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Autore: Aron_oele    12/09/2014    13 recensioni
Judith Montgomery è una ragazza bionda ed americana.
Judith Montgomery è una ragazza alta, che fuma Marlboro light e che vive a New York.
Judith Montgomery è una ragazza che ha vissuto tre mesi in Giappone, ospite di una famiglia strampalata.
Judith Montgomery sono io, e questa è la mia storia.
***
Per la serie "Non vi libererete mai di me" ecco a voi una nuova storia, senza trama, in cui frammenti di vita a Nerima, attimi, spezzoni, giorni, fotografie, Ranma, Akane, momenti, avventure, persone, pensieri e parole, vengono mostrati a voi dal punto di vista di due occhi castani ed estranei, quelli di Judith, appunto.
Ps: Lo sapete che non so fare le introduzioni!
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Nuovo personaggio, Ranma Saotome, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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<< Domani potrei negarlo, ma intanto... ti va di ballare? >> Le chiese lui tentennando un po' e, con un sorriso a trentadue denti, lei afferrò la sua mano, Ranma se la portò dietro il collo invitandola ad abbracciarlo, ed Akane lo fece.
Posò entrambe le piccole e candide mani sul possente collo di lui, esattamente dietro il codino, fra la pelle morbida e la camicia nera, mentre il ragazzo le cingeva dolcemente i fianchi, con gli arti grandi e forti posati sullo chiffon leggero e sottile del suo vestito, creando uno strano contrasto, e senza mai staccare gli occhi da lei.
Così, più vicini che mai, con i respiri mischiati gli uni agli altri, le mani congiunte ai corpi dell'altro e le orecchie chiuse ai rumori del resto del mondo, i due ragazzi si guardarono e si parlarono, senza mai dire una parola.

***

Dal canto suo, anche quello che aveva l'aria di essere un compagno di scorribande ed amico fidato -per entrambi si intende- fu investito dal gesto dei due ragazzi e dal trasporto con il quale era stato compiuto.
Così, senza pensarci due volte, si avvicinò alla ragazza bionda che, poco distante da lui, guardava la scena con un sorriso tenero e, da dietro, le prese dolcemente la mano, facendola voltare.
La mia reazione fu di estrema sorpresa e non poco imbarazzo, quando sentii la mano calda e gentile di Ryoga stringere la mia.
Probabilmente non aveva il coraggio di invitarmi ufficialmente, data la sua estrema timidezza, ma posò ugualmente la mia mano sulla sua spalla, avvolta in quella camicia bianca, profumata ed aderente, e prese anche l'altra, aspettando il mio consenso alla sua muta quanto tenera richiesta.
Lo guardai un momento negli occhi e riconobbi una scintilla, quella di un uomo, galante e romantico, che guarda una felicità riflessa in due figure -a lui molto note- che ballano lontane, e che desidera lo stesso per sé.
Senza indugiare ancora, strinsi forte la sua mano e lui sorrise ancora di più.
Nessuno dei due era un grande ballerino, ci limitavano a reggerci l'uno all'altra e a muoverci lentamente e con grazia fra le altre coppie.
Vagando con la mano sulla sua larghissima spalla incappai in una delle bretelle nere che conferivano al suo look un non so cosa di sexy e decisi che era tempo di smetterla di tenere la testa di lato e che dovevo parlargli. L'avevo fatto con Ranma in fondo, ci sarei riuscita anche con lui, non mordeva mica.
<< Carine le bretelle >> dissi quindi avvicinandomi un poco per farmi sentire.
Lui si girò di scatto: << Grazie.... le ho trovate un po' per caso, non sono uno che frequenta molte feste e non sapevo proprio cosa si deve indossare in certe occasioni... Così ho comprato un giornale di moda e ho visto che erano... sì, sai... di tendenza... Che ne so, non le so fare queste cose! >>
<< Sono belle... ti stanno bene... ottima scelta >>
<< Grazie >> rispose lui sereno e tornò a guardare alla sua destra, in direzione di Ranma e Akane.
<< Ti piace molto eh? >>
<< No... O meglio sì, mi piaceva molto, ma era un'idea sbagliata dell'amore la mia... >>
<< Cioè? >> chiesi incuriosita mentre lui mi faceva girare ancora attaccata al suo corpo muscoloso.
<< Akane mi piaceva perché era gentile con me e non è una cosa a cui sono abituato, ma non era amore. Amore è altro... >> sussurrò lui, rivolto forse a me, forse a sé stesso o forse a loro, che ballavano infischiandosene di tutto.
<< Ora è tempo di andare avanti >> concluse poi, tornando a guardarmi.

***


<< Per accontentare ciascuna di voi, mie adorabili signore, ballerò con ognuna e l'ordine di scelta sarà del tutto casuale! Non accapigliatevi, non ce n'è bisogno, Tatewaki Kuno, detto il tuono blu, basta per tutte... >>
<< Kuno dacci un taglio per amor del cielo! >>
<< Nabiki Tendo... E sia! Sarai tu la mia prima dama! >>
<< Ma che fai? Chi ti vuole? >> esplose lei mentre lui la abbracciava, avvicinandola molto al suo corpo alto e statuario.
<< Nabiki Tendo non ti opporre alla forza del destino che ci ha voluti insieme... lascia che le tue soavi membra.... Oh insomma, smettila e balla con me! >> disse alla fine, lasciando stupita Nabiki che ora senza più esitare, aveva unito le mani a quelle di lui.
<< Allora a volte sei normale... >>
<< Certo >> e le fece fare una giravolta.
<< E perché allora ti comporti sempre da idiota? >>
Lui si limitò a sbuffare e a farle fare una specie di casquette, avvicinandosi pericolosamente al suo collo per tenerla più saldamente.
<< Non mi piace essere portata né nel ballo né nella vita, preferisco portare.... >>
Kuno le diede un leggero strattone sorridendo sicuro di sé: << Ma non riesci a stare zitta per un secondo? >> e Nabiki si fece portare, danzando per tutta la sala, ridendo e abbassando, per un momento, le difese da regina di ghiaccio.

