«Che ore sono?»
«Le 9.35»
 
Sono a scuola, ma non la mia scuola, una in centro a Piacenza. Oggi ho un esame molto importante di medicina. Ce la farò? Lo spero.
Aspetto nell'aula magna con il mio ragazzo, che sembra rilassato…ma come fa? Io sto morendo di paura! Se non lo dovessi passare i miei mi scuoierebbero viva perché hanno speso 50€ per questo corso e chissà quanti in benzina per portarmi qui ogni lunedì per cinque mesi…
Per alleviare lo stress inizio a gironzolare nei corridoi. È una scuola recente,moderna, con una bella cupola trasparente sull'aula magna e con dei corridoi sormontati da lucernari di vetro che fanno entrare luce naturale. Delle scale a chiocciola marmoree mi portano al primo piano, dove ci sono la maggior parte delle aule. Noto una porta aperta. Entro.
L’aula è ampia, con grandi finestre. I banchi sono larghi e inclinati, tele da disegno sono appese ai muri per ravvivare l’ambiente. Sulla lavagna è rappresentata una proiezione ortogonale. Deve essere l’aula di arte.
Una cornice dorata attira la mia attenzione. Mi avvicino per vedere meglio.
Un bellissimo ciliegio in fiore è posto sulla destra del dipinto ad acquerelli. A uno dei suoi rami è appesa un’altalena, vecchia. Chissà come è divertente.
Dalla pagoda sulla sinistra esce una bambina dai capelli corvini, probabilmente di etnia giapponese, che stringe a sé una bambolina di pezza. Sorride. È il suo compleanno e i suoi genitori, a riposo dalle lunghe giornate nelle risaie a 60km da lì, le hanno portato una bambola di pezza nuova per la sua collezione. Lei, prima di relegarla sulla mensola di legno con le altre, vuole farle provare il brivido della vita. Corre verso l’altalena. Il vestitino bianco, leggero, spumoso svolazza per la brezza. Incomincia a dondolarsi. La risata pura, cristallina della bimba accompagna il saliscendi dell’altalena, i petali rosei dell’albero incorniciano il magico momento.
«Mei-chan!»
È la nonna della bimba. Meglio rientrare, avrà finito di preparare gli onigiri. La coppia si dirige a tavola saltellando al ritmo calmo del gong.
Mi sento toccare la spalla. Mi volto di scatto sulla difensiva, ma mi accorgo che è solo il mio ragazzo che mi avvisa che l’esame sta per incominciare e la dottoressa Fukushi mi sta aspettando in aula.
«Buona fortuna, Tata»

Angolo dell'autrice

Spero vi sia piaciuta la mia prima storia. É corta, lo so, ma vi avevo già avvisato nella bio e la scritta "Flash-fic" ve lo doveva confermare.
Gradirei recensioni, di qualsiaisi tipo (voglio imparare a scrivere, crescere, non voglio montarmi la testa per nulla. Quindi i commenti "rossi" sono ben accetti).
Alla prossima 
                                             -Melody