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Autore: Kikyo90    28/09/2008    1 recensioni
Miyo é una donna cinese vittima di un marito dispotico. Mentre sua figlia May-Lyn si consuma di passione per un amore impossibile, Miyo troverà la vera felicità.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LA LEGGENDA DELLA GROTTA SUL MARE

Nella Cina del 1900, governava il Mandarino Ling-Fu. Era un comandante saggio per
quanto riguardava il suo popolo, ma nei confronti di sua moglie Miyo e di sua figlia
May-Lyn era il più severo del paese. Voleva essere il solo ad occuparsi
dell'educazione della ragazza e, alla povera Miyo, non faceva altro che dire che non
aveva diritto di scelta.
La povera donna, dopo ogni sfuriata del marito, correva in lacrime a rifugiarsi tra le
braccia di sua madre Yumi. La donna la consolava ogni volta e ogni volta le dava lo
stesso consiglio.
· Cara Miyo, é inutile che te lo ripeta. Secondo me dovresti lasciarlo.
· Ma madre, come faccio? Lo sapete che Ling-Fu mi fu imposto da mio padre.
· Questo lo so bene figlia mia. Ma tuo padre non c'è più. E per questo che vivo
con tutti voi.
· In ogni caso, non posso privare May-Lyn di un padre. Ne ha bisogno.
Dopotutto, ha solo undici anni.
Le due donne continuarono a parlare, finché una domestica recatasi ad annunciare che
la cena era servita, sentì tutto.
Miyo e Yumi si incamminarono verso la sala dei pasti dove trovarono anche Ling-Fu e
May-Lyn. Il Mandarino era molto geloso dell'affetto che sua moglie e sua figlia
provavano per la vecchia Yumi, ma si era trattenuto dal cacciarla dal palazzo solo per
amore di May-Lyn. Nonostante si comportasse in modo insopportabilmente severo,
era molto affezionato alla sua bambina.
La cena fu servita e consumata in silenzio e, solo quando anche il capofamiglia ebbe
finito di mangiare, anche le donne ebbero il permesso di alzarsi. Miyo non perse
tempo e andò subito a rifugiarsi in camera sua (lei e il marito avevano stanze separate)
mentre May-Lyn si fece raccontare una storia da sua nonna.
· Cosa mi raccontate stasera, nonna?
· Stasera ti narrerò la leggenda della grotta.
· Quale grotta?
· Quella che sta in mezzo alle due cascate che si vedono dalla finestra. Si dice
che chiunque vi entri, senta un melodioso canto in lingua sconosciuta.
· Voi ci siete mai stata, nonna?
· Certo che no, May-Lyn. É solo una leggenda. Però so da dove si entra...
Mentre Yumi svelava il segreto a sua nipote, la cameriera camminava a passo felpato
verso la stanza di Ling-Fu. Appena fu davanti alla sua porta, bussò.
· Chi é? - chiese lui.
· Sono una domestica – rispose lei.
Aprì la porta e si vide davanti la cameriera con la sottana mezza sbottonata e senza
vestaglia.
· Come osi presentarti alla mia porta a quest'ora e per di più così vestita?
· Le chiedo umilmente perdono, signore. Ma oggi ho udito una cosa molto
interessante e credo che le farebbe piacere scoprirlo.
· Davvero? E cosa avresti scoperto?
· Riguarda qualcosa che sua suocera ha detto a sua moglie
· Che cosa? Per tutti i santi in cui credo, parla!
· Non così in fretta.
· Cosa vuoi in cambio, donna?
· Non immagina?
Dicendo queste parole, la domestica Shiho, sciolse i suoi lunghissimi capelli e si tolse
la sottana mostrando poco a poco la sua pelle candida e perfetta. Una volta rimasta
nuda alla fioca luce della candela, Shiho si sdraiò sul letto del Mandarino.
Un po' per la curiosità e un po' per il desiderio di toccare quel giovane corpo pieno di
curve sinuose, accettò di passare la notte con lei.
· Adesso che ho esaudito il tuo desiderio, dimmi cosa hai sentito.
Lei glielo riferì e a Ling-Fu venne un'idea.
· Passerò tutte le notti con te, se continui a sorvegliarle.
· Ogni suo desiderio é un'ordine, signore. Mi perdoni, ma ora si é fatto molto
tardi. Se non voglio che le altre ragazze si accorgano della mia assenza, devo andare.
Non appena Shiho uscì, Ling-Fu piombò nei suoi pensieri. Doveva trovare un modo
per vendicarsi di Yumi. Si addormentò senza riuscire ad elaborare un piano, ma la
pace durò poco, perché ben presto fu ora di colazione.
Era talmente determinato a vendicarsi, che non si accorse nemmeno che May-Lyn gli
stava parlando.
· Padre? Mi ascoltate? Vi sto chiedendo il permesso di uscire!
· Si, puoi. Ma se tarderai di un solo minuto a ritornare, non uscirai più di casa.
· Non dubitate padre, sarò puntuale.
Finita la colazione, la ragazza prese il suo vestito più pesante, lo indossò e si diresse
alla grotta. Questa era situata in un'insenatura sul mare nascosta da due cascate, ma
come aveva detto Yumi c'era un passaggio per entrare. Dentro non era tanto grande
ma abbastanza illuminata. Aspettò per parecchio tempo, e proprio quando stava per
uscire, sentì una voce maschile che cantava: “ Ishi ni kuchisusugi nagare ni
makurasu...”
Spaventata, la ragazza scappò a gambe levate verso casa.
Entrando, vide Shiho dirigersi verso la camera di suo padre. Subito pensò di avere
tardato troppo e che Ling-Fu stesse per mandare la domestica a cercarla. Si precipitò
subito verso la stanza padronale per rassicurare il Mandarino ma appena vi si avvicinò,
sentì degli strani rumori. Aprì lentamente un piccolo spiraglio e vide con i suoi occhi
suo padre palpare la cameriera. Richiuse immediatamente la porta e filò nella sua
stanza. Mentre si cambiava, decise che ne avrebbe parlato con sua nonna.