***

Kodachi nel frattempo guardava la scena dall'alto del trono che si era fatta erigere per festeggiare con stile, il suo particolare stile, il suo diciannovesimo compleanno.
<< Non è giusto!! Perché il mio adorato Ranma balla con quell'insulsa di Akane Tendo? >> gridò lei così forte che risuonò quasi più forte delle parole della canzone.
<< Mi dispiace padroncina >> osservò Sasuke raggomitolato ai piedi della sua sedia argenata.
<< Cosa posso fare per lei? >>
<< Voglio ballare >>
<< Ehm... signorina Kodachi... io sono onorato... sì... ma ecco... io non so se sono capace.... >>
<< Ma che hai capito stupido? Mica con te! Trovami il cavaliere più bello di tutti, così vedrà quell'Akane... >> disse la festeggiata con un tono a metà fra il pretenzioso e il temibile.
Sasuke si guardò intorno, visibilmente spaventato dall'assurda pretesa della sua padrona: trovare un cavaliere più bello di Ranma, quando si sapeva che lei, come quasi la metà della sala, era innamorata persa del ragazzo con il codino.
Cominciò a muoversi, con la sua abilità da ninja che gli conferiva il potere di rimanere invisibile ai più data l'estrema velocità dei suoi movimenti, finché non si imbatté in due spalle larghe, due occhi ambrati e dei capelli ricci e neri.
<< Signor Alexander... ecco la mia padroncina, la signorina Kodachi Kuno, la festeggiata... gradirebbe ballare con lei... >> disse il piccolo ninja tutto d'un fiato, contento di aver trovato un degno sostituto del giovane Saotome, ma intimorito dalla stazza del suo interlocutore.
Alexander, ragazzo taciturno e probabilmente non portato per la mondanità, si alzò prontamente e rispondendo con un “con piacere” andò spedito e sicuro verso Kodachi la quale, al sol vederlo arrossì vistosamente.
<< Vuoi ballare? >> le disse lui con fare seducente e lei quasi si sciolse al contatto con le sue mani.
Kodachi sembrava così minuta persa in quelle braccia e ad ogni giro che lui le faceva fare, lei gli sbuffava addosso centinaia e centinaia di petali neri e profumati, creando un gioco di luci e ombre in tutta la sala, nel quale si nascosero ai suoi occhi grigi anche le due figure che ballavano lontane.

***


<< Ma se quel bell'imbusto sta ballando con Kodachi cosa ti costa ballare con me?? Solo questa canzone!! >> Hiroshi aveva guardato il suo amico, che troppe volte aveva preso in giro, prendere il coraggio a quattro mani e ballare con Akane, infischiandosene per una volta di quello che avrebbe detto la gente, e così anche lui aveva fatto un bel respiro ed era andato da Yuka, armato delle migliori intenzioni.
Ma lei quel ragazzo con i capelli chiari e ricci e gli occhi dolci, non lo vedeva neanche, in confronto alla montagna americana.
<< No, no e no, ti ho detto che non ci ballo con te, sto aspettando Alexander!!! >>
<< Solo questa canzone, così magari lo fai ingelosire... E poi guarda, anche Sayuri balla! >>
Dall'altra parte della sala infatti, anche se con gli occhi puntati verso Alexander, i bei capelli ondulati della ragazza, sciolti per una volta dalla solita coda, si muovevano al ritmo dei passi di Daisuke che, cercando di non pestarle troppo i piedi, ballò con Sayuri mentre lei arrossiva.
<< D'accordo, solo questa canzone >> disse allora Yuka guardando da una parte Akane, che danzava con il suo Ranma incantata e dall'altra Sayuri, la sua amica storica, che finalmente era riuscita a ballare con il bel ragazzo castano e dai lineamenti seri che le era sempre piaciuto tanto.
Hiroshi le sorrise di pura gioia, sfiorandole delicatamente il vestito verde smeraldo e, mentre ballavano al ritmo lento della melodia, posò un piccolo bacio sulla guancia della ragazza mentre lei cantava la strofa della bellissima canzone, sperando che così -finalmente- capisse.

***

Goodbye kiss” finì e le coppie si separarono.
Mentre “Always” di Bon Jovi prendeva il suo posto, due occhi castani e due blu continuavano a guardarsi mentre i nasi quasi si toccavano e le mani, sempre immobili al loro posto, stringevano un po' di più.

***

<< È stato un piacere Jude >> mi sussurrò Ryoga all'orecchio cedendomi a Kuno, con il quale ci eravamo scontrati due secondi prima e che mi aveva chiesto di “concedergli questo ballo”.
<< Anche per me, Ryoga >> risposi io imbarazzata mentre il mio nuovo cavaliere mi stringeva a sé.
Kuno era un ottimo ballerino, come sua sorella d'altronde, e mi condusse alla perfezione sulle note di quella meravigliosa ed intensa canzone, tenendomi saldamente.
Io però, mentre guardavo i suoi occhi scuri ed i capelli morbidi così vicini a me e aspiravo a pieni polmoni il profumo intenso del suo dopobarba, non sapevo cosa dire, abituata ormai ad ascoltare le sue poesie senza battere ciglio.
Tatewaki era un ragazzo bellissimo e quando era serio, e ti guardava con gli occhi carichi d'ardore e parlava con la sua voce profonda, era capace di far cadere ai propri piedi qualunque ragazza. Eppure si ostinava ad avere quei modi boriosi -ma tutto sommato simpatici- che avevo capito essere tipici della sua famiglia.
Mentre la splendida voce di Bon Jovi cantava quelle parole d'amore, Kuno rimase in silenzio a fissare un caschetto, ma stavolta non nero e lucido, bensì dello stesso colore della legna bagnata.

