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Autore: Celebrian89    11/09/2014    1 recensioni
Rin, figliol prodigo della combriccola di nuotatori, aveva bisogno di aiuto per una relazione di scienze e aveva deciso di cercare aiuto nei suoi amici dell'Iwatobi. Non poteva certo sapere che una richiesta così banale e apparentemente innocua gli avrebbe stravolto la vita.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Haruka Nanase, Rin Matsuoka, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ehm, è la prima volta che trovo il coraggio di pubblicare qualcosa xD
"Under the starry sky" è un po' quello che vorrei per la mia coppia preferita di Free!: la RinHaru :)
Potrebbe contenere lievissimi spoiler, nel senso che è temporalmente collocata dopo la fine della prima serie, ma nulla di fondamentale. Spero non ci siano errori e che il primo capitolo vi piaccia! Buona lettura ^^
 

 
 
Haruka riaprì gli occhi e li rivolse all’insù per un momento.
Sopra di loro c’era solo un cielo pieno di stelle...


 
Ebbene sì, tutto era cominciato a causa di un cielo pieno di stelle che Rin doveva osservare, con tanto di telescopio fotografico fornitogli dal club di astronomia, per un progetto individuale di scienze volto all’analisi delle costellazioni presenti nella volta celeste dell’emisfero nord del nostro pianeta.
 Nulla di troppo complicato per una mente come quella di Rin, se non fosse stato che la metà dei suoi pensieri fossero rivolti agli allenamenti in vista delle prossime competizioni interscolastiche. In quel periodo si deconcentrava talmente tanto facilmente da qualsiasi altra attività che non fosse il nuoto, che per essere sicuro di portare a termine il progetto di scienze aveva chiesto aiuto ai suoi ritrovati amici dell’Iwatobi.

Nagisa, che senza ombra di dubbio sarebbe stato quello più felice ed entusiasta di ammirare un cielo stellato in compagnia di Rin-chan aveva, a malincuore, declinato subito l’offerta, in quanto doveva già impegnarsi al massimo per mantenere quantomeno stabili i suoi poveri voti. Rin, per quanto dispiaciuto, si era sentito leggermente sollevato, giacché probabilmente l’accompagnamento di Nagisa si sarebbe rivelato più disastroso che utile al suo progetto. Gli voleva bene, certo, ma se c’era una cosa che Nagisa sapeva fare meglio di chiunque altro era divagare e distrarsi da qualsiasi argomento riguardasse la scuola.
Giusto l’opposto di  Rei, il farfalloso tizio occhialuto che si era unito al club di nuoto dei suoi amici d’infanzia. Sebbene ci fossero stati dei pesanti attriti iniziali, dovuti per lo più al caratteraccio angst di Rin in quei tempi, adesso andavano d’accordo, nonostante la sempre presente competizione su chi fosse la farfalla più bella del reame tra loro due. A Rin non sarebbe dispiaciuto l’aiuto di Rei per il progetto di scienze, visto che probabilmente lui ne sapeva più della professoressa e dei libri di astronomia messi assieme, ma purtroppo anche lui si era trovato costretto a declinare. Rei difatti, oltre a dover aiutare sua moglie Nagisa nello studio, faceva allenamenti molto pesanti per migliorare la sua tecnica nei vari stili di nuoto, e con tutto l’interesse che poteva nutrire per le stelle e la buona volontà che poteva metterci, era innegabile che si sarebbe  addormentato dopo 5 minuti di osservazione della volta celeste. Rei, ben poco velato sentimentalista, si era sentito seriamente dispiaciuto nel rifiutare la richiesta di Rin, che lo aveva da poco aiutato a uscire dalla sua sindrome di Yellow sub marine, e aveva celato, sistemandosi gli occhiali, una smorfia di dolore. Rin, che stava imparando a conoscerlo, aveva risposto di rigetto con un sorriso gentile, comprendendo i suoi motivi e assicurandogli che non c’erano problemi.
Se c’era una cosa che il giovane squalo della Samezuka non si aspettava di certo, era che nemmeno Makoto potesse venire in suo aiuto. Anche gli altri membri dell’Iwatobi rimasero di stucco. Erano tutti troppo abituati alla disponibilità di quel tesoro di “mamma Makoto”. Quando Rin lo udì pronunciare «Scusa davvero Rin, ma non posso proprio aiutarti» si sentì come baciato dalla più terribile delle maledizioni. Per non ricevere l’aiuto di Makoto doveva aver fatto qualcosa di davvero tremendo in questa vita o in quella precedente. Mentre si interrogava su cosa potesse aver combinato per attirare ‘si tanto l’odio degli dei, in un limbo tra angoscia e disperazione, Makoto spiegò che i suoi genitori dopo tanto tempo si erano concessi una settimana di villeggiatura in montagna, per cui la sera doveva assolutamente restare in casa coi suoi fratellini Ren e Ran.
 
