LA LEGGENDA DELLA GROTTA SUL MARE
Nella Cina del 1900, governava il Mandarino Ling-Fu. Era
un comandante saggio per
quanto riguardava il suo popolo, ma nei confronti di
sua moglie Miyo e di sua figlia
May-Lyn era il più severo del paese. Voleva
essere il solo ad occuparsi
dell'educazione della ragazza e, alla povera
Miyo, non faceva altro che dire che non
aveva diritto di scelta.
La povera
donna, dopo ogni sfuriata del marito, correva in lacrime a rifugiarsi tra
le
braccia di sua madre Yumi. La donna la consolava ogni volta e ogni volta
le dava lo
stesso consiglio.
· Cara Miyo, é inutile che te lo ripeta.
Secondo me dovresti lasciarlo.
· Ma madre, come faccio? Lo sapete che Ling-Fu
mi fu imposto da mio padre.
· Questo lo so bene figlia mia. Ma tuo padre non
c'è più. E per questo che vivo
con tutti voi.
· In ogni caso, non posso
privare May-Lyn di un padre. Ne ha bisogno.
Dopotutto, ha solo undici
anni.
Le due donne continuarono a parlare, finché una domestica recatasi ad
annunciare che
la cena era servita, sentì tutto.
Miyo e Yumi si
incamminarono verso la sala dei pasti dove trovarono anche Ling-Fu e
May-Lyn.
Il Mandarino era molto geloso dell'affetto che sua moglie e sua
figlia
provavano per la vecchia Yumi, ma si era trattenuto dal cacciarla dal
palazzo solo per
amore di May-Lyn. Nonostante si comportasse in modo
insopportabilmente severo,
era molto affezionato alla sua bambina.
La cena
fu servita e consumata in silenzio e, solo quando anche il capofamiglia
ebbe
finito di mangiare, anche le donne ebbero il permesso di alzarsi. Miyo
non perse
tempo e andò subito a rifugiarsi in camera sua (lei e il marito
avevano stanze separate)
mentre May-Lyn si fece raccontare una storia da sua
nonna.
· Cosa mi raccontate stasera, nonna?
· Stasera ti narrerò la
leggenda della grotta.
· Quale grotta?
· Quella che sta in mezzo alle due
cascate che si vedono dalla finestra. Si dice
che chiunque vi entri, senta un
melodioso canto in lingua sconosciuta.
· Voi ci siete mai stata, nonna?
·
Certo che no, May-Lyn. É solo una leggenda. Però so da dove si
entra...
Mentre Yumi svelava il segreto a sua nipote, la cameriera camminava
a passo felpato
verso la stanza di Ling-Fu. Appena fu davanti alla sua porta,
bussò.
· Chi é? - chiese lui.
· Sono una domestica – rispose lei.
Aprì
la porta e si vide davanti la cameriera con la sottana mezza sbottonata e
senza
vestaglia.
· Come osi presentarti alla mia porta a quest'ora e per
di più così vestita?
· Le chiedo umilmente perdono, signore. Ma oggi ho udito
una cosa molto
interessante e credo che le farebbe piacere scoprirlo.
·
Davvero? E cosa avresti scoperto?
· Riguarda qualcosa che sua suocera ha
detto a sua moglie
· Che cosa? Per tutti i santi in cui credo, parla!
·
Non così in fretta.
· Cosa vuoi in cambio, donna?
· Non
immagina?
Dicendo queste parole, la domestica Shiho, sciolse i suoi
lunghissimi capelli e si tolse
la sottana mostrando poco a poco la sua pelle
candida e perfetta. Una volta rimasta
nuda alla fioca luce della candela,
Shiho si sdraiò sul letto del Mandarino.
Un po' per la curiosità e un po' per
il desiderio di toccare quel giovane corpo pieno di
curve sinuose, accettò di
passare la notte con lei.
· Adesso che ho esaudito il tuo desiderio, dimmi
cosa hai sentito.
Lei glielo riferì e a Ling-Fu venne un'idea.
· Passerò
tutte le notti con te, se continui a sorvegliarle.
· Ogni suo desiderio é
un'ordine, signore. Mi perdoni, ma ora si é fatto molto
tardi. Se non voglio
che le altre ragazze si accorgano della mia assenza, devo andare.
Non appena
Shiho uscì, Ling-Fu piombò nei suoi pensieri. Doveva trovare un modo
per
vendicarsi di Yumi. Si addormentò senza riuscire ad elaborare un piano, ma
la
pace durò poco, perché ben presto fu ora di colazione.
Era talmente
determinato a vendicarsi, che non si accorse nemmeno che May-Lyn gli
stava
parlando.
· Padre? Mi ascoltate? Vi sto chiedendo il permesso di uscire!
·
Si, puoi. Ma se tarderai di un solo minuto a ritornare, non uscirai più di
casa.
· Non dubitate padre, sarò puntuale.
Finita la colazione, la ragazza
prese il suo vestito più pesante, lo indossò e si diresse
alla grotta. Questa
era situata in un'insenatura sul mare nascosta da due cascate, ma
come aveva
detto Yumi c'era un passaggio per entrare. Dentro non era tanto grande
ma
abbastanza illuminata. Aspettò per parecchio tempo, e proprio quando stava
per
uscire, sentì una voce maschile che cantava: “ Ishi ni kuchisusugi nagare
ni
makurasu...”
Spaventata, la ragazza scappò a gambe levate verso
casa.
Entrando, vide Shiho dirigersi verso la camera di suo padre. Subito
pensò di avere
tardato troppo e che Ling-Fu stesse per mandare la domestica a
cercarla. Si precipitò
subito verso la stanza padronale per rassicurare il
Mandarino ma appena vi si avvicinò,
sentì degli strani rumori. Aprì
lentamente un piccolo spiraglio e vide con i suoi occhi
suo padre palpare la
cameriera. Richiuse immediatamente la porta e filò nella sua
stanza. Mentre
si cambiava, decise che ne avrebbe parlato con sua nonna.
Fu inutile
cercarla; non si trovava in nessuna stanza. Provò a cercare sua madre,
ma
invano dato che anche lei sembrava sparita.