***


Poco distante da noi, che ballavamo in silenzio sorridendoci ogni tanto e probabilmente trovandoci più in sintonia di quello che pensavamo, una coppia che si conosceva da molto più tempo ballava ridendo, mentre Nabiki lanciava le solite frecciatine:
<< Allora, passata l'infatuazione per la mia sorellina? >>
<< Sì, simpaticona >>
<< Me ne sono accorta.... Dalla mora alla bionda? >> insinuò lei con fare cospiratore.
<< Nabiki ma che... che dici? Sei impazzita? Stavamo solo ballando! Io non, noi non, ma che..? >> cominciò a balbettare Ryoga con il viso paonazzo.
<< Calma P-chan non andare in iperventilazione!!! Mi sembrava che ci fosse un certo interesse tutto qui! >>
<< No, no, no ti sbagli! >> affermò lui agitandosi più del dovuto.
<< Sarà... e la brunetta dove l'hai lasciata? >>
<< È andata a trovare sua nonna al mare >>
<< Allora hai capito a chi mi riferivo, furbone! >>
Ryoga, fingendo un passo di danza, la allontanò e poi la riavvicinò a sé velocemente:
<< La mia vita sentimentale è così interessante? >> le sibilò all'orecchio mentre lei rideva realmente divertita dall'improvviso fuoco che si era impossessato del suo cavaliere.
<< Perché non parliamo un po' della tua... Miss Kuno? >>
<< In effetti sarebbe perfetto per me >> rispose lei seria << È ricco!!! >>
Ed entrambi continuarono il loro strampalato ballo ridendo divertiti.

***

Intanto non molto lontano Kodachi stava dando il meglio di sé.
Alexander, dopo aver ballato con lei, si era gentilmente congedato, impegnato com'era a tenere a bada Yuka e Sayuri, mentre Sasuke, dopo essersi nuovamente offerto come cavaliere ed essere stato
-ovviamente- rifiutato, si era messo a ballare da solo fra la folla, infischiandosi, per un momento, della sua “padroncina”.
La bella mora si era ritrovata così da sola al centro della pista e, gettando occhiate infuocate a tutte le coppie -ma soprattutto a quella formata dal “suo adorato Ranma” e da “quell'odiosa di Akane Tendo”, che danzava ancora insieme tenera ed armoniosa- prese a lanciare boccette di vetro dal contenuto nero.
In quel preciso istante, stringendomi di più a Kuno che con maestria evitò una delle piccole bottigliette di sua sorella, capii perché i miei amici le davano della “pazza pozionista”.
Il liquido contenuto nelle boccette, nero e profumato di fiori, era una specie di filtro d'amore, una di quelle cose che si vedono nei film per bambini o nei cartoni animati. Chi ne veniva colpito, e respirava la nuvola densa e scura che scaturiva dal contatto con l'aria, cambiava completamente espressione, sembrava un misto fra un ubriaco e una bambola, se ne andava in giro barcollando e ripetendo “Kodachi mia signora io ti amo”.
Furono colpiti un paio di ragazzi, che caddero a terra addormentati dopo pochi secondi e anche Yuka e Sayuri, che invece si misero a cantare una canzoncina da ragazze pon-pon in riferimento alla folle festeggiata.
Kodachi, sempre più inviperita, cominciò a scagliarne a dozzine, puntando sempre più a colpire Ranma, ma a volte, chiamatelo destino o karma, agisce per noi, e il caso volle che fu proprio lei ad essere colpita da una delle sue bizzarre -e alquanto incredibili- pozioni, rispedita indietro da chissà chi.


***


Anche questa canzone finì e le coppie che erano sopravvissute all' “attacco” di Kodachi si separarono sorridendosi.
Tutte, tranne una.
Mentre Elton John intonava le prima note di “Your song”, Ranma ed Akane non si accorsero di nulla, del mondo e di tutti noi che cambiavamo intorno a loro. Loro rimasero uniti, con la fronte appoggiata l'una su quella dell'altro, occhi negli occhi, a ballare, sempre insieme, come se quella prima canzone non fosse finita mai.


***


<< Balliamo? >> mi disse all'improvviso una voce calda e, quando alzai la testa dalla sua camicia di lino bianca, vidi il volto di Alexander sorridermi.
<< Certo >> risposi e lui mi prese fra le sue braccia, che erano veramente grandi e forti come sostenevano le mie amiche.
Alexander ed io eravamo gli unici due che avevano avuto la fortuna di provenire dallo stesso Paese, con il tempo, data l'amicizia che legava Hiroshi a Ranma, eravamo anche diventati amici, ma mentre ballavamo stretti l'uno all'altra mi resi conto che non avevamo mai parlato da soli.
Così, sulle note di quella canzone dolce, cominciammo a raccontarci della nostra America, lui di Boston, io di New York, dei posti delle vacanze e dei luna park, del nostro dolce preferito e di quanto entrambi odiamo i fast food, di tutto ciò che era così diverso -e tremendamente intrigante- nel Paese che ci ospitava e di quanta nostalgia avessimo del nostro, di Paese.
Così, in questa festa che a me pareva più uno di quei balli ottocenteschi a casa del principe, ritrovai un pezzetto di casa.
Un pezzetto di casa che profumava di salsedine e che non appena vide che mi stavo rattristando, pensando agli amici lontani, raccontò una barzelletta e mi fece girare, girare, girare, finché non vide che mi aggrappavo a lui con il volto sorridente.

***



Nel frattempo, da qualche parte, Ryoga se ne stava seduto a guardare, un po' tutti e un po' nessuno, mentre Nabiki, prima al suo fianco, venne richiesta da un affascinante compagno di corso, che la fece volteggiare e ballare mentre le sussurrava all'orecchio le strofe della canzone.
Il tutto accadde sotto gli occhi inebriati di Kodachi che dirigeva le danze muovendo gli indici dall'alto del suo trono, non essendosi ancora ripresa dagli effetti del suo stesso filtro, e che urlava parole sconnesse d'amore, a volte a Ranma ed altre a sé stessa.
Nello stesso esatto momento Hiroshi e Daisuke si erano buttati su un divano, stremati dal cercare di aiutare le loro due amiche, cadute preda della festeggiata.
Ed anche Sasuke, seppur dall'altra parte della stanza, correva avanti e indietro cercando di far rinsavire più gente possibile, avendo ormai perso le speranze con la sua padrona la quale, in realtà, era decisamente più innocua da stordita che da cosciente.

