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Autore: Iaiasdream    12/09/2014    2 recensioni
Come ogni normale essere mortale, anche il mio Lys ha i suoi lati storti. Oltre alla dimenticanza, la cosa che detesto è il suo amico del cuore: quell'arrogante, sbruffone, antipatico, play boy, scontroso di Castiel..... In quel momento, ho come un flebile barlume di lucidità. quel movimento, scatena in lui il sudore, che evapora sotto forma di profumo, innalzandosi e invadendo le mie nari, dandomi una sensazione strana, come un giramento di testa, ma non dipende dall’essenza, bensì da chi la indossa, e non è Lysandro.
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dolcetta, Lysandro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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BAKA TIME:..... soooorryyyy!!! :'(.... sono terribilmente in ritardo con questa ff. Lo so, vi prego non uccidetemi mentalmente e virtualmente. Sono un completo disastro, mi sono complicata la vita con tutte queste storie da aggiornare. Purtroppo è così, quando mi vengono in mente, non posso fare altro che assecondare la mia fantasia.
spero comunque di rimediare con questo capitolo e non deludervi.
PS: colgo l'occasione per ringraziare di cuore chi ha inserito questa ff nelle preferite, seguite e ricordate, e chi ha recensito. Ringrazio soprattutto chi ha avuto la pazianza di aspettare. BUONA LETTURA! ^^




4° capitolo: DOMENICA CON SORPESA
 



Come tutte le domeniche, faccio fatica ad alzarmi dal letto. La sveglia è suonata già da un quarto d’ora. Sono sveglia, il problema è che non vorrei esserlo. Non ho dormito per tutta la notte, ormai sono giorni che non chiudo occhi. Dalla sera in cui successe quell’increscioso incidente con Castiel, sembra proprio che Morfeo mi abbia tolta dalla lista delle sue innumerevoli amanti.
Poggiata con la testa a un lato sul cuscino, guardo inespressiva il letto di mia sorella. È vuoto. Percepisco dei rumori in cucina. Dev’essersi appena alzata, mi dico nella mente. Sento dei passi farsi più vicini, mi giro dall’altro lato, ritrovandomi la porta di fronte. La luce del corridoio è accesa. Il suo solito vizio: accende la luce anche di giorno. Poi la vedo entrare in camera.
<< Che fai, non ti alzi? >> mi chiede fermandosi sull’uscio delle porta, grattandosi la pianta del piede contro l’altra gamba.
<< Non ne ho voglia >> rispondo con voce rauca, girandomi dall’altro lato e tirando su le coperte, che mi vengono sfilate con forza, non appena mi sono accinta a farlo.
<< Alzati, poltrona! >>
<< Lasciami in pace Aisi >>
<< Non deprimerti per sempre! Non sei neanche voluta andare a salutare Lys, ieri, all’aeroporto >>
<< Perché sarei dovuta andare? >> chiedo irritata mettendomi a sedere sul letto e guardando negli occhi Aisi, sentendo che tra poco piangerò. << Per sentirmi dire: non piangere, starai bene senza di me? neanche per sogno! Lui mi ha lasciata e questo basta e avanza a farmi deprimere >>
<< Sai che ti dico? >> interviene, lanciandomi la coperta addosso << Fa ciò che vuoi! Non posso stare qui accanto alla tua depressione per sempre >> continua dirigendosi verso il suo armadio e aprendo metà anta.
<< D-dove vai? >> balbetto un po’ curiosa.
<< Esco, oggi è domenica, e mi sono messa d’accordo con le mie amiche per andare a farci un gelato >> risponde lei scegliendo i capi da indossare. Mi stendo un’altra volta sul letto aprendo le braccia e divaricando le gambe << E allora vattene e non mi seccare >> mormoro volgendo lo sguardo al soffitto.
<< Scema >> sussurra lei uscendo dalla camera.
