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Autore: ioanna drysia laine    11/09/2014    2 recensioni
OOC: accenni di Loki e Adilla umani.
dal testo:
Adilla, voleva scoprire da dove proveniva.[...] Ognuno ha ciò che ottiene, e noi avevamo il nostro regno.
Era ciò che volevamo e l’abbiamo ottenuto.
Sotto l’anima della persona più dolce, si nasconde l’anima della persona più oscura, e noi avevamo una parte molto oscura.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Loki, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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 OOC: accenni di Loki e Adilla umani.
 
                                                                Adilla

Adilla, lunghi capelli neri e occhi azzurri.
Adilla, voleva scoprire da dove proveniva.

Come ogni mattina si alzava e tristemente scrutava la sua stanza, spostò il lenzuolo bianco e posò i piedi per terra strofinandosi le mani sul viso, i capelli corvini che scendevano disordinati sul viso candido e le guance rosa; aprì le tende color pesca e fece entrare la luce in quella stanza un po’ cupa per i suoi gusti, ma cosa ci poteva fare? Ormai era abituata a vivere in quella stanza.
Le camere migliori le avevano i suoi fratelli, biologici, lei era stata adottata alla tenera età di tre anni, fece breccia nel cuore dei Marino grazie alla sua voglia di vivere e ai suoi occhioni blu pieni di vita e curiosità. Lei era ed è affamata di curiosità, ogni cosa nuova era ed è una conquista per Adilla.
Il suo nome proveniva dall’arabo, lei amava il suo nome, ed era il nome che diedero i suoi genitori biologici, ma ormai a diciotto anni voleva scoprire da dove proveniva, ma non era facile.
Scese le scale a chiocciola, e raggiunse gli altri in cucina, si portò il biscotto al cioccolato alla bocca e pensava come fosse stata la sua vita con la sua famiglia, a lei non piaceva vivere con i Marino.
Si sentiva un po’ come Harry Potter, Dudley aveva la camera più bella ed Harry lo sgabuzzino, lo stesso con lei.
I suoi fratelli avevano la camera più spaziose e lei una piccola con una finestra quasi rotta.
Non capiva perché la trattavano così.
Uscì di casa per andare con dal suo migliore amico, Loki, era l’unico che la capiva, si capivano con uno solo sguardo, si adoravano.
-come va?- domandò Loki mentre si portava le mani sul mento per sorreggerlo, capì che era una giornata merda.
-secondo te? Solita vita, non mi cagano minimamente e domani andrò al centro adozioni.- quelle parole caddero come pesi su Loki, subito si voltò con sguardo quasi minaccioso.
-Adilla, vengo con te!- esclamò il ragazzo, estrasse il portafoglio e le lanciò in faccia un biglietto della metro, si scambiarono dei sorrisi.
Solita cosa il giorno dopo, aspettava l’amico alla fermata della metropolitana mentre si arricciava una ciocca di capelli tra le dita smaltate di un color nero, mentre faceva ondeggiare la sua gonna rosa dall’ansia.
Se voleva uccidere Loki? Sì.
Gli avrebbe stretto le mani intorno al collo e lasciarlo soffocare tra i binari.
-Adi, scusa per il ritardo!- iniziò a scusarsi per poi baciare la ragazza.
-ti stavo per uccidere, stronzo!- sbraitò per entrare nel treno e sedersi su quelle poltroncine scomode e sporche.
Le porte si chiusero, come quel capitolo che visse per diciotto anni.
Aprì la porta ed entrò in quell’ufficio ovale, la scrivania di frassino, i fogli sparpagliati e un centinaio di libri e di fascicoli.
-buongiorno!- la signora, una signora arzilla sulla quarantina, gli occhiali neri posati sul naso e i capelli biondi tirati indietro da uno chignon.
-buongiorno.- rispose Loki mentre la sorreggeva, le sue gambe tremavano dall’emozione.
-sono qui per cercare la mia famiglia di origine, il mio cognome natio è Laufeydóttir- a sentir quel cognome Loki la guardò e le disse di ripetere il cognome, il suo era Laufeyson.
Anche lui era stato adottato, ma non era una cosa importante cercare la sua famiglia.
-non possiamo dirle niente, solo che siete nata a Reykjavik, in Islanda.- l’ennesima botta finale, si sentiva come il suo cuore fosse crollato sotto il peso di un edificio.
L’Islanda è un’isola piccola, con pochi abitanti, poteva trovare facilmente la sua famiglia di origine, ma era ancora sconvolta dal fatto che il suo migliore amico fosse suo fratello, sì, dicevano che si assomigliavano ma non ci fecero caso più di tanto.
Come scoprì il suo cognome? Le carte dell’adozione che trovò nell’ufficio di suo padre, in quel momento scoprì di essere adottata.


