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Autore: Defendmeharry    11/09/2014    0 recensioni
Attorno ad Hazel era tutto tranquillo, si sentiva soltano il rumore della natura; le foglie che si muovono accompagnate dal vento che leggere sbattono tra di loro e cadono, le poche persone che passano in quel parco dietro la scuola che Hazel frequenta, calpestano le foglie ormai cadute al suolo, ricreando quel rumore che la ragazza tanto ama.
Hazel ha un diario con sè, lo porta dentro il suo zaino tutte le volte che esce di casa, quel diario è sempre con lei. Alle tre del pomeriggio quando ormai le lezioni sono finite, si siede nella panchina di sempre dove riesce a concentrarsi, e scrive.
Hazel non è una ragazza popolare, è una ragazza semplice, una ragazza che vive nell'ombra, una ragazza che nessuno nota. I suoi genitori si chiedono cosa abbia di tanto speciale quel diario che Hazel ha sempre con sè. Non se ne separa mai e la maggior parte del tempo sta sul letto a scrivere sulle pagine scure di quel libriccino riciclato.
Hazel scrive di qualcuno. Qualcuno che non l'ha mai notata ma che lei tanto ammira.
E se colui di cui Hazel scrive si scopre essere molto simile a lei? Un ragazzo silenzioso, cupo e misterioso
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Attorno ad Hazel era tutto tranquillo, si sentiva soltano il rumore della natura; le foglie che si muovono accompagnate dal vento che leggere sbattono tra di loro e cadono, le poche persone che passano in quel parco dietro la scuola che Hazel frequenta, calpestano le foglie ormai cadute al suolo, ricreando quel rumore che la ragazza tanto ama. 
Hazel ha un diario con sè, lo porta dentro il suo zaino tutte le volte che esce di casa, quel diario è sempre con lei. Alle tre del pomeriggio quando ormai le lezioni sono finite, si siede nella panchina di sempre dove riesce a concentrarsi, e scrive. 
Hazel non è una ragazza popolare, è una ragazza semplice, una ragazza che vive nell'ombra, una ragazza che nessuno nota. I suoi genitori si chiedono cosa abbia di tanto speciale quel diario che Hazel ha sempre con sè. Non se ne separa mai e la maggior parte del tempo sta sul letto a scrivere sulle pagine scure di quel libriccino riciclato.
Hazel scrive di qualcuno. Qualcuno che non l'ha mai notata ma che lei tanto ammira. 
E se colui di cui Hazel scrive si scopre essere molto simile a lei? Un ragazzo silenzioso, cupo e misterioso dagli occhi azzurri profondi e fragili che tutti conoscono. 



I giorni passano e la routinne rimane sempre la stessa: svegliarsi, scuola, dormire. 
Non c'è nient'altro da fare se non scrivere. 
Come sto facendo adesso, scrivere al mattino presto quando tutti ancora dormono e in casa regna solo la pace, con la finestra aperta e l'aria fresca che entra accarezzandomi piano le gambe lasciate scoperte dal piumone floreale che mamma ha comprato in quel mercatino che le piace tanto.
Do un'occhiata fuori e vedo il sole chiaro che si nasconde tra gli alberi, mi meraviglio di 
quanto la natura possa sconvolgermi a volte.

Mi alzo e chiudo la finistra, mi accorgo che sono ormai le 7:00 e decido di cominciare a prepararmi. Sono pronta alle 7:30 e scendo per fare la colazione. Mamma mi sorride mentre continua a lavare i piatti. Mangio tutto in tempo ed esco di casa. Trovo mio padre in macchina, pronto per accompagnarmi a scuola. 
Prendo il mio diario e ricomincio a leggere quello che ho scritto questa mattina.
"Come va a scuola, Hazel?" mi chiede qualche minuto dopo mio padre come fa quasi ogni mattina. 
"Bene papà" mi affretto a dire, cercando di non sconcentrarmi da quello che stavo facendo. 
"Non ti stufi mai?" chiede pensieroso girandosi velocemente verso il mio diario per poi continuare a guardare la strada.
"No" lo guardo e accenno un sorriso, sorride anche lui.
Papà mi saluta e scendo dalla macchina con il mio zaino sulle spalle e il diario tra le mani.
Vado verso l'ingresso e salgo quelle scale che ho sempre odiato da quando sono in questa scuola. Vedo volti stanchi, stravolti, sorridenti. La maggior parte di questi visi sorridenti finge e nessuno se ne accorge, tutti pensano che siano sinceri e genuini ma nessuno ha mai pensato di guardare negli occhi delle persone che sorridono. Vedo ragazze con grandi sorrisi  e occhi spenti da tutte le parti e mi sento quasi simile a quelle ragazze, mi sento meno sola. 
Poso i libri nel mio armadietto e cammino verso la mia aula. 