Solo una settimana più
tardi scoprì che Ling-Fu aveva bandito Yumi nella foresta e
che forse Miyo
era con lei. Inutili i tentativi di sapere il perché di quel gesto. Lui
disse
solo che avevano peccato nei suoi confronti.
In quei giorni, May-Lyn
aveva studiato il padre. Aveva infatti notato, che ogni giorno
alla stessa
ora Shiho andava da lui. La bambina si chiese che cosa fosse successo
al
Mandarino. Prima era burbero ma affettuoso e improvvisamente era solo
burbero.
Durate uno dei soliti incontri tra Ling-Fu e Shiho, May-Lyn uscì di
nasconsto per
andare da sua madre e da sua nonna. Aveva infatti una mezza
idea su dove potevano
essere. Non ci mise molto a scoprire che aveva ragione.
Erano in una casetta in mezzo
alla foresta.
· Madre, nonna! Meno male che
vi ho trovate.
· May-Lyn! Come hai fatto a sapere che eravamo qui? E come hai
convinto tuo
padre a farti uscire per venire da noi?
· Ho sentito dire a
palazzo che eravate qui. In quanto a papà, non sa che sono
uscita. In questo
momento, come del resto tutti i giorni, se la sta spassando con
una
cameriera. Credo che si tratti di Shiho.
Per un attimo, sembrò che le
due donne avessero perso la voce per lo stupore ma
quando la riacquistarono,
Miyo parlò con voce rotta dalle lacrime.
· Ecco perché mi sgridava sempre e
perché se la prendeva sempre con me per
qualsiasi cosa.
· Coraggio figlia
mia. Non abbatterti. Adesso torneremo a palazzo. Se quel
dittatore di tuo
marito ci farà entrare...
In quel momento, May-Lyn si ricordò della
grotta.
· Nonna, sapete che nella grotta c'è davvero qualcuno che canta?
·
Non credo proprio nipote. Sarà stata la tua immaginazione.
· Non é vero. Vi
posso anche dire le parole che ho sentito.
· Avanti, allora. Parla.
· Ne
ricordo poche. “ Ishi ni... nagare... makurasu”. Cosa significano? E
che
lingua é?
· E giapponese e per il senso delle parole dipende da chi
cantava.
· Non ricordo bene, ma credo fosse una voce maschile.
Yumi si
fermò e sussultò.
· Che cosa? Era un maschio che cantava?
· Si nonna.
Perché?
· Perché una voce maschile porta grande pericolo.
Miyo, che fino a
quel momento era stata zitta, ritenne opportuno chiedere spiegazioni
e,
quando le furono date si mise a ridere.
· Non crederete davvero a queste
cose?
· In effetti, fino a qualche giorno fa no. - rispose Yumi – Ma dopo che
May-
Lyn ha detto di aver sentito quelle parole...
Miyo si rivolse a sua
figlia.
· Piccola, figlia mia... Sei sicura che non sia stata
un'allucinazione?
· No, madre. Perché non mi credete, come la nonna?
· Non
ho mai creduto alle leggende.
· Ma é vero! Ho sentito una bellissima voce che
cantava. Non ho visto chi era
perché sono scappata.
· Perciò, se non hai
visto chi era, poteva anche essere uno scherzo.
Yumi intervenne in aiuto
della sua nipotina.
· Non credo che May-Lyn stia mentendo, né che quello
possa essere uno
scherzo. Quelle parole sono in giapponese, ma in giapponese
antico. Se sono cantate
da una donna, portano benessere, sia per chi la sente
che per chi gli sta intorno. Se
invece é un uomo a cantare, porta pericolo e
sofferenza.
· Nonna, questo l'altra sera non me l'avete detto.
·
Perdonami, ma non ti ho detto tutto per non influenzarti.
Miyo era sempre più
curiosa.
· Madre, voi sapete questa canzone per intero? E la parole che
cosa
significano?
· Le parole sono: ishi ni kuchisusugi nagare ni
makurasu. Significano: vieni
con me sulle rocce e vedrai il paradiso.
Miyo
si fece pensierosa.
· Ho già sentito queste parole. Se solo mi ricordassi
dove...
Parlando parlando, giunsero a palazzo. Appena varcarono il cancello,
Miyo ebbe un
malore e perse i sensi.
· Miyo, figlia mia! Cos'hai? Per
l'amor del cielo, parla! Presto – disse
rivolgendosi a May-Lyn – va a
chiamare qualcuno.
Appena varcata la soglia di casa, la bambina vide suo
padre, furibondo.
· Chi ti ha dato il permesso di uscire? Avresti dovuto
chiedermelo.
· Avrei voluto, ma voi ve la spassavate con Shiho.
· Come ti
permetti, piccola indisponente? Se mi mancherai ancora una volta
di
rispetto...
· Si, scusate. Ci sono la mamma e la nonna qui fuori. Sono
andata da loro per
farle tornare con noi e vi prego di aspettare prima
esplodere. La mamma ha avuto un
malore e ora é stesa fuori.
Ling-Fu
impallidì e si precipitò da sua moglie, la prese in braccio e la portò a
letto.
Era molto preoccupato, dato che dopo una settimana Miyo non dava segno
di
miglioramento. Il dottore aveva detto che lo svenimento era dovuto a una
forte
tensione e che, vista la situazione dovevano starle tutti molto vicini.
Solo adesso che
rischiava di perderla, si rese conto di quanto l'amava e di
quanto si fosse comportato
male tradendola con una semplice cameriera.
·
Che cosa ho fatto?- pensava il Mandarino con le lacrime agli occhi –
Per
colpa mia e del mio carattere pessimo, la mia adorata Miyo rischia la
vita.
Quella sera, all'ora di cena, mentre gli altri mangiavano a mala voglia
Ling-Fu non
toccò nemmeno un boccone mentre pensava a una cosa
importantissima che doveva
fare.
Mentre erano tutti nelle loro stanze, il
capofamiglia mandò a chiamare Shiho. Appena
dentro, la giovane cominciò a
spogliarsi, ma l'uomo la fermò.
· Calmati ragazza. Rivestiti pure perché non
ti ho chiamata per ciò che pensi.
Da sorridente che era, la domestica divenne
cupa.