Fu inutile cercarla; non si trovava in nessuna stanza. Provò a cercare sua madre, ma
invano dato che anche lei sembrava sparita.
Solo una settimana più tardi scoprì che Ling-Fu aveva bandito Yumi nella foresta e
che forse Miyo era con lei. Inutili i tentativi di sapere il perché di quel gesto. Lui disse
solo che avevano peccato nei suoi confronti.
In quei giorni, May-Lyn aveva studiato il padre. Aveva infatti notato, che ogni giorno
alla stessa ora Shiho andava da lui. La bambina si chiese che cosa fosse successo al
Mandarino. Prima era burbero ma affettuoso e improvvisamente era solo burbero.
Durate uno dei soliti incontri tra Ling-Fu e Shiho, May-Lyn uscì di nasconsto per
andare da sua madre e da sua nonna. Aveva infatti una mezza idea su dove potevano
essere. Non ci mise molto a scoprire che aveva ragione. Erano in una casetta in mezzo
alla foresta.
· Madre, nonna! Meno male che vi ho trovate.
· May-Lyn! Come hai fatto a sapere che eravamo qui? E come hai convinto tuo
padre a farti uscire per venire da noi?
· Ho sentito dire a palazzo che eravate qui. In quanto a papà, non sa che sono
uscita. In questo momento, come del resto tutti i giorni, se la sta spassando con una
cameriera. Credo che si tratti di Shiho.
Per un attimo, sembrò che le due donne avessero perso la voce per lo stupore ma
quando la riacquistarono, Miyo parlò con voce rotta dalle lacrime.
· Ecco perché mi sgridava sempre e perché se la prendeva sempre con me per
qualsiasi cosa.
· Coraggio figlia mia. Non abbatterti. Adesso torneremo a palazzo. Se quel
dittatore di tuo marito ci farà entrare...
In quel momento, May-Lyn si ricordò della grotta.
· Nonna, sapete che nella grotta c'è davvero qualcuno che canta?
· Non credo proprio nipote. Sarà stata la tua immaginazione.
· Non é vero. Vi posso anche dire le parole che ho sentito.
· Avanti, allora. Parla.
· Ne ricordo poche. “ Ishi ni... nagare... makurasu”. Cosa significano? E che
lingua é?
· E giapponese e per il senso delle parole dipende da chi cantava.
· Non ricordo bene, ma credo fosse una voce maschile.
Yumi si fermò e sussultò.
· Che cosa? Era un maschio che cantava?
· Si nonna. Perché?
· Perché una voce maschile porta grande pericolo.
Miyo, che fino a quel momento era stata zitta, ritenne opportuno chiedere spiegazioni
e, quando le furono date si mise a ridere.
· Non crederete davvero a queste cose?
· In effetti, fino a qualche giorno fa no. - rispose Yumi – Ma dopo che May-
Lyn ha detto di aver sentito quelle parole...
Miyo si rivolse a sua figlia.
· Piccola, figlia mia... Sei sicura che non sia stata un'allucinazione?
· No, madre. Perché non mi credete, come la nonna?
· Non ho mai creduto alle leggende.
· Ma é vero! Ho sentito una bellissima voce che cantava. Non ho visto chi era
perché sono scappata.
· Perciò, se non hai visto chi era, poteva anche essere uno scherzo.
Yumi intervenne in aiuto della sua nipotina.
· Non credo che May-Lyn stia mentendo, né che quello possa essere uno
scherzo. Quelle parole sono in giapponese, ma in giapponese antico. Se sono cantate
da una donna, portano benessere, sia per chi la sente che per chi gli sta intorno. Se
invece é un uomo a cantare, porta pericolo e sofferenza.
· Nonna, questo l'altra sera non me l'avete detto.
· Perdonami, ma non ti ho detto tutto per non influenzarti.
Miyo era sempre più curiosa.
· Madre, voi sapete questa canzone per intero? E la parole che cosa
significano?
· Le parole sono: ishi ni kuchisusugi nagare ni makurasu. Significano: vieni
con me sulle rocce e vedrai il paradiso.
Miyo si fece pensierosa.
· Ho già sentito queste parole. Se solo mi ricordassi dove...
Parlando parlando, giunsero a palazzo. Appena varcarono il cancello, Miyo ebbe un
malore e perse i sensi.
· Miyo, figlia mia! Cos'hai? Per l'amor del cielo, parla! Presto – disse
rivolgendosi a May-Lyn – va a chiamare qualcuno.
Appena varcata la soglia di casa, la bambina vide suo padre, furibondo.
· Chi ti ha dato il permesso di uscire? Avresti dovuto chiedermelo.
· Avrei voluto, ma voi ve la spassavate con Shiho.
· Come ti permetti, piccola indisponente? Se mi mancherai ancora una volta di
rispetto...
· Si, scusate. Ci sono la mamma e la nonna qui fuori. Sono andata da loro per
farle tornare con noi e vi prego di aspettare prima esplodere. La mamma ha avuto un
malore e ora é stesa fuori.
Ling-Fu impallidì e si precipitò da sua moglie, la prese in braccio e la portò a letto.
Era molto preoccupato, dato che dopo una settimana Miyo non dava segno di
miglioramento. Il dottore aveva detto che lo svenimento era dovuto a una forte
tensione e che, vista la situazione dovevano starle tutti molto vicini. Solo adesso che
rischiava di perderla, si rese conto di quanto l'amava e di quanto si fosse comportato
male tradendola con una semplice cameriera.
· Che cosa ho fatto?- pensava il Mandarino con le lacrime agli occhi – Per
colpa mia e del mio carattere pessimo, la mia adorata Miyo rischia la vita.
Quella sera, all'ora di cena, mentre gli altri mangiavano a mala voglia Ling-Fu non
toccò nemmeno un boccone mentre pensava a una cosa importantissima che doveva
fare.
Mentre erano tutti nelle loro stanze, il capofamiglia mandò a chiamare Shiho. Appena
dentro, la giovane cominciò a spogliarsi, ma l'uomo la fermò.
