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Autore: Ikki95    10/09/2014    1 recensioni
[dal capitolo 1]
Tirò fuori dalla bisaccia 3 monete d'argento. Questo è ciò che andava pagato per la cena e la sistemazione. Le porse alla donna dietro al bancone.
"Sicuro di non voler rimanere?" chiese la locandiera di fronte a lui.
"No, grazie, è meglio che riparta subito."
(...)
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1. Tirò fuori dalla bisaccia 3 monete d'argento. Questo è ciò che andava pagato per la cena e la sistemazione. Le porse alla donna dietro al bancone.
"Sicuro di non voler rimanere?" chiese la locandiera di fronte a lui.
"No, grazie, è meglio che riparta subito."
"Ma fuori fa molto freddo, e si dice che la strada per Roian sia piantonata da banditi di ogni sorta."
"Ti ringrazio, ma sono sicuro che non sono io colui che deve prestare attenzione."
L'uomo sorrise alla donna che lo guardava maliziosa e si alzò dal rudimentale sgabello di legno sul quale siedeva. La folta barba che gli adornava il volto lo invecchiava molto, ma non aveva di certo perso il suo fascino. Si avviò alla porta, non prima di aver raccolto il suo bastone di legno che aveva appoggiato sull'uscio poco prima, quindi uscì dalla locanda. Non appena fu fuori osservò a destra e a sinistra per assicurarsi che nessuno lo stesse seguendo, dopodichè si tirò il verde cappuccio del mantello sulla testa e si incamminò verso est. Era davvero una notte buia come poche, tanto che dopo soli pochi passi l'uomo non riusciva più a vedere ad un palmo di naso. Con naturalezza sfiorò la parte superiore del proprio bastone con le prime tre dita delle mano, e di colpo una calda e pacata fiamma prese a bruciare. Il fuoco non intaccava però in alcun modo il legno del bastone. Adesso che la visibilità era accettabile ed il freddo un po' attenuato, l'uomo si sentiva un po' più sicuro.