· Cosa vi succede padrone? Non mi volete più?
· No. Ti informo che
da adesso non passeremo la notte insieme mai più. Per
colpa tua, mia moglie
ha la febbre alta e parla nel sonno.
· Colpa mia, signore? Le ricordo che é
stato lei a propormi di passare insieme
tutte le notti e a chiamarmi di
pomeriggio.
L'uomo si avvicinò e le mollò uno schiaffo così forte che la
povera donna cadde a terra
in lacrime.
· Come ti permetti di usare quel
tono con me, piccola serva? Se ti dico che é
colpa tua, é colpa tua. Pretendo
assoluta obbedienza da te, hai capito?
Shiho si avviò alla porta senza dire
niente ma prima di uscire non riuscì a impedirsi di
parlare.
· Ho capito,
signore, che mi avete solo usata. State pur certo che me
la
pagherete.
Detto questo, la ragazza uscì lasciando Ling-Fu solo con i
suoi pensieri e libero di
dormire.
Siccome il mattino dopo il Mandarino
dormì fino a tardi, May-Lyn ne approfittò per
andare alla grotta. Era un
luogo tranquillo dove poteva riflettere senza che nessuno la
disturbasse.
Stavolta il canto lo sentì subito appena entrata, ma si trattenne e
non
scappò.
Non appena la voce terminò di cantare, apparve a May-Lyn un
bellissimo ragazzo che,
a occhio e croce, doveva avere la sua età.
· Non
temere – le disse lui – sono un amico. Le somigli così tanto...
· Scusa, tu
chi sei? E a chi somiglio così tanto?
· Non sei forse la figlia di Miyo?
·
Chi sei? - ripeté May-Lyn, questa volta con voce più dura.
· Il mio nome é
Toshio.
· Ora dimmi come fai a conoscere mia madre.
· Te lo spiego subito.
Io ero il suo amico immaginario. Quando lei aveva la tua
età... Ma no, che
dico! Lei aveva dodici anni e un giorno corse in lacrime in questa
grotta
dicendo che aveva bisogno di un amico con cui parlare. Io le sono apparso,
ma
la prima volta é scappata proprio come te. In seguito é tornata e abbiamo
fatto
amicizia. Mi confidò così, che suo padre aveva deciso di darla in sposa
pochi mesi
dopo.
· Era innamorata già di qualcuno?
· No. Si sentiva
solamente troppo giovane per il matrimonio.
Improvvisamente, Toshio divenne
cupo.
· Fu dopo tre settimane che avvenne tutto. Miyo mi disse di essersi
innamorata
di me e voleva sapere a tutti i costi che cosa doveva fare per
poter stare sempre con
me. Anche se un modo c'era, le dissi che non era
possibile perché io ero e sono solo
un'immaginazione che prende l'età di chi
mi evoca.
I due continuarono a parlare e May-Lyn chiese a Toshio se anche a
sua madre avesse
cantato quelle parole dolcissime.
· In realtà, io le ho
soltanto dedicato una poesia. Fu lei che la trasformò in una
canzone.
·
Non ci capisco niente. Le ho detto della leggenda e mi ha presa per
pazza.
Perché mi avrebbe nascosto una cosa simile?
· Avrà seppellito il
ricordo nel più profondo angolo della sua mente. Talvolta
può succedere che
per colpa di una grande delusione, il cervello decida di “esiliare”
il
ricordo per non fare soffrire la persona.
· Allora com'è nata la
leggenda?
· Ora non é il momento,te lo dico la prossima volta. E poi, tuo
padre ti starà
aspettando.
· Ma...
· Vai. Non vorrai che ti sgridi di
nuovo?!
· Hai ragione, sarebbe capace di farlo. Ci vediamo domani
Toshio.
May-Lyn si avviò verso casa sua ancora stupita per ciò che era appena
accaduto.
Possibile che sua madre non ricordasse niente? O piuttosto fingeva?
Varcò poco dopo
la soglia e vide suo padre che le correva incontro. Subito
pensò che fosse arrabbiato
perché lei era uscita.
Si accorse invece che
aveva le lacrime agli occhi e un gran sorriso stampato in faccia.
· E
guarita! Tua madre é guarita.
· Come? Dite davvero?
· Si, e sono talmente
felice che...
May-Lyn lo interruppe.
· Che non le caccerete più da
palazzo?
· No figlia mia. Resteranno sempre qui. Adesso va a trovare tua
madre.
· Si padre. Corro, anzi volo!
May-Lyn andò di sopra e vide che,
nonostante fosse ancora un po' debole, Miyo stava
abbastanza bene. Le venne
la tentazione di parlare di Toshio, ma poi pensò che non
era assolutamente il
momento adatto.
· Salve madre. State meglio?
· Si May-Lyn. Vi ringrazio
tutti quanti per esservi presi cura di me.
· Non ditelo nemmeno per scherzo.
Anche mio padre si é preoccupato di voi.
· A proposito di lui... me lo
andresti a chiamare? Vorrei parlargli, ma il dottore
mi ha detto di stare
distesa...
· Non aggiungete altro. Vado e torno.
La ragazza avvisò Ling-Fu
che si precipitò di corsa dalla sua amata moglie. May-Lyn
si appostò dietro
la porta, ma parlavano così piano che non riuscì a sentire nulla.
· Volevate
vedermi, mia cara Miyo.
· Si marito mio. Voglio sapere perché mi avete
tradita, e per di più con una
semplice domestica.
· Ve lo spiego subito. E
venuta una sera in camera mia dicendo che sapeva
cose su di voi e su Yumi. Io
le chiesi che cosa fosse, ma lei in tutta risposta cominciò a
spogliarsi e si
sdraiò sul mio letto. Non avevo alternativa se volevo sapere. Alla fine,
mi
disse che Yumi vi aveva chiesto di lasciarmi. Mi infuriai talmente che decisi
di
cacciarvi. Non succederà più, ve lo prometto. Adesso riposate mia
cara.
May-Lyn udì dei passi provenire dalla stanza e andò di sotto.
Mentre
scendeva le scale, si chiese come mai Toshio non le avesse detto come era
nata
la leggenda. La ragazza decise che non avrebbe aspettato, così pensò di
chiedere a sua
nonna. Si recò davanti alla sua camera e bussò.
