Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama
Segui la storia  |      
Autore: Rosalie97    12/09/2014    2 recensioni
Aveva dovuto sopportare la decadenza di quel mondo.
Era sopravvissuto al virus. Aveva visto miriadi di persone morire davanti ai suoi occhi.
Si era salvato per miracolo.
E l’aveva conosciuta, erano stati felici, l’uno di fianco all’altra come una cosa sola.
Gli era sembrato avrebbe potuto essere per sempre.
Ma poi era arrivato quel ragazzo, quello che poteva portare con sé solamente problemi, e l’aveva allontanata da lui. Ed ora il suo amore era perduto.
Così come la sua via.
Genere: Malinconico, Romantico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Duncan, Scott | Coppie: Duncan/Courtney
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

His way
 




Dal cielo scuro, quasi nero, disseminato di stelle, quei piccoli e distanti puntini lucenti, stavano scendendo strane bolle di luce di un acceso colore giallo. Attorno a queste ultime c’era un caldo bagliore aranciato, sembrava come se da sopra le loro teste stessero scendendo piccole fiamme tonde di candele. Nell’aria, si poteva sentire un qualcosa di elettrostatico, tutto era teso, mentre miriadi di persone se ne stavano ferme a guardare verso l’alto. Il tempo, per le strade di Los Angeles, pareva immobile.
Scott, circondato dai suoi amici, teneva gli occhi spalancati, pieni di terrore. Era un ragazzo semplice, non era cresciuto in una grande città, anzi, era un rozzo contadino dalle maniere brusche che si trovava a L.A. solo per una breve vacanza. Aveva pensato che tutto sarebbe andato alla grande, tra feste e puro divertimento, ma ora che se ne stava lì immobile e sgomento, mentre fissava palle di luce scendere dal cielo, si domandava se non avesse fatto meglio a restarsene a casa.
<< Cosa diavolo sono quelle cose? >> Domandò una ragazza, interrompendo il silenzio che si era creato.
Per le strade, nessuno si muoveva più, chi stava guidando si era fermato, intasando e facendo crescere il traffico, e chi come Scott stava camminando si era immobilizzato sul posto. Nessuno oltre a quella ragazza aveva fiatato, e nessun’altro fiatò fin quando il giovane dai capelli color carota non si decise a parlare. La sua voce aveva un forte accento, e per molti spesso risultava sgradevole.
<< Non… ne ho idea… >> commentò piano, quasi sussurrando.
<< Alieni! >> Urlò qualcuno, e se inizialmente era stata la calma più totale, in seguito a quella singola parola, scoppiò il caos. Tutti cominciarono a correre, la gente che era uscita dai bar e negozi, dalle case, cominciò ad urlare, per poi unirsi agli altri e scappare via. Un rumore di grida assordanti adesso tormentava i poveri timpani di Scott, che al contrario di tutti gli altri, se ne rimaneva lì immobile. C’era anche chi, però, come lui, si fermava e restava lì a guardare, o magari alzava il telefonino verso il cielo e cominciava a registrare.
<< Avanti, Scott >> disse uno dei suoi amici, chiamandolo, ma nessuno di loro osava muoversi, stretti contro un muro, a guardare il cielo nero illuminato da quelle bolle di luce.
C’era un uomo, in mezzo alla strada, che stava registrando tutto con il suo telefonino. Scott puntò gli occhi su di lui, ma non appena lo ebbe fatto, una delle bolle scoppiò, e nell’aria si diffuse una sottile polverina. Dopo di essa, altre mille bolle cominciarono a scoppiare, ed in men che non si dica, quella strana polvere stava scendendo sulle strade di Los Angeles.
<< Avanti! >> Urlò un altro dei suoi amici, per poi afferrarlo ad un polso.
Senza pensare, Scott cominciò a seguirli, correndo verso l’interno di Los Angeles, al contrario di tutte le altre persone. Al polso sinistro aveva legato un foulard blu a decorazioni bianche, e correndo lo liberò, per poi accostarselo al viso, coprendo naso e bocca. << Copritevi il viso! >> urlò ai suoi amici, ma nessuno di loro lo ascoltò, continuando a correre.
