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Autore: marti_penn    12/09/2014    4 recensioni
"Stava guardando la televisione, ma onestamente non prestava troppo attenzione, tanto che ad un certo punto, per un colpo di sonno, chiuse gli occhi.
*BANG! BANG! BANG!*
Improvvisamente spalancò gli occhi appena sentì qualcuno bussare sulla porta del garage “Chi può essere alle 9 di sera?” pensò.
Si diresse verso il garage, aprì la porta e ciò che vide lo inorridì."
Spero di avervi incuriositi. Buona lettura!
Genere: Romantico, Thriller, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Corey Riffin, Laney Penn, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era un normalissimo venerdì sera a Peaceville. L’orologio segnava le 6:30 e i genitori di Laney si avvicinarono alla ragazza che stava seduta svogliatamente sul divano a guardare la tv.
-Ehi tesoro, noi allora partiamo. Torniamo domani pomeriggio. Sicura di non voler venire?- -Si, mamma. Preferisco stare qui a casa che andare a una di quelle noiosissime fiere di papà…- -Va bene. Allora usciamo. Divertiti con la zia- Laney si bloccò.
Quasi 24 ore da sola con quella pazza di zia Claire?! Laney odiava sua zia e neanche lei andava pazza per la nipote. Dopo tutte quelle cattiverie che le aveva fatto! Ogni volta che lei le faceva da babysitter (nonostante avesse già 13 anni) Laney si ritrovava sempre piena di lividi blu e graffi, a volte anche profondi, provocatole da qualsiasi cosa capitasse nelle mani di quella psicopatica.
Nonostante ciò nessuno sospettava niente, anzi, i suoi genitori pensavano che se li procurasse da sola per dispetto nei confronti della povera, dolce e innocente zietta il cui unico difetto era quello di avere qualche piccolo problema con l’alcool, dovuto alla “tragica” separazione con il marito. Ma lei sapeva qual era la verità…
Tutto cominciò quando lo zio John lasciò la donna, per sempre, per vari motivi (Era pazza!). Claire pensava che la colpa fosse stata di quel mostriciattolo della nipote poiché, quando il marito la abbandonò, Laney era lì presente e da quel giorno, all’oscuro di tutti, cominciò a maltrattare la ragazzina e a minacciarla dicendo che se avesse provato a dire la verità ai genitori gliel’avrebbe fatta pagare.
Come se poi fosse servito a qualcosa parlarne con i suoi… Tutto ciò che ricevette furono un sacco di botte “extra” da parte della dolce zietta!
La tecnica preferita della zia per ferire la rossa era tirarle dietro degli oggetti, possibilmente appuntiti o pesanti. E con chi se la prendevano mamma e papà se si rompevano? Provate ad indovinare…
Anche se la ragazza era abbastanza grande per prendersi cura di se stessa (e continuava a ripeterlo ai suoi genitori) questi tiravano fuori tutta la storia del ‘Sei tutto quello che abbiamo più caro al mondo’ e lei non sapeva mai come ribattere.
Fortunatamente era riuscita, per lo meno, a convincerli a farle la chiave per potersi chiude in camera con la scusa di ‘Ho bisogno dei miei spazi da adolescente’, così adesso aveva un’ancora di salvezza per fuggire da quella schizzata, quando loro uscivano o partivano, lasciandola a casa.
Per qualche tempo il suo piano funzionò, ma non era ancora detta l’ultima parola…
Quando sentì il campanello della porta suonare si fiondò in camera, lasciando che aprisse da sola con le sue chiavi, e si chiuse dentro. Aveva tutto ciò di cui aveva bisogno. Cibo, bibite, cellulare, perfino un bagno in camera!
Ma non aveva calcolato che quel demone di una donna avesse potuto chiedere ai suoi innocenti e sprovveduti genitori una chiave per la camera della nipote in modo tale da poter ‘vedere come se la passava’ e che, sfortunatamente, i signori Penn le l’avevano subito consegnata, ignari del fatto che così avevano messo la figlia in pericolo, lasciandola completamente indifesa.
Laney era seduta su suo letto, guardando video su youtube, quando sentì bussare alla sua porta.