· Vi
disturbo nonna? Posso entrare?
· Sei tu nipote? Entra pure.
· Scusate se
vi ho svegliata. Volevo sapere... da chi avete sentito la leggenda?
· Te lo
dico subito. Devi sapere che quando tua madre aveva poco più della tua
età,
era ancora un mio compito andare al mercato del pesce. Un giorno,
mentre
acquistavo dei calamari per il pranzo, sentii per caso le mogli dei
pescatori parlare di
una leggenda riguardante un canto proveniente dalla
grotta.
· Sapete per caso com'è nata?
· No, mi dispiace. Perché volevi
saperlo?
· Pura curiosità nonna. Vi ringrazio per quello che mi avete
detto.
Non poteva parlarne ai suoi, anche se avrebbe tanto voluto farlo.
Purtroppo temeva
che se sua madre avesse saputo tutto le avrebbe negato il
permesso di andare nella
grotta. Per il momento, decise che sarebbe stato più
saggio tacere.
Quella sera cenarono tutti insieme e anche l'atmosfera era più
allegra dopo il risveglio
di Miyo. Il Mandarino era così felice, che in via
del tutto eccezionale, permise alle
donne di alzarsi prima che lui avesse
finito.
Purtroppo, quell'euforia non era destinata a durare a lungo.
Anche
se aveva mangiato al tavolo con la sua famiglia, Miyo era ancora debole e
per
riprendere le forze la mattina doveva dormire fino a tardi. Aveva anche
due cameriere
ai due lati del letto che mentre ricamavano vegliavano il suo
sonno.
Fu proprio il giorno seguente a tanta felicità che la povera Miyo
sentì una cosa che
avrebbe preferito risparmiarsi; purtroppo, si svegliò nel
bel mezzo della discussione e
le due domestiche non si accorsero che la loro
padrona le ascoltava.
· Dì un po', hai sentito di Shiho?
· No. Cos'ha
fatto?
· Pare che sia rimasta incinta del Mandarino e che per questo il
ragazzo del
mercato l'abbia lasciata.
· Che vergogna! Sembrava una ragazza
seria, e invece guarda che svergognata.
Che idea! Fare dei figli prima del
matrimonio!
· Hai proprio ragione. Se io fossi in lei non uscirei più per la
vergogna,
specialmente dopo che si comincia a vedere la pancia. Anzi, io me
ne andrei dal paese.
Non sopporterei gli sguardi della gente.
· Giuro che
se non fosse una domestica anche lei non le rivolgerei mai più
la
parola.
Miyo si alzò di scatto in mezzo al letto.
· Cosa avete
detto? E tutto vero?
· Perdonateci padrona. Credevamo che steste ancora
dormendo.
La donna si rivolse a una delle due domestiche.
· Ehi, tu. E
tutto vero?
· Si, signora. A me ne ha parlato Shiho. Mi ha detto che mentre
voi eravate
priva di sensi, il padrone l'ha mandata a chiamare. Una volta
nella sua stanza, ha detto
che lui l'ha costretta a spogliarsi contro la sua
volontà.
· Sei sicura che non ti abbia mentito?
· Si padrona. Anche se
cera di non farlo vedere, ha spesso la nausea. Inoltre,
questo mese, non
c'era traccia di sangue sulla sua biancheria.
· Presto, chiamatemi Ling-Fu.
Gli devo parlare subito.
· Se gli direte che ve ne abbiamo parlato noi, ci
licenzierà.
· No, tranquille. Ho un altro modo in mente. Comunque, vi
ringrazio per
avermelo detto.
Le ragazze andarono a chiamare il Mandarino.
Lui ci andò con un sorriso stampato in
faccia, credendo che Miyo lo volesse
vedere per stare un po' da sola con lui. Ma
quando, una volta entrato nella
stanza, la vide con una faccia scura e arrabbiata si
preoccupò.
· Cosa
avete cara? State poco bene?
· No, marito mio. Volevo solo parlare di
Shiho.
· Ancora? Credevo che mi aveste perdonato. Siete ancora in collera con
me?
· No. Ma voi lo sapete che quella donna aspetta un figlio vostro?
· Di
che cosa parlate?
· Avete sentito bene Ling-Fu. E, un'altra cosa. Perché non
mi avete detto di
averla violentata anziché mentirmi dicendo che si spogliò
di sua spontanea volontà?
· Di cosa diamine cianciate?
· Non sono affatto
ciance. Ieri sera, siccome per venire quassù si passa vicino
alla porta della
cucina, ho sentito dei pianti. Mi sono accostata piano piano alla porta e
ho
sentito Shiho che tra le lacrime diceva di essere stata violentata e di non
sapere che
cosa fare per tenere vostro figlio senza essere cacciata dal
regno, sorte che tocca ad
ogni donna che rimane incinta prima del
matrimonio.
· Davvero avete sentito tutto questo? Perché non me ne avete
parlato ieri sera
stessa?
· Ero troppo stanca e ho preferito aspettare
oggi.
Ling-Fu le strinse le mani e la guardò dritta negli occhi.
· Voi mi
credete, vero?
Miyo abbassò lo sguardo.
· Non lo so, caro. Proprio non lo
so.
Con improvviso disprezzo, le mollò le mani e uscì imprecando dalla
camera.
May-Lyn, che assisté alla scena, fu presa dal panico. Perché mai suo
padre era uscito
in quel modo? Avevano forse litigato di nuovo?
Dopo aver
ottenuto dal padre il permesso di uscire, la ragazza si recò alla
grotta.
Voleva tanto rivedere Toshio... solo per avere informazioni sulla
leggenda,
naturalmente.
Entrò attraverso il solito passaggio, e lo
vide.
· Ciao Toshio.
· Ciao May-Lyn. Sei tornata?
· Si. Ti devo
chiedere un paio di cose.
· Avanti, allora. Parla.
· Ecco... vorrei prima
sapere perché ti sei messo a cantare la canzone della mia
mamma.
