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Autore: Naxi_4ever    12/09/2014    3 recensioni
PARINGS:JORTINI-LODOGGERO-FALBA-MECHIANI-accenni DIELARI
Cinque ragazzi vivono in un mondo parallelo,loro sono i paladini di Eraclyon,un altrove senza spazio e senza tempo,un grande nulla al centro dell'infinito.
La loro missione é riuscire a salvare questo mondo dai Guerrieri del Buio,residenti del Regno di Phobos,situato nell'esatto contrario di Eraklyon: al centro dell'entroterra.
Ma questi guerrieri non solo sono imperterriti nel voler compiere la loro missione e dominare su Eraklyon,loro vogliono conquistare la Terra.
Proprio per questo Caleb,Cedric,Ralph,Lumien e Orube intraprendono una delle missioni piú importanti per il loro popolo: andranno sulla Terra con un'identitá completamente diversa,per catturare i Guerrieri. Unica regola: nessuno lo dovrá scoprire.
Per di piú saranno costretti a frequentare un college a Chicago,convivendo in una casetta insieme ad altre ragazze.
Riusciranno ad abituarsi alla nuova vita?
Le coinquiline scopriranno il loro segreto?
Riusciranno a catturare i cavalieri?
E infine,sulla terra saranno davvero gli unici appartenenti a quel mondo?
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 3

-Bene ragazzi,rimanete seduti soltanto un momento in piú,cosí vi rinfrescheró la memoria con un ripasso della vostra missione- aggiunse Ezequiel tornando a sedersi dietro alla scrivania mentre rivolgeva loro un sorriso,che in teoria doveva essere confortante. 
-Come ben sapete,scenderete sulla Terra con l'unico obiettivo di catturare i Guerrieri del Buio. E sicuramente saprete anche questo,loro vogliono conquistare la Terra per convertire i terrestri al loro pensiero,in modo da poter conquistare il nostro Regno e rubare la Sfera del Potere- si fermó un attimo per lasciare che le nozioni,che i ragazzi avevano studiato durante il loro primo anno di scuola,ritornassero loro alla memoria. -Ricorderete di certo che per scovare i Guerrieri dovrete vedere la voglia nera a forma di lampo. Se non sarete sicuri di averla vista,sicuramente capirete chi sono grazie all'occhio dorato che si illumina mentre stanno usando i loro poteri.- 
Caleb alzó la mano. -Dimmi,giovane Caleb- disse il Grande Capo di rimando,tendendo le mani verso di lui. 
-E se non vediamo la voglia,come facciamo a sapere quando un Guerriero userá i suoi poteri? Non possiamo di certo pedinare tutti i cittadini ventiquattro ore al giorno!- 
Ezequiel chiuse di nuovo gli occhi. Era solito parlare cosí,il popolo credeva fosse per concentrarsi,i piú giovani invece dicevano che fosse a causa delle nottate in bianco nella sala giochi. 
-Ovviamente non dovrete pedinare nessuno,anzi,non dovete destare alcun sospetto sulla gente: uno,perché potrebbero insospettirsi e scoprire la vostra vera identitá. Due,perché i Guerrieri lo capirebbero e starebbero attenti a non usare i poteri quando gli sarete vicini,o peggio,potrebbero uccidervi. L'unico modo per scoprirli é notare movimenti sospetti o la loro presenza nell'aria. Per questo sono sicuro che Ralph sará di grande aiuto. In ogni caso non dimenticate le cose che sembrano piú banali,ma non lo sono affatto,quindi occhio e voglia,ricordate!- li avvertí ancora una volta.
I ragazzi annuirono e si alzarono dalle poltrone per andarsene. Ezequiel peró li richiamó un'ultima volta -Ragazzi,ora andate a dormire peró! Vi aspetto domattina davanti al palazzo. Prego,potete uscire,il mio assistente vi accompagnerá all'uscita- li invitó infine indicando la porta. 

Quella notte,nessuno dei giovani Eraklyoniani riusciva a dormire. Gli era stata affidata una missione molto importante,che da sempre avrebbero voluto intraprendere,ma che mai avrebbero immaginato sarebbe arrivata cosí presto. Non sembrava cosí complicata finché non era stata spiegata loro nei dettagli. 
