<< Domani
potrei negarlo, ma intanto... ti va di
ballare? >> Le chiese lui tentennando un po' e, con un
sorriso a
trentadue denti, lei afferrò la sua mano, Ranma se
la portò dietro il collo
invitandola ad abbracciarlo, ed Akane lo fece.
Posò entrambe le piccole e candide mani sul possente collo
di
lui, esattamente dietro il codino, fra la
pelle morbida e la camicia nera, mentre il ragazzo le
cingeva
dolcemente i fianchi, con gli arti grandi e forti posati sullo chiffon
leggero
e sottile del suo vestito, creando uno strano contrasto, e senza mai
staccare
gli occhi da lei.
Così, più vicini che mai, con i respiri mischiati
gli uni
agli altri, le mani congiunte ai corpi dell'altro e le orecchie chiuse
ai
rumori del resto del mondo, i due ragazzi si guardarono e si parlarono,
senza
mai dire una parola.
Così, senza pensarci due volte, si avvicinò alla
ragazza
bionda che, poco distante da lui, guardava la scena con un sorriso
tenero e, da
dietro, le prese dolcemente la mano, facendola voltare.
La mia reazione fu di estrema sorpresa e non poco imbarazzo,
quando sentii la mano calda e gentile di Ryoga stringere la mia.
Probabilmente non aveva il coraggio di invitarmi
ufficialmente, data la sua estrema timidezza, ma posò
ugualmente la mia mano
sulla sua spalla, avvolta in quella camicia bianca, profumata ed
aderente, e
prese anche l'altra, aspettando il mio consenso alla sua muta quanto
tenera
richiesta.
Lo guardai un momento negli occhi e riconobbi una scintilla,
quella di un uomo, galante e romantico, che guarda una
felicità riflessa in due
figure -a lui molto note- che ballano lontane, e che desidera lo stesso
per sé.
Senza indugiare ancora, strinsi forte la sua mano e lui
sorrise ancora di più.
Nessuno dei due era un grande ballerino, ci limitavano a
reggerci l'uno all'altra e a muoverci lentamente e con grazia fra le
altre
coppie.
Vagando con la mano sulla sua larghissima spalla incappai in
una delle bretelle nere che conferivano al suo look un non so cosa di
sexy e
decisi che era tempo di smetterla di tenere la testa di lato e che
dovevo
parlargli. L'avevo fatto con Ranma in fondo, ci sarei riuscita anche
con lui,
non mordeva mica.
<< Carine le bretelle >> dissi quindi
avvicinandomi un poco per farmi sentire.
Lui si girò di scatto: << Grazie.... le ho
trovate un
po' per caso, non sono uno che frequenta molte feste e non sapevo
proprio cosa
si deve indossare in certe occasioni... Così ho comprato un
giornale di moda e
ho visto che erano... sì, sai... di tendenza... Che ne so,
non le so fare
queste cose! >>
<< Sono belle... ti stanno bene... ottima scelta
>>
<< Grazie >> rispose lui sereno e
tornò a
guardare alla sua destra, in direzione di Ranma e Akane.
<< Ti piace molto eh? >>
<< No... O meglio sì, mi piaceva molto, ma era
un'idea
sbagliata dell'amore la mia... >>
<< Cioè? >> chiesi incuriosita
mentre lui mi
faceva girare ancora attaccata al suo corpo muscoloso.
<< Akane mi piaceva perché era gentile con me
e non è
una cosa a cui sono abituato, ma non era amore. Amore è
altro... >>
sussurrò lui, rivolto forse a me, forse a sé
stesso o forse a loro, che
ballavano infischiandosene di tutto.
<< Ora è tempo di andare avanti
>> concluse poi,
tornando a guardarmi.
<< Per
accontentare
ciascuna di voi, mie adorabili
signore, ballerò con ognuna e l'ordine di scelta
sarà del tutto casuale! Non
accapigliatevi, non ce n'è bisogno, Tatewaki Kuno, detto il
tuono blu, basta
per tutte... >>
<< Kuno dacci un taglio per amor del cielo!
>>
<< Nabiki Tendo... E sia! Sarai tu la mia prima dama!
>>
<< Ma che fai? Chi ti vuole? >> esplose lei
mentre lui la abbracciava, avvicinandola molto al suo corpo alto e
statuario.
<< Nabiki Tendo non ti opporre alla forza del destino
che ci ha voluti insieme... lascia che le tue soavi membra.... Oh
insomma,
smettila e balla con me! >> disse alla fine,
lasciando stupita Nabiki che ora senza
più
esitare, aveva unito le mani a quelle di lui.
<< Allora a volte sei normale... >>
<< Certo >> e le fece fare una giravolta.
<< E perché allora ti comporti sempre da
idiota?
>>
Lui si limitò a sbuffare e a farle fare una specie di
casquette, avvicinandosi pericolosamente al suo collo per tenerla
più saldamente.
<< Non mi piace essere portata né nel ballo
né nella
vita, preferisco portare.... >>
Kuno le diede un leggero strattone sorridendo sicuro di sé:
<< Ma non riesci a stare zitta per un secondo?
>> e
Nabiki si fece portare, danzando per
tutta la sala, ridendo e abbassando, per un momento, le difese da
regina di
ghiaccio.
<< Non è giusto!! Perché il mio
adorato Ranma balla con
quell'insulsa di Akane Tendo? >> gridò lei
così forte che risuonò quasi
più forte delle parole della canzone.