· Te lo
dico subito. Ti ricordi che l'altra volta ti dissi che Miyo si era
innamorata
di me? Ebbene, anche io ne ero innamorato. Ma le dissi che non potevamo
stare
insieme perché lei era già stata promessa ad un uomo. Avremmo potuto
rivederci
solo dopo il matrimonio, però come amici. Dopo sposata, purtroppo,
non si fece più
vedere. E da allora, io canto la sua canzone, non perché io
l'ami ancora, ma solo per
rivederla.
· Se come dici, ha rimosso il tuo
ricordo dalla sua mente, non é facile che
venga. Potrei provare a
parlargliene, ma dubito che mi crederà. Oppure, siccome tra
qualche giorno
sarà guarita e pronta per uscire, potrei portarla con me con
qualche
scusa.
· Geniale. E un'ottima idea May-Lyn. Oltre che carina sei
anche molto
intelligente.
La ragazza arrossì e cambiò discorso.
·
Vorrei sapere un'altra cosa. Cosa avrebbe dovuto fare per restare sempre
con
te?
· Be... avrebbe dovuto posare le sue labbra sulle mie. Si sarebbe
così
addormentata per sempre e noi avremmo potuto restare insieme. Purtroppo,
essendo
già stata promessa, le regole mi impedivano di amarla e di dirle cosa
fare per
raggiungermi.
· Quali regole?
· Quelle datemi dai miei
capi.
· Ma quali capi?
· Quelli che mi hanno mandato sulla Terra. Devi
sapere che esiste
un'associazione: A.A.I. Associazione Amici Immaginari. Noi
rallegriamo la gente che
ne ha bisogno. L'A.A.I esiste da secoli e appena fu
fondata, i capi decisero che per non
distruggere l'equilibrio del mondo, non
ci si poteva innamorare di persone sposate o
promesse a qualcuno. Chi avesse
infranto le regole, sarebbe stato fatto rinascere sotto
forma di
scarafaggio.
· Allora non le dicesti niente solo per questo, per la
punizione.
· No. L'amavo troppo per farla morire. Anche senza imposizioni non
l'avrei
mai baciata. La sua vita sarebbe stata senz'altro migliore.
·
Grazie per avermi spiegato tutto, ma adesso devo andare e ti prometto che
la
prossima volta ti porterò mia madre. Sono convinta che appena ti vedrà, le
tornerà
subito la memoria.
Detto questo, May-Lyn uscì e si avviò verso
casa. Ripensò alla sua reazione quando
Toshio le fece quel complimento e
questo la indusse a chiedersi se non si fosse
innamorata di lui. La risposta
era si, senza dubbio.
Siccome non era ancora promessa a nessuno, non ci
sarebbero stati impedimenti
riguardo ad una loro possibile unione. Prima
però, doveva pensare a sua madre.
Appena rientrò a palazzo, si diresse subito
verso la stanza di Miyo, ma non la trovò. Si
sorprese perché di solito, a
quell'ora, era sempre a letto.
Scese al piano di sotto e la vide uscire in
lacrime dalla stanza del Mandarino.
· Madre, cosa avete?
· Niente, figlia
mia, niente. Piuttosto tu, dove eri?
· Alla grotta. Papà mi aveva dato il
permesso di uscire mentre voi eravate a
letto.
· Hai più sentito il
canto?
· Si, é una voce bellissima.
Detto questo, si mise a cantare ma non
fece in tempo ad intonare più di una parola che
Miyo si unì a lei e terminò
la canzone.
· Come fate a conoscere la melodia che accompagna le parole?
·
Non lo so, ma é come se l'avessi sempre saputa. Ho sentito
qualcosa
riaffiorare nella mia mente, ma chissà perché, riesco a collegare a
questa canzone solo
dolore.
May-Lyn ebbe un'idea.
· Madre, volete
venire con me alla grotta?
· Perché?
· Perché mi piacerebbe mostrarvela.
Naturalmente solo quando potete uscire...
· Se vuoi anche subito.
· Va
bene. Vedrete che é il luogo ideale per sfogare i propri dolori.
· Io non ho
dolori di nessun tipo.
· Potete dire quello che volete, ma vi ho vista
piangere mentre uscivate dalla
camera di papà.
Madre e figlia si avviarono
alla grotta e non appena vi si avvicinarono, anche Miyo
sentì la dolce
melodia.
· Questa voce... - mormorò – non mi é nuova.
Appena entrarono,
mancò poco che Miyo svenisse dallo stupore.
· Ma io mi ricordo di te, sei
Toshio. Ora ricordo anche che tu mi avevi dedicato
una poesia e che io
l'avevo trasformata in una canzone. Eravamo sempre in questa
grotta... ma
cosa ci fai di nuovo qui?
· Be... ecco... mi sono messo a cantare perché
volevo vederti. Dopo il
matrimonio non ti sei più fatta viva.
Miyo si
rivolse a sua figlia.
· Voi eravate ammalata, e poi temevo che se aveste
saputo, mi avreste negato il
permesso di tornare. Ma poi ho deciso di
condurvi qui per due motivi: il primo é che
ho capito quanto Toshio ci
tenesse a rivedervi.
· E il secondo?
· Quando eravate convalescente, vi ho
sentita mormorare il nome di Toshio.
· Davvero? Prima di rivederlo non
ricordavo niente, ma ora...
· Be, io vi lascio soli. Avrete un sacco di cose
da dirvi...
Detto questo, May-Lyn uscì anche se a malincuore.
· Caro
Toshio, chi l'avrebbe mai detto? Perché mai volevi vedermi?
· Dopo che ti sei
sposata non ti sei più fatta vedere.
· Adesso che ho recuperato la memoria,
ti spiego il perché. Ci ero rimasta
malissimo quando mi avevi detto che non
potevamo stare insieme e il mio cervello
aveva in un certo senso dimenticato
tutto. Però, adesso che ti ho rivisto, voglio sapere
una cosa.
· E
cioè?
· Davvero non c'era nessun modo di diventare la tua ragazza o mi hai
mentito?
· No, non é come credi.
Toshio le spiegò tutto riguardo al bacio
e alle regole.
Dal canto suo, Miyo si ritrovò a confidarsi più di quanto
avesse voluto. Gli parlò del
marito e dei suoi tradimenti e lui le disse che
il Mandarino non meritava una donna
così bella
· Davvero lo pensi?