Nella sua corsa, più volte si scontrò con diverse persone. Tutti lo guardavano scioccati, anche se ciò che li sconvolgeva era in realtà quello che stava accadendo. Alcuni, nel vederlo tapparsi naso e bocca, lo imitarono, e lui in qualche modo sentì di aver fatto qualcosa di utile. Non si fidava di ciò che stava accadendo, era troppo strano, e non si fidava nemmeno di quelle bolle o di quella strana polvere bianca, che pareva scoppiare come un artificio.
Il caos era generale, tutti urlavano e scappavano, mentre quella strana polvere cadeva giù, sopra di loro.
Alcune delle bolle riuscivano a scendere appena qualche centimetro sopra le loro teste, e quando la polvere colpiva la pelle delle persone, esse cadevano a terra, gementi di dolore: si chiudevano a riccio e restavano lì a lamentarsi, mentre chi continuava a correre le calpestava o saltava cadendo però a sua volta, nel tentativo di non fare la loro stessa fine.
Proprio mentre la polvere era ormai sopra le loro teste, Scott e i suoi amici riuscirono a trovare un posto sicuro. C’era una casa, sul bordo del marciapiede, la cui porta era rimasta aperta: evidentemente, chi era scappato non si era preoccupato di chiuderla, aveva solamente pensato a correre via di lì per mantenersi salva la vita.
Entrarono, così, nella dimora, chiudendosi la porta alle spalle. Tutti i ragazzi, a parte Scott, che teneva ancora il viso affondato nel foulard, si poggiarono di schianto contro la porta d’entrata o alla parete lì accanto, respirando affannosamente per la corsa.
Scott non si fidava, no, c’era qualcosa di strano in quella polvere, e guardando i suoi amici si chiedeva cosa diavolo stesse succedendo. Sembravano troppo stanchi, soprattutto Nathan, e quando lo osservò meglio, notò che la pelle sudata delle sue braccia era cosparsa di quella polverina.
<< Oddio, Nathan! >> Urlò Marcus, notando come Scott che il ragazzo era stato contaminato da quella strana sostanza.
<< Oh no! Cosa diavolo è?! Toglietemela di dosso! >> il giovane scattò in piedi e cominciò a muovere le braccia su e giù, quasi come se stesse tentando invano di volare. Scott fu il primo a fare un passo indietro, e fece bene, perché la polvere cominciò a schizzare via dalle braccia di Nathan e a colpire gli altri ragazzi. Tutti cominciarono ad urlare, spaventati a morte, tutti tranne Scott, che non era stato colpito e che si dileguò. Corse verso la cucina, e lì si chiuse la porta alle spalle. Poggiandocisi piano con la schiena, cominciò a legare il foulard dietro la testa, così che potesse tenerlo davanti al viso senza limitarsi a dover usare una mano sola.
Sopra il tavolo c’era una grande borsa, lui l’afferrò e cominciò a svuotare la dispensa riempiendo la borsa della spesa. Una volta che fu abbastanza pesante, piena di bevande e cibo, aprì la porta e si lanciò correndo.
Davanti all’entrata, i suoi amici stavano ancora urlando disperati, mentre Nathan era già a terra, scosso da convulsioni. Presto, quel destino sarebbe toccato anche agli altri.
<< Scott! >> urlò Marcus, ma il ragazzo non si fermò, corse verso le scale, evitando ogni contatto, e le salì velocemente, fino a raggiungere una stanza e chiudercisi dentro a chiave. Lanciò la borsa sul letto matrimoniale e sistemò davanti alla porta il grande comò di legno che si trovava lì accanto contro il muro. Dopodiché corse alla finestra già chiusa e la serrò, in modo che non potesse aprirsi.
Aprì la porta del bagno, afferrò un asciugamano e lo bagnò d’acqua, per poi correre di nuovo in camera da letto e metterlo ai piedi della porta, in modo che l’aria che respiravano i suoi amici non entrasse dalla piccola fessura.
Finito in camera, andò nuovamente in bagno, bloccò la finestra, si lavò le mani, tolse il foulard e si tuffò nella doccia, togliendo i vestiti in fretta e furia e lanciandoli a terra, il più lontano possibile da sé. Doveva tenersi alla larga da quella strana polvere.
Una volta finito, uscì dalla doccia, asciugandosi alla bell’è meglio con un asciugamano e correndo a vestirsi. In camera c’era un grande armadio di legno bianco, che sulle ante aveva posti due grandi specchi. Lo aprì e ci si tuffò dentro, per rivestirsi in fretta. Per fortuna trovò dei vestiti da uomo, che gli stavano un po’ grandi, ma erano meglio di niente.
