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Autore: Misaki Ayuzawa    12/09/2014    1 recensioni
[La spada di Zorro]
Fanfiction sulla serie TV del 1957 "Zorro".
Durante una delle sue avventure notturne, Zorro viene, per la prima volta colpito. La ferita è dolorosa e il nostro Diego si ritroverà ad aver bisogno di un aiuto inaspettato ...
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Monterey, 1825

I soldati gli sono alle calcagna. Diego non ha mai avuto tanto timore di non riuscire a cavarsela.
L’esercito, a Monterey, non è esattamente più sveglio di quello di Los Angeles, ma qui hanno cavalli più veloci. Partono numerosi colpi di pistola e l’odore di polvere da sparo impregna l’aria.
Mancato. Mancato. Mancato. Mancato. Mancato. Mancato.
Diego si concede un sorriso e incalza Phantom a correre più veloce.
Altri spari e un dolore sordo alla spalla. Lo hanno colpito …
Diego è incredulo: non è mai stato ferito. Ma c’è sempre una prima volta, si ricorda.
Il dolore lo rende lucido ancora per qualche minuto. In lontananza vede un’acienda. Ormai ha diversi minuti di vantaggio sui soldati, tuttavia ha bisogno di fermarsi: non può cavalcare con una pallottola nella spalla destra e, se la mente non lo inganna, quella che si staglia davanti a lui è proprio l’acienda dei Verdugo.
Diego guida il cavallo sino alle stalle, silenziosamente, e nasconde Phantom in uno dei box in fondo.
A passi traballanti arriva sotto la finestra della camera di Anna Maria. Si accascia a terra, il sangue che continua ad uscire a fiotti dalla ferita. Il mondo si fa incerto e sbiadisce. Ha solo la forza di afferrare un sasso e di scagliarlo contro la finestra. Mentre tutto si fa buio, spera di aver richiamato l’attenzione di Anna Maria.

Anna Maria si solleva di scatto, all'erta. Era nel dormiveglia fino a pochi secondi fa, ma ora è perfettamente sveglia e messa in guardia da un rumore di vetri rotti. Nella stanza non c’è nessuno, eppure a terra giacciono schegge di vetro intorno ad un sasso. Ma chi …? Attenta a non passare sui vetri rotti si affaccia alla finestra ormai interamente crepata. Steso a terra, apparentemente dormiente, c’è una figura nera, illuminata dalla luce della luna. Anna Maria non può sbagliarsi: è Zorro, la spada gli luccica sul fianco e la maschera è inconfondibile.
La donna scenda immediatamente, preoccupata. Deve essere successo qualcosa.

Scuote leggermente l’uomo per la spalla destra. El Zorro produce un lamento incomprensibile e Anna Maria comprende immediatamente qual è il problema.
“Senor Zorro, dovete svegliarvi. Non posso sollevarvi da sola, dovete darmi un piccolo aiuto.” Anna Maria si odia per quello che sta per fare, ma è necessario: pressa la mano sulla ferita, sporcandosela ancora di più di sangue, e il ferito sbarra gli occhi. Il dolore è insopportabile.
“Senor Zorro, alzatevi. Dovete fare solo pochi passi.”
Diego annuisce e, scaricando quasi tutto il peso sulle spalle di Anna Maria riesce al alzarsi, entrare in casa e salire i gradini che conducono alla camera della giovane. Lo sforzo è troppo e crolla sul letto, nuovamente svenuto.

Anna Maria passa la notte insonne. Prima di tutto accende tutte le candele di cui dispone, poi libera Zorro dalla camicia, ormai incrostata di sangue, ed esamina la ferita. La pallottola è ancora conficcata nella carne: deve riuscire ad estrarla. E’ più facile di quello che Anna Maria si aspetta. Il proiettale si è conficcato a tre centimetri di profondità e un pugnale sottile è quello che le serve per estrarla, stando ben attenta, ovviamente, a non peggiorare la ferita.
Dopo aver deterso spalla e petto, si preoccupa della fasciatura. La dovrà cambiare di nuovo entro un’ora. Si guarda intorno, indecisa sul da farsi. Il cappello e la bandana di Zorro sono posati sulla cassettiera e la camicia, inutilizzabile dopo che Anna Maria l’ha ridotta a pezzi di stoffa, nel tentativo di toglierla all’uomo, sta a terra.
La maschera è ancora al suo posto. E’ questo il grande interrogativo. Ha il coraggio di toglierla e vedere chi si cela dietro di essa? E poi, il senor Zorro ne sarebbe scontento?
Come Pandora e Psiche prima di lei, Anna Maria cede alla curiosità.
Si avvicina al letto e si siede. Zorro respira regolarmente e la febbre che lo aveva preso, conseguenza diretta della ferita, deve essere scesa, perché la sua pelle è fresca.
Anna Maria porta le mani alla maschera e scioglie il nodo dietro la nuca. Ora manca un gesto, bisogna soltanto scostare quella striscia di stoffa.
Decide di compiere quel gesto.
“Don Diego?” Non può trattenersi dall’esclamare ad alta voce. E’ esterrefatta, non lo avrebbe mai sospettato! Il calmo e riflessivo don Diego, l’appassionato di libri e filosofia … il fuorilegge amico del popolo?
All’improvviso le giungono i ricordi di alcune sue frasi ambigue, il giorno in cui Zorro si sarebbe dovuto presentare per l’amnistia.
Diego, voi cosa ne pensate? Verrà?
Be’, qualche dubbio lo avevo, ma ora non più. Sì, Zorro verrà.

La sicurezza con cui lo aveva detta era sospetta, ma Anna Maria era troppo felice per i futuri avvenimenti per prestarvi veramente attenzione. E poi …
Già che siete qui potremmo andare insieme a Monterey, vero?
Mi dispiace, ma purtroppo ho degli impegni importanti.
Ma voglio che ci siate quando Zorro si toglierà la maschera!
Oh, non preoccupatevi: ci sarò.

Che stupida! Avrebbe dovuto davvero capirlo. Don Diego le aveva chiesto se avesse paura di rimanere delusa dall’identità di Zorro, ma lei aveva risposto che non sarebbe mai potuto accadere. Anna Maria non è delusa affatto: si è rivelata semplicemente una sorpresa più bella di quella che aveva immaginato.

L’alba è sorta, e Diego comincia a muoversi in uno stato semi-incosciente, almeno finchè non apre gli occhi e si guarda intorno, spaesato. Fa per mettersi a sedere ma la spalla gli duole troppo e, poi, ha la testa di Anna Maria poggiata sul torace, addormentata. Per un istante è felice ma si ricorda subito di un piccolo particolare. Si passa la mano sul volto: la maschera non c’è più. 
 

  
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