<< Mi dispiace padroncina >>
osservò Sasuke raggomitolato
ai piedi della sua sedia argenata.
<< Cosa posso fare per lei? >>
<< Voglio ballare >>
<< Ehm... signorina Kodachi... io sono onorato...
sì...
ma ecco... io non so se sono capace.... >>
<< Ma che hai capito stupido? Mica con te! Trovami il
cavaliere
più bello di tutti, così vedrà
quell'Akane... >> disse la festeggiata
con un tono a metà fra il pretenzioso e il temibile.
Sasuke si guardò intorno, visibilmente spaventato
dall'assurda pretesa della sua padrona: trovare un cavaliere
più bello di
Ranma, quando si sapeva che lei, come quasi la metà della
sala, era innamorata
persa del ragazzo con il codino.
Cominciò a muoversi, con la sua abilità da ninja
che gli
conferiva il potere di rimanere invisibile ai più data
l'estrema velocità dei suoi
movimenti, finché non si imbatté in due spalle
larghe, due occhi ambrati e dei
capelli ricci e neri.
<< Signor Alexander... ecco la mia padroncina, la
signorina Kodachi Kuno, la festeggiata... gradirebbe ballare con lei...
>> disse il piccolo ninja tutto d'un fiato, contento di
aver trovato un
degno sostituto del giovane Saotome, ma intimorito dalla stazza del suo
interlocutore.
Alexander, ragazzo taciturno e probabilmente non portato per
la mondanità, si alzò prontamente e rispondendo
con un “con piacere” andò
spedito e sicuro verso Kodachi la quale, al sol vederlo
arrossì vistosamente.
<< Vuoi ballare? >> le disse lui con fare
seducente e lei quasi si sciolse al contatto con le sue mani.
Kodachi sembrava così minuta persa in quelle braccia e ad
ogni giro che lui le faceva fare, lei gli sbuffava addosso centinaia e
centinaia di petali neri e profumati, creando un gioco di luci e ombre
in tutta
la sala, nel quale si nascosero ai suoi occhi grigi anche le
due figure che
ballavano lontane.
Ma lei quel ragazzo con i capelli chiari e ricci e gli occhi
dolci, non lo vedeva neanche, in confronto alla montagna americana.
<< No, no e no, ti ho detto che non ci ballo con te,
sto aspettando Alexander!!! >>
<< Solo questa canzone, così magari lo fai
ingelosire... E poi guarda, anche Sayuri balla! >>
Hiroshi le sorrise di pura gioia, sfiorandole delicatamente
il vestito verde smeraldo e, mentre ballavano al ritmo lento della
melodia, posò
un piccolo bacio sulla guancia della ragazza mentre lei cantava la
strofa della
bellissima canzone, sperando che così -finalmente-
capisse.
“Goodbye kiss”
finì e le coppie si separarono.
Mentre “Always”
di Bon Jovi
prendeva il suo posto, due occhi
castani e due blu continuavano a guardarsi mentre i nasi quasi si
toccavano e
le mani, sempre immobili al loro posto, stringevano un po' di
più.
<< È
stato un
piacere Jude >> mi sussurrò Ryoga
all'orecchio cedendomi a Kuno, con il quale ci eravamo scontrati due
secondi
prima e che mi aveva chiesto di “concedergli questo
ballo”.
<< Anche per me, Ryoga >> risposi io
imbarazzata
mentre il mio nuovo cavaliere mi stringeva a sé.
Kuno era un ottimo ballerino, come sua sorella d'altronde, e
mi condusse alla perfezione sulle note di quella meravigliosa ed
intensa
canzone, tenendomi saldamente.
Io però, mentre guardavo i suoi occhi scuri ed i capelli
morbidi così vicini a me e aspiravo a pieni polmoni il
profumo intenso del suo
dopobarba, non sapevo cosa dire, abituata ormai ad ascoltare le sue
poesie
senza battere ciglio.
Tatewaki era un ragazzo bellissimo e quando era serio, e ti
guardava con gli occhi carichi d'ardore e parlava
con la sua voce profonda, era capace di far cadere
ai propri
piedi qualunque ragazza. Eppure si ostinava ad avere quei modi boriosi
-ma
tutto sommato simpatici- che avevo capito essere
tipici della sua famiglia.
Mentre la splendida voce di Bon Jovi cantava quelle parole
d'amore, Kuno rimase in silenzio a fissare un caschetto, ma stavolta
non nero e
lucido, bensì dello stesso colore della legna bagnata.
<< Allora, passata l'infatuazione per la mia sorellina?
>>
<< Sì, simpaticona >>
<< Me ne sono accorta.... Dalla mora alla bionda?
>> insinuò lei con fare cospiratore.
<< Nabiki ma che... che dici? Sei impazzita? Stavamo
solo ballando! Io non, noi non, ma che..? >>
cominciò a balbettare
Ryoga con il viso paonazzo.
<< Calma P-chan non andare in iperventilazione!!! Mi
sembrava che ci fosse un certo interesse tutto qui! >>
<< No, no, no ti sbagli! >>
affermò lui
agitandosi più del dovuto.
<< Sarà... e la brunetta dove l'hai lasciata?
>>
<< È andata a trovare sua nonna al mare
>>
<< Allora hai capito a chi mi riferivo, furbone!
>>
Ryoga, fingendo un passo di danza, la allontanò e poi la
riavvicinò a sé velocemente:
<< La mia vita sentimentale è così
interessante?