· Calmati ragazza. Rivestiti pure perché non ti ho chiamata per ciò che pensi.
Da sorridente che era, la domestica divenne cupa.
· Cosa vi succede padrone? Non mi volete più?
· No. Ti informo che da adesso non passeremo la notte insieme mai più. Per
colpa tua, mia moglie ha la febbre alta e parla nel sonno.
· Colpa mia, signore? Le ricordo che é stato lei a propormi di passare insieme
tutte le notti e a chiamarmi di pomeriggio.
L'uomo si avvicinò e le mollò uno schiaffo così forte che la povera donna cadde a terra
in lacrime.
· Come ti permetti di usare quel tono con me, piccola serva? Se ti dico che é
colpa tua, é colpa tua. Pretendo assoluta obbedienza da te, hai capito?
Shiho si avviò alla porta senza dire niente ma prima di uscire non riuscì a impedirsi di
parlare.
· Ho capito, signore, che mi avete solo usata. State pur certo che me la
pagherete.
Detto questo, la ragazza uscì lasciando Ling-Fu solo con i suoi pensieri e libero di
dormire.
Siccome il mattino dopo il Mandarino dormì fino a tardi, May-Lyn ne approfittò per
andare alla grotta. Era un luogo tranquillo dove poteva riflettere senza che nessuno la
disturbasse. Stavolta il canto lo sentì subito appena entrata, ma si trattenne e non
scappò.
Non appena la voce terminò di cantare, apparve a May-Lyn un bellissimo ragazzo che,
a occhio e croce, doveva avere la sua età.
· Non temere – le disse lui – sono un amico. Le somigli così tanto...
· Scusa, tu chi sei? E a chi somiglio così tanto?
· Non sei forse la figlia di Miyo?
· Chi sei? - ripeté May-Lyn, questa volta con voce più dura.
· Il mio nome é Toshio.
· Ora dimmi come fai a conoscere mia madre.
· Te lo spiego subito. Io ero il suo amico immaginario. Quando lei aveva la tua
età... Ma no, che dico! Lei aveva dodici anni e un giorno corse in lacrime in questa
grotta dicendo che aveva bisogno di un amico con cui parlare. Io le sono apparso, ma
la prima volta é scappata proprio come te. In seguito é tornata e abbiamo fatto
amicizia. Mi confidò così, che suo padre aveva deciso di darla in sposa pochi mesi
dopo.
· Era innamorata già di qualcuno?
· No. Si sentiva solamente troppo giovane per il matrimonio.
Improvvisamente, Toshio divenne cupo.
· Fu dopo tre settimane che avvenne tutto. Miyo mi disse di essersi innamorata
di me e voleva sapere a tutti i costi che cosa doveva fare per poter stare sempre con
me. Anche se un modo c'era, le dissi che non era possibile perché io ero e sono solo
un'immaginazione che prende l'età di chi mi evoca.
I due continuarono a parlare e May-Lyn chiese a Toshio se anche a sua madre avesse
cantato quelle parole dolcissime.
· In realtà, io le ho soltanto dedicato una poesia. Fu lei che la trasformò in una
canzone.
· Non ci capisco niente. Le ho detto della leggenda e mi ha presa per pazza.
Perché mi avrebbe nascosto una cosa simile?
· Avrà seppellito il ricordo nel più profondo angolo della sua mente. Talvolta
può succedere che per colpa di una grande delusione, il cervello decida di “esiliare” il
ricordo per non fare soffrire la persona.
· Allora com'è nata la leggenda?
· Ora non é il momento,te lo dico la prossima volta. E poi, tuo padre ti starà
aspettando.
· Ma...
· Vai. Non vorrai che ti sgridi di nuovo?!
· Hai ragione, sarebbe capace di farlo. Ci vediamo domani Toshio.
May-Lyn si avviò verso casa sua ancora stupita per ciò che era appena accaduto.
Possibile che sua madre non ricordasse niente? O piuttosto fingeva? Varcò poco dopo
la soglia e vide suo padre che le correva incontro. Subito pensò che fosse arrabbiato
perché lei era uscita.
Si accorse invece che aveva le lacrime agli occhi e un gran sorriso stampato in faccia.
· E guarita! Tua madre é guarita.
· Come? Dite davvero?
· Si, e sono talmente felice che...
May-Lyn lo interruppe.
· Che non le caccerete più da palazzo?
· No figlia mia. Resteranno sempre qui. Adesso va a trovare tua madre.
· Si padre. Corro, anzi volo!
May-Lyn andò di sopra e vide che, nonostante fosse ancora un po' debole, Miyo stava
abbastanza bene. Le venne la tentazione di parlare di Toshio, ma poi pensò che non
era assolutamente il momento adatto.
· Salve madre. State meglio?
· Si May-Lyn. Vi ringrazio tutti quanti per esservi presi cura di me.
· Non ditelo nemmeno per scherzo. Anche mio padre si é preoccupato di voi.
· A proposito di lui... me lo andresti a chiamare? Vorrei parlargli, ma il dottore
mi ha detto di stare distesa...
· Non aggiungete altro. Vado e torno.
La ragazza avvisò Ling-Fu che si precipitò di corsa dalla sua amata moglie. May-Lyn
si appostò dietro la porta, ma parlavano così piano che non riuscì a sentire nulla.
· Volevate vedermi, mia cara Miyo.
· Si marito mio. Voglio sapere perché mi avete tradita, e per di più con una
semplice domestica.
· Ve lo spiego subito. E venuta una sera in camera mia dicendo che sapeva
cose su di voi e su Yumi. Io le chiesi che cosa fosse, ma lei in tutta risposta cominciò a
spogliarsi e si sdraiò sul mio letto. Non avevo alternativa se volevo sapere. Alla fine,
mi disse che Yumi vi aveva chiesto di lasciarmi. Mi infuriai talmente che decisi di
cacciarvi. Non succederà più, ve lo prometto. Adesso riposate mia cara.
May-Lyn udì dei passi provenire dalla stanza e andò di sotto.
