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Autore: giny    10/09/2014    1 recensioni
Un assassino si aggira per le strade di Londra. Ma chi è in realtà? E cosa sono quelle monete sugli occhi delle vittime che lascia come segno distintivo?
Genere: Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano le sette e mezza quando Cassie si svegliò. Si prese un po' di tempo, prima di fare la doccia e scendere per la colazione, per pensare a quello che lei e Julian avrebbero fatto per quanto riguardava il caso. In effetti, non sapeva da dove avrebbero cominciato e il fatto che restassero solo una settimana non aiutava.
Fece una doccia veloce e scese per la colazione. Julian era già lì, ad aspettarla, al tavolo a cui si erano seduti la sera prima per la cena.
-Buongiorno- 
-Buongiorno-
-Hai dormito bene?- le chiese Julian con un sorriso.
-Abbastanza, anche se ho pensato a tutto quello che dobbiamo fare qui- rispose Cassie, sospirando.
-Cassie cerca di rilassarti- disse Julian e Cassie sorrise.
Mentre iniziavano la colazione, la receptionist li raggiunse.
-Buongiorno. Se non sbaglio, voi due siete poliziotti, vero?- disse, in modo concitato.
-Sì, ma che è successo?- chiese Cassie.
-C'è stato un omicidio, qui vicino-
-Ma noi non possiamo fare niente, c'è la vostra polizia qui-
-Non ve lo chiederei, se non fosse arrivata questa- disse e porse a Cassie una lettera.
La aprì e lesse un indirizzo.
-E' dove è avvenuto l'omicidio- disse la receptionist.
Cassie e Julian si guardarono.
-Grazie, faremo il possibile- disse Cassie alla ragazza, quella sorrise e si allontanò.
-Qualcuno sa che siamo qui- 
-L'assassino di Alina?- disse Julian.
-E' probabile. Chiamo Carl-
Fece il numero del collega e il telefono dall'altra parte iniziò a squillare.
-Cassie! Come va a San Pietroburgo?- rispose Carl.
-C'è un problema. C'è stato un omicidio-
-Okay, ma...
-Lo so, non è competenza nostra, ma è arrivata una lettera qui in albergo, diretta a noi, c'è scritto l'indirizzo in cui è stato trovato il cadavere. L'assassino sa che siamo qui-
Silenzio.
-Cosa pensate di fare ora?- 
-Dobbiamo andare sul luogo dell'omicidio, magari l'assassino ha lasciato qualche indizio particolare-
-D'accordo, chiamatemi se ci sono sviluppi-
-Va bene-
-Che si fa, andiamo?- chiese Julian e Cassie annuì.
Arrivati all'albergo, trovarono, appena in tempo, un taxi, che stava per partire.
Appena salirono, l'uomo alla guida bofonchiò qualcosa in russo. Cassie gli porse la lettera con l'indirizzo e l'uomo annuì.
Arrivarono in un paio di minuti, poichè il luogo del delitto era piuttosto vicino all'albergo.
Nel vicolo, una piccola folla si era radunata e la polizia del posto era già arrivata.
Cassie fece per avvicinarsi, ma un uomo la bloccò. Dai suoi abiti, capì che faceva parte della polizia, così gli mostrò il distintivo che portava sempre con sè.
-Ah, collega!- disse l'uomo in un inglese molto arrangiato.
Cassie sorrise e gli presentò anche Julian.
-Possiamo dare un'occhiata?- chiese, indicando il cadavere e l'uomo annuì, facendola passare.
Quando i due furono accanto al corpo, entrambi si bloccarono.
-E' lui- disse Cassie, con un filo di voce.
La vittima era una donna, ma ciò che colpì i due fu ben altro: anche questo cadavere presentava delle monete sugli occhi.
Cassie si avvicinò per esaminarle.
-E' una scrittura strana. Sembra...-
-Greco- disse Julian - Sono dracme. Era la moneta greca prima dell'Euro-
Cassie annuì e si rivolse all'ufficiale con cui aveva parlato poco prima.
-Sapete qualcosa della vittima?-
-E' una donna greca, di Atene, sulla trentina, aveva i documenti nella borsa. Si chiama Alèxandra Doukas-
-Com'è morta?-
-Ha due colpi sulla nuca, sembra siano stati inferti con un oggetto molto pesante e duro-
Cassie annuì, mettendo a posto altri pezzi dell'enorme puzzle davanti al quale l'assassino li aveva condotti.
-Posso vedere il documento della vittima?- chiese e il poliziotto annuì.
Un attimo dopo, il collega russo le porse la carta di identità della vittima.
-Potrebbe aiutarmi? Non parlo il russo- chiese, un po' timidamente e il collega accettò, sorridendo.
-Vede, qui c'è scritto il nome, qui l'età, la città di provenienza, questo è il lavoro...-
-Che lavoro faceva?- 
-Era dirigente di una multinazionale-
-Perfetto, grazie mille. Dobbiamo andare, grazie dell'aiuto-
-Di nulla-
I due decisero di tornare in albergo a piedi, poichè erano molto vicini.
Strada facendo, decisero di fermarsi in un ristorante.
Presero posto al tavolo e Cassie chiamò subito Carl.
-Cassie, ci sono novità?-
-Abbiamo visto il corpo. Anche questa era una donna e anche lei aveva delle monete sugli occhi. E' morta per gli stessi colpi contundenti alla nuca-
-Tutto quadra. Hai qualche teoria?-
-Sembra che l'assassino ci voglia coinvolgere in una specie di... caccia al tesoro-
-Che intendi?-
-La vittima era di origini greche, ma viveva e lavorava qui. Sembra che l'assassino voglia farci fare il giro del mondo in ottanta giorni- disse Cassie, facendo ridere Julian.
-Vuoi dire che avete intenzione di andare in Grecia?- chiese un po' titubante Carl.
Cassie ci pensò un attimo.
-Questo punto lo rivedremo in seguito. Ti chiamo se succede qualcosa-
-D'accordo-
-Qual è il punto che dovremmo rivedere?- chiese Julian, curioso.
-Beh... Dato che la vittima è greca e che sembra un chiaro messaggio dell'assassino, potremmo ecco... andare in Grecia- disse Cassie, con finta nonchalance.
Julian rise.
-Perchè ridi?-
-E' solo che prima eri così contrariata all'idea di venire qui e mi sembra strano che sia tu a proporre un altro viaggio-
-Sto solo assecondando l'assassino- disse Cassie candidamente, con aria quasi infantile e Julian scosse la testa, sorridendo- Muoio di fame, ordiniamo?-
   
 
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