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Autore: Walking_Disaster    13/09/2014    3 recensioni
Song-fic in parallelismo sui pov di Dean e Sam sulle note di Let her go, dei Passenger. Consiglio vivamente di leggere la fic in simultanea all'ascolto della canzone.
Argomento trito e ritrito: Sam se ne va a Stanford e lascia Dean. Questa FF tenta di vedere Dean dopo l'addio e le sue reazioni, idem tenta di fare con Sam. Entrambi hanno questioni in sospeso e cose non dette, ma chiudono tutto in un angolo della loro mente e lì lo lasciano. Questo è l'ultimo saluto di due fratelli che si vogliono troppo bene.
Ovviamente è Wincest, ma stavolta è solamente tra le righe.
Genere: Angst, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest | Contesto: Prima dell'inizio
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Walking_Disaster's corner (sì, stavolta all'inizio):
per una maggiore sintonia con la storia vi consiglio caldamente di leggerla mentre ascoltate Let her go, dei Passenger, non solo perché questa è una song-fic sulle note della suddetta canzone, ma perché l'ho scritta ascoltandola a ripetizione, per cui immagino che per apprezzarla appieno bisogna che ne venga accompagnata per forza.

Dedico questa song-fic ad Anna e Asya. Vi voglio tanto bene e grazie di cuore per tutto.
Come vedrete è una fic "parallel"(?). Cioè, non so come chiamarla, ma è nata così, con il doppio pov, e così doveva essere. Spero che non sia venuto fuori un ammasso di non si sa bene cosa.
Anyway, ho rubato abbastanza inizio pagina, mi dileguo.
Spero vi piaccia e, al solito, fatemi sapere che ne pensate :)

WD


*


And you let her go




Dean spingeva, affondava in quel corpo con irruenza, gli occhi serrati. I gemiti della ragazza salivano nella stanza, la voce che si attorcigliava all'aria troppo calda della camera del motel.
Le stava facendo male.
Lui tirò il viso verso l'alto, prendendosi il labbro inferiore tra le labbra.
E spinse ancora, ansimando.




Well you only need the light when it's burning low
Only miss the sun when it starts to snow
Only know you love her when you let her go



___



Sam si chiuse la porta alle spalle e si avvicinò al letto di quella stanza, lasciandovi cadere il suo bagaglio sopra. C'erano poche cose dentro a quel borsone.
Era finita. Qualunque cosa ci fosse stata tra lui e suo fratello, adesso si era conclusa.
Si guardò intorno con le sopracciglia aggrottate, passandosi una mano tra i capelli.





Only know you’ve been high when you’re feeling low

Only hate the road when you’re missing home
Only know you love her when you let her go



___




Dean era steso a letto e aveva voltato il viso di lato, una mano posata sul suo stomaco. La ragazza non era più con lui. L'aveva mandata via subito dopo la fine di quel rapporto. Si sentiva svuotato di tutto, incapace di provare nient'altro che non fosse dolore.

Si alzò dal letto, il suo viso una maschera di cera scolpita di impassibilità.
Prese una bottiglia di whisky, incurante della sua nudità. Restò al buio, seduto su una squallidissima sedia di quella fottuta camera di motel, mentre beveva. Beveva, mandava giù, cercando un anestetico, cercando una fine per tutto quel sentire.
Era dannatamente troppo tardi.
Strinse le labbra e lasciò la prima lacrima libera di scendere, impietosa.




Staring at the bottom of your glass
Hoping one day you’ll make a dream last
But dreams come slow and they go so fast



___




Sistemò con attenzione la sua poca roba nell'armadio. Sistemò i suoi libri. Ripiegò delle giacche e alcuni jeans. Un paio non erano suoi.
Sistemò anche quelli, piegandoli con cura.
Li lasciò nel borsone che aveva appena svuotato e chiuse la cerniera.
Aveva sistemato tutto, ma c'era una cosa che non era riuscito a fare: non era riuscito a sistemare il suo petto. Emetteva un ronzio sordo, come se fosse rotto.
Sam, ora seduto sul letto, osservava davanti a sé l'oscurità, vacuo. Abbassò lo sguardo, scuotendo il capo e chiudendo gli occhi.
Si strinse una mano sul petto, tenendosi la maglia tra le dita: un pezzo di sé mancava all'appello. Il suo torace non conteneva nessun cuore.




Staring at the ceiling in the dark
Same old empty feeling in your heart
'Cause love comes slow and it goes so fast



___



L'odore di alcool violentava il naso di Dean. Chiuse le palpebre e poté vedere il volto corrucciato di quel ragazzino.
Gli venne da sorridere tristemente, mentre ancora ingollava un altro sorso di liquore, che gli bruciò la gola. L'immagine di suo fratello scomparve nello stesso momento in cui ebbe il coraggio di riaprire gli occhi gonfi.
Si passò una mano sulle labbra e nella penombra della stanza riuscì ad individuare la collana che gli aveva regalato alcuni Natali prima.
Si alzò in piedi, traballante. Si sentiva un relitto umano, o qualcosa di molto simile. Un involucro vuoto, dal quale tutto era stato asportato. Reni, milza, cuore.
Lui gli mancava mentre prendeva quel ciondolo e lo osservava da vicino, lasciandolo penzolare davanti al suo viso. E gli mancava mentre la rabbia lo assaliva, l'assenza gli scavava il petto e gettava quella collana lontano, in qualche angolo di quello schifo di stanza, un urlo emesso tra i denti.
Era come un ringhio di un lupo, ferito, privato di una sua parte. Rimasto senza branco.