***

Non so con esattezza quante ore passarono mentre tutti ballavano e bevevano lo squisito punch, ma le canzoni scorrevano veloci e sempre più movimentate, mentre le risate aumentavano ed alcuni se ne andavano.
Ranma ed Akane si separarono, arrossendo a dismisura quando si accorsero che tutti li guardavano, ma scossero la testa e decisero di non pensarci. Forse era colpa delle luci azzurre e sfocate, forse dell'atmosfera idilliaca che donavano i piccoli coriandoli argentati che proprio in quel momento stavano cadendo leggeri e luminosi, o forse della successione di canzoni romantiche, ma ognuno aveva fatto qualcosa di avventato, di coraggioso, o semplicemente qualcosa che aveva desiderato fare da sempre. Così mi parve di leggere sui volti dei presenti un tacito accordo: quella sera, mentre ballavamo in cerchio “Marry you” di Bruno Mars e cantavamo a squarciagola, tutto sarebbe stato possibile, domani poi, nessuno ne avrebbe parlato.

***


Sfinita mi lasciai cadere sul divano, mentre la musica scemava e il vociare dei ragazzi ubriachi si faceva sempre più forte.
<< Stanca? >> chiese una voce conosciuta che proveniva dal mio fianco.
Con la testa reclinata ed ancora appoggiata al morbido schienale di pelle bianca e gli occhi chiusi, feci semplicemente segno di “sì” con la testa mentre Ranma si sedeva vicino a me allargando le braccia.
<< Ti sei divertita? Ho visto che hai ballato con il fior fiore dei ragazzi presenti... Se escludi il sottoscritto ovviamente >>
A quella battuta mi voltai leggermente e gli sorrisi << Ovviamente >> ripetei per prenderlo in giro << Sì, mi sono divertita... e tu? >>
<< Anche io sono stato bene >> e i miei occhi neri si intesero perfettamente con i suoi blu per un momento, prima che tutti gli altri arrivassero e ci impedissero di portare a termine in discorso.
<< Allora, è quasi l'alba, ce ne andiamo? >> chiese Nabiki, l'unica che -per miracolo o abitudine- riusciva ancora a sopportare quei tremendi tacchi a spillo.
<< Anche io sono un po' stanca >> confermò Akane.
<< Come volete >> disse Ryoga ma, mentre stavamo per alzarci ed andare a salutare la padrona di casa (che nel frattempo si era ripresa e scartava come una furia tutti i regali, depositati come omaggi sotto alla sua seduta), qualcosa ci bloccò.
Uno dei camerieri in livrea, che aveva il compito di accompagnare all'interno gli ospiti, fece entrare una giovane ragazza dall'aspetto mozzafiato.
Aveva dei lunghissimi capelli color lavanda, lisci e setosi, due occhi a mandorla, avrei detto quasi color borgogna, e le labbra, piccole ma piene, tinte di rosa pastello.
Si diresse verso il centro della sala muovendo le piccole gambe affusolate sensualmente, mentre le faceva scivolare nella seta del vestito color corallo che le aderiva così bene.
Disse qualcosa in giapponese, anche se in un modo che lì per lì mi parve strano, e notai che la sua voce era carezzevole e leggermente acuta, somigliante al miagolio di un gatto.
<< In effetti mi mancava all'appello >> disse Nabiki con il tono ironico.
<< A me non mancava per niente invece >> fu invece il commento lapidario di Akane.
<< Cosa ci fai tu qui? >> urlò Kodachi alla bella straniera al centro della sala.
<< Perché parli in inglese? >>
<< Perché ho ospiti internazionali io, non sono mica una vagabonda come te!! >>
A quelle parole la minuta ragazza spiccò un salto potentissimo e, se non l'avesse fermata Kuno con la sua mole, sarebbe di sicuro finita addosso a Kodachi.
<< Calmiamoci ragazze su! >> disse il ragazzo tenendola saldamente dalle braccia << Sorella mia, credevo fossi una padrona di casa più accomodante >>
<< Taci Tatewaki! Ho detto che ci fai qui Shan-pu? >>
E così Shan-pu era il suo nome.
<< Credo che il mio invito si sia perso per strada... >>
<< Veramente nessuno ti ha invitata, gatta morta! >>
<< Ha parlato la rosa nera appassita! >> e Kuno fu costretto a sedare ancora le ragazze, questa volta bloccando un colpo della sorella che, non seppi mai da dove, aveva tirato fuori un nastro da ginnastica ritmica rosa e lo stava per usare come arma contro la nuova arrivata.
<< Non mi hai invitata perché volevi Ranma tutta per te, eh, strega? >> disse Shan-pu e senza nemmeno aspettare la replica di Kodachi, si diresse ancheggiando vanitosamente, verso di noi.
Alle ultime parole della ragazza però io guardai stupita Nabiki, in piedi davanti a me, chiedendole conferma.
<< Oh sì Jude... Il nostro Ranma è un tipo molto richiesto in caso non te ne fossi accorta! >> mi disse lei per rispondere alla mia domanda muta.
<< Oh sì, l'ho notato... Lei è? >>
<< Shan-pu, un'altra delle abbonate al fan club “tutte pazze per Ranma Saotome” >>
<< Che ci posso fare se sono irresistibile? >> dichiarò il diretto interessato fra il serio e il faceto.
<< Ma per favore >> sibilò Akane fra i denti. Da quando Shan-pu era entrata nella stanza aveva vistosamente cambiato umore.
<< Ma non ce ne stavamo andando? >> disse poi più ad alta voce ma fu interrotta dall'arrivo della ragazza che, senza degnare nemmeno di uno sguardo noi altri, si mise seduta sulle gambe di Ranma con fare seducente e cominciò a strusciare il suo bel visino contro quello di lui.