Caleb continuava a rigirarsi nel letto,arrotolando la coperta intorno al suo corpo in un groviglio disordinato. Continuava a pensare a quante cose avrebbe scoperto sulla Terra,e a quante avrebbe potuto vivere nei panni di questo Ruggero Pasquarelli. Finalmente sarebbe finito nel mondo che sempre aveva sognato,con un'identitá completamente diversa e senza conoscere nessuno: finalmente avrebbe potuto essere quello che sempre aveva voluto,ma che mai aveva avuto il coraggio di tirare fuori. 
Continuando a rigirarsi era riuscito ad inventarsi una storia credibile per il personaggio che sarebbe presto diventato suo: Ruggero Pasquarelli,ventenne italiano,trasferitosi a Chicago a causa del lavoro di suo padre. Figlio unico,abituato ad uscire con il suo gruppo di amici nella parte abbandonata di un parco ai margini di Pescara,il loro punto di ritrovo per fuggire dal resto del mondo. Era un ragazzo ribelle,Ruggero. Era il contrario di Caleb,ma a lui questo piaceva. Si mise a pancia in su e sul suo viso naque un sorrisetto: finalmente la sua vera identitá sarebbe saltata fuori. 
Certamente,la sua voglia di sapere e scoprire non sarebbe di certo mancata,non voleva assumere il ruolo di un drogato o di un insensibile. Forse avrebbe dovuto modificare un pochino il nuovo carattere,forse avrebbe dovuto inventarne uno meno ribelle. 
Caleb scosse la testa per scacciare quei pensieri. La persona che era sempre stato abituato ad essere stava di nuovo prendendo il sopravvento. No,aveva deciso di intraprendere quel ruolo e l'avrebbe fatto,senza alcun cambiamento. 

Alle sei della mattina dopo,tutti i ragazzi si trovavano a casa di Caleb per fare colazione assieme e rivedere le storie che si erano inventati durante la notte insonne. 
Cedric era seduto al tavolo bianco della cucina a sgranocchiare nervosamente una brioche,mentre ascoltava senza prestare troppa attenzione la mitica storia di Ralph,come diceva lui. 
Il suo ruolo era molto simile alla sua persona,da quanto aveva capito: Facundo Gambandé,un ragazzo di vent'anni sempre alla ricerca dell'avventura. Da quello che aveva sentito avrebbe voluto prendere la patente e farsi regalare una moto dal Grande Capo,perché a detta sua gli avrebbe detto di sí,se serviva per rendere reale il suo personaggio. Voleva che il suo personaggio fosse un biker argentino,il classico tipo stronzo e ruba cuori. Cedric sperava soltanto che non diventasse uno di quei tipi gasati,che pensavano solo a se stessi e non ai pensieri degli altri. 
-Ralph,ti prego cambia idea! Mantieni la nazionalitá scelta e rimani te stesso,ti resterá tutto piú semplice- replicó alla fine della strabiliante spiegazione dell'amico. 
-Cedric caro,spero che il tuo personaggio sará piú libero e meno perfettino di te,altrimenti credo che gli unici amici che avrai laggiú rimarremo solo noi- rispose Ralph,che stava appoggiato al bancone azzurrino intento ad estrarre con un cucchiaino un pezzo di biscotto caduto nella grande tazza gialla,nell'inutile tentativo di inzupparlo.
-Forse diventeró piú libero,come dici tu,ma non assumeró mai la parte di un drogato solo per farmi vedere piú figo agli occhi degli altri. E poi preferisco essere me stesso piuttosto che inventare un personaggio che poi non riuscirei a rispettare,tutto quí- controbatté di nuovo Cedric mentre si alzava in piedi per mettere il suo bicchiere nel lavandino. -E sono piú che certo che,raccontando della droga,qualcuno te la fará provare,tu lo farai,non riuscirai a sopportarla,starai male e bum!,il tuo personaggio andrá in fumo. Inventati altro Ralph- concluse alzando le sopracciglia come per ovviare quello che aveva detto. 