>> le sibilò all'orecchio mentre lei rideva
realmente divertita
dall'improvviso fuoco che si era impossessato del suo cavaliere.
<< Perché non parliamo un po' della tua...
Miss Kuno?
>>
<< In effetti sarebbe perfetto per me >>
rispose
lei seria << È ricco!!! >>
Ed entrambi continuarono il loro strampalato ballo ridendo
divertiti.
Alexander, dopo aver ballato con lei, si era gentilmente
congedato, impegnato com'era a tenere a bada Yuka e Sayuri, mentre
Sasuke, dopo
essersi nuovamente offerto come cavaliere ed essere stato
-ovviamente- rifiutato, si era messo a ballare da solo fra la
folla, infischiandosi, per un momento, della sua
“padroncina”.
La bella mora si era ritrovata così da sola al centro della
pista e, gettando occhiate infuocate a tutte le coppie -ma soprattutto
a quella
formata dal “suo adorato Ranma” e da
“quell'odiosa di Akane Tendo”, che danzava
ancora insieme tenera ed armoniosa- prese a lanciare boccette di vetro
dal
contenuto nero.
In quel preciso istante, stringendomi di più a Kuno che con
maestria evitò una delle piccole bottigliette di sua
sorella, capii perché i
miei amici le davano della “pazza pozionista”.
Il liquido contenuto nelle boccette, nero e profumato di
fiori, era una specie di filtro d'amore, una di quelle cose che si
vedono nei
film per bambini o nei cartoni animati. Chi ne veniva colpito, e
respirava la
nuvola densa e scura che scaturiva dal contatto con l'aria, cambiava
completamente espressione, sembrava un misto fra un ubriaco e una
bambola, se ne
andava in giro barcollando e ripetendo “Kodachi mia signora
io ti amo”.
Furono colpiti un paio di ragazzi, che caddero a terra
addormentati dopo pochi secondi e anche Yuka e Sayuri, che invece si
misero a
cantare una canzoncina da ragazze pon-pon in riferimento alla folle
festeggiata.
Kodachi, sempre più inviperita, cominciò a
scagliarne a
dozzine, puntando sempre più a colpire Ranma, ma a volte,
chiamatelo destino o
karma, agisce per noi, e il caso volle che fu proprio lei ad essere
colpita da una delle sue bizzarre -e alquanto incredibili- pozioni,
rispedita
indietro da chissà chi.
Tutte, tranne una.
Mentre Elton John intonava le prima note di “Your song”,
Ranma ed Akane non si accorsero di nulla, del mondo e di
tutti noi che
cambiavamo intorno a loro. Loro rimasero uniti, con la fronte
appoggiata l'una
su quella dell'altro, occhi negli occhi, a ballare, sempre insieme,
come se
quella prima canzone non fosse finita mai.
<< Certo >> risposi e lui mi prese fra
le sue
braccia, che erano veramente grandi e forti come sostenevano le mie
amiche.
Alexander ed io eravamo gli unici due che avevano avuto la
fortuna di provenire dallo stesso Paese, con il tempo, data l'amicizia
che
legava Hiroshi a Ranma, eravamo anche diventati amici, ma mentre
ballavamo
stretti l'uno all'altra mi resi conto che non avevamo mai parlato da
soli.
Così, sulle note di quella canzone dolce, cominciammo a
raccontarci della nostra America, lui di Boston, io di New York, dei
posti
delle vacanze e dei luna park, del nostro dolce preferito e di quanto
entrambi
odiamo i fast food, di tutto ciò che era così
diverso -e tremendamente
intrigante- nel Paese che ci ospitava e di quanta nostalgia avessimo
del
nostro, di Paese.
Così, in questa festa che a me pareva più uno di
quei balli
ottocenteschi a casa del principe, ritrovai un pezzetto di casa.
Un pezzetto di casa che profumava di salsedine e che non
appena vide che mi stavo rattristando, pensando agli amici lontani,
raccontò
una barzelletta e mi fece girare, girare, girare, finché non
vide che mi
aggrappavo a lui con il volto sorridente.
Ranma ed Akane si separarono, arrossendo a dismisura quando
si accorsero che tutti li guardavano, ma scossero la testa e decisero
di non
pensarci. Forse era colpa delle luci azzurre e sfocate, forse
dell'atmosfera
idilliaca che donavano i piccoli coriandoli argentati che proprio in
quel
momento stavano cadendo leggeri e luminosi, o forse della successione
di
canzoni romantiche, ma ognuno aveva fatto qualcosa di avventato, di
coraggioso,
o semplicemente qualcosa che aveva desiderato fare da sempre.
Così mi parve di
leggere sui volti dei presenti un tacito accordo: quella sera, mentre
ballavamo
in cerchio “Marry
you” di Bruno Mars e cantavamo a squarciagola,
tutto sarebbe
stato possibile, domani poi, nessuno ne avrebbe parlato.
<< Stanca? >> chiese una voce conosciuta
che
proveniva dal mio fianco.
Con la testa reclinata ed ancora appoggiata al morbido
schienale di pelle bianca e gli occhi chiusi, feci semplicemente segno
di “sì”
con la testa mentre Ranma si sedeva vicino a me allargando le braccia.