·
Stai scherzando!? Adesso capisco da dove May-Lyn abbia preso la
sua
bellezza.
Miyo si rattristò all'improvviso.
· Allora ti sei
innamorato di lei! Credevo di piacerti ancora, ma forse mi sono
solo illusa.
Credo sia meglio che me ne vada.
Fece per uscire dalla grotta ma Toshio la
prese per un braccio e la attirò a se. Lei
assaporò il piacere di trovarsi
finalmente tra le braccia del suo unico e vero amore. Un
attimo dopo, lui le
sollevò il mento e, la baciò. Quando si staccarono, Miyo era
raggiante, ma
lui un po' meno.
· Scusa, non dovevo. Avrei dovuto ricordarmi che sei
sposata.
· Il tuo bacio non ha fatto effetto. Non mi sono addormentata. Mi
dispiace solo
che per colpa mia rinascerai sotto forma di scarafaggio.
·
Non ti sei addormentata perché hai un marito. Quanto alla rinascita, non
ti
preoccupare. Accadrà solo tra mille anni, ma anche se fosse stato domani
avrei sfidato
comunque tutte le regole del mondo per stare con te.
·
Questo significa che provi ancora qualcosa per me?
· Certamente. E tu?
·
Sicuro. In cuor mio non ti ho mai dimenticato.
Si erano impercettibilmente
avvicinati l'uno all'altra, quando May-Lyn entrò nella
grotta. A quella
vista, la ragazza impietrì.
· Scusate il disturbo, ma dobbiamo andare a casa.
Ciao Toshio, ci vediamo la
prossima volta.
· Ciao amico, ci rivedremo
presto.
Detto ciò, madre e figlia uscirono. Notando l'umore della ragazza,
Miyo intuì che era
per quello che aveva visto nella grotta e capì tutto.
·
Sappi che quello che hai visto non é come sembra. Mi stava...
abbracciando.
Era solo un abbraccio in memoria dei vecchi tempi.
· Non
importa madre. Non é affar mio.
Detto questo, entrò in casa. Ma appena varcò
la soglia, vide suo padre che avanzava
minaccioso verso di lei.
· Allora
signorina. A quanto vedo, uscire senza chiedere, é diventato un vizio.
Credo
che per una settimana non metterai il naso fuori di casa.
In suo aiuto
intervenne Miyo.
· Vi prego di perdonarla. L'idea é stata mia.
· É mia
figlia e doveva domandare il permesso a me. Di quello che fate voi non
mi
importa nulla. Non so che farmene di una moglie che preferisce credere alle
parole
di una serva piuttosto che a quelle di suo marito. E ora correte pure
da vostra madre.
Miyo scappò di sopra in lacrime colpita dalla durezza delle
parole di suo marito. Era
talmente scossa che quella sera non scese neppure a
cena.
Regnava un'atmosfera talmente silenziosa, che Ling-Fu si decise a
parlare.
· Insomma, cosa avete tutte quante?
· Come se non lo sapeste.-
rispose Yumi – State trattando la mia povera figlia
come uno straccio. Forse
per impietosirvi deve svenire un'altra volta?
· Tacete donna. Voi non avete
idea di quello che ha fatto.
· Oh, si che lo so. É uscita a fare una
passeggiata con May-Lyn e ve la siete
presa con la ragazza.
· A parte che
questa é una delle poche cose, lei é mia figlia e ha il dovere di
informarmi
se e con chi esce.
A quel punto, May-Lyn non riuscì più a stare zitta.
·
Questa é buona! Voi parlate solo dei miei doveri, ma dei miei diritti
non
parlate mai. La nonna ha ragione, siete solo un tiranno.
· Ma bene
figliola. Vedo che ti piace rispondere. La tua impertinenza ti costerà
due
settimane di punizione.
· Ma...
· Zitta e mangia. E un ordine.
Il pasto
fu consumato in gran silenzio e quando ebbe finito, il Mandarino
fece
chiamare Shiho.
· Mi avete chiamata, signore?
· Si ragazza. Come
ti é saltato in mente di inventarti una gravidanza?
Lei gli rivolse un
sorriso furbo e malizioso allo stesso tempo.
· Inventare, padrone? Io non
invento nulla. Dentro di me sta crescendo il frutto
del peccato. Credo che
dovreste riconoscerlo se non volete sprofondare nello scandalo.
· Tu osi
ricattare me? Brutta serva insolente, ma chi vuoi che creda a te
piuttosto
che a me?
· Tutti credono ad una povera ragazza in lacrime. Prima tra tutti
sua moglie.
Dopo un attimo di smarrimento, serrò i pugni e parlò con voce
forzatamente
controllata
· Vattene. Sparisci dalla mia vista.
Shiho
uscì e ci mancò poco che si scontrasse con May-Lyn che voleva solo
parlare
della punizione (a suo avviso ingiusta), ma involontariamente sentì
tutto.
Improvvisamente capì qual era la causa dei litigi tra i suoi
genitori.
Capì che suo padre non era di buon umore e che quindi era meglio
andare a dormire
rimandando il discorso ad un'altra volta.
Ma mentre tutti
dormivano profondamente, una persona si alzò, si vestì e sgattaiolò
fuori dal
palazzo. Era Miyo che si dirigeva a passo deciso alla grotta. Preferiva
non
essere vista mentre andava ad incontrare Toshio e quindi approfittò del
favore delle
tenebre.
Nell'ultimo pezzo di strada, si mise a correre e
quando entrò nella grotta aveva il
fiatone.
Cercò con lo sguardo il suo
grande amico e quando non lo vide fu presa da sconforto.
Stava per andarsene,
quando lui le apparve.
· Ciao Miyo. Come mai qui a quest'ora?
· Volevo
vederti. La situazione a casa é insostenibile. Mio marito mi tratta
malissimo
e temo che voglia cacciare ancora me e mia madre da palazzo.
· Come sarebbe a
dire “ancora”?
Lei gli raccontò della prima volta che furono esiliate nella
foresta e del motivo che
aveva spinto Ling-Fu a farlo.
· Davvero ha osato
così tanto?