Prima ancora che Akane, visibilmente urtata da quel comportamento, potesse dire qualcosa, Kodachi arrivò come una furia e staccò in malo modo Shan-pu da un Ranma immobile come una statua.
<< Vuoi combattere anche il giorno del tuo compleanno? >>
<< Fatti sotto cinese dei miei stivali! >>
<< Ragazze per favore calmatevi! >> disse Kuno arrivando, ancora una volta, a dividerle << Non sta bene comportarsi così davanti a degli ospiti >> ed indicò me e Alexander, gli unici due non evidentemente abituati a quel tipo di scene rocambolesche.
<< E va bene, e va bene, ma lasciami! >> disse la cinesina << Buonasera a tutti, ragazza violenta, Nabiki, inutile suino, ragazza bionda e Ranma, mio ailen! >>
<< Sempre gentile eh >> ringhiò Ryoga fra i denti.
<< E anche agli altri >> concluse Shan-pu con un inchino.
Io rimasi non poco stupita da quanto poco gentili fossero i suoi modi, soprattutto se paragonati a quelli delle altre persone che avevo conosciuto durante il mio soggiorno in Giappone. Persino Kodachi, sebbene evidentemente leggermente fuori di senno, era stata gentile e cordiale con me, tutto il contrario di Shan-pu che invece mi lanciava occhiate furtive ma terribilmente maligne.
Nel frattempo la festa intorno a noi proseguiva mentre fuori le prima luci dell'alba schiarivano appena il cielo notturno.
Alcuni ragazzi e ragazze, quelli che avevano bevuto di più, si buttarono ancora vestiti nell'enorme piscina che era in giardino, ridendo e schizzandosi mentre altri abbandonarono la festa assonnati.
<< Bene, credo che sia ora di andare anche per noi... >> tentò Ranma, quasi risoluto, mentre si alzava.
<< Ma no, mio adorato, aspetta >> gridò Kodachi con il suo tono profondo e allo stesso tempo alto mentre si avvinghiava a lui << rimani ancora un po' con me... >>
<< Hey stupida oca >> disse Shan-pu afferrando l'altro braccio di Ranma << Lascia stare il mio amore! >>
Di tutta risposta Nabiki si picchiò la fronte con il palmo della mano e Akane concluse la scenetta con uno “sgrunt”.
<< Ranma è il mio fidanzato e oggi starà con me perché è il mio compleanno >>
<< Ma fammi il piacere, Ranma è il mio fidanzato... è vero tesoruccio?? >>
<< Ma veramente io... ecco... io... >> balbettò lui.
Era strano osservare come quel ragazzo, assai forte e coraggioso in quasi tutte le circostanze, risultasse un perfetto idiota ogni qual volta gli si avvicinava una ragazza. Solo con Akane, che adesso lo stava guardando con rimprovero, riusciva -a volte, non sempre- ad essere sé stesso.
<< Ailen, facciamo qualcosa dai! >> fece le fusa Shan-pu avvicinandosi alle labbra del ragazzo.
<< No, il mio adorato Ranma farà qualcosa con me! >>
<< Ranma non farà un bel niente con nessuna... >> disse all'improvviso Akane rossa in volto.
<< Perché invece non facciamo qualcosa tutti insieme? >> concluse invece Nabiki, lasciando tutti di stucco.
<< Cosa vorresti fare? >> le chiese Kuno
<< Io avrei un'idea... >>
<< Mh? >> fece Ranma voltandosi verso la sua sinistra, dove, ancora avvinghiata fortemente a lui, c'era Shan-pu << Cosa hai in mente? >>
<< Facciamo un gioco... >>
<< Che gioco? >>
<< Non lo so... uno in cui bisogna stare vicini... >> disse lei sfiorando con le lunghissime unghie laccate il ventre del ragazzo.
Mentre tutti si spremevano le meningi, cercando qualcosa da fare, io mi presi un po' di tempo per osservare con maggiore attenzione la nuova arrivata.
Indubbiamente era bella, una bellezza particolarmente orientale, con gli occhi sottili ma in cui brillava una luce acuta e penetrante, con le folte ciglia lunghe, il viso a forma di cuore ed il corpo proporzionato.
Ma ciò che mi colpì di più in lei fu il modo che aveva di atteggiarsi.
Sapeva muoversi sinuosamente, strusciando in mezzo alle persone come una gatta che fa le fusa, la sua voce sembrava sempre una melodia carezzevole e il suo sguardo era languido e sensuale come ogni suo gesto.
Anche Shan-pu, come quasi tutte le ragazze che avevo conosciuto, aveva un certo interesse per Ranma, ma lei più delle altre aveva un modo davvero sfacciato di dimostrarglielo. Camminava davanti a lui ancheggiando felinamente, spostava i suoi lungi capelli lisci lasciando una scia del suo buon profumo, apriva e socchiudeva le labbra viziosamente, lo guardava spudoratamente, lo toccava in maniera provocante e disinibita, si scopriva e si mostrava continuamente, gli dimostrava sempre le sue costanti attenzioni. E non perché le mancassero la riservatezza e il pudore, quelle mancavano anche a Kodachi, ma c'era un motivo più profondo, qualcosa che le imponeva di essere “di più”.
Quel “di più” che lei pensava che gli uomini volessero.
Ma probabilmente non capiva che non è sempre così, che ci sono uomini che preferiscono una donna semplice e magari anche un po' maschiaccio ad una con il sex appeal alle stelle, o che ce ne sono altri che preferiscono un dolce dal profumo ottimo e dall'aspetto soffice ad una carezza graffiante o altri ancora, che vedono di più in uno sguardo intelligente piuttosto che in delle lunghe ciglia che sbattono ritmicamente.