<< Ti sei divertita? Ho visto che hai ballato con il
fior fiore dei ragazzi presenti... Se escludi il sottoscritto
ovviamente
>>
A quella battuta mi voltai leggermente e gli sorrisi <<
Ovviamente >> ripetei per prenderlo in giro
<< Sì, mi sono divertita...
e tu? >>
<< Anche io sono stato bene >> e i miei
occhi
neri si intesero perfettamente con i suoi blu per un momento, prima che
tutti
gli altri arrivassero e ci impedissero di portare a termine in discorso.
<< Allora, è quasi l'alba, ce ne andiamo?
>>
chiese Nabiki, l'unica che -per miracolo o abitudine- riusciva ancora a
sopportare quei tremendi tacchi a spillo.
<< Anche io sono un po' stanca >>
confermò Akane.
<< Come volete >> disse Ryoga ma, mentre
stavamo
per alzarci ed andare a salutare la padrona di casa (che nel frattempo
si era
ripresa e scartava come una furia tutti i regali, depositati come
omaggi sotto
alla sua seduta), qualcosa ci bloccò.
Uno dei camerieri in livrea, che aveva il compito di
accompagnare all'interno gli ospiti, fece entrare una giovane ragazza
dall'aspetto mozzafiato.
Aveva dei lunghissimi capelli color lavanda, lisci e setosi,
due occhi a mandorla, avrei detto quasi color borgogna, e le labbra,
piccole ma
piene, tinte di rosa pastello.
Si diresse verso il centro della sala muovendo le piccole
gambe affusolate sensualmente, mentre le faceva scivolare nella seta
del
vestito color corallo che le aderiva così bene.
Disse qualcosa in giapponese, anche se in un modo che lì per
lì mi parve strano, e notai che la sua voce era carezzevole
e leggermente
acuta, somigliante al miagolio di un gatto.
<< In effetti mi mancava all'appello >>
disse
Nabiki con il tono ironico.
<< A me non mancava per niente invece >> fu
invece il commento lapidario di Akane.
<< Cosa ci fai tu qui? >> urlò
Kodachi alla bella
straniera al centro della sala.
<< Perché parli in inglese? >>
<< Perché ho ospiti internazionali io, non
sono mica
una vagabonda come te!! >>
A quelle parole la minuta ragazza spiccò un salto
potentissimo e, se non l'avesse fermata Kuno con la sua mole, sarebbe
di sicuro
finita addosso a Kodachi.
<< Calmiamoci ragazze su! >> disse il
ragazzo
tenendola saldamente dalle braccia << Sorella mia,
credevo fossi una
padrona di casa più accomodante >>
<< Taci Tatewaki! Ho detto che ci fai qui Shan-pu?
>>
E così Shan-pu era il suo nome.
<< Credo che il mio invito si sia perso per strada...
>>
<< Veramente nessuno ti ha invitata, gatta morta!
>>
<< Ha parlato la rosa nera appassita! >> e
Kuno
fu costretto a sedare ancora le ragazze, questa volta bloccando un
colpo della
sorella che, non seppi mai da dove, aveva tirato fuori un nastro da
ginnastica
ritmica rosa e lo stava per usare come arma contro la nuova arrivata.
<< Non mi hai invitata perché volevi Ranma
tutta per te,
eh, strega? >> disse Shan-pu e senza nemmeno aspettare la
replica di
Kodachi, si diresse ancheggiando vanitosamente, verso di noi.
Alle ultime parole della ragazza però io guardai stupita
Nabiki, in piedi davanti a me, chiedendole conferma.
<< Oh sì Jude... Il nostro Ranma è
un tipo molto
richiesto in caso non te ne fossi accorta! >> mi disse
lei per rispondere
alla mia domanda muta.
<< Oh sì, l'ho notato... Lei è?
>>
<< Shan-pu, un'altra delle abbonate al fan club
“tutte
pazze per Ranma Saotome” >>
<< Che ci posso fare se sono irresistibile?
>>
dichiarò il diretto interessato fra il serio e il faceto.
<< Ma per favore >> sibilò Akane
fra i denti. Da
quando Shan-pu era entrata nella stanza aveva vistosamente cambiato
umore.
<< Ma non ce ne stavamo andando? >> disse
poi più
ad alta voce ma fu interrotta dall'arrivo della ragazza che, senza
degnare
nemmeno di uno sguardo noi altri, si mise seduta sulle gambe di Ranma
con fare
seducente e cominciò a strusciare il suo bel visino contro
quello di lui.
Prima ancora che Akane, visibilmente urtata da quel
comportamento, potesse dire qualcosa, Kodachi arrivò come
una furia e staccò in
malo modo Shan-pu da un Ranma immobile come una statua.
<< Vuoi combattere anche il giorno del tuo compleanno?
>>
<< Fatti sotto cinese dei miei stivali! >>
<< Ragazze per favore calmatevi! >> disse
Kuno
arrivando, ancora una volta, a dividerle << Non sta bene
comportarsi così davanti a degli ospiti >> ed
indicò me e Alexander, gli
unici due non evidentemente abituati a quel tipo di scene rocambolesche.
<< E va bene, e va bene, ma lasciami! >>
disse la
cinesina << Buonasera a tutti, ragazza violenta, Nabiki,
inutile suino,
ragazza bionda e Ranma, mio ailen!
>>
<< Sempre gentile eh >> ringhiò
Ryoga fra i denti.
<< E anche agli altri >> concluse Shan-pu
con un
inchino.