-E invece riusciró a portarlo avanti,scommetto quello che vuoi- 
-Io non ho bisogno di scommesse a contrario tuo,io ho soltanto sicurezze- 
Ralph aprí la bocca per rispondere,ma ormai era troppo tardi,Cedric era giá scomparso dietro la porta che portava alla camera di Caleb.

Intanto che Caleb e Orube prendevano in giro Ralph per essere rimasto senza parole alla risposta dell'amico,Lumien stava seduto sul divanetto bianco e azzurro accanto alla cucina,fissando la stessa parte del pavimento trasparente che guardava da almeno un'ora. Stava ancora pensando ad una storia abbastanza credibile,ma era molto confuso. Doveva inventare un'identitá simile alla sua,ma allo stesso tempo diversa. E poi,da dove sarebbe dovuto venire? Avrebbe dovuto mantenere la sua vera etá o sarebbe stato meglio cambiarla? Doveva cambiare anche aspetto per non far capire di essere un Eraklyoniano ai possibili Guerrieri? E poi,sarebbe riuscito ad adattarsi ai nuovi modi di vivere,ai nuovi abiti,ai nuovi amici? 
Sarebbe riuscito ad effettuare tutte le ricerche che sempre aveva desiderato compiere,una volta arrivato lá?
-Ehi Lumien,che ci fai quí impalato? Non dovresti prepararti?- 
Lumien alzó gli occhi,incrociandoli con quelli di Caleb,che lo guardava con sguardo interrogativo,cercando di scovare nell'espressione dell'amico una possibile risposta. -Pensi a Clara?- 
-No,non penso a lei- riuscí semplicemente a rispondere Lumien. 
Clara era la sua fidanzata da ormai due anni. Era molto simile a lui,frequentavano gli stessi corsi di potenziamento,cioé il luogo in cui si erano conosciuti. Sinceramente,nonostante l'amasse davvero tanto,forse anche troppo,non aveva pensato particolarmente all'idea di vivere per un anno intero,magari di piú se la missione si fosse prolungata,senza di lei. 
Era stato troppo preso dai suoi pensieri confusi da non preoccuparsi della enorme mancanza che le avrebbe causato non vederla per cosí tanto tempo. 
Probabilmente il suo ePhone era pieno delle sue chiamate o videomessaggi,ma non gli era passato minimamente per la testa di accenderlo e controllare,in preda all'agitazione. 
Senza pensarci,scattó in piedi sotto lo sguardo stranito di Caleb e corse alla porta,per poi uscire senza spiegare nulla a nessuno. 
Attraversó senza fermarsi una volta le numerose vie che conducevano alla casa di Clara,mentre i pochi passanti che giá si stavano dirigendo a lavorare lo guardavano senza capire. Non smise di correre finché non arrivó a destinazione. 
Una volta davanti alla cancellata bianca,dietro alla quale si intravedeva la piccola casetta della fidanzata,si aggrappó ad uno dei paletti che la sostenevano con una mano,cercando di riprendere fiato il piú velocemente possibile. Non aveva mai corso tanto in vita sua,e credeva anche che nessuno l'avesse mai visto farlo. 
Premette il citofono piú volte di fila,finché sentí un rumore secco e vide il cancelletto aprirsi davanti a sé. 
-Lumien! Che ci fai quí a quest'ora? E perché tanta insistenza?- 
Una ragazza dai lunghi capelli biondi scompigliati dal sonno,coperta semplicemente da una camicia da notte lilla stava cercando di trovare una risposta negli occhi del ragazzo,ma lui sembrava non dare segno di voler parlare. -Lumien! Spiegami,non farmi spaventare! Cosa succede?- chiese di nuovo mentre l'ansia assaliva il suo corpo. 
Lumien si limitó ad avvicinarsi e ad appoggiare le labbra su quelle della ragazza. Questo avrebbe potuto essere il loro ultimo bacio per chissá quanto tempo. Lui aveva bisogno di lei,non poteva lasciarla per cosí tanto tempo. Era l'unica che lo sapeva capire e ascoltare. 