Mentre scendeva le scale, si chiese come mai Toshio non le avesse detto come era nata
la leggenda. La ragazza decise che non avrebbe aspettato, così pensò di chiedere a sua
nonna. Si recò davanti alla sua camera e bussò.
· Vi disturbo nonna? Posso entrare?
· Sei tu nipote? Entra pure.
· Scusate se vi ho svegliata. Volevo sapere... da chi avete sentito la leggenda?
· Te lo dico subito. Devi sapere che quando tua madre aveva poco più della tua
età, era ancora un mio compito andare al mercato del pesce. Un giorno, mentre
acquistavo dei calamari per il pranzo, sentii per caso le mogli dei pescatori parlare di
una leggenda riguardante un canto proveniente dalla grotta.
· Sapete per caso com'è nata?
· No, mi dispiace. Perché volevi saperlo?
· Pura curiosità nonna. Vi ringrazio per quello che mi avete detto.
Non poteva parlarne ai suoi, anche se avrebbe tanto voluto farlo. Purtroppo temeva
che se sua madre avesse saputo tutto le avrebbe negato il permesso di andare nella
grotta. Per il momento, decise che sarebbe stato più saggio tacere.
Quella sera cenarono tutti insieme e anche l'atmosfera era più allegra dopo il risveglio
di Miyo. Il Mandarino era così felice, che in via del tutto eccezionale, permise alle
donne di alzarsi prima che lui avesse finito.
Purtroppo, quell'euforia non era destinata a durare a lungo.
Anche se aveva mangiato al tavolo con la sua famiglia, Miyo era ancora debole e per
riprendere le forze la mattina doveva dormire fino a tardi. Aveva anche due cameriere
ai due lati del letto che mentre ricamavano vegliavano il suo sonno.
Fu proprio il giorno seguente a tanta felicità che la povera Miyo sentì una cosa che
avrebbe preferito risparmiarsi; purtroppo, si svegliò nel bel mezzo della discussione e
le due domestiche non si accorsero che la loro padrona le ascoltava.
· Dì un po', hai sentito di Shiho?
· No. Cos'ha fatto?
· Pare che sia rimasta incinta del Mandarino e che per questo il ragazzo del
mercato l'abbia lasciata.
· Che vergogna! Sembrava una ragazza seria, e invece guarda che svergognata.
Che idea! Fare dei figli prima del matrimonio!
· Hai proprio ragione. Se io fossi in lei non uscirei più per la vergogna,
specialmente dopo che si comincia a vedere la pancia. Anzi, io me ne andrei dal paese.
Non sopporterei gli sguardi della gente.
· Giuro che se non fosse una domestica anche lei non le rivolgerei mai più la
parola.
Miyo si alzò di scatto in mezzo al letto.
· Cosa avete detto? E tutto vero?
· Perdonateci padrona. Credevamo che steste ancora dormendo.
La donna si rivolse a una delle due domestiche.
· Ehi, tu. E tutto vero?
· Si, signora. A me ne ha parlato Shiho. Mi ha detto che mentre voi eravate
priva di sensi, il padrone l'ha mandata a chiamare. Una volta nella sua stanza, ha detto
che lui l'ha costretta a spogliarsi contro la sua volontà.
· Sei sicura che non ti abbia mentito?
· Si padrona. Anche se cera di non farlo vedere, ha spesso la nausea. Inoltre,
questo mese, non c'era traccia di sangue sulla sua biancheria.
· Presto, chiamatemi Ling-Fu. Gli devo parlare subito.
· Se gli direte che ve ne abbiamo parlato noi, ci licenzierà.
· No, tranquille. Ho un altro modo in mente. Comunque, vi ringrazio per
avermelo detto.
Le ragazze andarono a chiamare il Mandarino. Lui ci andò con un sorriso stampato in
faccia, credendo che Miyo lo volesse vedere per stare un po' da sola con lui. Ma
quando, una volta entrato nella stanza, la vide con una faccia scura e arrabbiata si
preoccupò.
· Cosa avete cara? State poco bene?
· No, marito mio. Volevo solo parlare di Shiho.
· Ancora? Credevo che mi aveste perdonato. Siete ancora in collera con me?
· No. Ma voi lo sapete che quella donna aspetta un figlio vostro?
· Di che cosa parlate?
· Avete sentito bene Ling-Fu. E, un'altra cosa. Perché non mi avete detto di
averla violentata anziché mentirmi dicendo che si spogliò di sua spontanea volontà?
· Di cosa diamine cianciate?
· Non sono affatto ciance. Ieri sera, siccome per venire quassù si passa vicino
alla porta della cucina, ho sentito dei pianti. Mi sono accostata piano piano alla porta e
ho sentito Shiho che tra le lacrime diceva di essere stata violentata e di non sapere che
cosa fare per tenere vostro figlio senza essere cacciata dal regno, sorte che tocca ad
ogni donna che rimane incinta prima del matrimonio.
· Davvero avete sentito tutto questo? Perché non me ne avete parlato ieri sera
stessa?
· Ero troppo stanca e ho preferito aspettare oggi.
Ling-Fu le strinse le mani e la guardò dritta negli occhi.
· Voi mi credete, vero?
Miyo abbassò lo sguardo.
· Non lo so, caro. Proprio non lo so.
Con improvviso disprezzo, le mollò le mani e uscì imprecando dalla camera.
May-Lyn, che assisté alla scena, fu presa dal panico. Perché mai suo padre era uscito
in quel modo? Avevano forse litigato di nuovo?
Dopo aver ottenuto dal padre il permesso di uscire, la ragazza si recò alla grotta.
Voleva tanto rivedere Toshio... solo per avere informazioni sulla leggenda,
naturalmente.
Entrò attraverso il solito passaggio, e lo vide.
· Ciao Toshio.
· Ciao May-Lyn. Sei tornata?
· Si. Ti devo chiedere un paio di cose.
· Avanti, allora. Parla.
· Ecco... vorrei prima sapere perché ti sei messo a cantare la canzone della mia
mamma.
