Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: Charlie Cleaver    12/09/2014    0 recensioni
Salii in macchina, accendendo il motore e dirigendomi verso il primo negozio dove poter comprare due pacchetti nuovi di Winston. Non le dava fastidio il fatto che fumassi, benché si era ripromessa di non toccar più un sigaretta in vita sua.
Ricordai quella volta che gliene feci provare una. Fu una scena piuttosto divertente, per me chiaramente, ma Lilian non la prese così bene e si arrabbiò. Ma al tempo era piccola e sciocca e potevo perdonale ogni cosa.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Muschio Bianco

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Guardai Lilian dormire.
Assomigliava ad un angelo e più la paragonavo ad un essere così superiore, più avevo il desiderio di donarle un bacio. Non era qualcosa di volgare, anzi, era un gesto delicato, come se quel leggero tocco di labbra servisse a risvegliarla dal suo sonno. Ma così facendo avrei solo rovinato un perfetto quadro.

Mi sedetti sulla poltrona davanti al divano, ove lei giaceva inerme in tutta la sua perfezione, tenendo le braccia conserte e le gambe perfettamente allineate. Avrei potuto guardarla per altre ore, forse anche all'infinito.

Per me stava diventando un piacere avvertire il suo breve e lento respiro. Quasi una sinfonia che andava ad imprimersi nella mia mente e ricordare nei momenti di solitudine.
I suoi rossi e luminosi capelli le circondavano il viso, scivolando delicatamente sulle sue spalle come una leggera pennellata su una tela ruvida.

Si levò un angolo della bocca, ma non me ne accorsi subito. Forse perché non era mia abitudine sorridere così, anche solo un lieve accenno e probabilmente se Lilian avesse aperto gli occhi in quel momento, avrebbe convenuto di trovarsi nella casa sbagliata.
Il mio sguardo tediosamente si rivolse verso l'alto, a fissare le lancette dell'orologio.

Dovevo andare.

Mi alzai lentamente, non volendo far rumore, uscendo dal salotto e prendendo la giacca in pelle. Prima di andare diedi un'ultima rapida occhiata alla figura che ancora stava dormendo profondamente sul divano.

 

Appena uscita del cinema, afferrai le chiavi della macchina, parcheggiata non molto distante. Diedi brevemente un'occhiata alla coda che si era formata all'entrata, notando come la media dell'età era circa di cinquant'anni. Purtroppo nessuno era in grado di apprezzare il fatto che in una cittadina quasi inutile esistesse una sala che proiettasse film non recenti. Ci guadagnavano poco, ma per chi, come me, aveva un posto come recensore cinematografico in una piccola rivista locale, andava benissimo.

Torms non era una città piccola, in effetti, tuttavia era poco conosciuta e questo comportava l'isolamento dalle altre grandi metropoli circostanti.

Essendo quindi grande era divisa in quattro diversi dipartimenti e nei miei trent'anni di vita ne conobbi solo due: Torms West e Torms South.

Per scelte di vita, evitai di affrontare il distretto North, mentre per motivi lavorativi non avevo avuto ancora il piacere di vedere il lato East, dove era nata Lilian.

Salii in macchina, accendendo il motore e dirigendomi verso il primo negozio dove poter comprare due pacchetti nuovi di Winston. Non le dava fastidio il fatto che fumassi, benché si era ripromessa di non toccar più un sigaretta in vita sua.

Ricordai quella volta che gliene feci provare una. Fu una scena piuttosto divertente, per me chiaramente, ma Lilian non la prese così bene e si arrabbiò. Ma al tempo era piccola e sciocca e potevo perdonale ogni cosa.

La mia sosta al negozio del signor Pitt fu piuttosto breve e in poco tempo rientrai in casa.
Il mio occhio andò subito a posarsi sul divano, dove avevo lasciato il mio ultimo ricordo di lei, ma non giaceva più lì. Chiusi così la porta di casa, andando ad appoggiare i due pacchetti sul tavolo da cucina.

« Lilian? » la chiamai, cercandola con un veloce movimento di capo, prima a destra e in seguito a sinistra, ma non ottenni alcuna risposta.

Tuttavia riuscii a percepire un lieve brusio provenire dal bagno, fino a quando ogni mio dubbio non svanì quando sentii l'acqua della doccia andare.

Mai compresi il perché di quelle continue preoccupazioni nei suoi confronti, ma avevo questa perenne sensazione di dover posare un occhio su di lei. Non in modo invadente. Non in modo fastidioso. Forse il fatto di essere più grande di lei in realtà creava in me un senso di protezione, ma speravo sempre di non riempire la sola figura di genitore.

Aprii un nuovo pacchetto, accendendo la sigaretta appena portata alle labbra, prima di cominciare a vedere cosa ci fosse dentro il frigo per cena: uova, formaggio, prosciutto e il polpettone di sua madre. Bene, avrei obbligatoriamente votato per una frittata classica.
Chiusi lo sportello del frigorifero, per andare a cercare un posacenere prima di sporcare da qualche parte.