Ma lei non sapeva ancora niente,sicuramente si stava chiedendo il motivo di questo affetto inaspettato alle sei e mezzo del mattino,accompagnato da tutto questo mistero. 
Clara posó le dita sottili sul petto di Lumien,separandolo delicatamente da lei. 
Gli prese una mano e lo trasportó dentro la sua casa senza proferire parola. 
Gli fece cenno di sedersi sul divano,mentre si inginocchiava davanti a lui sul tappeto lilla. 
-Lumien,che ti succede?- chiese a bassa voce prendendo le mani del ragazzo tra le sue. 
-Clara- riuscí a sussurrare lui mentre chiudeva gli occhi -Io...
Non fece in tempo a finire la frase e una lacrima scese dall'angolo dell'occhio sinistro. -Clara,io devo partire- riuscí infine a confessare come se avesse ingoiato un pezzo di torta decisamente troppo amaro. 
-Partire? E dove devi andare? Non mi hai detto niente prima!- esclamó la ragazza alzandosi in piedi. Lumien fece lo stesso,e riprese dolcemente la sua mano. -Devo andare sulla Terra- le sussurró all'orecchio. 
Clara fece un passo indietro e lo fissó attentamente negli occhi,per poi saltargli al collo in un abbraccio fin troppo caloroso. 
-Davvero? O mio dio che bello! E quando l'hai saputo?- urló di nuovo saltellando da un piede all'altro in preda all'emozione. 
-Clara,calma! Sei quasi piú agitata di me! Non credevo l'avessi presa cosí...- si lasció sfuggire il ragazzo con un tono misto tra sollevato e deluso. -E come avrei dovuto prenderla? Al mio ragazzo é stata affidata la missione piú importante di questo Mondo! Dovrei piangere per caso? É una notizia bellissima!- esclamó di nuovo per poi sedersi sul divano e tirare un respiro profondo. -E quando partirai?- 
-Tra mezz'ora- rispose netto Lumien. 
-Mezz'ora? É uno scherzo vero?- chiese la ragazza,questa volta visibilmente preoccupata. Lumien scosse la testa e chiuse gli occhi nel sentire il capo di Clara poggiarsi lentamente sulla sua spalla. 
Le accarezzó un pó i capelli,poi le scoccó un bacio sulla fronte e la allontanó da se,in modo da poter alzarsi. 
Clara continuava a tenere gli occhi chiusi,perció Lumien capí che questo era stato il loro ultimo saluto. Doveva andarsene,se non voleva arrivare in ritardo. 
Stava per abbassare la maniglia della porta,quando sentí la voce melodiosa che tanto amava chiamarlo. -Lumien!- 
Si voltó immediatamente,vedendola in piedi qualche metro dietro di lui. -Ci sentiremo in video chiamata,okay?- 
Lumien le rivolse un sorriso -Okay- rispose semplicemente prima di uscire.

A casa di Caleb tutti i ragazzi erano intenti a svolgere gli ultimi preparativi e ripassi per il viaggio. 
Orube stava raccontando ad un Cedric alquanto annoiato quella che sarebbe stata la sua nuova identitá,mentre l'altro spostava lo sguardo dalla sua valigia al resto della casa per controllare se non avesse lasciato niente fuori. Almeno,fin dove riusciva a vedere rimanendo incollato alla sedia. 
La sua nuova identitá era molto simile a quella che aveva scelto Ralph,con la differenza che Xabiani sarebbe stato un ragazzo messicano. 
Quando tutti stavano raggruppando tutte le loro cose vicine,per essere piú rapidi ad afferrarle quando Ezequiel li avrebbe chiamati,la portá si aprí di scatto ed entró Lumien,che evidentemente aveva corso per arrivare fin lí. 
Il ragazzo si piegó appoggiando le mani sulle ginocchia per riprendere fiato,dopo di che finalmente alzó lo sguardo e si accorse di avere quattro paia di occhi puntati su di lui come fari. 