Chiudo gli occhi concentrandomi a liberare la mente da ogni pensiero. Per un po’ ci riesco e infatti mi addormento, ma non dura molto, ché il forte rumore della porta, mi sveglia di soprassalto. Ansimo per un po’, cercando di riordinare le idee, poi sentendo il materasso diventare scomodo, mi alzo e mogia, mi reco in cucina. Guardo l’orologio a muro, sono quasi le nove. Sbuffo scocciata, andando ad aprire il frigorifero, prendendo tutto il necessario per la colazione. La voglia di mangiare è poca, ma, devo riprendermi. In questi ultimi giorni non ho ingoiato quasi nulla e sento che le forze mi stanno abbandonando. Metto a riscaldare il latte, vengo interrotta, però, dal copioso squillare del cellulare. Ritorno in camera, prendendolo, e controllando prima chi è. Rosalya. Cosa vorrà.
<< Rosa, dimmi? >>
<< Ehi Audrey, come va? Tutto bene? >> chiede lei con voce preoccupata.
<< Mi riprendo >>
<< Ho appena incontrato tua sorella, e mi ha detto che non volevi uscire oggi >>
“Alle volte Aisi è davvero…” << Non saprei dove andare >> mi giustifico facendo sentire la mia voce più tranquilla possibile.
<< Allora che ne dici di venire con me alla fiera? >>
<< … se proprio insisti >>
<< Allora ci troviamo al parco… facciamo… tra un’ora? >>
<< Ok >>. Chiudo la chiamata. Il motivo per cui non ho rifiutato, è che con Rosalya non si può insistere, perché fino a quando non l’ha vinta lei, non finirà la discussione. Spengo il fornello, distrattamente ho fatto bollire il latte. Faccio una smorfia, portando il pentolino nel frigorifero, e prendendo al suo posto uno yogurt.
Lo consumo con una lentezza che farebbe invidia a una lumaca, se si trovasse davanti a me in questo momento. Guardo l’orologio, e mentalmente inizio a suddividere in minuti le cose che dovrò fare dopo aver terminato la colazione.
“Se continuo a rimanere seduta, mi sa che tutto ciò che sto pensando andrà a farsi friggere”. Mi alzo sbuffando e mi incammino verso il corridoio. Entrata in camera mia, mi pianto davanti all’armadio, incrocio le braccia al petto ed esclamo << Ma io non voglio uscire! >>
Con fare mogio apro l’anta e inizio a scegliere cosa indossare. Quando finalmente sono pronta, mi ritrovo a camminare per strada, intenta a raggiungere il posto prestabilito.
Rosalya non c’è, così vado a sedermi su una panchina ad aspettarla. Nel frattempo, mi guardo intorno, e mi accorgo che quel posto è pieno di ricordi condivisi con Lysandro.
Maledizione, perché sto pensando di nuovo a lui? In questo momento sarà già a Londra e si sarà anche dimenticato che esisto. Sbuffo scocciata sentendomi i lati delle labbra tremanti, forzate dal pianto. Scuoto la testa e mi schiaffeggio leggermente le guance. Devo dimenticarmi di lui. Lysandro non ha avuto nessuna fatica a rinunciare a me, e allora perché devo essere l’unica a soffrire in corpo?
Sospiro, guardandomi intorno, con la speranza di vedere arrivare Rosalya, che come al solito è un po’ in ritardo. Mentre viaggio con gli occhi, qualcosa o per meglio dire qualcuno, cattura la mia attenzione, e successivamente la mia curiosità. Aggrotto le sopracciglia, rielaborando nella mente qualche risposta plausibile alle mille domande che mi frullano per la mente, e non appena ne trovo soluzione, mi sento toccare una spalla. Mi volto di scatto incrociando gli occhi ambrati di Rosa.
<< Ciao! >> esclama lei sfoggiando quel sorriso che fa cadere ai suoi piedi milioni di ragazzi.
<< Ehi, sei arrivata? >> chiedo smarrita.
<< Scusami per il ritardo ma ero indecisa su cosa indossare >> risponde delineando con le mani il suo benfatto corpo. La guardo sollevando una sopracciglia.
<< Stai… bene >> mormoro trattenendo una risata << solo che non dobbiamo mica andare a una sfilata di abiti… >> mi fermo non sapendo darne un aggettivo.