-Laney tesoro- disse una voce apparentemente dolce –Se mi apri la porta giuro che la tua cara zietta non ti farà niente- “Non ti aprirei neanche per tutto l’oro del mondo, brutta pazzoide!” pensò la ragazza –APRI SUBUTO LA PORTA HO DETTO!- le intimò la zia adesso con un tono decisamente diverso da prima. Lei non mosse un muscolo –Bene non mi lasci altra scelta allora…-
Laney sentì il rumore dei passi della zia allontanarsi e la porta d’entrata aprirsi. Si affacciò alla finestra e vide che la donna si era diretta alla macchina e aveva tirato fuori dal bagagliaio la valigetta dove teneva tutti i suoi attrezzi di tortura. Subito si agitò, ma cercò di calmarsi.
“Calma Laney. Tu sei chiusa in camera, non ti può succedere niente” *Clack!* Fece la serratura della sua porta “Oh merda…”
-Tesoro, dovevi aprire quando ne avevi avuto la possibilità. Avrebbe fatto molto meno male, te lo assicuro- disse in modo poco rassicurante. Prima che potesse aprire completamente la porta Laney si fiondò su di essa e cercò di chiuderla, ma la donna era nettamente più forte di lei e riuscì a spalancare la porta e a bloccare la ragazza a terra sotto il suo piede.
-Indovina che cos’ho qui dietro la schiena?-  canticchiò lei mostrando la chiave della porta. Laney cercò di rialzarsi, ma Claire le lo impedì schiacciandole con maggiore forza lo stomaco. La rossa sussultò, sia per il dolore che per la mancanza d’aria che le provocava l’avere i polmoni schiacciati, ma la zia non batté ciglio a quella richiesta d’aiuto e cominciò a sghignazzare.
-Davvero pensavi di potermi sfuggire e nasconderti, eh piccolo mostriciattolo? Beh ritenta, sarai più fortunata, carina. Ora però dovrai subire la mia vendetta- disse cominciando a prendere a calci nella schiena e nello stomaco la rossa che cominciò a urlare dal dolore –Oh, non urlare piccola mia. Non vorrai infastidire tutto il vicinato, vero?- prese dello scotch dalla sacca che aveva tirato fuori dalla macchina e lo utilizzò per tappare la bocca alla nipote e per legarle le mani.
Poi la tirò su di peso e la sbatté con forza contro il muro facendole sbattere la testa. Laney cercò di riprendersi dalla botta, ma la zia la colpì in faccia facendole sanguinare il naso e facendole un occhio nero.
Quando poi, caduta a terra, la donna cominciò a colpirla con una mazza (sempre presa dalla sua sacca) su tutto il corpo, lei cerco di fuggire strisciando lentamente sui gomiti, ma venne fermata dalla zia –Dove vai? Non ho finito con te- prese una bottiglia di birra vuota dalla sacca, la spaccò e la ficcò nel ginocchio della rossa che strillò più forte che poté.
Cercò si alzarsi e si guardò attorno con fatica a causa della vista appannata, causata sia dalle lacrime, sia dal sangue (che le scendeva dalle tempie e dal naso) che per il fatto che stava per svenire dal dolore.
Vide la donna impugnare un’altra bottiglia e, istintivamente, la colpì in faccia con tutte le sue forze facendola cadere a terra e subito scappò via.
Arrivò fino in cucina e, quando stava per uscire dalla porta secondaria, il suo polso venne bloccato da una forte stretta di mano –Non vorrai per caso andartene, vero piccola tr**etta? Riporta immediatamente quel tuo fo*****ssimo c**o qui!- disse la zia ora davvero arrabbiata. Lei prese la prima cosa che le capitò tra le mani (in questo caso una paletta di ferro per ravvivare il fuoco del camino) e colpì la donna che svenì momentaneamente.
Corse fuori casa e cominciò a vagare per Peaceville senza sapere nemmeno dove andare, ma decisa a sopravvivere.
Il dolore era insopportabile, le faceva male tutto e sentiva il sangue scorrere sulla sua pelle, ma non poteva fermarsi o avrebbe rischiato grosso!
Ad un tratto riconobbe la facciata di una casa lì di fronte a lei e subito iniziò a bussare con tutte le sue forze sperando di essere sentita.
 