Si limitó a scoccare un sorrisetto nervoso e fece pochi passi verso le valigie. -Avete giá messo la mia?- 
Ralph gli si avvicinó e gli diede una pacca sulla spalla. -Abbiamo giá pensato a tutto. Ma ora spiegaci,dov'eri finito?- chiese con una risatina. 
Probabilmente tutti sapevano dove fosse andato con cosí tanta urgenza,pensava Lumien,ma volevano avere la soddisfazione di vedere la sua pelle rosea trasformarsi in fuoco ardente per la vergogna di doverlo confessare. 
-Dovevo fare una cosa- rimase vago il ragazzo. Non voleva che l'avessero vinta,per una volta voleva resistere. Stranamente non fecero altre domande,forse a causa dell'agitazione che a quel punto si stava facendo sentire piú che mai nella mente di tutti e cinque. Ormai mancava poco. 

-Bene ragazzi,queste sono le valigie con l'indispensabile che vi servirá sulla Terra,se vi occorre dell'altro man mano che la missione si svolgerá,basta solo un messaggio telepatico,okay Ralph?- spiegó Ezequiel indicando le cinque valigie accanto a lui. 
-Osservate come si comportano le persone piú vicine all'identitá che avete scelto e imitatele,ma senza diventare una copia. Ora andate a cambiarvi,non vorrete scendere laggiú con quei vestiti!- annunció infine facendo cenno di entrare in una porticina dietro di loro.
I ragazzi si trovavano in una stanza al primo piano dell'immenso palazzo del Grande Capo,che li aveva chiamati pochi minuti dopo l'arrivo di Lumien. La missione si stava avvicinando. 
Dopo pochi minuti rientrarono nella stanza principale,impacciati nei loro nuovi vestiti. 
Erano sempre stati abituati ai vestiti morbidi e leggerissimi in raso,non si sentivano a proprio agio con quel tessuto strano chiamato jeans alle gambe,e infiniti strati di cose sul dorso,come maglie,camicie e giacche.
E ancora piú scomodi erano quegli scarponi ai piedi,tutto il contrario delle scarpette flessibili che erano soliti utilizzare. 
Ezequiel li osservó per bene con un sorriso quasi divertito,poi fece cenno ad alcune damigelle di sistemare vestiti e capelli dei ragazzi,per dare un aspetto piú naturale. 
Dopo la veloce sessione di bellezza,il Grande Capo teletrasportó tutti sulla nuvola del Pozzo.
-E ora sì ragazzi,ora siete ad un passo dal Mondo che sempre avete voluto scoprire. Quello che dovrete fare sarà buttarvi. Dovrete semplicemente tuffarvi nel Pozzo,nonchè il portale che vi condurrà sulla Terra. Finirete in un prato inutilizzato da molto tempo ormai,perciò le uniche persone che incontrerete saranno dei contadini,ex abitanti di Eraklyon,vi condurranno loro al college. Le valigie le lanceremo noi. Detto questo,non posso dire altro se non... Buona fortuna- concluse con un sorriso quasi emozionato. 
Aiutati dalle guardie,ognuno venne lasciato cadere nel vortice colorato e invisibile,che in pochi minuti li avrebbe scaraventati a terra. 
Un mix di emozioni si fece largo nelle anime di ogni giovane Eraklyoniano mentre attraversavano quel vuoto colmo di magia e colorato di magnetismo. 
Paura,felicità ed emozione si susseguivano,un sentimento dietro all'altro,formando un caos mentale e una sensazione di benessere alternata al disgusto. 
Dopo pochi minuti di caduta che parvero interminabili,un tonfo accompagnato da smorfie di dolore fece tornare i cinque alla realtà. 
Tutti si guardarono intorno,ma ciò che li circondava erano solo prati e campi. Pareva una delle piste di atterraggio dei paracadutisti.
Il primo ad alzarsi fu Ralph,che intravide subito una piccola casetta al margine del prato; probabilmente dovevano viverci i contadini Eraklyoniani. 
-Ragazzi,andiamo- disse agli altri facendo segno di seguirlo. 
Camminava spedito in mezzo all'erba alta,che gli arrivava alle ginocchia. Evidentemente non doveva essere stata curata per anni.
