò lo sguardo. «Quando fummo sconfitte da Barasuishou, anche se solo per pochi secondi, ebbi l'onore casuale di incontrare il Padre. Mi disse che c'erano altri modi per diventare Alice, oltre a combattere. E adesso, ho finalmente capito quali sono questi modi.» spiegò. «Grazie a Megu, tu sei diventata Alice.»
Solo allora tutto si fece più chiaro. Alice era una ragazza dal cuore d'oro, equivaleva al fatto che avessi curato Megu. Capace di amare profondamente... si riferiva al rapporto di amicizia che ci legava. 
Scossi la testa. «Sono diventata Alice con le mie sole capacità!» esclamai, beffardamente.
Shinku fece un sorrisetto, dopodiché se ne ritornò all'interno della casa. Dopo non molto, sentii due mani coprirmi gli occhi.
«Megu?» chiesi.
La mia medium fece una risata. Si sedette al mio fianco, guardandomi negli occhi.
«Grazie mille, Suigintou.» disse, abbracciandomi.
Arrossii lievemente, godendomi però l'abbraccio.
Ad un tratto, sentimmo Jun cacciare un urlo. Ci voltammo e lo trovammo intento a rincorrere Shinku che, a quanto pare, lo aveva riempito da capo a piedi di petali di rose. Hinaichigo, Kanaria e Nori ridevano come delle matte, mentre Suiseiseki e Souseiseki riprendevano la scena col cellulare di Jun.
Alzai lo sguardo verso Megu e ricambiai il sorriso. «Sei la mia medium. Per te questo ed altro.»
Poi, improvvisamente, aprii le mie ali e la ricoprii di piume nere. Lei ne prese una e con un sorriso, se la passò fra le dita.

 

 

 

 

 

Ho salvato Megu.
Sono diventata Alice.
Quale delle due cose dovrebbe rendermi felice?
Entrambe, forse.
Ma il mio incontro con il Padre, non è stato nulla in confronto al risveglio della mia medium.
Ho mantenuto la promessa.
Ho ridato vita e speranza alla persona più cara che ho.
E non potrei essere più felice di così.

Prima bambola delle Rozen Maiden
Suigintou 

   
 
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