 
*******
 
 
Corey stava tranquillamente in camera sua senza pensare a niente in particolare.
Aveva tutta la casa per sé visto che Trina era andata a dormire da Mina, mentre il signor Riffin non sarebbe tornato prima di domani mattina per il suo viaggio di lavoro.
Stava guardando la televisione, ma onestamente non prestava troppo attenzione, tanto che ad un certo punto, per un colpo di sonno, chiuse gli occhi.
 
 
*BANG! BANG! BANG!*
 
 
Improvvisamente spalancò gli occhi appena sentì qualcuno bussare sulla porta del garage “Chi può essere alle 9 di sera?” pensò.
Si diresse verso il garage, aprì la porta e ciò che vide lo inorridì. Laney, la SUA Laney, in condizioni miserabili.
Aveva addosso appena dei pantaloncini conti verdi stracciati e una canottiera mal ridotta, ma a parte questo era piena di lividi e sgraffi ovunque, in particolare sulla faccia, ma ciò che più lo spaventò fu tutto quel sangue, ancora fresco, che ricopriva la ragazza. Stava in piedi con il peso tutto spostato da una parte poiché aveva un ginocchio piuttosto malridotto. Corey non credeva ai propri occhi…
-Corey…- bisbigliò lei prima di buttarsi nelle braccia del blu in cerca di protezione e di aiuto -L-Laney? C-cosa ti è successo?- chiese con orrore. Lei non disse niente e cercò di asciugarsi le lacrime che continuavano a scendere mischiandosi con il sangue –Non ti preoccupare. Mi occuperò io di te- disse infine prendendo in braccio la rossa, cercando di non farle male, e portandola in bagno per medicarla.
La adagiò sul ripiano del lavandino in modo tale che stesse seduta con l’appoggio del muro dietro alla schiena, poi prese tutte le cose per la medicazione.
-Attenta, questo potrebbe fare male- la avvisò prendendo un batuffolo di cotone imbevuto di alcool e tamponando le varie ferite.
Lei gridò di dolore e lui odiò se stesso per il fatto che, in un certo senso, era lui la causa dei suoi mali, ma continuò nella sua operazione, indispensabile se non voleva che le ferite si infettassero.
Finì di medicarla e bendarla, la portò in camera e la fece stendere sul suo letto.
-Torno subito Lanes, ti vado a prendere del ghiaccio da mettere il testa- disse uscendo dalla stanza.
Prese la borsa, la riempì con il ghiaccio, la portò alla ragazza e, poiché lei aveva qualche problema a rimanere in quella posizione, la aiutò tenendogliela.
Solo guardarla lo riempiva di domande, ma non avrebbe detto niente finché lei non si sarebbe sentita meglio. D’altro canto Laney non aveva ancora parlato, probabilmente non del tutto ripresasi dalla faccenda, limitandoli a cenni con la testa.
Quando arrivò l’ora di dormire lui le lasciò il letto e si stese lì vicino su un materasso da campeggio.
-Lanes, hai bisogno di andare in bagno prima di dormire?- chiese il blu sperando in una risposta negativa ma, sfortunatamente, lei annuì. Corey la tirò su con attenzione e la portò in bagno. La aiutò a sedersi e le disse di chiamare quando avesse finito. Finito con questa… esperienza, la riportò a letto e attese che chiudesse gli occhi prima di addormentarsi anche lui.
 