Di tanto in tanto,strappava qualche rametto ribelle,cresciuto sfortunatamente in quel suolo ormai secco,impedendogli di strappare i suoi nuovi vestiti. 
-Dite che l'hanno fatto apposta per dare una sensazione di usato ai nuovi abiti,questa strada?- sentì borbottare Cedric dietro di lui. 
-Non hanno voglia di sistemare tutto questo terreno,il fatto è questo- gli urlò in risposta Orube,l'ultimo della fila.
-La Terra sembrava così diversa nei miei libri... Spero soltanto che non sia tutto così,altrimenti siamo finiti nel posto sbagliato!- disse invece Lumien,che camminava in punta di piedi per non sporcare tutta la suola delle scarpe bianche. 
Dopo poco,riuscirono ad uscire da quella schifezza e poggiarono i piedi su un prato che sicuramente dave un grande impatto confrontato a quello che avevano appena attraversato. L'erba quì era corta e sottile,di un color verde smeraldo. Poco più avanti si ergeva una casetta in legno con il tetto rosso,davanti alla quale erano appostate due sedie a dondolo: una era occupata da un uomo che non sarebbe potuto essere niente meno che uno dei contadini. 
Cedric si avvicinò cautamente alla seconda sedia,che era vuota,e la scosse,provocando un leggero cigolio. 
L'uomo sembrava essere addormentato,perciò fece un passo verso di lui e lo mosse timidamente per il braccio. 
Dopo aver emesso uno strano grugnito,il contadino si alzò e li ossevò uno ad uno. Sembrava parecchio il Grande Capo,con l'unica differenza di essere più grasso e più sporco. Probabilmente doveva passare delle ore in mezzo a prati e campi. 
-Eraklyoniani?- dedusse strofinandosi il braccio sulla fronte. Aveva una voce profonda e grottesca,non aveva nulla di dolce o melodioso. 
I ragazzi annuirono,un pò intimoriti. -Venite con me- disse l'uomo dirigendosi sul retro della casa. -Uscite da questo cancello e andate dritti,ne troverete un altro,molto più lungo e ordinato,seguitelo finchè troverete un portone,quello è il college. Ah,e queste sono le vostre valigie,prendetele. Buona fortuna- spiegò per poi tornare dall'altra parte. 
I ragazzi si guardarono negli occhi,uno ad uno,poi con un cenno decisero di uscire. 
Ormai la missione era iniziata,non dovevano più avere paura. 

Dopo circa un quarto d'ora di cammino,giunsero davanti al portone,proprio come aveva annunciato l'uomo.
Era aperto,perciò Caleb si incamminò fino ad arrivare nell'enorme cortile che la mattina precedente aveva ospitato centinaia di alunni. 
-Entriamo?- chiese titubante,voltandosi verso gli altri. Cedric lo raggiunse e si incamminò con lui fino alla porta in vetro. 
La aprì e rimase meravigliato nel vedere dal vivo uno di quegli edifici modernissimi che c'erano nelle illustrazioni sui suoi testi scolastici. 

Dopo aver firmato carte e chiarito alcune regole con la preside,un professore li guidò lungo una stradina fino ad arrivare ad una casetta rossa. 
-Perfetto,quí sará dove vivrete durante l'anno scolastico. Siete arrivati appena in tempo,erano gli ultimi posti! Oggi non ci sará lezione,perció vi consiglio di iniziare ad ambientarvi e conoscere i coinquilini. Buona permanenza- annunció l'insegnante una volta davanti alla porta. 
Il primo ad avvicinarsi fu Orube,che spalancó la porta e ci infiló dentro la valigia nera,dopo di che si fece passare dagli amici le loro e le impiló di fianco alla sua. 
Subito dopo entró,seguito dagli altri. Ralph chiuse la porta dietro di sé e si affiancó a Orube,che gli diede una pacca sulla schiena. 
-Bella casa- commentó Caleb avvicinandosi al divano al centro del salotto. 
Cedric annuí spostandosi dietro di lui,mentre Lumien si incamminava verso la porta che dava sul corridoio delle camere. 