· Te lo dico subito. Ti ricordi che l'altra volta ti dissi che Miyo si era
innamorata di me? Ebbene, anche io ne ero innamorato. Ma le dissi che non potevamo
stare insieme perché lei era già stata promessa ad un uomo. Avremmo potuto rivederci
solo dopo il matrimonio, però come amici. Dopo sposata, purtroppo, non si fece più
vedere. E da allora, io canto la sua canzone, non perché io l'ami ancora, ma solo per
rivederla.
· Se come dici, ha rimosso il tuo ricordo dalla sua mente, non é facile che
venga. Potrei provare a parlargliene, ma dubito che mi crederà. Oppure, siccome tra
qualche giorno sarà guarita e pronta per uscire, potrei portarla con me con qualche
scusa.
· Geniale. E un'ottima idea May-Lyn. Oltre che carina sei anche molto
intelligente.
La ragazza arrossì e cambiò discorso.
· Vorrei sapere un'altra cosa. Cosa avrebbe dovuto fare per restare sempre con
te?
· Be... avrebbe dovuto posare le sue labbra sulle mie. Si sarebbe così
addormentata per sempre e noi avremmo potuto restare insieme. Purtroppo, essendo
già stata promessa, le regole mi impedivano di amarla e di dirle cosa fare per
raggiungermi.
· Quali regole?
· Quelle datemi dai miei capi.
· Ma quali capi?
· Quelli che mi hanno mandato sulla Terra. Devi sapere che esiste
un'associazione: A.A.I. Associazione Amici Immaginari. Noi rallegriamo la gente che
ne ha bisogno. L'A.A.I esiste da secoli e appena fu fondata, i capi decisero che per non
distruggere l'equilibrio del mondo, non ci si poteva innamorare di persone sposate o
promesse a qualcuno. Chi avesse infranto le regole, sarebbe stato fatto rinascere sotto
forma di scarafaggio.
· Allora non le dicesti niente solo per questo, per la punizione.
· No. L'amavo troppo per farla morire. Anche senza imposizioni non l'avrei
mai baciata. La sua vita sarebbe stata senz'altro migliore.
· Grazie per avermi spiegato tutto, ma adesso devo andare e ti prometto che la
prossima volta ti porterò mia madre. Sono convinta che appena ti vedrà, le tornerà
subito la memoria.
Detto questo, May-Lyn uscì e si avviò verso casa. Ripensò alla sua reazione quando
Toshio le fece quel complimento e questo la indusse a chiedersi se non si fosse
innamorata di lui. La risposta era si, senza dubbio.
Siccome non era ancora promessa a nessuno, non ci sarebbero stati impedimenti
riguardo ad una loro possibile unione. Prima però, doveva pensare a sua madre.
Appena rientrò a palazzo, si diresse subito verso la stanza di Miyo, ma non la trovò. Si
sorprese perché di solito, a quell'ora, era sempre a letto.
Scese al piano di sotto e la vide uscire in lacrime dalla stanza del Mandarino.
· Madre, cosa avete?
· Niente, figlia mia, niente. Piuttosto tu, dove eri?
· Alla grotta. Papà mi aveva dato il permesso di uscire mentre voi eravate a
letto.
· Hai più sentito il canto?
· Si, é una voce bellissima.
Detto questo, si mise a cantare ma non fece in tempo ad intonare più di una parola che
Miyo si unì a lei e terminò la canzone.
· Come fate a conoscere la melodia che accompagna le parole?
· Non lo so, ma é come se l'avessi sempre saputa. Ho sentito qualcosa
riaffiorare nella mia mente, ma chissà perché, riesco a collegare a questa canzone solo
dolore.
May-Lyn ebbe un'idea.
· Madre, volete venire con me alla grotta?
· Perché?
· Perché mi piacerebbe mostrarvela. Naturalmente solo quando potete uscire...
· Se vuoi anche subito.
· Va bene. Vedrete che é il luogo ideale per sfogare i propri dolori.
· Io non ho dolori di nessun tipo.
· Potete dire quello che volete, ma vi ho vista piangere mentre uscivate dalla
camera di papà.
Madre e figlia si avviarono alla grotta e non appena vi si avvicinarono, anche Miyo
sentì la dolce melodia.
· Questa voce... - mormorò – non mi é nuova.
Appena entrarono, mancò poco che Miyo svenisse dallo stupore.
· Ma io mi ricordo di te, sei Toshio. Ora ricordo anche che tu mi avevi dedicato
una poesia e che io l'avevo trasformata in una canzone. Eravamo sempre in questa
grotta... ma cosa ci fai di nuovo qui?
· Be... ecco... mi sono messo a cantare perché volevo vederti. Dopo il
matrimonio non ti sei più fatta viva.
Miyo si rivolse a sua figlia.
· Voi eravate ammalata, e poi temevo che se aveste saputo, mi avreste negato il
permesso di tornare. Ma poi ho deciso di condurvi qui per due motivi: il primo é che
ho capito quanto Toshio ci tenesse a rivedervi.
· E il secondo?
· Quando eravate convalescente, vi ho sentita mormorare il nome di Toshio.
· Davvero? Prima di rivederlo non ricordavo niente, ma ora...
· Be, io vi lascio soli. Avrete un sacco di cose da dirvi...
Detto questo, May-Lyn uscì anche se a malincuore.
· Caro Toshio, chi l'avrebbe mai detto? Perché mai volevi vedermi?
· Dopo che ti sei sposata non ti sei più fatta vedere.
· Adesso che ho recuperato la memoria, ti spiego il perché. Ci ero rimasta
malissimo quando mi avevi detto che non potevamo stare insieme e il mio cervello
aveva in un certo senso dimenticato tutto. Però, adesso che ti ho rivisto, voglio sapere
una cosa.
· E cioè?
· Davvero non c'era nessun modo di diventare la tua ragazza o mi hai mentito?
· No, non é come credi.
Toshio le spiegò tutto riguardo al bacio e alle regole.
