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Autore: Artemisia89    29/09/2008    11 recensioni
(Tratto da La ragazza con l'orecchino di perla di Tracy Chevalier)
I vetri delle alte finestre si specchiavano in quelle pozze quando lei passava, poi, come per una stregoneria, sembravano sparire. Griet pensò che anche lei doveva essere sotto un incantesimo: ad ogni passo vedeva sparire se stessa.
Ma lui era morto, ora.
[ C i n q u e g u l d e n ]
Genere: Triste, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chiara

 

Dianthus

[ c i n q u e g u l d e n ]

 

 

 

Quella volta la stella ad otto punte l’aveva portata in una stradina buia, dietro la Chiesa Nuova. Anonima, sporca, silenziosa e fredda la strada l’aveva accolta con un gran sospiro: Griet aveva camminato senza troppa circospezione, sfiorando l’acqua delle pozzanghere, come se fosse rimasta in una vasca colma d’acqua calda ed essenza di garofano. Non si sentiva.

I vetri delle alte finestre si specchiavano in quelle pozze quando lei passava, poi, come per una stregoneria, sembravano sparire. Griet pensò che anche lei doveva essere sotto un incantesimo: ad ogni passo vedeva sparire se stessa.

L’uomo che doveva incontrare l’aspettava a testa bassa sotto un gran portone sbarrato, sciogliendo i nodi della barba con movimenti placidi; non guardava nella sua direzione. Griet, ancora nell’ombra della casa che stava alla sua destra, seguì la traiettoria del suo sguardo. L’attenzione del vecchio era tutta per un ragazzino che giocava in riva al fiume. Il cappello teneva fermo il suo liscio caschetto nero mentre con una rincorsa lanciava i sassi sull’acqua ghiacciata. Griet aveva sentito parlare di un’acqua che non ghiacciava mai e si chiese che gioia potessero ricavarne i bambini, da un’acqua che d’inverno era solo da evitare.

L’acqua che d’inverno non gela è solo fredda.

Il vecchio si passò le mani sulla bocca, poi sui capelli e infine la vide. Lanciò un’ultima occhiata al ragazzo – rincorsa lancio, le pietre che rotolano sul ghiaccio e poi sul legno di una barca – e poi si rivolse alla donna. La moglie del macellaio, disse. Si, rispose lei. Nessuno la chiamava più Griet. Quel nome era solo suo e ora che lui era morto Griet era morto con lui. Non c’era molto altro da fare.

Quando prese gli orecchini dalla stoffa in cui li aveva riposti, le perle gonfie come due gocce d’acqua oscillarono davanti ai suoi occhi. L’uomo dei segreti le prese con lentezza, le osservò in controluce e le saggiò con i denti. Dove ora c’era la bocca dell’uomo, pensò ancora lei, prima c’era stata la mano di lui e prima ancora quella di Catherina e di Maria Thins. Infinite mani avevano toccato quelle perle, ma solo una le aveva condotte sul suo corpo. Sperò che l’uomo facesse in fretta.

Venti gulden, disse. Si, rispose lei. Andava bene. Tutti sarebbero stati felici e lei, forse sarebbe tornata a vedere oggetti anziché colori. Forse, liberandosi anche di quell’ultima magia l’incantesimo si sarebbe rotto per sempre.

Di amore ormai non ne sarebbe rimasto più niente, dopo la vendita. Lui era morto, gli orecchini venduti, Griet era rimasta intrappolata in un quadro, a labbra schiuse. Non restavano che quei venti gulden.

 

E che poteva averne mai saputo, lui? Gli orecchini quando ticchettavano facevano un rumore leggero leggero, mentre i soldi nella sua tasca si scontravano fragorosi ad ogni suo passo.

 

 

 

 

 

~

 

{A Val e Livia.}

Ancora una volta.

  
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