« Sei qui! »
Una voce fresca quasi mi fa sobbalzare.
« Lilian, quante volte ti ho detto di avvertirmi e non spuntare così all'improvviso?! »

Eppure la giovane donna non sembrava aver sentito la mia inutile critica, poiché un sorriso ingenuo si formò sul suo viso, mentre si sistemava nell'accappatoio rosso.

« Hai preso il mio. » le dissi, indicando con un cenno del capo quello che stava indossando, mentre aspirai dalla mia sigaretta, prima di espellere il fumo dalle narici.

« Lo so, ma ha il tuo profumo indosso. Non ti dispiace, vero? »
Scossi semplicemente il capo, mentre osservavo rapita il suo sorriso e la mia concentrazione era così forte che non mi accorsi di quanto, nel frattempo, lei si fosse avvicinata a me.
« Vai a cambiarti, prima che l'odore di fumo ti costringa a lavarti nuovamente. » ma le mie parole non valsero a molto quando posò le sue rosee labbra sulle mie.
Fu un bacio delicato e breve, ma nella mia mente durò molto di più che un semplice istante.

Le sfiorai una ciocca rossa bagnata, scostandogliela dal viso e ponendogliela dietro l'orecchio sinistro, prima di chinarmi nuovamente su di lei per donarle l'ennesimo bacio.

Socchiusi gli occhi, potendo avvertire il profumo di cui si era cosparsa dopo essere uscita dalla doccia, mischiato all'opprimente odore di fumo della mia sigaretta ancora non terminata.

« Vai, adesso. » la voltai con la mano libera, spingendola delicatamente verso il corridoio, mentre mi apprestai a lasciare il mozzicone ancora fumante nel posacenere.

Sentii la sua lieve risata percorrere quell'angolo della casa e farsi via via più sottile, sino a quando non ebbi più percezione nemmeno del suo respiro.
Fu in quel momento che chiusi gli occhi, lasciando che la mia mente venisse sigillata, in modo tale che non fosse disturbata da nessuna fonte esterna: ricordai Lilian quello stesso pomeriggio distesa sul divano. I suoi capelli. Le sue labbra. Il suo respiro. Era tutto così vivido e chiaro in me, come se avessi appena assaporato quel momento.

Mi destai come nel migliore dei sogni mai vissuti, riprendendo da dove non avevo ancora cominciato.

Quando la cena fu pronta, eravamo già a tavola.
« Com'è stato il film? » mi chiese addentando una striscia di frittata.

Sul mio viso si dipinse una smorfia.

« Mi aspettavo qualcosa di più sofisticato e invece ho trovato la solita scontata delusione. » bevvi un sorso di vino bianco, per sciacquarmi le labbra ed il palato.

Calò il silenzio dopo le mie parole, ma fu per colpa mia. Per quanto la mia premura nei confronti di Lilian fosse decisamente evidente ai miei stessi occhi, la mia impassibilità certe volte toccava vette impensabili ed era per questo che la quiete si frapponeva tra il mio ed il suo dialogo.

Mentre mi apprestavo a lavare i piatti, Lily mi si avvicinò, aiutandomi a spreparare la tavola.

« Ci guardiamo un film? » mi chiese con il suo solito sorriso, sistemando le posate nel cassetto.

Eppure sapeva perfettamente la risposta alla domanda che ogni sera mi poneva.
« Sai bene che devo scrivere. »

Chiusi l'acqua del lavello ed asciugai le poche stoviglie lavate, mentre il mio occhio cadde sul suo sguardo deluso. E a quella visione mi sentii in leggera colpa, per il tono con cui risposi alla sua banale ma importante richiesta.
Sapevo perfettamente quanto adorasse passare con me questi piccoli momenti: una serata al cinema, un film a casa, cucinare qualcosa insieme. Le piccole cose che in realtà servivano a riempire l'animo di Lilian.

« Posso guardarti scrivere, allora? »
E quando me lo chiese non potei che assentire.
Prima ancora che potessi muovere un muscolo, si avvicinò a me, circondandomi la vita con le braccia. Poggiò il viso sul mio petto e fu allora che ricambiai intensamente il suo stesso abbraccio, stringendola a me. Avvertii nuovamente il suo profumo.

« Muschio bianco? » sussurrai al suo orecchio.

Annuì, alzando il viso in direzione del mio. Sorrisi di nuovo, ancora prima che quella giornata si concludesse.
Le stampai un bacio sulla fronte, prima di sciogliermi da quella lieve stretta, ma venni fermata ancor prima di poter fare un passo.
« Aspetta! »

E compresi che non mi sarei mossa di lì per un bel po'.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Charlie Cleaver