· Si, e ho paura che lo faccia ancora.
· Non ti preoccupare.
Se dovesse accadere potrai venire qui. A proposito, May-
Lyn non é
venuta?
· No. Suo padre l'ha messa in punizione perché non gli ha domandato
il
permesso di uscire con me. Comunque, proprio di lei ti volevo
parlare.
· Qualcosa non va?
· Si. Non ti sei accorto che é innamorata di
te?
· No, non mi pare. Cosa te lo fa pensare?
· Quando ieri é entrata
nella grotta e ci ha visti abbracciati, é rimasta di sasso e
durante il
ritorno a casa, non mi ha quasi rivolto la parola.
· Spero che ti sbagli. Non
potrei mai ricambiarla e finirebbe solo col soffrire.
Mentre parlavano, si
accorsero dei primi raggi di sole che filtravano nelle rocce.
· Oh no! E già
l'alba. Devo scappare Toshio.
· Aspetta...
Lui la strinse a se e la baciò.
Poi, carezzandole il viso le chiese se per caso non poteva
restare
ancora.
· Non sai quanto lo vorrei, ma se non voglio farmi scoprire devo
tornare subito
a casa. Non temere, ci rivedremo.
Questa volta, Miyo corse
per tutto il tragitto che separava la grotta dal palazzo e, una
volta dentro
riuscì appena in tempo ad infilarsi in camera sua che subito sentì aprirsi
la
porta a fianco a lei. Per non destare sospetti quando fossero andati a
svegliarla si mise
il pigiama e si sdraiò.
Per fortuna non aveva più le
due ancelle ai fianchi del letto, si disse, altrimenti come
avrebbe fatto ad
uscire?
Tra una fuga notturna e l'altra, passò una settimana e siccome
Ling-Fu non voleva
saperne di abbuonare il resto della punizione a sua
figlia, quest'ultima non potendone
più decise di andare da Toshio di notte.
Purtroppo, non sapeva di non essere la sola ad
averne avuto l'idea e quando
entrò nella grotta restò talmente sconvolta nel vedere sua
madre e Toshio
l'una nelle braccia dell'altro che, senza farsi notare, se ne andò dritta
a
casa e una volta in camera si buttò sul letto e pianse tutte le sue
lacrime. Dopodiché si
addormentò.
Aveva immaginato che ci fosse qualcosa
sotto quando li aveva visti abbracciati ma
sperava di essersi
sbagliata.
Certo che se avesse saputo come fosse finita, non avrebbe mai
condotto sua madre
nella grotta.
Il giorno seguente May-Lyn non se la
sentì proprio di alzarsi e restò coricata fino a
tardi. Siccome non l'aveva
mai fatto prima, Miyo si preoccupò e andò da lei.
· Cos'hai figlia mia? Ti
vedo giù di morale.
· Niente, madre.
· É per questo che hai visto l'altra
settimana?
· No. Sono solo un po' stanca. Vi prego, non angustiatevi per
colpa mia.
Prometto che tra un minuto mi alzerò
· L'importante é che tu
non stia male.
Miyo uscì e si avviò verso le scale dove incontrò
Ling-Fu.
· Salve moglie mia. Stavo giusto venendo a cercarvi.
· Stavate
cercando me.
· Certamente. Volevo informarvi che ho deciso di riconoscere il
bambino nel
grembo di Shiho.
· Cosa? Ma per riconoscerlo dovreste sposare
la ragazza
· Esatto – replicò lui come se avesse udito la cosa più semplice
del mondo.
· Ma per sposare lei, dovreste ripudiare me.
· É quello che
farò. Forse quella sempliciotta riuscirà a darmi un figlio
maschio. Non come
voi, che avete saputo darmi solo una femmina.
· Credevo che voleste bene a
nostra figlia.
· Si che gliene voglio, e anche tanto. Ma per quanto affetto
io provi per lei non
potrò mai farla salire al trono. Se il nascituro sarà un
maschio, io potrò attuare il mio
piano.
· E cioè?
· Non vi riguarda,
donna. Adesso devo andare dalla mia futura moglie e spero
che sia meno
incapace di voi.
D'un tratto Miyo scoppiò in lacrime.
· Vi prego, non
siate così duro. Cosa vi ho fatto?
· Niente. A proposito, vi ringrazio per
non avermi creduto. Se lo aveste fatto,
non mi sarebbe mai venuto in mente di
riconoscere il bambino. In questo caso, avrei
dovuto dare il mio regno ad una
femmina facendo rivoltare nella tomba i miei poveri
antenati.
Detto
questo, Ling-Fu fece per andarsene, quando Miyo lo fermò.
· Aspettate marito.
Cosa direte al popolo?
· La verità. Dirò che mia moglie é un'incapace che non
ha saputo darmi un
erede maschio e che per questo sono stato costretto a
cercarmene un'altra. Ora, se non
vi dispiace, devo andare da Shiho.
Miyo
scappò in lacrime nella sua stanza e, mentre vi si rifugiava dentro, sentì
una
rabbia incontrollabile montarle dentro. Per quale motivo doveva piangere
ogni volta?
Se qualcuno doveva sentirsi in colpa, quello era suo
marito.
Certo, dopo che si fu svegliata dal suo malore, per un certo periodo
si mostrò tenero e
dolce. Ma al primo cenno di disubbidienza era tornato il
solito.
All'improvviso però, una timida vocina interna le suggerì che neanche
lei era stata
onesta e fedele fino in fondo. Miyo la zittì subito dicendo che
il suo non era un vero
tradimento e che lei lo aveva fatto solo dopo che lui
aveva violentato la domestica. E
poi, dato che stava per ripudiarla,
quell'uomo non aveva alcun diritto di rimproverarla.
Decise quindi di andare
da Toshio senza aspettare la notte. Solo quando arrivò dal suo
ragazzo
cominciò a sentirsi a suo agio. Si abbracciarono e si sedettero a parlare.
·
Se tuo marito dovesse ripudiarti, ti metteresti con me?
· Se tu non avessi
tutti questi anni in meno, lo farei.
· Davvero? Sappi che io posso prendere
l'età che voglio.