Dal canto suo, Miyo si ritrovò a confidarsi più di quanto avesse voluto. Gli parlò del
marito e dei suoi tradimenti e lui le disse che il Mandarino non meritava una donna
così bella
· Davvero lo pensi?
· Stai scherzando!? Adesso capisco da dove May-Lyn abbia preso la sua
bellezza.
Miyo si rattristò all'improvviso.
· Allora ti sei innamorato di lei! Credevo di piacerti ancora, ma forse mi sono
solo illusa. Credo sia meglio che me ne vada.
Fece per uscire dalla grotta ma Toshio la prese per un braccio e la attirò a se. Lei
assaporò il piacere di trovarsi finalmente tra le braccia del suo unico e vero amore. Un
attimo dopo, lui le sollevò il mento e, la baciò. Quando si staccarono, Miyo era
raggiante, ma lui un po' meno.
· Scusa, non dovevo. Avrei dovuto ricordarmi che sei sposata.
· Il tuo bacio non ha fatto effetto. Non mi sono addormentata. Mi dispiace solo
che per colpa mia rinascerai sotto forma di scarafaggio.
· Non ti sei addormentata perché hai un marito. Quanto alla rinascita, non ti
preoccupare. Accadrà solo tra mille anni, ma anche se fosse stato domani avrei sfidato
comunque tutte le regole del mondo per stare con te.
· Questo significa che provi ancora qualcosa per me?
· Certamente. E tu?
· Sicuro. In cuor mio non ti ho mai dimenticato.
Si erano impercettibilmente avvicinati l'uno all'altra, quando May-Lyn entrò nella
grotta. A quella vista, la ragazza impietrì.
· Scusate il disturbo, ma dobbiamo andare a casa. Ciao Toshio, ci vediamo la
prossima volta.
· Ciao amico, ci rivedremo presto.
Detto ciò, madre e figlia uscirono. Notando l'umore della ragazza, Miyo intuì che era
per quello che aveva visto nella grotta e capì tutto.
· Sappi che quello che hai visto non é come sembra. Mi stava... abbracciando.
Era solo un abbraccio in memoria dei vecchi tempi.
· Non importa madre. Non é affar mio.
Detto questo, entrò in casa. Ma appena varcò la soglia, vide suo padre che avanzava
minaccioso verso di lei.
· Allora signorina. A quanto vedo, uscire senza chiedere, é diventato un vizio.
Credo che per una settimana non metterai il naso fuori di casa.
In suo aiuto intervenne Miyo.
· Vi prego di perdonarla. L'idea é stata mia.
· É mia figlia e doveva domandare il permesso a me. Di quello che fate voi non
mi importa nulla. Non so che farmene di una moglie che preferisce credere alle parole
di una serva piuttosto che a quelle di suo marito. E ora correte pure da vostra madre.
Miyo scappò di sopra in lacrime colpita dalla durezza delle parole di suo marito. Era
talmente scossa che quella sera non scese neppure a cena.
Regnava un'atmosfera talmente silenziosa, che Ling-Fu si decise a parlare.
· Insomma, cosa avete tutte quante?
· Come se non lo sapeste.- rispose Yumi – State trattando la mia povera figlia
come uno straccio. Forse per impietosirvi deve svenire un'altra volta?
· Tacete donna. Voi non avete idea di quello che ha fatto.
· Oh, si che lo so. É uscita a fare una passeggiata con May-Lyn e ve la siete
presa con la ragazza.
· A parte che questa é una delle poche cose, lei é mia figlia e ha il dovere di
informarmi se e con chi esce.
A quel punto, May-Lyn non riuscì più a stare zitta.
· Questa é buona! Voi parlate solo dei miei doveri, ma dei miei diritti non
parlate mai. La nonna ha ragione, siete solo un tiranno.
· Ma bene figliola. Vedo che ti piace rispondere. La tua impertinenza ti costerà
due settimane di punizione.
· Ma...
· Zitta e mangia. E un ordine.
Il pasto fu consumato in gran silenzio e quando ebbe finito, il Mandarino fece
chiamare Shiho.
· Mi avete chiamata, signore?
· Si ragazza. Come ti é saltato in mente di inventarti una gravidanza?
Lei gli rivolse un sorriso furbo e malizioso allo stesso tempo.
· Inventare, padrone? Io non invento nulla. Dentro di me sta crescendo il frutto
del peccato. Credo che dovreste riconoscerlo se non volete sprofondare nello scandalo.
· Tu osi ricattare me? Brutta serva insolente, ma chi vuoi che creda a te
piuttosto che a me?
· Tutti credono ad una povera ragazza in lacrime. Prima tra tutti sua moglie.
Dopo un attimo di smarrimento, serrò i pugni e parlò con voce forzatamente
controllata
· Vattene. Sparisci dalla mia vista.
Shiho uscì e ci mancò poco che si scontrasse con May-Lyn che voleva solo parlare
della punizione (a suo avviso ingiusta), ma involontariamente sentì tutto.
Improvvisamente capì qual era la causa dei litigi tra i suoi genitori.
Capì che suo padre non era di buon umore e che quindi era meglio andare a dormire
rimandando il discorso ad un'altra volta.
Ma mentre tutti dormivano profondamente, una persona si alzò, si vestì e sgattaiolò
fuori dal palazzo. Era Miyo che si dirigeva a passo deciso alla grotta. Preferiva non
essere vista mentre andava ad incontrare Toshio e quindi approfittò del favore delle
tenebre.
Nell'ultimo pezzo di strada, si mise a correre e quando entrò nella grotta aveva il
fiatone.
Cercò con lo sguardo il suo grande amico e quando non lo vide fu presa da sconforto.
Stava per andarsene, quando lui le apparve.
· Ciao Miyo. Come mai qui a quest'ora?
· Volevo vederti. La situazione a casa é insostenibile. Mio marito mi tratta
malissimo e temo che voglia cacciare ancora me e mia madre da palazzo.
· Come sarebbe a dire “ancora”?
Lei gli raccontò della prima volta che furono esiliate nella foresta e del motivo che
aveva spinto Ling-Fu a farlo.