Nulla di fatto, quindi. Un po’ sconsolato, Rin si era inchinato in segno di ringraziamento di fronte ai suoi amici e si stava accingendo ad andarsene pensando già ad un piano B per il progetto di scienze. Non poteva assolutamente chiedere l’aiuto di Gou; il suo orgoglio di fratellone, nonché unico uomo di casa, ne sarebbe uscito troppo ferito! Quale fratello maggiore si sarebbe fatto aiutare dalla propria sorellina per un compito scolastico?! Semmai poteva accadere il contrario, ma lui doveva dimostrarti autonomo, maturo e soprattutto figo. Aveva bisogno di inventarsi qualcos’ altro e mentre rifletteva assorto sventolando la mano destra per salutare i suoi amici, sentì qualcosa posarsi sulla sua spalla sinistra.  Si pietrificò, trattenendosi a stento dal sobbalzare, ruotò il collo di 90° e vide Haruka fissarlo con fare minaccioso.
«Che c’è Haru? Vuoi fare una sfida intanto che sono qui?» gli chiese sicuro di sé indicando la piscina e mostrando i denti appuntiti in un ghigno malefico.
«Perché non hai chiesto il mio aiuto per il progetto di scienze? Sei di nuovo arrabbiato perché ti ho battuto nello stile libero?» chiese Haruka stranamente incurante di quello che aveva appena detto Rin. La sua voce era impassibile come sempre, ma gli occhi lasciavano trasparire il suo stato d’animo. Si era offeso, se l’era presa perché Rin non aveva chiesto aiuto anche a lui.
«Che? Haru… non te la sarai mica presa?! Non vorrai scherzare! Non riesci a trovare la voglia per uscire dalla vasca da bagno al mattino, figuriamoci se vorresti aiutarmi con un progetto scolastico! Non mi era nemmeno passato per la testa di chiederti aiuto» disse Rin ridacchiando sarcasticamente davanti a quell’Haruka sorprendentemente infantile e imbronciato.
Nonostante fossero passati diversi secondi Haru non rispondeva. Rin stava iniziando a pensare di aver combinato un casino, in fondo era il suo forte, quando: «Sfidiamoci. E se ti batto, verrò ad aiutarti con le tue stelle»
«Ah già, io nuoto solo furii»fece ancora il delfino.
«Suvvia Haru non è necessario, insomma se vuoi ven-»
«Hai detto o no tra un ghigno e l’altro se volevo fare una sfida intanto che eri qui?»
“Allora mi avevi sentito” pensò Rin tra sé e sé.
«Ok ok, ho capito! Ma sappi che dovrai pagarle care queste stelle!»
Sotto gli occhi increduli degli altri dopo nemmeno 30 secondi entrambi, lo squalo e il delfino, erano sul trampolino pronti a lanciarsi. Haruka lanciò un’occhiata severa a Makoto. “Vuole che gli faccia da giudice” capì immediatamente il ragazzo! Ora, come funzionasse la comunicazione tra quei due non era ancora ben chiaro a nessuno, nemmeno a Rei, che seppur di nascosto, aveva cercato di osservarli per capire il segreto della loro formidabile intesa, quasi come fossero cavie di laboratorio.

«Pronti, ai posti, VIA!»
All’urlo di Makoto i due sfidanti si lanciarono in un tuffo quasi sincronizzato. Rin era leggermente in testa. Ma una bracciata dopo l’altra Haruka si avvicinava sempre di più all’avversario. Inutile dirlo, agli occhi degli spettatori non poteva che risultare come una sfavillante sirena. Era nel suo habitat naturale e per quanto forte o veloce potesse essere il rivale, questa sua sintonia con l’acqua riusciva sempre a fargli dare il meglio, fino alla fine. E tante volte questa grinta bastava per vincere.
Quel giorno fu così, tra schizzi caotici e respiri affannosi, nonostante lo svantaggio iniziale Haruka arrivò primo. Finito lo scontro i due si diedero il cinque ancora in acqua e ansimanti. Makoto andò poi ad aiutarli ad uscire. Quando guardò in viso Haru notò per un secondo una strana smorfia, simile a un sorriso, sul suo volto. “Ci teneva proprio ad aiutare Rin, se è così felice di aver vinto” pensò, lasciandosi sfuggire uno sbuffo divertito.