 
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La mattina seguente Corey si svegliò prima della rossa con in mente di portarle la colazione in camera. Preparò un toast, un cappuccino e qualche biscotto e lo portò in camera appoggiandolo sul comodino attendendo che si svegliasse. Qualche minuto dopo lei aprì gli occhi.
-Buongiorno pulce- disse sorridendo –Giorno Core- contraccambiò lei –Ti senti un po’ meglio?- chiese premurosamente –Si, mi fanno ancora male l’occhio e il ginocchio, ma sto molto meglio.  Penso, però, di non riuscire ancora a camminare bene, purtroppo…- lui strinse i pugni (Chi poteva aver fatto una cosa simile alla sua Lanes?!) ma nascose la sua rabbia dietro ad un sorriso –Beh, magari hai bisogno di qualcosa per iniziare bene la giornata. Chiudi gli occhi- lei fece ciò che le venne chiesto mentre il ragazzo le posizionò sulla coperta il vassoio con la colazione. Lei aprì gli occhi e sorrise –Ooowwh Core! Hai fatto questo per me?- chiese commossa da quel semplice gesto d’affetto –Certo, tutto per te Lanes- disse lui. Lei arrossì e ciò non sfuggì al ragazzo “Sbaglio o è appena arrossita?” pensò “Naah, impossibile”.
-Beh, cosa aspetti? Il tuo caffè così si raffredda!- la incitò il blu. Lei non se lo fece ripetere due volte e iniziò a azzuffarsi tra biscotti e caffè. Dopo tutto non aveva mangiato niente ieri sera.
-Groazie Cgore!- disse con la bocca ancora piena. Lui scoppiò a ridere –Di niente pulce, ma non mangiare così velocemente!- -Mmmh-mmhh- rispose lei senza ascoltare –Ahahah va beh, ora se vuoi scusarmi avrei una colazione che mi aspetta. Chiamami se hai bisogno, ok?- disse dirigendosi verso la cucina.
Si sedette a tavola e iniziò a sorseggiare il suo caffè, quando un urlo non lo fece sussultare. Immediatamente corse in camera per vedere se Laney stesse bene.
-LANES! Cosa è successo?! Tutto ok?- chiese super agitato –No è nente, mi so-o scoaata a ingua on il affè- spiegò lei con ancora la lingua dolorante. Lui si passò una mano sotto la nuca –Hehe, già avrei dovuto dirti che era ancora caldo. Oops…- ridacchiò imbarazzato -Non ti preoccupare Core, on fa nente-
Il blu si sedette vicino a lei e notò che aveva ancora un pezzo del toast sul vassoio. Laney, vedendo lo sguardo desideroso di Corey, gli offrì quel pezzettino rimanente e subito lui accettò.
La rossa si mise a ridere vedendo l’enfasi che ci mise il ragazzo a mangiare quel pezzo di pane (Neanche lui aveva mangiato il giorno prima!) e lui non poté fare a meno di pensare quanto fosse carina la ragazza quando rideva.
 
 
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Dopo qualche ora le gambe di Laney ripresero forza e poté tornare a camminare senza troppi problemi. Corey comunque era sempre lì vicino, nel caso perdesse l’equilibrio e cadesse.
Dopo pranzo decisero di guardare un film sul divano. Laney era seduta a gambe incrociate poggiando la testa sulla spalla del blu. Lui non riuscì a evitare di arrossire “Wow, i suoi capelli sono soffici!” pensò e senza accorgersene si ritrovò ad accarezzarglieli. Lei a quel contatto si girò e lo guardò con fare confuso.
-Che fai?- chiese. Lui si accorse di ciò che stava facendo e cominciò a ridere nervosamente –Ehm… Stavo toccando i tuoi capelli. Sai, solo così soffici…- -Oh… G-grazie Core- arrossì. Lui decide di scherzare un po’ con lei –Omiodio! Dimmi subito qual è il tuo segreto?! I suo capelli sono così, cioè, FAVOLOSI!- disse con voce femminile. Lei rise –Beh, li lavo ogni due giorni usando il balsamo. Dopo di che li pettino e lascio che si asciughino da soli- spiegò –Ok. La prossima volta che li lavo lo farò pure io, perché sono un amore!- continuò –Trina? Sei tu?- chiese qualcuno dal piano di sopra –No papà, siamo io e Laney!- esclamò il blu mentre la rossa mi mise le mani davanti per non morire dalle risate –Oh, ok!- disse per poi chiudersi dietro la porta della camera sbattendola. Loro si fissarono qualche secondo, poi scoppiare a ridere e, dopo aver ripreso fiato, tornare a guardare il film. Che cosa bizzarra…
 