<< Twister? >> disse una voce facendomi perdere il filo dei pensieri
<< Sì... perché non proponete un altro gioco degli anni '80? >> rispose Shan-pu sarcastica.
<< Obbligo o verità? >> propose qualcun altro.
<< Mi rifiuto! >> fu la risposta che Ranma e Ryoga diedero in coro.
Seguirono degli attimi di silenzio, in cui tutti pensavano ma nessuno proponeva, finché gli occhi castani di Nabiki non si accesero: << Ho trovato! Sayuri prestami il tuo foulard per favore! >>
<< A cosa ti serve? >>
<< Adesso vedrete >> e, facendosi scivolare sapientemente la striscia di raso nero fra le mani, cominciò a spiegare: << A turno uno di voi verrà bendato e dovrà riconoscere gli altri solo toccandoli, i ragazzi dovranno riconoscere le ragazze e viceversa, mentre io sarò il giudice. Che ne dite, ci state? >>
<< Sarà divertente >> disse Yuka mentre già pregustava il momento di accarezzare Alexander e anche Shan-pu e Kodachi saltavano di gioia al sol pensiero di poter -finalmente- toccare il loro Ranma senza che nessuno le disturbasse.
Akane invece, non sembrava molto felice della proposta, ma ormai avevo imparato a conoscerla e sapevo che non si sarebbe mai tirata fuori da una sfida.
<< Manca ancora qualcosa >> disse Shan-pu melensa.
<< Cosa? >>
<< È un gioco no? E allora giochiamo... Chi sbaglia paga pegno! >>
<< In che modo? >> chiesero le altre interessate.
<< Beh ma con un bacio è naturale! Chi sbaglia sarà baciato! >>
<< Va bene, ma io controllerò che non lo facciate apposta.... >> disse Nabiki alzando un sopracciglio, rivolta principalmente a Kodachi e Shan-pu.
<< Per chi mi hai presa? Shan-pu non bara! >> disse quella fingendo indignazione.
<< Vedremo... In ogni caso ci sono un po' di regole da rispettare: innanzitutto ragazzi, voi dovrete rimanere solo con la camicia, altrimenti sarebbe troppo facile e non si potranno toccare i capelli, sono troppo riconoscibili >>
Tutti annuirono e Nabiki riprese: << Bene, allora si comincia! Andremo in ordine alfabetico, per cui tu Akane sei la prima >> così dicendo bendò per bene la sorella e la posizionò di fronte ai ragazzi già in fila.

Akane allungò le mani alla cieca davanti a lei e toccò dapprima il mento, poi scese con lentezza sulle mascelle, sul collo, passando per le spalle fino ad arrivare alle braccia mentre Ranma la guardava teso. Quando, continuando a scorrere, arrivò a toccargli i possenti avambracci, disse: << Alexander >>
<< Non posso dirti niente, saprai tutto alla fine... Vai a sinistra ora >> la guidò Nabiki.
La ragazza proseguì il gioco e si trovò di fronte quello che non sapeva essere Ryoga. Procedette con lo stesso procedimento applicato al primo ragazzo ma sbagliò, convinta che lui fosse Kuno.
Fu poi il turno di Ranma.
Akane partì dai fianchi e, sfiorando leggermente i lati dell'addome, risalì fino ai pettorali, punto su cui indugiò più a lungo degli altri, ricevendo per questo infuocati -seppur muti- sguardi d'odio da parte delle sue due rivali.
Tastò poi anche le spalle e gli chiese di farle toccare le mani, che accarezzò a lungo, ma pronunciò senza esitazione il nome di Ranma quando arrivò a sfiorare le sue labbra con la punta dell'indice.
Dopo Ranma, che aveva uno sguardo soddisfatto per essere stato riconosciuto subito, Akane indovinò senza esitazione Hiroshi e Daisuke.
Quando poi per ultimo si trovò di fronte il vero Kuno, Akane, riconoscendolo disse: << Ma se lui è Kuno... allora chi è che non ho riconosciuto? >>
<< Hai sbagliato Ryoga sorellina >> le spiegò Nabiki sciogliendole la benda.
<< Oh... mi dispiace tanto!! >>
<< Figurati Akane, è un gioco difficile >> le rispose quello grattandosi la tempia con un dito.
<< Beh, ora la devi baciare >> disse Nabiki guardando di sottecchi Ranma che nel frattempo stringeva i pugni << Deve pagare pegno >>
<< È giusto... >> sospirò Akane mentre lui le si avvicinava.
Ryoga la guardò per un attimo, poi si girò verso il suo amico e tornò di nuovo a guardare la ragazza -che nel frattempo aveva la testa abbassata- come se stesse cercando di prendere una decisione.
Poi, in un gesto di pura galanteria, le prese la mano e ne bacò il dorso, facendole poi l'occhiolino.
Lei, così come me, sorrise sollevata e lo ringraziò con lo sguardo.
<< Hey ma non vale! >> protestò però Shan-pu << Avevamo detto un bacio vero! >>
<< Non avevamo detto un bel niente >> la ammonì Nabiki << Ognuno sceglie il posto che preferisce. Jude, tocca a te >>