E così la sera dopo, ai piedi di una delle colline circostanti la cittadina di mare dove abitavano, due ragazzi si erano dati appuntamento all’ora in cui tramonta il sole, per andare ad osservare le stelle insieme. Nel risalire il dosso, i due chiacchierarono del più e del meno per circa un’ora, accarezzati dai raggi del crepuscolo e dalla flebile luce delle prime stelle della sera. Il cielo si stava dipingendo di un bellissimo contrasto di arancione e blu che per un momento lasciò entrambi senza parole. Poi le labbra di Rin si mossero appena e con un filo di voce e lo sguardo perso nel tramonto disse «Non è romantico?»
Haruka sgranò leggermente gli occhi: non si aspettava di certo una frase del genere dal nuovo Rin, ma d’accordo con lui rispose con un tiepido “si”, mentre nella sua mente riaffioravano ricordi lontani dal sapore agrodolce. Rin iniziò a scrollare velocemente la testa: «Aaaah! Ma che mi salta in mente di dire?! Forza Haru, proseguiamo o non arriveremo mai!»
Quando raggiunsero il punto più alto della salita, del sole non era rimasta più traccia, così come dell’imbarazzo che Haruka poteva giurare di aver visto poco prima sulle gote arrossate di Rin.

Il rosso sfilò il telescopio dalla sua custodia, dopodiché cercò di fissarlo a terra nel miglior punto possibile con fare decisamente impacciato. Haruka, apparentemente inespressivo, si stava in realtà godendo la scena che gli si proponeva davanti agli occhi e ne era divertito. Dopo diversi tentativi, Rin era riuscito a collocare il telescopio in una posizione più o meno stabile e aveva iniziato il suo compito. Nelle pause tra un’osservazione e l’altra, annotava sul cellulare ciò che aveva visto. La scarsa luminosità di quel luogo non gli permetteva infatti di poter scrivere su un quaderno.
Accanto a lui Haruka si limitava a guardare l’orizzonte, evitando di fare qualsiasi tipo di rumore. Rin si voltò un momento per scrutarlo: una lieve brezza gli scompigliava ritmicamente i capelli, intaccando leggermente la sua solita apparenza composta e ordinata. A prima vista Haruka poteva sembrare un ragazzo freddo e distaccato, ma chi riusciva ad andare oltre le apparenze e ad instaurare un rapporto con lui, si ritrovava un amico fedele e sincero sul quale poter sempre contare. O almeno, questo era quello che Rin pensava e aveva avuto modo di sperimentare nel suo passato recente. Lì per lì Rin iniziò a rendersi conto di tutto il tempo che aveva passato lontano dai suoi amici. Certo ora andavano di nuovo tutti d’accordo, ma che esperienze avevano fatto gli altri durante la sua assenza?  A quante lacrime non aveva potuto prestare la sua spalla e quanti sorrisi si era perso? Sentì un vuoto colmargli improvvisamente il petto, come se tutti i suoi organi fossero svaniti nel nulla e lui non fosse rimasto altro che un involucro. Si sentiva alienato da quella quotidianità che una volta era anche sua e della quale ora non faceva più veramente parte. Improvvisamente il tempo passato lontano dagli altri aveva iniziato a gravargli sulle spalle in maniera insopportabile. Si sentiva schiacciare da quel peso, si sentiva male e incompleto.

Influenzato dai suoi pensieri sempre più torbidi e sicuramente spinto dalle mani della notte, Rin rivolse ad Haruka una domanda piuttosto personale che andava ad inaugurare un argomento lasciato del tutto intatto fino a quel momento. Probabilmente pensava che fosse il modo più veloce e diretto per rispolverare e recuperare quel rapporto confidenziale che c’era tra loro un tempo e sul quale poggiavano ormai diversi centimetri di polvere.
«Haru, in questi anni hai mai avuto una ragazza? C’è qualcuna che ti interessa al momento?»  
Nella sua testa Rin aveva immaginato una gamma di possibili risposte che il moro avrebbe potuto dargli, credendosi preparato a qualsiasi eventualità. Ma ciò che ribatté Haruka lo colse totalmente alla sprovvista.

«Gou»
Quel monosillabo risuonò come lo scoppio di una bomba nelle orecchie incredule di Rin.




Il primo capitolo si conclude qui ^^
Spero veramente che lo abbiate trovato quantomeno leggibile xD  Sarei felice di ricevere qualche parere, anche critico, per poter migliorare aspetti negativi e mantenere costanti quelli positivi :) 
Grazie a chiunque abbia deciso di leggermi, al prossimo capitolo! Kiss~
                                                                                                               
                   

 
   
 
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