<< Ohuf! Lo sai che mi piacciono questi abiti, quindi non rompere >>
<< Non lo sto facendo >> dico rivolgendo lo sguardo verso la parte che ha catturato all’inizio la mia curiosità.
<< Cos’hai? >> mi chiede ad un tratto Rosalya.
<< N-nulla >> rispondo senza distogliere lo sguardo dal posto.
<< Che interesse hai nell’osservare un carretto dei gelati? >>
<< Non è per quello… la vedi quella ragazza che sta con quel moretto? >>
<< Beh? >>
<< è l’amica di Aisi >>
<< E allora? >> chiede la ragazza dai capelli argentati, non capendo.
<< E allora, mi chiedevo dove fosse mia sorella? Aveva detto che usciva con lei per un gelato. Se poi si è travestita da maschio… >>
<< Perché non vai a chiederglielo? >>
Guardo Rosalya per qualche istante, poi annuendo, mi avvicino con fare deciso a quella ragazza. Preparo il mio sorriso, anche se c’è poco da sorridere, e la saluto.
Lei mi guarda incuriosita, poi come se folgorata esclama: << Ah! Ma tu sei Audrey, la sorella di Aisi >>
<< Sì, sono io >> rispondo senza cancellare il mio falso sorriso, e volgo per qualche istante lo sguardo verso il moretto.
<< Cosa c’è? >> continua la ragazzina << ti serve qualcosa? >> chiede porgendo il suo cono gelato al ragazzo.
<< Veramente, sì >> rispondo decisa, facendo sparire il mio sorriso. << Dov’è Aisi? >>
Vedo la ragazza sbiancare e irrigidirsi, manco l’avessi minacciata.
<< A-Aisi? >> balbetta smarrita << N-non lo so… >>
<< Perché sento che questa è una spudorata bugia? >> chiedo digrignando i denti. Odio quando le persone negano l’evidenza, << Mia sorella mi aveva detto che doveva uscire con te per un gelato >>
La ragazza deglutisce a fatica e cerca in tutti i modi di mantenere la calma. Mi sta nascondendo qualcosa, è ovvio.
<< L-lei… non lo so, ci siamo incontrate, poi io ho dovuto lasciarla per uscire con lui >>
Guardo di nuovo il ragazzo, che ricambia il mio sguardo e interrompendo quella che forse è la sua ragazza dice << è venuta a prenderla un ragazzo >>
<< Co-cosa?! >> esclamo incredula. La ragazzina fa un gesto sfuggente al ragazzo, il quale senza scomporsi riprende << Che c’è di male scusami? Non lo sapevi? Aisi si è fidanzata, da quasi una settimana >>
<< Mi state prendendo in giro, vero? >> chiedo allibita e anche un po’ innervosita. “maledizione! Per quale cazzo di motivo non me l’ha detto? Io le dico tutto, perché lei non fa altrettanto?! Giuro che se la trovo…”
<< Aud, tutto bene? >> chiede Rosa ad un tratto afferrandomi un braccio. Forse si è accorta prima di me che ho iniziato a tremare dall’irritazione.
<< Sto a meraviglia! >> esclamo << sapete dirmi dove è andata? >> chiedo volgendomi verso l’amichetta. Lei com’è ovvio scuote la testa. Allora, non contenta mi rivolgo al suo ragazzo, che senza aprire bocca, solleva le spalle allargando le braccia.
<< Va bene, ok… grazie lo stesso >> concludo allontanandomi seguita da Rosa.
<< Aud, mi spieghi perché ti sei innervosita per aver saputo questa notizia? >>
<< Secondo te? >> chiedo, volgendomi di scatto a lei, non riuscendo più a trattenere le lacrime.
<< Aud… >> sussurra dispiaciuta.