Mentre Nabiki mi oscurava la vista attesi di poter cominciare con il cuore in gola. I ragazzi cambiarono ordine e quando mi fu dato il via, tesi il braccio tentennando leggermente. Allungando la mano davanti a me, toccai quella che ero certa fosse l'inizio del suo ventre e mi resi conto che c'erano solamente due persone così alte da fare in modo che la mia testa arrivasse al loro petto: Alexander e Kuno. Giocando un po' con la stoffa della camicia, su quello che doveva essere il suo torso scolpito, capii che era lino e non ebbi bisogno -un po' a malincuore- di toccare altro, visto che ricordai immediatamente chi dei due quella sera aveva indossato una camicia di lino bianca. La risposta fu Alexander.
Immediatamente dopo toccò a Kuno, mi bastò toccargli il viso, alto e liscio, per capire che era lui.
Arrivata all'ennesimo ragazzo, riconobbi immediatamente al tatto, per la massa muscolare prorompente, che si trattava o di Ranma o di Ryoga. Già, ma quale dei due?
Con il viso probabilmente rosso come un pomodoro, cominciai a tastare il più delicatamente possibile le braccia, gli enormi bicipiti, il petto e gli addominali scolpiti, ma proprio non riuscivo a capire, avendo entrambi dei corpi statuari e anche più o meno la stessa statura.
Così mi decisi a salire sul viso e, più o meno convinta, feci il nome di Ryoga, per poi passare all'altro ragazzo.
Di nuovo, toccai il torace che avrebbe potuto competere con quello di una statua greca, e stavo per fare il nome di Ranma quando lui fece un gesto: mi sfiorò l'avambraccio con le dita ed io ricollegai immediatamente quel tocco a Ryoga, pronunciando il suo nome a bassa voce mentre sentivo il viso bollire.
Avevo quindi sbagliato e, in panne, confusi anche Hiroshi per Daisuke e viceversa.
Mi tolsi la benda quasi in apnea.
<< Jude, come credo tu abbia capito, ne hai sbagliati tre >>
<< Ehm sì.... >>
<< Ragazzi, divertitevi >> disse poi lei ed io mi misi le mani sugli occhi.
Per stemperare un po' la tensione, Hiroshi e Daisuke mi baciarono entrambi sulle guance nello stesso momento, facendo ridere tutti e alleggerendo il mio cuore.
Ora toccava a Ranma.
Lui mi si avvicinò sorridendo sghembo e senza lasciarmi nemmeno il tempo di parlare, seppur con un po' di imbarazzo, mi baciò la fronte facendo smettere di far fremere dalla rabbia Kodachi e Shan-pu.

Dopo il mio turno toccò a Kodachi che, fra una risata degna di un film horror e l'altra, indovinò solo “il suo adorato Ranma” che lei “non avrebbe mai potuto scambiare per nessun altro” e Ryoga.
<< Kodachi hai sbagliato tuo fratello, Alexander, Hiroshi e Daisuke! >>
<< No, per carità! Io non voglio che quei due sgorbi mi bacino!! >> gridò lei quasi in lacrime << No ! No! E poi no! È il mio compleanno!!! Tatewaki di' qualcosa! >>
<< Le regole sono regole >> disse Nabiki austera << Ti avrebbe potuta baciare anche Ranma... >>
<< Oh, mio adorato Ranma hai ragione, che fidanzata orribile che sono, lasciarsi baciare così impudentemente da altri ragazzi, e per giunta orribili >>
<< Hey! >> gridarono in coro i due interessati fintamente offesi, mentre Ranma rideva sotto i baffi bofonchiando un “Oh no, fai pure, io non me la prendo”.
Così Kodachi chiuse gli occhi schifata mentre, a turno, Hiroshi e Daisuke le baciarono la mano, mentre suo fratello e Alexander le diedero un tenero bacio sulla guancia.


Dopo Sayuri, che fu brava nell'indovinare tutti e a farsi dare il tanto agognato bacio -seppur solo sulla guancia- da Alexander, Nabiki chiamò Shan-pu.
Con fare malizioso, e sotto lo sguardo duro e serio di Akane, si avvicinò a Ranma, il primo nell'ordine. Fece un sacco di moine e, toccando e accarezzando più del dovuto, finì poi col dire il nome di Alexander.
<< L'ha fatto apposta >> mi disse all'orecchio Akane mentre Shan-pu, con poca fatica, indovinava tutti gli altri ragazzi.
<< Che stronza >> sussurrò Nabiki << Ma sta tranquilla Akane è lui che deve baciare lei, non il contrario, vedrai che Ranma sarà un gentiluomo >>
<< A me non interessa affatto quello che fa quell'idiota >> ruggì la ragazza, ma il tremore nervoso di tutto il suo corpo diceva esattamente il contrario.
<< Ooops mi dispiace tanto, come ho fatto a sbagliare il mio Ranma! >> disse Shan-pu con il tono della voce più acuto e fastidioso del solito.
<< Fa' poche scene, sicura di non averlo fatto apposta? >> pronunciò cautamente Nabiki.
<< Ma certo che no! Come avrei potuto scusa!? >>
<< E va bene, Alexander, Ranma, procedete >>
I due ragazzi si avvicinarono e Shan-pu gonfiò il petto come un pavone che fa la ruota.
Mentre Ranma le stava prendendo la mano -come avevamo immaginato tutti- e Akane stava quasi per tirare un respiro di sollievo, la cinesina, con un movimento velocissimo, si avvicinò al ragazzo e lo baciò appassionatamente sulle labbra.
Ranma rimase per un secondo con gli occhi spalancati, prima di prenderla per le spalle e staccarsela di dosso, mentre Akane, con lo sguardo ancora disgustato e sconvolto dalla scena, corse via immediatamente.
<< Akane!!!!! >> le gridò Ranma dietro seguendola e non degnando nemmeno di uno sguardo il resto dei presenti, compresa Shan-pu che, con un sorriso beffardo sul volto soddisfatto, scappò via in un batter d'occhio seguita da un'arrabbiatissima e fumante Kodachi, munita del -ormai avevo capito che si poteva dire anche “solito”- nastro da ginnastica ritmica.
Anche gli altri, avendo ormai capito che il gioco era finito, se ne erano andati salutando, mentre Kuno celebrava il dolore di quel “fiore di Akane Tendo”.
<< Questa scena mi ha ricordato qualcosa che è successo tanto tempo fa >> disse Nabiki mentre il rumore dei suoi tacchi a spillo ci suggerì che se ne stava andando << Il lupo perde il pelo ma non il vizio! Domani Ranma avrà un bel mal di testa >> aggiunse poi ridendo << Buonanotte ragazzi >>
<< Che voleva dire? >> chiesi io non appena Nabiki se ne fu andata
<< Quando Shan-pu arrivò qui dalla Cina baciò Ranma >> mi spiegò Ryoga pazientemente << Vedi lei è... orgogliosa. Farebbe di tutto per conquistare Ranma perché ne va del suo onore e del suo orgoglio di donna >>
Io lo guardai un po' sorpresa, era un dato oggettivo che Ranma fosse uno dei più bei ragazzi di Nerima, se non dell'intero Giappone probabilmente, ma da qui a metterci di mezzo la propria femminilità, il passo mi sembrava esagerato.
Ryoga sembrò capirmi al volo: << Shan-pu viene da un antico villaggio di amazzoni, Joketsuzoku, durante il suo allenamento in Cina Ranma la incontrò e la sconfisse. Le leggi della sua tribù sono molto severe riguardo questo tipo di cose: se un'amazzone viene sconfitta da un uomo, esso dovrà a tutti i costi diventare il suo sposo... Ed ecco spiegata la fissazione di Shan-pu per Ranma, non è poi così irresistibile >> disse lui, dapprima serio e poi con un filo di ironia nella voce.
<< E... a lui non... non piace? >>
<< No, non credo. Ma lei continua imperterrita da anni con il solo risultato di fare arrabbiare Akane, che poi picchia Ranma >>
<< Ecco perché prima Nabiki ha detto che Ranma avrebbe avuto un gran mal di testa >>
<< Oh sì, immagino che gliene stia dando di santa ragione >> asserì Ryoga convinto e poi rise di gusto.
E così un altro pezzetto del puzzle era al suo posto. Shan-pu, affascinante amazzone cinese, faceva parte della -grande- cerchia delle invasate innamorate di Ranma che, senza scrupoli, ricorrevano a tutto -ma proprio a tutto- per impossessarsi del suo cuore, ovviamente con scarso successo.
Che fosse perché il suo cuore era occupato già da un'altra, non mi fu dato di saperlo quel giorno ma, io, un'idea, già me l'ero fatta.