Io rimasi non poco stupita da quanto poco gentili fossero i
suoi modi, soprattutto se paragonati a quelli delle altre persone che
avevo
conosciuto durante il mio soggiorno in Giappone. Persino Kodachi,
sebbene
evidentemente leggermente fuori di senno, era stata gentile e cordiale
con me,
tutto il contrario di Shan-pu che invece mi lanciava occhiate furtive
ma
terribilmente maligne.
Nel frattempo la festa intorno a noi proseguiva mentre fuori
le prima luci dell'alba schiarivano appena il cielo notturno.
Alcuni ragazzi e ragazze, quelli che avevano bevuto di più,
si buttarono ancora vestiti nell'enorme piscina che era in giardino,
ridendo e
schizzandosi mentre altri abbandonarono la festa assonnati.
<< Bene, credo che sia ora di andare anche per noi...
>> tentò Ranma, quasi risoluto, mentre si
alzava.
<< Ma no, mio adorato, aspetta >>
gridò Kodachi con
il suo tono profondo e allo stesso tempo alto mentre si avvinghiava a
lui
<< rimani ancora un po' con me... >>
<< Hey stupida oca >> disse Shan-pu
afferrando
l'altro braccio di Ranma << Lascia stare il mio amore!
>>
Di tutta risposta Nabiki si picchiò la fronte con il palmo
della mano e Akane concluse la scenetta con uno
“sgrunt”.
<< Ranma è il mio fidanzato e oggi
starà con me perché
è il mio compleanno >>
<< Ma fammi il piacere, Ranma è il mio
fidanzato... è
vero tesoruccio?? >>
<< Ma veramente io... ecco... io... >>
balbettò
lui.
Era strano osservare come quel ragazzo, assai forte e
coraggioso in quasi tutte le circostanze, risultasse un perfetto idiota
ogni
qual volta gli si avvicinava una ragazza. Solo con Akane, che adesso lo
stava
guardando con rimprovero, riusciva -a volte, non sempre- ad essere
sé stesso.
<< Ailen, facciamo qualcosa dai! >> fece le
fusa
Shan-pu avvicinandosi alle labbra del ragazzo.
<< No, il mio adorato Ranma farà qualcosa con
me!
>>
<< Ranma non farà un bel niente con nessuna...
>> disse all'improvviso Akane rossa in volto.
<< Perché invece non facciamo qualcosa tutti
insieme?
>> concluse invece Nabiki, lasciando tutti di stucco.
<< Cosa vorresti fare? >> le chiese Kuno
<< Io avrei un'idea... >>
<< Mh? >> fece Ranma voltandosi verso la
sua
sinistra, dove, ancora avvinghiata fortemente a lui, c'era Shan-pu
<<
Cosa hai in mente? >>
<< Facciamo un gioco... >>
<< Che gioco? >>
<< Non lo so... uno in cui bisogna stare vicini...
>> disse lei sfiorando con le lunghissime unghie laccate
il ventre del
ragazzo.
Mentre tutti si spremevano le meningi, cercando qualcosa da
fare, io mi presi un po' di tempo per osservare con maggiore attenzione
la
nuova arrivata.
Indubbiamente era bella, una bellezza particolarmente
orientale, con gli occhi sottili ma in cui brillava una luce acuta e
penetrante, con le folte ciglia lunghe, il viso a forma di cuore ed il
corpo
proporzionato.
Ma ciò che mi colpì di più in lei fu
il modo che aveva di
atteggiarsi.
Sapeva muoversi sinuosamente, strusciando in mezzo alle
persone come una gatta che fa le fusa, la sua voce sembrava sempre una
melodia
carezzevole e il suo sguardo era languido e sensuale come ogni suo
gesto.
Anche Shan-pu, come quasi tutte le ragazze che avevo
conosciuto, aveva un certo interesse per Ranma, ma lei più
delle altre aveva un
modo davvero sfacciato di dimostrarglielo. Camminava davanti a lui
ancheggiando
felinamente, spostava i suoi lungi capelli lisci lasciando una scia del
suo
buon profumo, apriva e socchiudeva le labbra viziosamente, lo guardava
spudoratamente, lo toccava in maniera provocante e disinibita, si
scopriva e si
mostrava continuamente, gli dimostrava sempre le sue costanti
attenzioni. E non
perché le mancassero la riservatezza e il pudore, quelle
mancavano anche a
Kodachi, ma c'era un motivo più profondo, qualcosa che le
imponeva di essere
“di più”.
Quel “di più” che lei pensava che gli
uomini volessero.
Ma probabilmente non capiva che non è sempre
così, che ci
sono uomini che preferiscono una donna semplice e magari anche un po'
maschiaccio ad una con il sex appeal alle stelle, o che ce ne sono
altri che
preferiscono un dolce dal profumo ottimo e dall'aspetto soffice ad una
carezza
graffiante o altri ancora, che vedono di più in uno sguardo
intelligente
piuttosto che in delle lunghe ciglia che sbattono ritmicamente.
<< Sì... perché non proponete un
altro gioco degli anni
'80? >> rispose Shan-pu sarcastica.
<< Obbligo o verità? >> propose
qualcun altro.
<< Mi rifiuto! >> fu la risposta che Ranma
e
Ryoga diedero in coro.