Il tuo diritto di nascita era morire, da bambino! Abbandonato su rocce di ghiaccio! Se io non ti avessi salvato ora non potresti essere qui ad odiarmi! –Loki (Thor: The Dark World).’

In quel giorno di sole in Italia, mentre lei leggeva un libro seduta sulla sabbia soffice del mare, una tempesta si abbatté.
Un uomo biondo, occhi azzurri e con un gusto nel vestire orrendo si posò davanti ad ella.
-ok, potresti chiudere qui il tuo bell’acquazzone!- esclamò leggermente irritata in viso, mise il libro nella borsa e lo guardò per bene.
-mi hai annaffiato bene, guarda che non crescerò più di così.- afferrò la sua roba e iniziò a correre verso un riparo.
L’uomo alzò il Mjolnir e fece finire la tempesta.
-apprezzo il tuo sarcasmo, Odino padre degli dei mi ha detto di portarti su Asgard, ti deve parlare, te e il tuo amico, Loki.- corrucciò le sopracciglia e lo guardò male.
-non accetto passaggi dagli sconosciuti.- ribatté e incrociò le braccia sotto il seno.
-non sono uno semplice sconosciuto!- esclamò.
La prese per mano e la portò su Asgard;
-adesso ti credo, tu chi sei? Mi spaventi!- il terrore lo si leggeva nei suoi occhi.
-sono Thor, e lui Odino.- probabilmente le pagine de ‘il diario di Cathy’ contenevano elevate quantità di cocaina e questo era uno degli effetti.
-Adilla, figlia di Laufey, re di Jotunheim, prossima regina del regno dei giganti, quando ho ucciso tuo padre, ho dovuto prendervi ed esiliarvi.- quell’uomo o stava blaterando qualcosa oppure il libro veramente era cosparso di qualcosa di stupefacente.
-solo questo?- domandò e continuò con un –sentite, apprezzo il vostro scherzo, ma io sono la regina della mia stanza, in Italia, e poi chi sono questi giganti? E apprezzo il tuo martello!- tutto questo per lei era nuovo ed era incredula, probabilmente era protagonista di un film senza saperlo.
-Adilla, sii seria.- la riprese Odino alzandosi dal suo trono e chiedere ad Heimdall di portare Thor e lei su Jotunheim.
Un tipo blu e mostruoso le si avvicino, le tocco il polso e scoprì con piacere che non si congelò ma le venne una chiazza blu.
-Adilla?- chiese quell’essere strano e gigantesco.
-sì, così dice l’anagrafe.- il suo sarcasmo era punzecchiante come uno spillo.
-sii seria, sei una Jotun come tuo fratello Loki.- ecco un altro che le ripeteva che era una Jotun.
Dopo quella frase ritornò nella sua amata Italia.
-Dove sei stata?- chiesero i suoi genitori.
-in spiaggia a leggere.- si lasciò andare alle spalle quell’esperienza, e si gettò sul divano.
-sei stata fuori tre ore.- il signor Marino fece il segno tre con le dita.
-e beh? Sono maggiorenne, potrei sparire e non tornare più.- si scambiarono sguardi di fulmini e odio.
-sei nostra figlia.- ecco che aggravava di più la situazione.
-no, non lo sono.- ribatté ella uscendo di casa sbattendo rumorosamente la porta.