Improvvisamente io e Ryoga ci accorgemmo di essere rimasti soli nell'enorme salone e calò un imbarazzato silenzio.
<< Vo... vogliamo andare a cercarli? >> propose lui alla fine.
<< Sì... >>
E così uscimmo passando per il giardino, dove i ricordi della festa, sparsi qua e là, cominciavano ad essere illuminati dalle prime luci dell'alba che nasceva.
Mentre camminavamo verso casa, a rilento per via delle mie scarpe altissime che, dopo ore ed ore, mi stavano letteralmente facendo impazzire, sentimmo delle voci provenienti da un piccolo parco lì di fianco.
Guardando meglio, scorgemmo anche le due figure: quella di Ranma, un po' china e con la grande mano poggiata sulla sua guancia, e quella di Akane, così piccola al confronto, che lo guardava truce.
Non capimmo bene cosa si stessero dicendo, né desideravamo saperlo in realtà, ma osservammo lo stesso la scena trattenendo il fiato e sperando che tornasse la pace fra i nostri due amici, così testardi e allo stesso tempo teneri.
Ranma le accarezzava la guancia con una mano, mentre le bisbigliava qualcosa con fare rassicurante ed Akane lo guardava dal basso, con gli occhi sabbiosi increduli ed arrabbiati. Poi, ad un tratto, le disse qualcosa che la fece sorridere, annuì e lei annuì di rimando.
Non venimmo mai a conoscenza di quello che i due ragazzi si sussurrarono durante quell'aurora.
Ranma non disse più niente ma, non appena svoltato l'angolo, la prese in braccio, portandola sulle spalle.
Ryoga ed io ci guardammo soddisfatti e non potei fare a meno di sorridere, ancora una volta, davanti a quei due che, ormai avevo capito, avevano un modo tutto loro di volersi bene.
A volte erano così testardi ed orgogliosi che riuscivano solo a scontrarsi su ogni cosa. Altre invece, anche semplicemente stando in silenzio, si ritrovavano più complici che mai.
Camminavo voltata, guardando il viso concentrato di Ranma e le tenere e bianche braccia di Akane che gli cingevano il collo, quando andai a sbattere contro Ryoga, fermo davanti a me.
<< Oh scus... >> stavo per dire, ma le parole mi morirono sulle labbra quando vidi che il ragazzo si stava abbassando leggermente, assumendo la stessa posizione di Ranma, e con la testa mi faceva segno di salire.
<< Ma.... io... ti stancherai troppo, io sono più pesante di Akane... non devi... >>
<< Non dire sciocchezze, a me fa piacere >> disse lui e, dolcemente, mi prese in braccio.

Così, mentre il bel viso di Akane si assopiva appoggiato alla schiena di Ranma, il vento tiepido delle sei del mattino ci accarezzava ed il chiarore argenteo dell'alba ci inondava mentre fuori le luci ci dicevano che non era ancora giorno ma non era più notte, anche io chiusi gli occhi e mi feci cullare dal movimento lento dei passi di Ryoga, mentre il suo profumo e il calore del suo corpo mi rilassavano.

E da quel momento in poi il Giappone assunse un nuovo sapore per me.

***


Buongiorno a tutti!

Per esigenza di copione questo capitolo doveva essere pubblicato a poca distanza dal precedente, altrimenti rischiavate di dimenticarvi dei balli.
Le canzoni non c'è bisogno di spiegarle, spero che tutti le conosciate.
Un ringraziamento particolare va a Pia e Faith che, molto pazientemente, mi hanno aiutata ed ispirata per il "gioco" di Shan-pu.
Come sempre un grazie infinito a tutti quelli che leggono, che seguono, che preferiscono e che trovano sempre il tempo e la voglia di recensirmi. Non sapete quanto sia importante.
E grazie alle mie Ladies che ci sono sempre.
Vi do appuntamento al prossimo capitolo, assieme al nostro paperotto!
Un abbraccio.
Vostra Aronoele (:

  
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