Doveva aver percorso parecchi chilometri rispetto alla locanda da dove era partito poichè sentiva le gambe tremargli per la stanchezza. Il viaggio lo aveva fiaccato molto, specialmente perchè di certo non era il primo giorno di marcia che affrontava, e probabilmente non sarebbe stato nemmeno l'ultimo. Ad un tratto, si fermò ad ascoltare. Udì un rumore lontano, sommesso; non riusciva a distinguere bene che cosa potesse produrlo. Disegnò con il palmo della mano una mezzaluna in aria, dopodichè scrutò le vicinanze. All'improvviso, sentì il rumore di un arco scoccare una freccia nella sua direzione, quindi si girò di scatto. Ma era già troppo tardi. Quando l'uomo vide la punta di ferro della freccia, essa era già a pochi centimetri dalla sua fronte. Essa si bloccò però a mezz'aria, come trattenuta da una forza invisibile.
"Chi sei? Vieni fuori. Oramai ti ho scoperto."
Da dietro un albero a qualche metro da lui scorse un'ombra.
"Ma bene, che cosa abbiamo qui? Un bel maghetto, vedo. Saresti già morto se non fosse stato per la tua stupida barriera."
"Credevi che non ti avessi sentito? Devi stare attento a non fare troppo rumore quando vuoi rapinare un passante."
"Fossi in te non farei tanto lo spaccone. E' vero, mi hai scoperto, ed avevi eretto la barriera prima che io potessi ucciderti... Ma un buon ladro ha sempre un piano di riserva."
Alla destra e alla sinistra dell'ombra ne spuntarono altre due. Una era più minuta rispetto all'uomo centrale, e brandiva due pugnali. L'altra, invece, era di un'altezza non comune agli uomini, e le sue braccia erano grandi quanto il corpo del suo piccolo compare. Il mago potè scorgere l'ombra di un'ascia brandita con due mani.
"Uccidiamolo e rubiamogli tutto l'oro."
Le tre ombre si separarono furtive. Uno dei tre uomini, quello minuto, spiccò un grande balzo in aria e si avventò sul mago, mentre l'arciere incoccava un'altra delle sue frecce. L'uomo brandì il suo bastone e lo sfiorò nuovamente con la mano, dopodichè lo puntò in direzione del bandito che lo stava attaccando. Una grande luce fece capolino dalla punta del bastone ed accecò l'avversario, facendogli perdere di vista il bersaglio. Nel frattempo, la freccia era appena stata scoccata dal bandito che per primo si era mostrato. Il mago schivò rapidamente il colpo, ma non fece in tempo a riflettere sulla prossima mossa che si sentì travolto da qualcosa che gli sembrò essere un orso. Finì a terra, e non appena si mise a pancia in sù notò che era arrivato a fronteggiarlo il più massiccio dei tre. I denti appuntiti, il colore della pelle verde ramarro e le dimensioni del suo fisico rivelavano la sua natura di mezz'orco. La creatura sollevò in aria la sua ascia, pronto a distruggere il nemico con il prossimo colpo. Il giovane mago prese velocemente con la mano destra il suo bastone, il quale aveva la base appuntita ed affilata, e con un guizzo infilzò il petto del mezz'orco. Una cascata di sangue piovve sul mantello del giovane uomo. La creatura lasciò cadere l'arma ed il suo corpo senza vita si riversò a terra. Subito l'uomo si rialzò e trovò dinnanzi a lui il più minuto dei tre, oramai ripresosi, che immediatamente cominciò a vibrare fendenti con i suoi due pugnali. Schivando ogni attacco indietraggiando sempre di più, in men che non si dica il mago si ritrovò con la schiena contro un albero.
"Eh eh eh... Per te è finita. Dì le tue ultime preghiere."
L'uomo passò ancora una volta le dita sul suo bastone, ed un dardo di fuoco partì subito dopo dalla sommità dello stesso, andando a colpire un grosso ramo posto poco più in alto. Il bandito rimase immobile a fissare l'accaduto per pochi attimi, bastanti però a farlo soccombere schiacciato dal peso di quell'enorme appendice che l'incantesimo aveva corroso. Il mago corse in direzione dell'arciere che aveva osservato attonito il combattimento. Il brigante fece per incoccare un'altra delle sue frecce, ma l'uomo fu più veloce e lo disarmò con un calcio. Il brigante però non si fece sorprendere ed assestò anch'egli un violento calcio al bastone del mago, il quale venne scaraventato lontano. Il bandito estrasse un pugnale dalla cintura.
"Sei bravo, non c'è che dire. Ma adesso sei disarmato. Sai, sentivo che oggi avrei catturato una bella preda..."
"... Allora oggi non è il tuo giorno fortunato." Lo interruppe il giovane, estraendo da un fodero coperto dal mantello una lucente e lunga spada. Il bandito ridacchiò.
"Ah ah ah! Ma bene! Riservi sempre qualche sorpresa! Che cos'è quello, bronzo?"
"Non mi fregierei mai di una lama composta di vile bronzo. Questo è argento. Argento Volgen."
"Volgen? Addirittura? Fantastico! Oggi è proprio un giorno fortunato! Hai una vaga idea di quanto possa valere quella cosuccia che stai toccando con le tue luride manacce al mercato nero? Ti ucciderò e poi la strapperò via dal tuo corpo esanime."
Il bandito attaccò all'improvviso con un colpo di affondo, che venne però parato con la mano libera dal giovane mago, il quale riuscì ad intercettare l'attacco colpendo esattamente sul piatto della piccola lama. A sua volta, il giovane contrattaccò con un colpo di elsa che riuscì ad impattare il cranio del suo avversario, stordendolo ed allontandolo di pochi centimetri. L'uomo si portò una mano nel punto colpito e si voltò leggermente, lasciandosi alle spalle il mago. Sentì la propria vita scivolare via in un attimo, e fece appena in tempo ad accorgersi della lama che gli aveva trafitto il corpo. L'ultima cosa che vide furono i riflessi della luna che creavano meravigliosi effetti di luce incontrando il magnifico argento della spada. Il bandito spirò avendo visto una delle cose più preziose al mondo. Il mago estrasse la lama dal corpo del rivale e la pulì con il mantello prima di rimettersi in cammino. Era quasi l'alba.


 
Spazio dell'autore: Ciao a tutti! Ecco a voi il primo capitolo di una storia fantasy scritta da me che spero di poter portare avanti regolarmente! Entro un paio di giorni arriverà il secondo capitolo (non dovrebbe durarne più di una decina), fatemi sapere che cosa ne pensate e buona lettura! :)
  
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