· Davvero ha osato così tanto?
· Si, e ho paura che lo faccia ancora.
· Non ti preoccupare. Se dovesse accadere potrai venire qui. A proposito, May-
Lyn non é venuta?
· No. Suo padre l'ha messa in punizione perché non gli ha domandato il
permesso di uscire con me. Comunque, proprio di lei ti volevo parlare.
· Qualcosa non va?
· Si. Non ti sei accorto che é innamorata di te?
· No, non mi pare. Cosa te lo fa pensare?
· Quando ieri é entrata nella grotta e ci ha visti abbracciati, é rimasta di sasso e
durante il ritorno a casa, non mi ha quasi rivolto la parola.
· Spero che ti sbagli. Non potrei mai ricambiarla e finirebbe solo col soffrire.
Mentre parlavano, si accorsero dei primi raggi di sole che filtravano nelle rocce.
· Oh no! E già l'alba. Devo scappare Toshio.
· Aspetta...
Lui la strinse a se e la baciò. Poi, carezzandole il viso le chiese se per caso non poteva
restare ancora.
· Non sai quanto lo vorrei, ma se non voglio farmi scoprire devo tornare subito
a casa. Non temere, ci rivedremo.
Questa volta, Miyo corse per tutto il tragitto che separava la grotta dal palazzo e, una
volta dentro riuscì appena in tempo ad infilarsi in camera sua che subito sentì aprirsi la
porta a fianco a lei. Per non destare sospetti quando fossero andati a svegliarla si mise
il pigiama e si sdraiò.
Per fortuna non aveva più le due ancelle ai fianchi del letto, si disse, altrimenti come
avrebbe fatto ad uscire?
Tra una fuga notturna e l'altra, passò una settimana e siccome Ling-Fu non voleva
saperne di abbuonare il resto della punizione a sua figlia, quest'ultima non potendone
più decise di andare da Toshio di notte. Purtroppo, non sapeva di non essere la sola ad
averne avuto l'idea e quando entrò nella grotta restò talmente sconvolta nel vedere sua
madre e Toshio l'una nelle braccia dell'altro che, senza farsi notare, se ne andò dritta a
casa e una volta in camera si buttò sul letto e pianse tutte le sue lacrime. Dopodiché si
addormentò.
Aveva immaginato che ci fosse qualcosa sotto quando li aveva visti abbracciati ma
sperava di essersi sbagliata.
Certo che se avesse saputo come fosse finita, non avrebbe mai condotto sua madre
nella grotta.
Il giorno seguente May-Lyn non se la sentì proprio di alzarsi e restò coricata fino a
tardi. Siccome non l'aveva mai fatto prima, Miyo si preoccupò e andò da lei.
· Cos'hai figlia mia? Ti vedo giù di morale.
· Niente, madre.
· É per questo che hai visto l'altra settimana?
· No. Sono solo un po' stanca. Vi prego, non angustiatevi per colpa mia.
Prometto che tra un minuto mi alzerò
· L'importante é che tu non stia male.
Miyo uscì e si avviò verso le scale dove incontrò Ling-Fu.
· Salve moglie mia. Stavo giusto venendo a cercarvi.
· Stavate cercando me.
· Certamente. Volevo informarvi che ho deciso di riconoscere il bambino nel
grembo di Shiho.
· Cosa? Ma per riconoscerlo dovreste sposare la ragazza
· Esatto – replicò lui come se avesse udito la cosa più semplice del mondo.
· Ma per sposare lei, dovreste ripudiare me.
· É quello che farò. Forse quella sempliciotta riuscirà a darmi un figlio
maschio. Non come voi, che avete saputo darmi solo una femmina.
· Credevo che voleste bene a nostra figlia.
· Si che gliene voglio, e anche tanto. Ma per quanto affetto io provi per lei non
potrò mai farla salire al trono. Se il nascituro sarà un maschio, io potrò attuare il mio
piano.
· E cioè?
· Non vi riguarda, donna. Adesso devo andare dalla mia futura moglie e spero
che sia meno incapace di voi.
D'un tratto Miyo scoppiò in lacrime.
· Vi prego, non siate così duro. Cosa vi ho fatto?
· Niente. A proposito, vi ringrazio per non avermi creduto. Se lo aveste fatto,
non mi sarebbe mai venuto in mente di riconoscere il bambino. In questo caso, avrei
dovuto dare il mio regno ad una femmina facendo rivoltare nella tomba i miei poveri
antenati.
Detto questo, Ling-Fu fece per andarsene, quando Miyo lo fermò.
· Aspettate marito. Cosa direte al popolo?
· La verità. Dirò che mia moglie é un'incapace che non ha saputo darmi un
erede maschio e che per questo sono stato costretto a cercarmene un'altra. Ora, se non
vi dispiace, devo andare da Shiho.
Miyo scappò in lacrime nella sua stanza e, mentre vi si rifugiava dentro, sentì una
rabbia incontrollabile montarle dentro. Per quale motivo doveva piangere ogni volta?
Se qualcuno doveva sentirsi in colpa, quello era suo marito.
Certo, dopo che si fu svegliata dal suo malore, per un certo periodo si mostrò tenero e
dolce. Ma al primo cenno di disubbidienza era tornato il solito.
All'improvviso però, una timida vocina interna le suggerì che neanche lei era stata
onesta e fedele fino in fondo. Miyo la zittì subito dicendo che il suo non era un vero
tradimento e che lei lo aveva fatto solo dopo che lui aveva violentato la domestica. E
poi, dato che stava per ripudiarla, quell'uomo non aveva alcun diritto di rimproverarla.
Decise quindi di andare da Toshio senza aspettare la notte. Solo quando arrivò dal suo
ragazzo cominciò a sentirsi a suo agio. Si abbracciarono e si sedettero a parlare.
· Se tuo marito dovesse ripudiarti, ti metteresti con me?
· Se tu non avessi tutti questi anni in meno, lo farei.
· Davvero? Sappi che io posso prendere l'età che voglio.