 
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Dopo il film Corey diede uno sguardo all’amica. Le ferite piano piano di stavano rimuginando e i lividi diventavano man mano più piccoli. D’un tratto la curiosità lo assalì e non riuscì a non chiederle cosa le fosse successo.
-Laney- disse attirando la sua attenzione –Cosa… Cosa è successo ieri? Come ti sei fatta male?- chiese con un po’ di preoccupazione nella voce. Lei abbassò lo sguardo, sospirò e sentì gli occhi pizzicare. Il blu se ne accorse e decide di metterla a suo agio.
-Tranquilla, se non sei ancora pronta per dirmelo non c’è problema. Sono solo preoccupato per te, non voglio che accada un'altra volta una cosa del genere- lei lo guardò negli occhi mettendo su un sorriso triste –No, Corey. Dopo tutto quello che hai fatto per me è il minimo che ti dica cosa è accaduto ieri sera. È stata… M-mia zia Claire…- disse esitante –COSA?!- chiese stupito il ragazzo –G-già… Proprio lei…-
Lo shock di Corey era dovuto al fatto che, ogni volta che aveva incontrato la donna, questa si comportava sempre in modo amichevole e gentile e nessuno avrebbe mai sospettato di una cosa simile una donna così apparentemente dolce.
Sentì la rabbia crescergli in corpo e per sfogare un po’ la tensione strinse ancora più forte i pugni fino a sbiancare le nocche. Poi spostò lo sguardo sulla rossa.
-Dobbiamo dirlo a qualcuno- disse con decisione. Lei lo guardò con se fosse impazzito –Core! Non posso farlo! Se l’avessi detto a qualcuno lei mi avrebbe…- -Lei l’avrebbe presa e pestata con tutta la sua forza- disse una voce alle loro spalle. Laney si bloccò dalla paura e Corey l’abbracciò protettivo. Era la zia Claire!
-Ho detto ai tuoi genitori che sei scappata, cara. Loro mi hanno subito risposto dicendo che molto probabilmente ti trovavi qui dal tuo amichetto. Avevano ragione. Ora non fare storie e torniamo a casa. Corey, tesoro, lasciala andare così potremo andarcene- disse con finta gentilezza –No.- disse con determinazione lui abbracciando la ragazza istintivamente con più forza –Lasciala andare ho detto. I suoi genitori saranno a casa presto e io ho bisogno di un po’ di tempo da sola con lei per chiarire qualche cosetta prima che arrivino- lui scosse la testa –LASCIALA ANDARE!- urlò esasperata avvicinandosi pericolosamente ai due –NO! TU NON FARAI DEL MALE ALLA MIA LANES!- gridò Corey di rimando –Senti tu, se non la lasci subito andare, io giuro che ti…- -ALT! Claire Penn. La dichiaro in arresto per violenza sui minori- la interruppe una voce da dietro le sue spalle.
La donna si girò e vide due poliziotti e i genitori di Laney che la guardavano con disprezzo. La signora Penn si avvicinò alla cognata e le tirò un pugno ben assestato in faccia facendola cadere a terra, poi corse dalla figlia.
-Laney, tesoro, stai bene?- chiese con le lacrime agli occhi poiché, nonostante i miglioramenti dovuti alle cure di Corey, ancora la ragazza non era in piena forma –Si mamma, sto molto meglio grazie a Corey- disse con gli occhi lucidi. Lui arrossì per il complimento –Ci dispiace tanto di non averti creduto, cara, potrai perdonarci?- chiese la donna. Laney guardò il blu che le fece un cenno con la testa –Certo mamma. Vi voglio bene!- disse abbracciando i genitori.
Subito uno dei due poliziotti portò via la zia Claire, mentre l’altro rimase a parlare con i genitori della rossa.
Corey e Laney ancora non riuscivano a credere alla fortuna che avevano avuto, ma erano felici che tutto si fosse risolto.
-Laney, è ora di andare! Ciao Corey, grazie ancora!- disse la madre della ragazza.
Laney guardò il volto di Corey e sorrise, facendolo arrossire un po’ –Grazie mille Core, per tutto- lui contraccambiò il sorriso –Qualsiasi cosa per la mia Lanes- disse. Questa volta fu il turno di Laney di arrossire e, ‘sta volta, Corey fu sicuro di aver visto bene. Chiuse gli occhi e si avvicinò di più al volto di Laney finché le loro labbra non si toccarono. Durò solo pochi secondi, ma questi bastarono per mandare al settimo cielo entrambi gli adolescenti e per far battere i loro cuori così forte da fargli credere che presto sarebbero usciti dal petto.
Laney lo abbracciò un ultima volta e immediatamente seguì i suoi genitori fuori dalla porta del garage.
Il blu era pronto per chiuderlo, quando Pinkcredibile (l’auto di Trina) entrò alla massima velocità quasi tirandolo sotto.
Trina iniziò a insultare il fratello (come se fosse stata colpa sua), ma lui non calcolò neanche una parola di quelle che la sorella gli urlava e tornò a sedersi sul divano ancora con un sorriso da ebete, felice non che Laney ora stesse bene e che tutto si fosse risolto per il meglio, o meglio, in parte anche per quello, ma soprattutto perché adesso aveva la sicurezza che la ragazza dei suoi sogni provava per lui ciò che lui provava per lei da ormai qualche anno.
 