<< Io… da quando sono morti i miei genitori, ho sempre fatto in modo che lei non sentisse la loro mancanza, con mia madre si dicevano tutto, e come una scema ero convinta di poter prendere il suo posto. I-io, le ho sempre raccontato tutto, anche per non sentirmi sola, e lei invece… anche la minima cosa, la nasconde… Rosa, a me non importa se si è fidanzata, so che sa scegliere, e in fondo è quasi più matura di me, ma il fatto che non mi dice niente, mi nasconde tutto, mi fa star male. >>
<< Oh, Audrey >> dice Rosalya abbracciandomi. Ricambio quel gesto stringendomi forte a lei. Ho bisogno di quel conforto, che una volta mi dava Lysandro, e che adesso so che non potrò più averlo da lui. Non voglio che anche mia sorella mi abbandoni come ha fatto Lys. Non lo sopporterei.
<< Non piangere Audrey, vedrai che le cose si sistemeranno, forse non ha voluto dirti niente perché hai già i tuoi pensieri e non voleva che aggiungessi le preoccupazioni >> mi conforta l’albina.
<< Ok, ma non si fa così! >> esclamò distaccandomi da lei e asciugandomi le lacrime << Sono gelosa, quella mocciosetta lo sapeva, e anche il suo amico. Mi sono sentita una completa idiota! >>
Rosalya sbuffa un sorriso divertita. << Avanti, andiamo adesso. Oggi è l’ultimo giorno di fiera, e non voglio perdermela >>
<< Ok >> dico sorridendo e riprendendo il normale respiro.
Ci inoltriamo nella poca folla che cammina avanti e indietro e si sofferma ad osservare le bancarelle, quelle che scegliamo noi, o almeno, che sceglie Rosalya sono tutte bancarelle di indumenti intimi.
Tra i miei no, e le sue autoritarie insistenze, mi obbliga a comprare alcuni baby-doll dai modelli davvero piccanti. Ho anche imbarazzo nel pagare il commerciante.
Mi sento avvampare il viso, e credo di essere diventata tutta rossa. Lei mi guarda e sorride mentre insieme ci rechiamo a casa mia.
<< Che figura >>
<< Oh, avanti, piantala! Ti assicuro che a quell’uomo non hai fatto nessuna impressione. Altrimenti per quale motivo vende quella roba? >> esclama lei, gongolando.
<< Oh, ti prego Rosa, smettila di ripetere le stesse cose! Non riesco ancora a capire il motivo per il quale assecondo i tuoi desideri >>
<< Per f.e.m.m.i.n.i.l.i.t.à >> risponde scandendo le parole, e creando con le dita una fascia immaginaria nell’aria << Tutte le donne desiderano essere femminili, e quali cose possono accontentarci se non questi indumenti disegnati per il nostro corpo? >>
Mi fermo per guardala aggrottando la fronte. << Ma piantala, dove hai sentito queste stupidaggini? >>
Lei, come risposta si porta l’indice sulla tempia destra e si da alcuni colpetti, poi aggiunge << la mia mente, le elabora >>
Sbuffo un sorriso per prenderla in giro. Poi volgo lo sguardo verso la strada accorgendomi che manca un altro incrocio per arrivare a casa mia.
Nel momento in cui ci accingiamo ad attraversare, notiamo, insieme, non poco lontano da noi, una moto.
<< Toh! Guarda, quello è Castiel, che ci fa in giro da queste parti? >> chiede Rosalya. Io lo guardo, è insieme a una ragazza. “Bastardo!” esclamo nella mente ripensando a quella a dir poco raccapricciante sera. Faccio una smorfia tornando a guardare avanti e riprendendo i miei passi, ma, non appena mi sono accinta a farlo, qualcosa ha riattratto la mia attenzione. Mi fermo impietrita, lentamente, e pregando con tutto il cuore di essermi sbagliata, giro la testa verso il rosso.
La ragazza che è con lui si toglie il casco e saltellando si avvicina a lui baciandolo. Ora riesco a vederla meglio e ciò che scopro, lacera inesorabilmente il mio cuore.
<< No, non può essere vero >> sibilo incredula senza muovere le labbra. Inizio a tremare e non so se è rabbia o paura. Fatto sta che non riesco ancora a capacitarmi per ciò che vedo.
La ragazza con Castiel è mia sorella. Castiel, è il fantomatico ragazzo di Aisi.
   
 
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