Seguirono degli attimi di silenzio, in cui tutti pensavano ma
nessuno proponeva, finché gli occhi castani di Nabiki non si
accesero: <<
Ho trovato! Sayuri prestami il tuo foulard per favore! >>
<< A cosa ti serve? >>
<< Adesso vedrete >> e, facendosi scivolare
sapientemente la striscia di raso nero fra le mani, cominciò
a spiegare:
<< A turno uno di voi verrà bendato e
dovrà riconoscere gli altri solo
toccandoli, i ragazzi dovranno riconoscere le ragazze e viceversa,
mentre io
sarò il giudice. Che ne dite, ci state? >>
<< Sarà divertente >> disse Yuka
mentre già
pregustava il momento di accarezzare Alexander e anche Shan-pu e
Kodachi
saltavano di gioia al sol pensiero di poter -finalmente- toccare il
loro Ranma
senza che nessuno le disturbasse.
Akane invece, non sembrava molto felice della proposta, ma
ormai avevo imparato a conoscerla e sapevo che non si sarebbe mai
tirata fuori
da una sfida.
<< Manca ancora qualcosa >> disse Shan-pu
melensa.
<< Cosa? >>
<< È un gioco no? E allora giochiamo... Chi
sbaglia
paga pegno! >>
<< In che modo? >> chiesero le altre
interessate.
<< Beh ma con un bacio è naturale! Chi sbaglia
sarà
baciato! >>
<< Va bene, ma io controllerò che non lo
facciate
apposta.... >> disse Nabiki alzando un sopracciglio,
rivolta
principalmente a Kodachi e Shan-pu.
<< Per chi mi hai presa? Shan-pu non bara!
>>
disse quella fingendo indignazione.
<< Vedremo... In ogni caso ci sono un po' di regole da
rispettare: innanzitutto ragazzi, voi dovrete rimanere solo con la
camicia,
altrimenti sarebbe troppo facile e non si potranno toccare i capelli,
sono
troppo riconoscibili >>
Tutti annuirono e Nabiki riprese: << Bene, allora si
comincia! Andremo in ordine alfabetico, per cui tu Akane sei la prima
>>
così dicendo bendò per bene la sorella e la
posizionò di fronte ai ragazzi già
in fila.
<< Non posso dirti niente,
saprai
tutto alla fine... Vai a sinistra ora >> la
guidò Nabiki.
La ragazza proseguì il gioco e si trovò
di fronte quello che non sapeva essere Ryoga. Procedette con lo stesso
procedimento applicato al primo ragazzo ma sbagliò, convinta
che lui fosse
Kuno.
Fu poi il turno di Ranma.
Akane partì dai
fianchi e, sfiorando leggermente i lati dell'addome, risalì
fino ai pettorali,
punto su cui indugiò più a lungo degli altri,
ricevendo per questo infuocati
-seppur muti- sguardi d'odio da parte delle sue due rivali.
Tastò poi anche le
spalle e gli chiese di farle toccare le mani, che accarezzò
a lungo, ma
pronunciò senza esitazione il nome di Ranma quando
arrivò a sfiorare le sue
labbra con la punta dell'indice.
Dopo Ranma, che aveva
uno sguardo soddisfatto per essere stato riconosciuto subito, Akane
indovinò
senza esitazione Hiroshi e Daisuke.
Quando poi per ultimo
si trovò di fronte il vero Kuno, Akane, riconoscendolo
disse: << Ma se
lui è Kuno... allora chi è che non ho
riconosciuto? >>
<< Hai
sbagliato Ryoga sorellina >> le spiegò Nabiki
sciogliendole la benda.
<< Oh... mi
dispiace tanto!! >>
<< Figurati
Akane, è un gioco difficile >> le rispose
quello grattandosi la tempia con un dito.
<< Beh, ora la
devi baciare >> disse Nabiki guardando di sottecchi Ranma
che nel
frattempo stringeva i pugni << Deve pagare pegno
>>
<< È giusto...
>> sospirò Akane mentre lui le si avvicinava.
Ryoga la guardò per
un attimo, poi si girò verso il suo amico e tornò
di nuovo a guardare la
ragazza -che nel frattempo aveva la testa abbassata- come se stesse
cercando di
prendere una decisione.
Poi, in un gesto di
pura galanteria, le prese la mano e ne bacò il dorso,
facendole poi
l'occhiolino.
Lei, così come me,
sorrise sollevata e lo ringraziò con lo sguardo.
<< Hey ma non
vale! >> protestò però Shan-pu
<< Avevamo detto un bacio vero!
>>
<< Non avevamo
detto un bel niente >> la ammonì Nabiki
<< Ognuno sceglie il posto
che preferisce. Jude, tocca a te >>
Immediatamente dopo
toccò a Kuno, mi bastò toccargli il viso, alto e
liscio, per capire che era
lui.
Arrivata all'ennesimo
ragazzo, riconobbi
immediatamente al
tatto, per la massa muscolare prorompente, che si trattava o di Ranma o
di
Ryoga. Già, ma quale dei due?
Con il viso
probabilmente rosso come un pomodoro, cominciai a tastare il
più delicatamente
possibile le braccia, gli enormi bicipiti, il petto e gli addominali
scolpiti,
ma proprio non riuscivo a capire, avendo entrambi dei corpi statuari e
anche
più o meno la stessa statura.
Così mi decisi a
salire sul viso e, più o meno convinta, feci il nome di
Ryoga, per poi passare
all'altro ragazzo.