 
 
Angolo Marty:
 
 
Ok, ce l’ho fatta! :)
Scusate il ritardo, ma la scuola inizia e io devo assolutamente studiare :(
Comunque, la mia allegria non verrà smorzata da niente e nessuno perché la sottoscritta ha appena ricevuto i due pacchi che tanto attendeva! :D
Di cosa si tratta vi chiederete.
 
Corey: Sentiamo dai…
 
Beh, si tratta uno, spedito direttamente dalla Germania (adesso amo i tedeschi un po’ di più *-*), del cappello arancione di Corey, che è UGUALE all’originale a parte per il teschio
 
Corey: Allora non è uguale u.u
 
Fammi finire! Stavo dicendo, uno è il cappello e il secondo, proveniente precisamente dalla patria della Grojband ovvero il fantastico, bellissimo, adoratissimo Canada (Dio benedica il Canada!!!!), contiene esattamente 6 fantastiche spille rappresentati i quattro membri della Grojband (Corey e Laney sono troppo belli!!! :D), il logo della Grojband (la fiamma nera con la scritta GB) e il teschio di Corey che ho già messo sopra il cappello, quindi adesso ho ESATTAMENTE il cappello di Corey!
 
Corey: Wow… Non so se essere felice di avere fan come te o se esserne spaventato. Sono Spaventice! Oppure Felintato… Boh, fanno tutti e due schifo sinceramente…
 
Ahahah trovi?
Comunque passando alla storia, come sempre spero che vi sia piaciuta. È in assoluto la storia più lunga che abbia mai scritto e in particolare l’ho scritta negli ultimi 2/3 giorni ovviamente
 
Corey: Come ogni persona normale
 
Alle 3 di notte!
Sabato lavorerò al prossimo capitolo di SH (summer holiday. Non ho voglia di scriverlo, quindi d’ora in poi sappiate che SH sta per quello ;) ) e lo pubblicherò appena possibile.
 
Vista la mia momentanea euforia vorrei approfittarne per ringraziare tutti coloro che fin ora hanno seguito le mie storie dalla prima all’ultima mostrandomi così tanta fiducia da quasi commuovermi. Grazie ragazzi, vi adoro. (Già, ho scoperto che c’è addirittura un ragazzO con noi. Ciao Lorenzo! Sei fantastico! :D)
Ok… Questa Martina euforica, mezza commossa e allegra non fa per me… Sono troppo, come dire… OOC ahahah
 
Corey: Io ora chiamo un ospedale psichiatrico…
 

Ahahah ok. Vado va.
 
Grazie ragazzi, è stato bello!
 
  
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