E, detto fatto, si trasformò in un uomo adulto. Purtroppo, mentre Miyo contemplava il
nuovo aspetto di Toshio quest'ultimo cominciò lentamente a dissolversi.
· Che ti succede, Toshio?
· I miei capi si sono arrabbiati e mi stanno richiamando.
· Aspetta! Noi due quando ci rivedremo?
· Presto, non temere.
Fece appena in tempo a dire quelle parole che subito sparì. La povera donna pianse e
pianse, ma del suo amico di sempre non si vedeva nessuna traccia. Da quella volta,
ogni giorno andava alla grotta con la speranza di vederlo e puntualmente tornava a
palazzo col cuore in pezzi.
Intanto che il tempo passava, la gravidanza di Shiho si vedeva sempre di più. Finché,
un giorno, mentre faceva le pulizie lanciò un urlo lancinante e si accasciò a terra. In un
istante, le altre ragazze furono accanto a lei per aiutarla a partorire. Purtroppo non fu
facile perché il bimbo era in posizione podalica. Ma, una volta superate queste
difficoltà, diede alla luce un bel maschietto.
Shiho era talmente stremata che si addormentò senza nemmeno poterlo prendere in
braccio. Le ragazze lo lavarono e lo vestirono, dopodiché lo portarono dal Mandarino.
· Padrone, questo é vostro figlio.
L'uomo non disse niente. Prese il bambino e lo portò nella camera di Shiho. Purtroppo
la ragazza era molto indebolita dalle fatiche del parto.
Il Mandarino andò a chiamare il dottore, ma non certo perché si preoccupava di lei. Lo
faceva solo perché la donna doveva allattare il bambino. Solo se fosse stata sua moglie
legittima avrebbe potuto avere una balia.
Il medico visitò Shiho e disse che la ragazza non si doveva muovere dal letto per
nessun motivo, e che se tutto andava bene sarebbe guarita entro due settimane.
· Ascolta bene, ragazza. Fra una settimana ci sarà la cerimonia di matrimonio.
Non aspettarti niente da me, lo faccio solo per non piombare nello scandalo. E vedi di
essere in forma.
Passò il tempo. L'incoronazione del bimbo fu celebrata con una bellissima festa.
Purtroppo, Shiho non sembrava stare molto bene e neanche il giorno delle nozze riuscì
ad alzarsi dal letto. Ling-Fu si avviò con aria furiosa nella stanza sua futura sposa.
· Insomma, che ti prende? Non ti avevo forse ordinato di essere in forma per
oggi?
· Si, ma non ce la farò. Il parto mi ha indebolita, e sto per andarmene. Prima
però, devo dirvi una cosa. Se non sbaglio, la cerimonia di incoronazione é
irreversibile, vero?
· Si, ma che cosa c'entra adesso?
· Sappiate che colui che avete fatto incoronare non é vostro figlio. Il bambino é
del mio precedente fidanzato che, una volta venuto a conoscenza del mio stato, ha
preferito fuggire invece che sposarmi. Siete stato un ingenuo ed é stato fin troppo
facile ingannarvi. Dopotutto, pur essendo una semplice serva, sono stata più furba di
voi.
Dopo queste ultime parole, Shiho spirò.
Ling-Fu pianse lacrime amare rendendosi conto solo ora di quanto avesse maltrattato
sua moglie. L'avrebbe perdonato una seconda volta?
Si precipitò nella camera della donna, ma non la trovò. Quella vista lo preoccupò, così
si recò da sua figlia.
· May-Lyn, cara, dov'è tua madre?
· In camera sua, padre.
· Impossibile. Ci sono appena stato e lei non c'era.
May-Lyn rifletté. C'era un solo posto dove Miyo poteva essere andata...
· Credo di sapere dove sia andata, ma non vi ci posso accompagnare, dato che
sono in punizione.
· Ti chiedo scusa, figliola. Sono stato troppo severo. La punizione é annullata.
Uscirono di fretta e la ragazza condusse suo padre alla grotta. Entrarono attraverso il
passaggio segreto e li videro. Erano entrambi lì dentro: Miyo e Toshio.
· Moglie, cosa ci fate qui? E chi é costui?
· Cosa io ci faccia qui é solo affar mio, dato che avete sposato una serva.
Quanto a lui, é il mio unico e solo amore da quando avevo dodici anni.
A quelle parole fu come se il cuore di May-Lyn si spezzasse.
Ling-Fu era furente e si controllava a fatica.
· Pretendo dunque una spiegazione.
Miyo, paziente, gli spigò del suo amico immaginario, di come se ne fosse innamorata
e dimenticata e di come lo incontrò un'altra volta per poi vederlo dissolversi poco
tempo prima.
· Infine, - concluse – sono tornata qui tutti i giorni e i suoi capi ci hanno dato il
permesso di stare insieme.
· Come sarebbe a dire?
· Che voi avete avete sposato una serva e che io mi prendo la mia parte di
felicità.
Detto questo, Miyo baciò Toshio senza dare al Mandarino il tempo di dirle che Shiho
era morta. Lui tentò di dirle anche del bambino, che non era suo, ma che purtroppo
aveva saputo tutto ciò solo dopo la cerimonia di successione al trono.
· Caro marito, prima di dissolvermi ho pochi secondi e vorrei salutare mia
figlia.
Miyo si volse verso May-Lyn per dirle addio e in quel momento si accorse che non era
più con loro. Purtroppo il tempo a disposizione dei due innamorati era finito e si
dissolverono lasciando cadere a terra una strana polverina.
Ling-Fu invece si precipitò fuori, e vide sua figlia in piedi su una roccia a fissare le
onde. Fece per raggiungerla, ma questa si buttò in mare. Il Mandarino non seppe mai il
motivo di quel gesto e visse la sua vita piena di rimpianti per le sue egoistiche azioni
con un figlio che non era suo ma che in futuro avrebbe regnato.
Mentre May-Lyn esalava l'ultimo respiro, pensò che perfino quel suo gesto avventato
era migliore di una vita senza amore.
FINE

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