Di nuovo, toccai il
torace che avrebbe potuto competere con quello di una statua greca, e
stavo per
fare il nome di Ranma quando lui fece un gesto: mi sfiorò
l'avambraccio con le
dita ed io ricollegai immediatamente quel tocco a Ryoga, pronunciando
il suo
nome a bassa voce mentre sentivo il viso bollire.
Avevo quindi
sbagliato e, in panne, confusi anche Hiroshi per Daisuke e viceversa.
Mi tolsi la benda
quasi in apnea.
<< Jude, come
credo tu abbia capito, ne hai sbagliati tre >>
<< Ehm sì....
>>
<< Ragazzi,
divertitevi >> disse poi lei ed io mi misi le mani sugli
occhi.
Per stemperare un po'
la tensione, Hiroshi e Daisuke mi baciarono entrambi sulle guance nello
stesso
momento, facendo ridere tutti e alleggerendo il mio cuore.
Ora toccava a Ranma.
Lui mi si avvicinò
sorridendo sghembo e senza lasciarmi nemmeno il tempo di parlare,
seppur con un
po' di imbarazzo, mi baciò la fronte facendo smettere di far
fremere dalla
rabbia Kodachi e Shan-pu.
<< Kodachi hai
sbagliato tuo fratello, Alexander, Hiroshi e Daisuke! >>
<< No, per
carità! Io non voglio che quei due sgorbi mi bacino!!
>> gridò lei quasi
in lacrime << No ! No! E poi no! È il mio
compleanno!!! Tatewaki di'
qualcosa! >>
<< Le regole
sono regole >> disse Nabiki austera << Ti
avrebbe potuta baciare
anche Ranma... >>
<< Oh, mio
adorato Ranma hai ragione, che fidanzata orribile che sono, lasciarsi
baciare
così impudentemente da altri ragazzi, e per giunta orribili
>>
<< Hey!
>> gridarono in coro i due interessati fintamente offesi,
mentre Ranma
rideva sotto i baffi bofonchiando un “Oh no, fai pure, io non
me la prendo”.
Così Kodachi chiuse
gli occhi schifata mentre, a turno, Hiroshi e Daisuke le baciarono la
mano,
mentre suo fratello e Alexander le diedero un tenero bacio sulla
guancia.
Dopo Sayuri, che fu
brava nell'indovinare tutti e a farsi dare il tanto agognato bacio
-seppur solo
sulla guancia- da Alexander, Nabiki chiamò Shan-pu.
Con fare malizioso, e
sotto lo sguardo duro e serio di Akane, si avvicinò a Ranma,
il primo
nell'ordine. Fece un sacco di moine e, toccando e accarezzando
più del dovuto,
finì poi col dire il nome di Alexander.
<< L'ha fatto
apposta >> mi disse all'orecchio Akane mentre Shan-pu,
con poca fatica,
indovinava tutti gli altri ragazzi.
<< Che stronza
>> sussurrò Nabiki << Ma sta
tranquilla Akane è lui che deve
baciare lei, non il contrario, vedrai che Ranma sarà un
gentiluomo >>
<< A me non
interessa affatto quello che fa quell'idiota >>
ruggì la ragazza, ma il
tremore nervoso di tutto il suo corpo diceva esattamente il contrario.
<< Ooops mi
dispiace tanto, come ho fatto a sbagliare il mio Ranma!
>> disse Shan-pu
con il tono della voce più acuto e fastidioso del solito.
<< Fa' poche
scene, sicura di non averlo fatto apposta? >>
pronunciò cautamente Nabiki.
<< Ma certo che
no! Come avrei potuto scusa!? >>
<< E va bene,
Alexander, Ranma, procedete >>
I due ragazzi si
avvicinarono e Shan-pu gonfiò il petto come un pavone che fa
la ruota.
Mentre Ranma le stava
prendendo la mano -come avevamo immaginato tutti- e Akane stava quasi
per
tirare un respiro di sollievo, la cinesina, con un movimento
velocissimo, si
avvicinò al ragazzo e lo baciò appassionatamente
sulle labbra.
Ranma rimase per un
secondo con gli occhi spalancati, prima di prenderla per le spalle e
staccarsela di dosso, mentre Akane, con lo sguardo ancora disgustato e
sconvolto dalla scena, corse via immediatamente.
<< Akane!!!!!
>> le gridò Ranma dietro seguendola e non
degnando nemmeno di uno sguardo
il resto dei presenti, compresa Shan-pu che, con un sorriso beffardo
sul volto
soddisfatto, scappò via in un batter d'occhio seguita da
un'arrabbiatissima e
fumante Kodachi, munita del -ormai avevo capito che si poteva dire
anche
“solito”- nastro da ginnastica ritmica.
Anche gli altri,
avendo ormai capito che il gioco era finito, se ne erano andati
salutando,
mentre Kuno celebrava il dolore di quel “fiore di Akane
Tendo”.
<< Questa scena
mi ha ricordato qualcosa che è successo tanto tempo fa
>> disse Nabiki
mentre il rumore dei suoi tacchi a spillo ci suggerì che se
ne stava andando
<< Il lupo perde il pelo ma non il vizio! Domani Ranma
avrà un bel mal di
testa >> aggiunse poi ridendo << Buonanotte
ragazzi
>>
<< Che voleva
dire? >> chiesi io non appena Nabiki se ne fu andata
<< Quando
Shan-pu arrivò qui dalla Cina baciò Ranma
>> mi spiegò Ryoga
pazientemente << Vedi lei è... orgogliosa.
