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Autore: AintAfraidToDie    29/09/2008    4 recensioni
Tempo fa, mi accorsi della mia totale incapacità di provare
sentimenti.
"Allora son morto.", mi sono detto.
Dedicata a DarkRose86[Serena], per il suo compleanno. 
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kyo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: † Morto!, o Forse No?†
Autore: AintAfraidToDie
Rating: Arancione
Personaggi: Dir en grey[Kyo]
Genere: Triste; Malinconico; Introspettivo
Avvisi: OneShot
Riassunto: Tempo fa, mi accorsi della mia totale incapacità di provare sentimenti.
“Allora son morto.”, mi sono detto.

Dedicata a Serena, perché oggi è il suo compleanno.
Teso, grazie d’esistere.
Spero che ti possa piacere!

“†Morto!, o Forse No?†”

Ipoteticamente parlando, quando si è morti, non si dovrebbe provare più nulla.
Me ne sono convinto con il passare del tempo, quando per caso mi accorsi della mia totale incapacità di provare sentimenti.
“Allora son morto.”, mi sono detto.
 Il mio disinteressamento nei confronti di ciò che mi circondava mi faceva talvolta paura.

[Ma poiché ero morto e la paura non la potevo provare, lasciavo perdere.]

Il mondo mi girava intorno, mentre io rimanevo fermo.
Sembrerà impossibile. “Il tuo corpo ruota, insieme alla terra.”, mi hanno detto in molti.
Eppure era così. La vita degli altri era in continuo movimento, mentre la mia persisteva uguale e monotona.
L’evoluzione dell’uomo continuava.
Io restavo per giorni immobile alla fermata dell’autobus.

[Aspettando qualcosa, che non è mai arrivato.]

Pioveva. Pioveva spesso, in quei giorni.
La mia testa pulsava, provata dall’influenza che mi ero preso stando interi pomeriggi sotto l’acqua scrosciante.

[I morti non si ammalano. Quindi, chissenefrega.]

Eppure, pensandoci adesso, era normale.
Ritenersi fin troppo sbagliati, di fronte a quella stupida esistenza che non mi piaceva.
No, no mi piace vivere.

Ricordo vivamente il giorno in cui fu partorita mia sorella.
Di solito tendo a scordare tutto. Eppure, l’immagine di quel pomeriggio permane ancora.
Mia madre, a quel tempo ancora giovane ma già vecchia, la teneva teneramente in braccio.
Era un piccolo fagotto candido, avvolto in un asciugamano profumato.
“Dai, prendi in braccio Sachiko, Tooru.”, mi spronò mio padre, rubandola dalle braccia di sua moglie e mettendola tra le mie.
Era bella. Se adesso qualcuno mi chiedesse qual è la creatura più stupenda del mondo secondo il mio punto di vista, risponderei senza dubbi “mia sorella da neonata”.
Perché non c’è bellezza, in un corpo macchiato dai peccati della vita.
È l’innocenza, la vera magnificenza di una persona. E mia sorella, ne era assolutamente piena.

Provai pena per lei.
Anche se i morti non la dovrebbero provare, in quel momento non potei fare a meno di percepire quel sentimento così umano e vivo.
Chissà com’era felice, in quel suo corpo di bimba appena nata.
“La tua felicità durerà poco, nee-chan.”, avrei voluto dirle.

E ancora mi chiedo perché io non l’abbia strozzata, mentre dormiva rilassata nella sua culla color latte.
Sarebbe bastato poco. Rigirarla appena, mentre mi sorrideva ingenuamente.
Comprimere la sua faccia sul cuscino e lasciarla lì, ad annaspare.
A quest’ora, sulla sua tomba non ci sarebbe incastonata la foto del suo volto triste.
Il suo corpo giacerebbe piccolo e innocente in un contenitore sottoterra.
Ma sorriderebbe. Sorriderebbe ancora.

[Mi dispiace, sorellina. Non sono riuscito a salvarti.]

Mi sarebbe piaciuto nascere senza cervello, con un grande cranio vuoto in testa.
Pelle. Ossa. Vuoto. 

[Non saper pensare fa bene.]

Avrei voluto essere ucciso, tempo fa.
Quando ancora potevo girovagare ubriaco nel centro di Tokyo, incapace di tenermi in piedi per più di due minuti.
Ucciso di morte violenta.
Così magari, mentre morivo dissanguato con la gola tagliata e con il culo sfondato da due stupratori, avrei pensato a quanto la vita fosse stata bella.
E avrei voluto vivere. Avrei voluto vivere, per la prima volta.

[Desiderare la vita non fa per me.]


Sciocchi, quelli che credono di poter sapere. Sapere cosa significhi vivere, ma non farlo veramente.
È tutto come un megatrip, che non perde mai il suo effetto.
Allucinazioni su allucinazioni, mi spingano ad andare avanti.
E certe volte mi sembra di vederla, mia sorella. Con il suo corpo adulto ormai quasi del tutto putrefatto, mi accoltella brutalmente.

“Perché non mi hai ucciso prima, nii-san?” urla a squarciagola, affondando la lama lucente nel mio ventre.

Nessuna pietà, vero nee-chan? 

“Infondo ti volevo bene, Sachiko-chan.”
Sputo fiotti di sangue rosso, in faccia alla mia sorellina. 
Com’era bello, il suo volto sorridente.

[Avrei voluto vederti felice per sempre.]

Perché alla fine è soltanto l’amore, che ci spinge a fare del male.


Certe volte vorrei che esistesse solo il palco.
Il palco, e i concerti.
Perché la vita reale è diversa. Non ci sono migliaia di persone davanti a me, che inneggiano il mio nome.
Non sono né adulato, né disprezzato. Sono semplicemente solo.
E il mio mondo galleggia su un mare di pensieri, che se potessi farei tacere. Ma non posso.
Perché sfortunatamente, sono nato con un cervello.  Sono nato con un cuore.

[E, soprattutto, non sono ancora morto.]

“Se vedete mia sorella, le potete dire che ho imparato a cantare?
Presto la raggiungerò, e le intonerò una dolce canzone.”

_OWARI_

Note:

Ennesima OneShot su Kyo.
Dedicata a Sere, perché è una persona speciale e si merita tutti gli auguri possibili.

La storia della sorella è totalmente inventata. Su internet girano voci che ce l’abbia, ma assolutamente non si è suicidata^___^. Se esiste veramente, le auguro ogni benexD.
Beh, non ho altro da aggiungere… spero solo vi sia piaciuta. Me lo lasciate un commentino?

Bacioni, alla prossima!

AintAfraidToDie

  
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