Dopodiché, andò alla finestra, e lì si affacciò, poggiando il viso contro il vetro freddo. In quell’istante, una bolla luminescente passò a pochi centimetri da lì e scoppiò. La polvere si attaccò al vetro, ma non poté minimamente sfiorare Scott, che era chiuso lì dentro al sicuro.
In strada era il caos. Le persone correvano disperate, urlando, mentre dal cielo scendevano quelle misteriose bolle gialle. C’era chi, accasciato a terra, veniva colto da spasmi simili a delle crisi epilettiche, ma nessuno si fermava ad aiutarlo. La gente pensava solamente a correre, per non fare la fine di quei poveretti.
Scott non sapeva esattamente come fosse riuscito a portarsi lontano dal pericolo, come facesse a conoscere i passaggi importanti per tenersi alla larga dagli infetti oppure come appunto sapesse che chi veniva colpito da quella polvere fosse infetto. Non lo poteva sapere, era impossibile, ma sinceramente, non gli importava, gli bastava starsene lì, protetto da quegli strani eventi. Aveva cibo e bevande a disposizione, vestiti, un letto, un bagno, acqua corrente e poteva vedere ciò che accadeva fuori. Sarebbe rimasto chiuso lì finché non sarebbe arrivato il momento giusto per uscire, o finché le provviste non sarebbero finite. Ma se voleva, poteva avere un grande autocontrollo. Poteva sembrare un semplice contadino rozzo e volgare, ma era furbo, intelligente, avrebbe razionato ogni cosa e si sarebbe protetto meglio che poteva.
“Quelle strane bolle non mi infetteranno” si disse, fissando con occhi sospettosi la strada, scrutando tra le foglie verdi degli alberi posti sul ciglio del marciapiede. “No, io sono troppo furbo” concluse.

 
***
 
Erano passate tre settimane da quella fatidica notte, ed in quelle tre settimane, il mondo era cambiato completamente. Accendendo il piccolo televisore posto sopra un mobile di legno sistemato contro la parete, Scott aveva scoperto che ad essere colpita non era stata solamente Los Angeles, ma tutto il mondo. Dal nulla avevano cominciato a scendere quelle strane bolle lucenti, che man mano scoppiavano, diffondendo nell’aria e sulle persone quella strana polvere bianca. Molti erano morti, mentre altri erano stati infetti e messi in quarantena. Quelle bolle scendevano una sola notte a settimana, e diffondevano quello strano virus.
Proteggersi era difficile, perché fuori l’aria era contagiosa. C’era chi, però, come Scott, era riuscito a salvarsi. Ma al tempo stesso, il ragazzo era sì al sicuro, ma anche prigioniero. Da lì non poteva muoversi. Fortunatamente però, le sue scorte erano state intaccate di poco, in tre settimane aveva imparato a consumare poco cibo e poca acqua, e se fosse andato avanti così, le sue provviste sarebbero potute durare per almeno un altro mese.
Scott passava le giornate a guardare le notizie al televisore oppure affacciato sulla strada. I primi giorni aveva sentito le urla strazianti dei suoi amici, e poi più niente, poteva solo immaginare che fine orribile avessero potuto fare, perché lui di certo non sarebbe uscito di lì per scoprirlo. Avrebbe aspettato fino a che non ne avesse avuto più la possibilità, poi avrebbe rischiato il tutto per tutto.
“Non uscirò di qui finché posso, per nessun motivo al mondo” si disse, fissando la strada, che in quel preciso momento non era deserta. C’era una ragazza, vestita con un’aderente tuta nera e con una maschera antigas, dalla quale fuoriuscivano delle ciocche di capelli castani. La vide correre, scappare via, e si chiese chi diavolo potesse essere. Chi era così stupido da uscire? Forse faceva parte dell’esercito, che era stato incaricato di far fronte al virus, occupandosi delle città e delle genti. “Beh, in ogni caso, chi esce è uno stolto. Voglio proprio vedere che fine farà, ed in ogni caso,” fece un sorrisetto “io di qui non esco.” Se fosse ripassata di lì e l’avesse vista morente, sarebbe rimasto a guardare ridendo. “Io non rischio la vita per nessuno.”
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama / Vai alla pagina dell'autore: Rosalie97