Farebbe di tutto per
conquistare Ranma perché ne va del suo onore e del suo
orgoglio di donna
>>
Io lo guardai un po'
sorpresa, era un dato oggettivo che Ranma fosse uno dei più
bei ragazzi di
Nerima, se non dell'intero Giappone probabilmente, ma da qui a metterci
di
mezzo la propria femminilità, il passo mi sembrava esagerato.
Ryoga sembrò capirmi
al volo: << Shan-pu viene da un antico villaggio di
amazzoni,
Joketsuzoku,
durante il suo allenamento in Cina Ranma la incontrò e la
sconfisse. Le leggi della sua tribù sono molto severe
riguardo questo tipo di
cose: se un'amazzone viene sconfitta da un uomo, esso dovrà
a tutti i costi
diventare il suo sposo... Ed ecco spiegata la fissazione di Shan-pu per
Ranma,
non è poi così irresistibile >>
disse lui, dapprima serio e poi con un
filo di ironia nella voce.
<< E... a lui
non... non piace? >>
<< No, non
credo. Ma lei continua imperterrita da anni con il solo risultato di
fare
arrabbiare Akane, che poi picchia Ranma >>
<< Ecco perché
prima Nabiki ha detto che Ranma avrebbe avuto un gran mal di testa
>>
<< Oh sì,
immagino che gliene stia dando di santa ragione >>
asserì Ryoga convinto
e poi rise di gusto.
E così un altro
pezzetto del puzzle era al suo posto. Shan-pu, affascinante amazzone
cinese,
faceva parte della -grande- cerchia delle invasate innamorate di Ranma
che,
senza scrupoli, ricorrevano a tutto -ma proprio a tutto- per
impossessarsi del
suo cuore, ovviamente con scarso successo.
Che fosse perché il
suo cuore era occupato già da un'altra, non mi fu dato di
saperlo quel giorno
ma, io, un'idea, già me l'ero fatta.
<< Vo...
vogliamo andare a cercarli? >> propose lui alla fine.
<< Sì...
>>
E così uscimmo
passando per il giardino, dove i ricordi della festa, sparsi qua e
là,
cominciavano ad essere illuminati dalle prime luci dell'alba che
nasceva.
Mentre camminavamo
verso casa, a rilento per via delle mie scarpe altissime che, dopo ore
ed ore,
mi stavano letteralmente facendo impazzire, sentimmo delle voci
provenienti da
un piccolo parco lì di fianco.
Guardando meglio,
scorgemmo anche le due figure: quella di Ranma, un po' china e con la
grande
mano poggiata sulla sua guancia, e quella di Akane, così
piccola al confronto,
che lo guardava truce.
Non capimmo bene cosa
si stessero dicendo, né desideravamo saperlo in
realtà, ma osservammo lo stesso
la scena trattenendo il fiato e sperando che tornasse la pace fra i
nostri due
amici, così testardi e allo stesso tempo teneri.
Ranma le accarezzava
la guancia con una mano, mentre le bisbigliava qualcosa con fare
rassicurante
ed Akane lo guardava dal basso, con gli occhi sabbiosi increduli ed
arrabbiati.
Poi, ad un tratto, le disse qualcosa che la fece sorridere,
annuì e lei annuì
di rimando.
Non venimmo mai a
conoscenza di quello che i due ragazzi si sussurrarono durante
quell'aurora.
Ranma non disse più
niente ma, non appena svoltato l'angolo, la prese in braccio,
portandola sulle
spalle.
Ryoga ed io ci
guardammo soddisfatti e non potei fare a meno di sorridere, ancora una
volta,
davanti a quei due che, ormai avevo capito, avevano un modo tutto loro
di
volersi bene.
A volte erano così
testardi ed orgogliosi che riuscivano solo a scontrarsi su ogni cosa.
Altre
invece, anche semplicemente stando in silenzio, si ritrovavano
più complici che
mai.
Camminavo voltata,
guardando il viso concentrato di Ranma e le tenere e bianche braccia di
Akane
che gli cingevano il collo, quando andai a sbattere contro Ryoga, fermo
davanti
a me.
<< Oh scus...
>> stavo per dire, ma le parole mi morirono sulle labbra
quando vidi che il
ragazzo si stava abbassando leggermente, assumendo la stessa posizione
di
Ranma, e con la testa mi faceva segno di salire.
<< Ma....
io... ti stancherai troppo, io sono più pesante di Akane...
non devi...
>>
<< Non dire
sciocchezze, a me fa piacere >> disse lui e, dolcemente,
mi prese in
braccio.
E da quel momento in poi il Giappone assunse un nuovo sapore per me.
***
Buongiorno a tutti!
Per esigenza di copione questo capitolo doveva essere pubblicato a poca distanza dal precedente, altrimenti rischiavate di dimenticarvi dei balli.
Le canzoni non c'è bisogno di spiegarle, spero che tutti le conosciate.
Un ringraziamento particolare va a Pia e Faith che, molto pazientemente, mi hanno aiutata ed ispirata per il "gioco" di Shan-pu.
Come sempre un grazie infinito a tutti quelli che leggono, che seguono, che preferiscono e che trovano sempre il tempo e la voglia di recensirmi. Non sapete quanto sia importante.
E grazie alle mie Ladies che ci sono sempre.
Vi do appuntamento al prossimo capitolo, assieme al nostro paperotto!
Un abbraccio.
Vostra Aronoele (: