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Autore: sweetmartini    10/09/2014    3 recensioni
Quando gliel’avevano raccontato non riusciva a credere cosa avesse fatto quel pazzo di uno spadaccino, doveva essere completamente fuori di testa. Tagliarsi le gambe. . . a chi poteva venire una idea così matta se non a lui?
“Lo sai che sei un pazzo, vero?”
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Roronoa Zoro, Sanji | Coppie: Sanji/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Never Again



Quando gliel’avevano raccontato non riusciva a credere cosa avesse fatto quel pazzo di uno spadaccino, doveva essere completamente fuori di testa. Tagliarsi le gambe. . . a chi poteva venire una idea così matta se non a lui?
“Lo sai che sei un pazzo, vero?”
Zoro fece spallucce accomodandosi su una sedia, non doveva dare spiegazioni a nessuno, tantomeno a quel damerino buona nulla.
“Che vuoi che ne capisca un cuoco da strapazzo come te.”
Sanji lo fulminò con gli occhi, ma chi si credeva di essere? Non era l’unico guerriero su quella nave! “Essere dei guerrieri non significa essere stupidi e ora togliti quelle scarpe.”
Zoro ubbidì di malavoglia togliendosi i pesanti stivali, alzando i pantaloni fino alla caviglie rivelò i due tagli profondi che ancora non avevano smesso di sanguinare. Sanji a quella vista fece una smorfia, non era un tipo impressionabile, crescendo al Baratie ne aveva viste di cotte e di crude ma alla vista di quelle ferite il suo stomaco fece una piccola capriola.
“Non devi farlo per forza, possiamo aspettare la prossima isola” borbottò Zoro notando come la carnagione dall’altro fosse diventata più pallida.
“Certo e tu nel frattempo muori dissanguato, non che a me importi, ma non credo che il nostro capitano la prenderebbe bene.”
Il cuoco prendendo di nuovo il controllo di sé andò a prendere una pentola d’acqua calda che stava sul fuoco.Ti conviene metterti qualcosa in bocca se non vuoi che anche in cielo sentano le tue urla,” gli raccomandò organizzando tutto l’occorrente per curare le ferite. “C’è anche il rischio che tu ti morda la lingua anche se questa ultima opzione non è male, almeno starai zitto una volta per tutte.”
“Vai al diavolo!” ringhiò lo spadaccino slacciando con stizza la bandana che portava al braccio. “Vuoi usare quella?” domandò Sanji alzando un sopracciglio.  
“Sì e allora?” chiese di rimando Zoro attorcigliando la bandana nera su sé stessa. “Io sono pronto.”
Sanji annuì e si posizionò di fronte a lui all’altezza delle caviglie con tutto l’occorrente.
“Con quale vuoi iniziare?”
“Che importa, una vale l’altra.”
Sanji sospirò, doveva concentrarsi come quando cucinava, ma tagliare una bistecca non era la stessa cosa di dare dei punti. Cucinare lo rilassava ma curare quelle ferite. . . era completamente diverso. Zoro stava per imbavagliarsi la bocca quando notò un impercettibile tremore delle mani del cuoco e il capo basso che nascondeva i suoi occhi. Quello stupido. . .
Sanji perso nei meandri della sua mente si sentì prendere dolcemente per il mento e alzando lo sguardo incontrò gli occhi scuri di Zoro che lo guardavano intensamente.
“Qualche problema cuoco?”
Solo qualche? Sanji si lasciò sfuggire una piccola risata per poi iniziare a pulire la gamba destra senza rispondere. Come quella del vecchio, pensò amaramente Sanji, passando il panno con delicatezza sul sangue essiccato scosse la testa scacciando via quel ricordo. Per fortuna quello stupido non è arrivato a tal punto. . .
Zoro preso di sorpresa si lasciò sfuggire un piccolo grido per poi imbavagliarsi in fretta la bocca con la sua bandana.
“Quando avremo finito dovrai comprartene una nuova” sussurrò Sanji immergendo il panno nelle pentola piena di acqua che si tinse subito di rosso, Zoro mugolò qualcosa che l’altro tradusse per un “che stupidaggine”. Finito di pulire la ferita Sanji prese un paio di batuffoli di cotone e li inzuppò nell’alcool, con rammarico di Zoro che lo considerò un vero spreco.
“Questo brucerà,” lo avvertì il medico improvvisato iniziando a disinfettare la ferita, lo spadaccino chiuse di scatto gli occhi e morse con forza il pezzo di stoffa cercando di non muoversi. Cavolo se bruciava. . .
Sanji guardò l’espressione sofferente dell’altro e non poté fare almeno di pensare a quanto fosse un idiota, prima si taglia senza esitazione mezze gambe e poi si lamenta come un moccioso per un po’ di bruciore.
“Cerca di respirare, la parte grossa deve ancora arrivare” lo informò finendo di disinfettare la ferita.
“Vuoi che facciamo un piccola pausa?”
Zoro fece di no con la testa intimandolo a continuare, come sempre, cocciuto fino alla fine. Sanji con mano ferma prese l’ago che la navigatrice gli aveva prestato e lo sterilizzò con la fiamma del suo accendino, ora veniva la parte più difficile.
“Pronto?” Non era sicuro se avesse rivolto la domanda a Zoro o a sé stesso, in ogni caso lo spadaccino annuì dandogli l’ok.
“Bene.” La mano sicura di Sanji impugnò l’ago con il filo e con un movimento delicato ma sicuro l’affondò nella carne sensibile di Zoro che si tese a quell’intrusione, l’ago continuò ad entrare ed uscire con regolarità come una danza. Durante tutto quel processo il cuoco trattane il respiro e uscì dall’apnea solo quando l’ultimo punto era stato dato, dall’altra parte lo spadaccino era grondante di sudore. La maglietta bianca che indossava si attaccava al suo corpo come una seconda pelle e la bandana legata alla bocca era ormai completamente inzuppata di saliva e segnata dai denti serrati su di essa.
Senza dire un parola Sanji si alzò per cambiare l’acqua sporca di sangue accedendo nel frattempo frustrato una sigaretta, non avrebbe mai pensato che sarebbe stato così difficile.
“Possiamo ricominciare?” domandò Sanji volendo finire quel lavoro più in fretta possibile. Zoro annuì con la testa condividendo incosciamente lo stesso pensiero di Sanji.
“Mai più.”
Zoro spostò lo sguardo dalle sue cuciture al cuoco che nonostante avesse finito non si era ancora spostato da terra.
“Non farmi fare mai più una cosa del genere, spadaccino di merda.”
Zoro avrebbe tanto voluto fargli notare che era stato lui stesso ad offrirsi dato che non voleva che le sue dolci Nami-swan e Vivi-chwan si sporcassero le mani per un buzzurro come lui.
Stava per aprire bocca, ma poi la richiuse, con un espressione seria scese dalla sedia e si inginocchiò a terra, ignorando il pizzicore alle caviglie.
“Non dovresti muoverti idiota, così rischi di aprire le cuciture” lo riprese 
udendo i rumori dell’altro Sanji senza però staccare gli occhi assorti dal pavimento macchiato di sangue, dopo gli toccava fare una bella ripulita.
“Allora vuol dire che non hai fatto un buon lavoro, stupido cuoco.”
Sanji scattò la testa in alto a quella accusa accorgendosi solo in quel momento della vicinanza dello spadaccino.
“E questo il modo di ringraziarmi, bastardo?!”
“No, ho un idea migliore” rispose Zoro a pochi centimetri dal suo viso e lo spiazzò con un bacio, il cuoco spalancò gli occhi per lo stupore e aprì leggermente la bocca facendo cogliere l’occasione all’altro di intrufolarsi con la sua lingua. Sanji mugugnò fra le labbra e chiudendo gli occhi ingaggiò una lotta con lo spadaccino, deciso a non farsi controllare in quel modo. Nel frattempo Zoro affondò una mano nella sua camicia andando ad accarezzare un capezzolo e Sanji in quel momento si fece una domanda che doveva essere stata fatta qualche attimo prima.
Cosa diavolo stava facendo?
“Ohi Zoro, fermati” mormorò Sanji staccandosi dalle labbra dell’altro che lo guardò confuso.
“Si può sapere che cazzo fai?”
Zoro aggrottò la fronte, menomale che era lui il genio che aveva fregato Mr.0 al lumacofano.
“Ti sto baciando, mi sembra logico.”
“No, non lo è!”
Zoro si grattò la testa e scocciato si alzò da terra, tanto in quello stato non avrebbe potuto fare molto, si sentiva completamente a pezzi.
“E adesso dove vai?” gli domandò Sanji, guardandolo andare via.
“A dormire” rispose Zoro voltandosi solo con la testa verso di lui, notando la delusione nell’occhio azzurro ghignò. “Stai tranquillo, la prossima volta andremo fino infondo” e con queste ultime parole abbandonò il cuoco nella cambusa.
Sanji all’iniziò stordito si alzò in fretta cercando di raggiungerlo per poi fermarsi alla porta notando il cielo che piano piano si andava schiarendo.
“L’alba è ormai alle porte” mormorò fra sé scorgendo il sole che timido spuntava all’orizzonte. Sorridendo Sanji si accese una sigaretta, un nuovo giorno stava per iniziare.
 
 

 
 

 
 
 
 

Ciao a tutti! ^^
Da quanto tempo che non pubblicavo qualcosa XD
Riflettendo sull’arco di Little Garden mi sono sempre chiesta chi avesse cucito le ferite di Zoro visto che Chopper ancora non c’era, così eccomi qua con questa storiella che avevo scritto tempo fa. Premetto che non so nulla di come si danno i punti quindi fra film e altro ho fatto un po’ a caso XD Non so se ho messo il giusto raiting nel caso fatemi sapere.
Per chi segue la mia la long The Cook and the Beast a breve dovrei aggiornare ;) (sto modificando un po’ il capitolo che non mi convinceva molto e dando una controllata a quelli vecchi.)
 
Grazie per aver letto e alla prossima!
Sweetmartini 
 
  
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