L'orologio in salotto segnava le sette e mezza,le ragazze stavano ancora dormendo tranquillamente; nessna aveva puntato la sveglia,dato che quel giorno non avrebbero avuto nessuna lezione,tranne una riunione degli alunni nel pomeriggio.
Mercedes fu la prima a svegliarsi,si sedette sul letto e afferró il cellulare,poggiato sul comodino accanto a lei. 
L'iPhone nero segnava le sette e trentadue. Come prima notte in una casa nella quale non era mai stata,si era trovata piuttosto bene,se non per alcuni rumori,probabilmente provenienti dall'altra stanza. Forse se li era anche immaginati,d'altronde,a casa sua era normale dormire con il delicato sottofondo di un rumore fastidioso. 
Si sfiló silenziosamente dalla coperte e indossó la vestaglia in raso nero,che copriva una parte della camicia da notte dello stesso colore. 
Infiló le pantofole fuxia e diede un'occhiata ad Alba,che dormiva ancora. 
Fece pochi passi fino ad arrivare al suo letto,indecisa sul da farsi. Quella ragazza le era stata antipatica sin dal suo primo commento. 
Le sembrava un pó troppo sicura di sé,di poter utilizzare gli altri a suo comando. E poi,le aveva dato della puttana,e questo non poteva lasciarlo passare come se nulla fosse. Okay,forse si vestiva in modo troppo eccentrico,ma non voleva fargliela passare liscia. 
Aprí il cassetto del comodino di Alba,dove le aveva visto infilare i trucchi,tiró fuori da un astuccetto la matita nera e si inginocchió accanto al letto. 
Cercando di fare meno rumore possibile,rimise tutto a posto e aprí il tappo della matita,avvicinó la mano al viso della ragazza e scrisse sulla sua fronte "Bitch". 
-Scusami Alba,dovevo farlo- sussurró infine con un sorrisetto beffardo. 
Subito corse fuori dalla stanza per andare a mangiare qualcosa per colazione; ma appena uscita dal corridoio,vide davanti a sé cinque ragazzi a lei sconosciuti. 
-Chi siete?- chiese togliendo la vestaglia per appoggiarla poi su una delle poltroncine del salotto. 
I ragazzi si lanciarono uno sguardo complice,poi Orube si avvicinó a lei. -Xabiani,molto piacere- si prensentó porgendole una mano e ammiccando un sorriso. 
-Mercedes- ricambió la ragazza avvicinandosi a lui. 
Non fece in tempo a dire altro perché sentí un urlo provenire dalla sua stanza. 
-Mercedes!- 
Alba si era finalmente svegliata,e al momento di lavarsi il viso,guardandosi allo specchio vide la scritta in matita nera. 
La sfioró con l'indice. Quella era la sua matita,l'avrebbe riconosciuta ovunque. 
Senza dubbio era stata la sua compagna di stanza,aveva capito fin troppo bene che tipo di persona fosse. 
Corse lungo il corridoio,trascinandosi dietro i pantaloni larghi del pigiama,grigi come la canottiera che indossava. 
-Mercedes! Che tu sia una puttana non significa che lo debba essere anch'io!- sbottó prima di accorgersi che in casa c'era compagnia. 
-E in piú inviti gente in casa? Alle sette e quaranta del mattino?- urló di nuovo cercando di coprire la scritta molto evidente sulla fronte. 
-Neanche ci volevo venire in questa scuola,vaffanculo- disse infine per poi entrare in bagno nel disperato tentativo di togliere quell'odiosa matita. Sicuramente non avrebbe piú guardato quel piccolo oggetto come faceva prima. 

Nel frattempo gli urli di Alba avevano svegliato le altre,che si alzarono di scatto dal loro letto. 
-Ma chi cavolo si mette ad urlare a quest'ora?- urló infuriata Candelaria. -Non abbiamo lezione,ma ho bisogno di riposo,non credete? Nei miei programmi avrei dovuto svegliarmi alle otto e mettermi a studiare alle otto e mezza!- continuó. Dopo questo nascose di nuovo la testa sotto il cuscino,cercando di riprendere sonno. 