E, detto fatto, si trasformò in un uomo adulto. Purtroppo,
mentre Miyo contemplava il
nuovo aspetto di Toshio quest'ultimo cominciò
lentamente a dissolversi.
· Che ti succede, Toshio?
· I miei capi si sono
arrabbiati e mi stanno richiamando.
· Aspetta! Noi due quando ci
rivedremo?
· Presto, non temere.
Fece appena in tempo a dire quelle parole
che subito sparì. La povera donna pianse e
pianse, ma del suo amico di sempre
non si vedeva nessuna traccia. Da quella volta,
ogni giorno andava alla
grotta con la speranza di vederlo e puntualmente tornava a
palazzo col cuore
in pezzi.
Intanto che il tempo passava, la gravidanza di Shiho si vedeva
sempre di più. Finché,
un giorno, mentre faceva le pulizie lanciò un urlo
lancinante e si accasciò a terra. In un
istante, le altre ragazze furono
accanto a lei per aiutarla a partorire. Purtroppo non fu
facile perché il
bimbo era in posizione podalica. Ma, una volta superate queste
difficoltà,
diede alla luce un bel maschietto.
Shiho era talmente stremata che si
addormentò senza nemmeno poterlo prendere in
braccio. Le ragazze lo lavarono
e lo vestirono, dopodiché lo portarono dal Mandarino.
· Padrone, questo é
vostro figlio.
L'uomo non disse niente. Prese il bambino e lo portò nella
camera di Shiho. Purtroppo
la ragazza era molto indebolita dalle fatiche del
parto.
Il Mandarino andò a chiamare il dottore, ma non certo perché si
preoccupava di lei. Lo
faceva solo perché la donna doveva allattare il
bambino. Solo se fosse stata sua moglie
legittima avrebbe potuto avere una
balia.
Il medico visitò Shiho e disse che la ragazza non si doveva muovere
dal letto per
nessun motivo, e che se tutto andava bene sarebbe guarita entro
due settimane.
· Ascolta bene, ragazza. Fra una settimana ci sarà la
cerimonia di matrimonio.
Non aspettarti niente da me, lo faccio solo per non
piombare nello scandalo. E vedi di
essere in forma.
Passò il tempo.
L'incoronazione del bimbo fu celebrata con una bellissima festa.
Purtroppo,
Shiho non sembrava stare molto bene e neanche il giorno delle nozze riuscì
ad
alzarsi dal letto. Ling-Fu si avviò con aria furiosa nella stanza sua futura
sposa.
· Insomma, che ti prende? Non ti avevo forse ordinato di essere in
forma per
oggi?
· Si, ma non ce la farò. Il parto mi ha indebolita, e sto
per andarmene. Prima
però, devo dirvi una cosa. Se non sbaglio, la cerimonia
di incoronazione é
irreversibile, vero?
· Si, ma che cosa c'entra
adesso?
· Sappiate che colui che avete fatto incoronare non é vostro figlio.
Il bambino é
del mio precedente fidanzato che, una volta venuto a conoscenza
del mio stato, ha
preferito fuggire invece che sposarmi. Siete stato un
ingenuo ed é stato fin troppo
facile ingannarvi. Dopotutto, pur essendo una
semplice serva, sono stata più furba di
voi.
Dopo queste ultime parole,
Shiho spirò.
Ling-Fu pianse lacrime amare rendendosi conto solo ora di quanto
avesse maltrattato
sua moglie. L'avrebbe perdonato una seconda volta?
Si
precipitò nella camera della donna, ma non la trovò. Quella vista lo preoccupò,
così
si recò da sua figlia.
· May-Lyn, cara, dov'è tua madre?
· In
camera sua, padre.
· Impossibile. Ci sono appena stato e lei non
c'era.
May-Lyn rifletté. C'era un solo posto dove Miyo poteva essere
andata...
· Credo di sapere dove sia andata, ma non vi ci posso accompagnare,
dato che
sono in punizione.
· Ti chiedo scusa, figliola. Sono stato troppo
severo. La punizione é annullata.
Uscirono di fretta e la ragazza condusse
suo padre alla grotta. Entrarono attraverso il
passaggio segreto e li videro.
Erano entrambi lì dentro: Miyo e Toshio.
· Moglie, cosa ci fate qui? E chi é
costui?
· Cosa io ci faccia qui é solo affar mio, dato che avete sposato una
serva.
Quanto a lui, é il mio unico e solo amore da quando avevo dodici
anni.
A quelle parole fu come se il cuore di May-Lyn si spezzasse.
Ling-Fu
era furente e si controllava a fatica.
· Pretendo dunque una
spiegazione.
Miyo, paziente, gli spigò del suo amico immaginario, di come se
ne fosse innamorata
e dimenticata e di come lo incontrò un'altra volta per
poi vederlo dissolversi poco
tempo prima.
· Infine, - concluse – sono
tornata qui tutti i giorni e i suoi capi ci hanno dato il
permesso di stare
insieme.
· Come sarebbe a dire?
· Che voi avete avete sposato una serva e
che io mi prendo la mia parte di
felicità.
Detto questo, Miyo baciò Toshio
senza dare al Mandarino il tempo di dirle che Shiho
era morta. Lui tentò di
dirle anche del bambino, che non era suo, ma che purtroppo
aveva saputo tutto
ciò solo dopo la cerimonia di successione al trono.
· Caro marito, prima di
dissolvermi ho pochi secondi e vorrei salutare mia
figlia.
Miyo si volse
verso May-Lyn per dirle addio e in quel momento si accorse che non era
più
con loro. Purtroppo il tempo a disposizione dei due innamorati era finito e
si
dissolverono lasciando cadere a terra una strana polverina.
Ling-Fu
invece si precipitò fuori, e vide sua figlia in piedi su una roccia a fissare
le
onde. Fece per raggiungerla, ma questa si buttò in mare. Il Mandarino non
seppe mai il
motivo di quel gesto e visse la sua vita piena di rimpianti per
le sue egoistiche azioni
con un figlio che non era suo ma che in futuro
avrebbe regnato.
Mentre May-Lyn esalava l'ultimo respiro, pensò che perfino
quel suo gesto avventato
era migliore di una vita senza amore.
FINE
Allora, lo merita un commentino?