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Autore: ashreynoldz    10/09/2014    0 recensioni
''Nulla è per sempre. Il caffè si raffredda, il fumo si dirada, il tempo passa e le persone cambiano.''
Genere: Dark, Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti
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Hey ( : È la prima ff che scrivo, spero di migliorare ma per ora questo è il primo capitolo, spero vi piaccia. Su wattpad: http://www.wattpad.com/story/23051574-don%27t-you-die-on-me [Luke's pov] 3 Ottobre 2013. Ore 04:35 del mattino. La suoneria del cellulare mi sveglió, cinque nuovi messaggi e tre chiamate perse. "Ash: -"Luke, cazzo rispondi" -"rispondi ti prego" -"Luke sono all'ospedale, rispondi porca puttana" Chiusi subito i messaggi e alzandomi dal letto chiamai subito Ashton. -"Ash cosa è successo?" Sentii Ashton piangere dall'altra parte del telefono e iniziai ad agitarmi. Ci furono 5 secondi di silenzio ma poi inizió a piangere di nuovo. -"Ashton che cazzo è successo?" Ashton smise per un pó di piangere, mi parló singhiozzando. A quelle parole mi sentii il mondo crollare addosso. Credo che il cuore mi si fermó per un attimo, il sangue mi si geló nelle vene. -"Io e Calum stavamo in giro in moto, eravamo ubriachi e una macchina ci è venuta addosso, i soccorsi non sono venuti in tempo Luke. Calum non ce l'ha fatta". [Ashton's pov] 2 Ottobre 2013. Ore 23:40. Non avendo nulla da fare, come al solito, decisi di telefonare al mio migliore amico Calum e lo invitai a fare un giro. Andai in moto fino a casa sua, lui era di fronte al suo garage, con uno zaino in spalla e un berretto nero che gli copriva metà fronte. Appena mi vide mi sorrise. -"Hey Ash, come va?", e saltò sulla moto. -"Che ne dici, solito locale?" -"Per me va bene, ma dobbiamo tornare entro le 2." -"Mh, come vuoi tu" Il locale era pieno, ma eravamo abituati a un tale casino, passavamo la maggior parte delle nostre serate in quel posto. Ogni tanto rimorchiavamo qualche tipa e ci divertiamo un pó, per poi ripetere la stessa cosa, almeno 3 volte a settimana. Calum puntó una bionda e io una rossa, ma erano talmente stupide che non si riusciva a fare conversazione, e la musica era talmente alta che non si capiva nulla. Cosí bevemmo per delle buone 3 ore, e verso le 3:30 del mattino uscimmo dal locale. Eravamo abbastanza ubriachi, ma siamo saliti sulla moto. Non avremmo mai dovuto farlo. Ora sono qui, sdraiato su un letto di una sala di un ospedale. Ricordo delle urla. Le luci di un faro di una macchina. Il suono di un clacson. Ricordo di essere ferito, ma non cosí tanto, e ricordo di essermi alzato dall'asfalto bagnato dalla pioggia, aver sollevato un Calum pieno di sangue e essere riuscito solo a dire "Non morire Calum, ti prego non morire" in lacrime. Ora ho il mio migliore amico sul letto di fianco al mio, morto. Il mio migliore amico era morto solo per colpa mia, solo e soltanto per colpa mia. E non me lo sarei mai perdonato. [Luke's pov] Lanciai il cellulare contro il letto e iniziai a piangere. Le lacrime scendevano e non smettevano più di colarmi dal viso. Inizia a prendere a pugni il mio armadio mentre urlavo e riuscivo solo a pensare a quelle parole. Calum non ce l'ha fatta. Calum non ce l'ha fatta. Calum non ce l'ha fatta. Calum non ce l'ha fatta. Mi trascinai in bagno e aprii lo sportello sopra al lavandino. Dovevo calmarmi. Presi le mie pillole e ne buttai giù qualcuna, immediatamente caddi a terra respirando affannosamente. Quando smisi di piangere mi alzai quasi barcollando e mi misi addosso i vestiti del giorno prima. Dovevo andare in quell'ospedale, dove si trovava Calum. Il Calum che ora è morto. Mi si fermava il cuore solo a pensare a quella parola. "Morto". Ormai le pillole avevano fatto effetto già da un pó, cosí presi le chiavi e con la mia macchina andai all'ospedale. Chiesi a una delle infermiere di Calum e mi portó in una stanza. Mi trovai di fronte Ashton con qualche taglio e livido qua e là sul corpo, appena mi vide inizió a piangere, andai verso di lui e iniziai a gridare, stavo dando tutta la colpa a lui per ció che era successo, era lui che guidava, lui che lo aveva portato in quel locale quella sera. Le infermiere mi trascinarono via dalla stanza e rimasi per mezz'ora in sala d'aspetto, non sapendo cosa fare, chiamai immediatamente Michael. Mi raggiunse dopo venti minuti con le lacrime agli occhi. Non andó nemmeno a vedere Ashton. Dopo 15 minuti smise di piangere. Michael è un tipo a cui non piace mostrare quello che prova. Ma io stavo ancora lí a piangere ranicchiato contro i sedili della sala d'aspetto, cosí Michael mi portó a casa sua e dormii da lui. Ma piú che dormire piansi, tutta la notte.
   
 
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