Martina invece,decise di andare a vedere,seguita da Lodovica,che ormai sapeva che non si sarebbe piú addormentata. 
Insieme camminarono fino alla sala,cercando di non far rumore con i piedi scalzi sul pavimento freddo. 
Mercedes intanto si era allontanata da Xabiani con una camminata da modella fino alla cucina. Il ragazzo l'aveva peró seguita,appoggiandosi al bancone con una mano sotto al mento. 
Gli altri,invece,si erano accomodati sul divano,uno accanto all'altro,indecisi sul da farsi. 
Martina e Lodovica si lanciarono uno sguardo confuso,poi la prima si avvicinó al divano e scosse la spalla di Cedric,o meglio,di Jorge.
-Oh,scusa,devi sederti?- chiese il ragazzo,alzandosi di scatto. Martina gli lanció uno sguardo infastidito. -No,non mi devo sedere! Vorrei soltanto capire cosa ci facciate voi quí. Ma chi siete?- sbraitó gesticolando. 
Jorge spalancó gli occhi senza capire. Forse non si stava comportando nel modo corretto? Era troppo... Eraklyoniano? 
-Ehm... Siamo i vostri coinquilini- rispose indietreggiando verso il tavolino davanti alla televisione. 
Questa volta fu Martina a spalancare gli occhi,voltandosi verso Lodovica,che stava appoggiata alla parete vicina alla porta del corridoio. Questa scosse il capo: nemmeno lei capiva cosa stesse succedendo. 
-Martina stai tranquilla! Abbiamo dei nuovi abitanti nella nostra casa,cosa c'é di piú bello?- si aggiunse Mercedes alzandosi dalla sedia del bancone,mentre Xabiani sembrava volerla esaminare da capo a piedi con lo sguardo. 
-Ma noi dovevamo essere sole! Non avrebbero nemmeno dovuto vedermi in pigiama!- urló di nuovo,sempre piú isterica. -Lodo,andiamo!- ordinó infine prendendola per mano e rientrando nella loro stanza. 
Per quel poco tempo passato nell'abitazione,Lodovica le era sembrata la ragazza piú interessante,tutta da scoprire. 
Il pomeriggio prima avevano passato ore a parlare del piú e del meno; Martina aveva anche avuto il coraggio di raccontarle la sua vita prima di essere ammessa al college,di quanto fosse stanca della sua famiglia perfetta e dei suoi timori. 
Tini al contrario non era riuscita a scovare nel passato della ragazza dai capelli corvini. Era sicura che ci fosse qualcosa dietro a quegli occhi spenti e a quell'aria assente. Ed era anche sicura che,nonostante questo,Lodovica dovesse essere stata una ragazza allegra,in passato. E Martina voleva scoprire la veritá. 

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Buon pomeriggio a tutti! 
Lo so,sono in assoluto ritardo con il capitolo,ma ho avuto un piccolo imprevisto... Finito di scrivere la prima parte,per sbaglio ho eliminato tutto,perció mi sono fermata un pó per mancanza di ispirazione. Ma negli ultimi due giorni l'ispirazione é tornata,ed ecco quá il capitolo! 
Spero che vi piaccia :3 
Finalmente per i ragazzi inizia la missione! Anche se non sembra che siano stati accolti nel migliore dei modi,se non da Mechi. 
Per lei non sarebbe potuta accadere cosa migliore e.e 
Ho deciso di non mettere troppi rapporti con i personaggi della casa,o troppe nuove conoscenze,perché giá avevo inserito molte cose per via della missione,non volevo riempire il capitolo. 
Anche se alla fine,qualcosa sul rapporto tra Tini e Lodo la si scopre. Sicuramente verrá approfondito nei prossimi capitoli. 
Tra Mechi e Alba invece,non va tutto nel migliore dei modi... Forse sono troppo diverse e troppo simili,per questo non vanno d'accordo. 
E che ne dite della parte Dielari? Questo sará uno dei pochi accenni,perció godetevelo ouo
Che dire,lasciatemi un parere,intanto io mi daró da fare per creare un banner decente per la storia. 
Besoos <33
 
  
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