***
 Anche Loki fu portato su Jotunheim e scoprì la sua vera natura.
-Loki e Adilla, figli di Laufey e Farbauti, siete stati portati su questo regno per regnare i giganti di ghiaccio. E qui che vi dichiaro re e regina del regno.-
I due si fecero avanti, il copricapo di Loki gli stava bene, si avvicinò impugnando lo scettro.
Il predecessore di quest’ultimo fu attaccato da un Asgardiano e lì che iniziò la vera battaglia, i ragazzi furono ben addestrati per combattere ogni nemico.
L’arma di Thor colpì Loki, che, per difendersi lo toccò e lo ghiacciò all’istante per poi distruggerlo.
-Odino, perché lei ci ha chiamato se non facciamo parte del vostro regno?- chiese titubante il figlio di Laufey.
-Perché, io ho ucciso vostro padre e io ho deciso di esiliarvi su Midgard.- rispose freddo.
Da quel giorno i nove regni vissero in pace.
I suoi genitori adottivi la cercarono fino allo sfinimento, ma non la trovarono, mai.

Loki’s pov:

A me non era mai importato di cercare la mia vera famiglia e tutto ciò non mi interessava, ma quello che successe era una rivelazione.
In una settimana sono successe tante cose, tra cui la mia incoronazione, e la mia vera natura come Jotun.
Amavo quel regno, era freddo, come a me piaceva veramente, infatti, io odiavo vivere nel sud Italia, volevo vivere in montagna, e poi, ho sempre represso la mia natura di Jotun e ho lasciato che la mia natura d’umano vivesse la vita. Ma e come se la vivessi in terza persona e non mi sentivo veramente accettato e non mi sentivo parte di loro.
Il regno andava bene, e non c’erano guerre dall’incoronazione, il Tesseract lo avevamo noi, nascosto tra il ghiaccio e ben protetto, ma, non ero alla vera conoscenza della sua energia.

Adilla’s pov:

Mi piaceva comandare, strano da dire, ma pensavo che questa fosse la vera natura della gente, cioè: essere comandata.
Purtroppo, il Tesseract sprigionò la sua energia e distrusse il regno.
Io e Loki ritornammo su Midgard, precisamente a Reykjavik, la città natale di entrambi.
Il regno durò poco, e ci ritrovammo alla parte iniziale della storia, era veramente quello che volevamo veramente? Essere re? Sì.  Era quello che volevamo.
Loki usò quel scettro per comandare, avevamo la nostra orda di gente da comandare.
Ognuno ha ciò che ottiene, e noi avevamo il nostro regno.
Era ciò che volevamo e l’abbiamo ottenuto.
Sotto l’anima della persona più dolce, si nasconde l’anima della persona più oscura, e noi avevamo una parte molto oscura.


Inginocchiatevi! Non vi sembra semplice? Non è questo il vostro stato naturale? È la verità taciuta dell'umanità: voi bramate l'asservimento, il luminoso richiamo della libertà riduce la gioia della vostra vita ad un folle combattimento per il potere, per un'identità. Voi siete nati per essere governati. Alla fine vi inginocchierete sempre.

Gli umani dovevano essere governati, io Adilla Laufeydóttir sono stata inginocchiata sotto il governo dei miei genitori per diciotto anni, adesso toccava a loro, per l’eternità.
                                                                           
                                                  The end.





Angolo autrice:
forse esagero a partorire queste fan fiction una dietro l’altra, ma l’idea mi piaceva, spero vi piaccia; ovviamente Adilla è un personaggio inventato, non ditemi come lo inventata, è il mio cervello che lavora alle quattro di notte.
Il messaggio di questa OS è, mai fidarsi di una persona perché può essere la persona più malvagia della Terra, e dei nove regni messi assieme.
Ci sono due citazioni dei film, le ho inserite perché mi piacevano (ma lool?!) ok, nope.
  
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