I miei occhi cercano l'azzurro del mare, la sfumatura più bella dell'azzurro del mare.
Quell'azzurro che mi sembra un salto nel vuoto, un tuffo nel blu. 
Cercano il biondo chiaro dei suoi capelli e i dolci lineamenti del suo viso. 
Le labbra rosee che gli incorniciano il volto. Il piccolo piercing nero nella parte destra delle sue labbra. Le spalle larghe e le grandi mani.
E finalmente i miei occhi trovano quello che cercano.
E non vorrei mai smettere di ammirare quello che ho a 20 passi da me ma distolgo lo sguardo ed entro nella mia aula.

Mi siedo in fretta anche se la campanella non è ancora suonata e prendo il mio diario e una penna.

Dear diary,

L'ho visto di nuovo, era da solo e camminava con la sua solita andatura sicura di sè.
Per un secondo mi è sembrato che mi stesse guardando ma mi sbaglio, come sempre del resto. Mi sono sbagliata così tante volte. Lui non mi ha mai guardata, non ha mai desiderato vedere i miei occhi, non ha mai sognato un mio saluto.
Lui è troppo per me e io decisamente poco. 

La campanella suona e tutti si affrettano ad entrare. 
Quando tutti entrano io sono indaffarata con il mio diario.
Qualcuno si siede vicino a me ma non distolgo lo sguardo da quello che sto facendo. 
Il professore entra e chiude la porta e io sono costretta a chiudere il mio diario. Guardo di fianco a me, vedo delle grandi mani, al polso destro ha un braccialetto con una faccia sorridente in un sottile cordoncino nero. Ha un buon profumo, uno di quei profumi leggeri che però ti resta tutto il giorno addosso. Chiunque sia il ragazzo che mi siede vicino ha un diario come me. È più nuovo del mio ed è completamente nero tranne per una piccola scritta in bianco. 'You complete mess'. 
Vorrei tanto sapere a chi appartiene quel diario ma non ho il coraggio di alzare lo sguardo. Così riapro il mio e prendo una pagina bianca. 

You complete mess. 

Vorrei scrivere altro sotto quella frase che sembra descrivermi ma il ragazzo vicino a me comincia a muoversi e io chiudo velocemente il mio diario. 
Il ragazzo prende una matita e scrive sul banco il suo nome 'Luke'. 
Alzo in fretta lo sguardo e vedo di fronte a me quella sfumatura di azzurro che i miei occhi cercano ininterrotamente. Il cuore comincia a battermi come se volesse uscire subito fuori dal petto e le mie guance si tingono di rosa. Abbasso di nuovo gli occhi su quel 'Luke' scritto a matita. Prendo anche io una matita e scrivo lentamente il mio nome 'Hazel'. 
La campanella suona, prende il suo diario e la sua matita e se ne va. Io invece resto lì, in quel posto in fondo all'aula a fissare quel nome scritto sul mio banco, ad assaporare con piccoli respiri ciò che rimane del suo profumo. 

Quando finisce la mezz'ora di pausa decido di spostarmi da quel banco e uscire per andare nelle ultime classi di oggi. Sia l'ora di biologia che quella di matematica e fisica sono una noia, e non vedo l'ora di uscire da queste mura per assaporare un po' d'aria fresca. 
Mi incammino verso l'uscita quando qualcuno mi ferma. Il ragazzo che ho di fronte mi sorride e non faccio che guardare la sua bocca e quelle fossette che indossa sulle guance. Sorrido inarcando leggermente le labbra. Ha gli occhi verdi con qualche sfumatura di nocciola e una bandana nera che fa intravedere alcuni dei riccioli sul biondo scuro.
"Ehi, tu sei nella mia stessa classe di biologia vero?" mi chiede sempre con quel sorriso sul viso, spostando leggermente la sua bandana. 
"Si" rispondo piano continuando a fissarlo interrogativa.
"Io sono Ashton, come ti chiami tu?" Il suo sorriso mi sembra uno dei più veri tra quelli che ho visto oggi. 
"Hazel" rispondo un po' intimidita.
Guarda il grande orologio che indossa sul polso sinistro e poi riposa lo sguardo su di me con un'espressione triste sul volto.
"Scusa adesso devo andare, ci si vede Hazel" si allontana a passo veloce dall'uscita principale.
"Ciao" sussurro quasi dispiaciuta che se ne stesse andando. 


Sono le tre e so dove andare, mi incammino velocemente verso quella panchina dietro la scuola, l'unico posto del mondo in cui voglio stare adesso. 
Non c'è nessuno come al solito, solo io e quel leggero brusio di foglie che si sfiorano. 
Calpesto leggermente le foglie secche che ci sono vicino alla panchina e mi siedo mettendo le gambe incrociate. Prendo il mio diario e lo apro, controllo l'ultima pagina e l'unica frase che colora il foglio mi fa sorridere, la sfioro piano. Giro pagina. 

Dear diary, 

Non riesco a cancellare dalla mia testa l'azzurro dei suoi occhi, i suoi bellissimi occhi. 
Il suo viso come non l'ho mai visto, ogni cosa che ho osservato con attenzione da lontano adesso sembra ancora più chiara e indelebile nella mia testa da vicino. 
Adesso che so che anche lui ha un diario ho l'interminabile voglia di leggerlo; cosa scrive su quelle pagine? Quali sono i suoi pensieri più nascosti? 
  
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