Storie originali > Romantico
Segui la storia  |      
Autore: caro_line    10/09/2014    2 recensioni
Non scegliamo di chi innamorarci. Non possiamo credere di poter decidere ogni minimo dettaglio o particolare della persona amata, nè tantomeno cambiarla.
Eppure amiamo. Amiamo in modo disperato, incondizionato, quasi pietoso. Strisciamo verso di lei, ci aggrappiamo alla nostra persona. La prescelta.
Ebbene, questa è la storia di due predestinati, due favoriti dal cielo, ma non dal tempo. Rispondete ad una domanda:
cosa accadrebbe ai poveri amanti, se si trovassero tra la moltitudine informe della massa e non potessero stare insieme?
Mi chiamo Emma e Yuri è stato il mio primo amore. Il primo e l'ultimo.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
There's no combination of words I could put on the back of a postcard, No song that I could sing, but I can try for your heart- (B.Johnson Better Together)

Non scegliamo di chi innamorarci. Non possiamo credere di poter decidere ogni minimo dettaglio o particolare della persona amata, nè tantomeno cambiarla. 
Eppure amiamo. Amiamo in modo disperato, incondizionato, quasi pietoso. Strisciamo verso di lei, ci aggrappiamo alla nostra persona. La prescelta. 
Ebbene, questa è la storia di due predestinati, due favoriti dal cielo, ma non dal tempo. Rispondete ad una domanda: 
cosa accadrebbe ai poveri amanti, se si trovassero tra la moltitudine informe della massa e non potessero stare insieme? 

Mi chiamo Emma e Yuri è stato il mio primo amore. Il primo e l'ultimo.  


2012.

La pioggia batteva forte sui vetri delle finestre, rimbombandomi nella testa. Settembre è sempre così dalle nostre parti, imprevedibile e prevedibilmente triste. Io e Morgana avevamo appena finito una delle nostre tante conversazioni al telefono, ci disperavamo per il ritorno a scuola e per la tristezza che il cielo ci versava addosso. Come ogni giorno, fissammo di incontrarci davanti al nostro caffè letterario preferito, proprio nel centro di Firenze. Mi infilai uno di quei maglioni un po' troppo pesanti e sformati che tenevo nell'armadio, presi la borsa e mi incamminai verso la porta d'ingresso. Mentre scendevo le antiche scale del condominio, mi soffermai sulla nostra cassetta della posta, ormai vuota da tempo. Quel giorno a riempirla, c'era una cartolina raffigurante un posto esotico. Aveva gli angoli rovinati e le scritte ingiallite. Me la misi in borsa ed iniziai a correre, sapendo che come al solito ero in ritardo. 

-Sei in ritardo- mi fece notare Morgana

-Scusa, stavolta posso spiegarti, ho trovato questa cartolina, probabilmente per mia madre o mio padre nella nostra cass…-

-Certo, certo, scuse accettate. Allora, pronta per ricominciare la solita noiosa routine?-

-Non direi proprio. E poi questo tempo..-

-Lo so, lo so, non me ne parlare. Ordiniamo?-


E' inspiegabile e allo stesso tempo semplicissima, la sintonia che c 'è fra me e Morgana. Penso che sia la persona che più mi comprende.


-Ti ricordi che stasera abbiamo quella cena in campagna, giusto?-

-Certo, M. E' solo che non sono proprio dell'umore adatto per andarci, non so, magari potresti..-

-Niente discussioni, E., lo avevi promesso. Non vorrai lasciarmi in mezzo a quelle ragazzine isteriche e ai loro discorsi razzisti ed omofobi? -

-Hai ragione, non potrei mai farti una cosa del genere.- 

 

Vedete, M. è una persona ricca. Non fraintendetemi, non che abbia un patrimonio nascosto sotto il materasso, questo no. Lei è un pozzo di cultura e sentimenti che tiene gelosamente nascosti nella sua piccola ma graziosa camera. Adoro le nostre serate-film, le nottate passate a parlare e i suoi libri prestati che hanno sempre un buonissimo odore. 

Salutandola con un abbraccio, mi diressi vero casa senza davvero volerci tornare. 

Strusciando i piedi sull'asfalto sconnesso, arrivai fin sotto il portone e lì mi sedetti, pensando bene di fumarmi una sigaretta.Quando aprii la borsa, vidi ciò di cui mi ero dimenticata: tirai fuori la cartolina e la esaminai attentamente

 

La mia chitarra sta suonando da due giorni melodie malinconiche, ma inspiegabilmente, non riesco a cantare. 

Forse è perché sia io che lei abbiamo ancora in mente 

quel grigio cielo di casa che ci rattrista così tanto. 

Sebbene questo posto sia splendido, c'è qualcosa nell'aria, qualcosa di strano.. 

Con affetto, 

Yuri. 

 

La rigettai nella borsa con forza e corsi su per le scale del condominio, sbattendomi la porta alle spalle. Mia madre era già rientrata. Preparai il tè, scelsi un buon  libro dalla raccolta di mio padre e mi rannicchiai sulla poltrona a righe posta proprio davanti alla finestra. 

Mentre leggevo, la luce grigia filtrava dai vetri e i tuoni rimbombavano in lontananza. Chiusi il libro e mi diressi in camera mia, tenendo stretta la borsa fra le braccia. 

-Mamma- urlai- Aspettavi per caso una cartolina da un certo Yuri Mashall?-

-Che io sappia né io né tuo padre conosciamo questo Yuri- rispose mia madre dalla cucina.

-Okay signor Yuri il Sofisticato- pensai- queste tue parole erano evidentemente indirizzate a qualcun altro ed è un peccato che, chiunque sia l'altra persona, non possa riceverle. Ora, visto che l'indirizzo era chiaramente sbagliato, cosa succederebbe se ti spedissi una cartolina in questo bel posto esotico?- 

Continuai a borbottare per un po', accorgendomi poi di sembrare una psicopatica. Dopo aver fissato il muro per dieci minuti, come spinta da una forza sconosciuta, presi carta e penna ed iniziai a scrivere. Ma non era quello che avevo immaginato.

 

Gentile Yuri, 

mi dispiace comunicarle che la sua cartolina è stata spedita all'indirizzo sbagliato, pertanto, non è arrivata a destinazione.

E comunque, se posso esserle d'aiuto, so come si sente. Talvolta, il cielo è così crudele da farmi piangere. 

La spiegazione alla sua malinconia potrebbe essere il fatto che il cielo, per quanto bene possa mascherarsi, è sempre lo stesso. Quindi, quello di casa sua è senz'altro il medesimo che vede nel suo posto esotico. Non c 'è modo di sfuggirgli, non c'è modo di ignorarlo. Bisogna solo imparare a conviverci. 

Buona giornata.

Emma.

 

Ero furiosa con me stessa. Perché mai avrei dovuto cercare di dare una risposta a dei pensieri che non mi appartenevano? Eppure ne sentivo un bisogno disperato. 

-Emma, farai tardi alla cena in campagna- diesse mia madre.

- Arrivo- borbottai.

Le lacrime mi rigavano il volto come la pioggia faceva con il gelsomino sul balcone che guardava coi suoi fiori verso l'alto, in cerca di risposte. 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: caro_line