You see her when you close your eyes
Maybe one day you’ll understand why
Everything you touch surely dies



___




Aveva provato ad addormentarsi ed ad un certo punto era anche scivolato nel sonno.
Raggomitolato in posizione fetale, chiuso a protezione di quel vuoto che ora campeggiava nel suo sterno.
Si era svegliato però. Le palpebre si erano sollevate con lentezza e si era accorto dopo alcuni istanti che la federa sotto il suo viso era bagnata.
Sam si spostò, fino a ritrovarsi in posizione supina, gli occhi rivolti verso al soffitto che invece di proteggerlo lo soffocava.
Si passò stancamente una mano sul volto, tirando su col naso.
Il sogno del viso di suo fratello e la sensazione di assurda solitudine che gli masticava la mente, torturandolo, lo avevano riscosso da un sonno agitato che non lo avrebbe fatto riposare in ogni caso.
Aveva visto se stesso allungare una mano finché non era giunto ad un passo dallo sfiorare quella guancia spruzzata di lievi lentiggini, ma poi era caduto e l'aveva perso, scivolandogli tra le dita con una costanza che sapeva d'assoluto.
Sam era spaventato da quel che provavano l'uno per l'altro. Sam aveva scelto di preservarsi.
Aveva scelto la mancanza.



Well you see her when you fall asleep
But never to touch and never to keep
'Cause you loved her too much and you dive too deep



___


A quella collana seguirono la sedia, ribaltò il tavolo, si tagliò con i cocci di vetro della bottiglia di whisky ormai vuota e distrutta.
Vuota e distrutta, esattamente come Dean.
Ma non si era fermato; aveva digrignato i denti finché non aveva sentito dolere le mascelle a causa della pressione esercitata. Aveva scaraventato la dannatissima televisione a terra e sbattuto contro il muro uno dei vasi a decorazione della camera.
Si era accanito su quell'insulso arredamento, lasciando resti intorno a sé e nient'altro se non cocci rotti e schegge di quel che prima era stato. E poi si era ritrovato al centro di quell'ammasso di detriti, piegato in ginocchio; e fanculo i motel, il mondo e tutto il resto.
Dean pianse, perché non gli era rimasto niente.
Dean pianse, perché Sam non c'era.



Only know you’ve been high when you’re feeling low
Only hate the road when you’re missing home
Only know you love her when you let her go



___



Aveva rinunciato a tentare di restare a letto. C'era qualcosa di tremendamente sbagliato nel silenzio di quella camera, di quell'unico letto occupato. Non c'erano briciole di crostate, né giacconi di pelle ruvidi da dover spostare perché puntualmente gli finivano tra i piedi. Non c'erano radio da abbassare, né una voce troppo alta da rimproverare.
Non c'era la vita di Sam lì, anche se era stata la scelta migliore.
Dovevano mettere un punto fermo a tutto ciò che sarebbe potuto diventare qualcosa di troppo grande tra loro.
Spostò lo sguardo al suo fianco, ancora con quel vuoto totalizzante al centro del petto. Sarebbe andato tutto meglio, era solo questione di tempo. O perlomeno, era quello ciò che si raccontava.
Intanto però, mentre attendeva il futuro, aveva acceso il suo portatile ed aveva cercato su YouTube Higway to Hell. Aveva premuto play e il volume era stato alzato al massimo consentitogli dall'ora, ancora troppo lontana dall'alba.
E mentre sentiva la musica entrargli nel cervello, infastidirlo, sorrise. Si avvicinò alla finestra, dove a est una timida luce cominciava ad annunciare un nuovo giorno.
Deglutì e sfiorò per un istante il vetro. Nel suo riflesso vide il suo stesso viso e gli venne automatico voltarsi al cercare quello di Dean, che non c'era.
Si voltò nuovamente e chinò il capo di lato, osservando i suoi occhi che si arrossavano.
Scese anche la sua lacrima, ma restò solitaria.
Non si permise altro.



'Cause you only need the light when it’s burning low
Only miss the sun when it starts to snow
Only know you love her when you let her go


___



Si rivestì in silenzio, i gesti meccanici. Ora era vuoto ed aveva capito che era giunta la fine di ciò che fino a quel momento era stata la sua vita. Sarebbe andato avanti, comunque. Avrebbe fatto schifo tutto quanto, sarebbe stato proseguire il cammino di una vita intera, lunga, pesante e dolorosa come sopravvissuto. Ogni spiraglio che aveva visto fino a quel momento per poter essere felice pur essendo un cacciatore ora si era chiuso.
Raccolse le sue cose e osservò la collana, ritrovata tra le macerie e in bilico al centro della sua mano. Poteva gettarla e sarebbe stato davvero facile farlo, perché era totalmente insensibile in quel momento. Però chiuse le dita e non ebbe tentennamenti quando strinse quel ciondolo nel palmo, aggrappandosi segretamente a quel regalo con ogni fibra di se stesso. Era tutto ciò che gli restava.
Sam sarebbe stato una mancanza perpetua. Sperava solamente che quel ragazzino sarebbe potuto essere felice.
Dean uscì dalla stanza e chiuse la porta, sigillando lì tutta quella distruzione.
Lasciando lì ciò che restava dell'esternazione del suo dolore.





Sam aveva lasciato che la pelle della sua guancia assorbisse quella lacrima dai meravigliosi occhi verdi e delle delicatissime lentiggini.
Attese il suono della sveglia davanti a quella finestra e quando quella squillò, si alzò con movimenti automatici. E sempre automaticamente aveva fatto la doccia, si era lavato i denti e si era vestito. Aveva preso il suo zaino, aveva raccolto alcune penne ed alcuni fogli ed aveva compiuto il tutto in un assoluto silenzio che stava diventando addirittura assordante.
Le mani avevano tremato pericolosamente e il petto era stato schiacciato per un momento. Era sembrato che stesse per cedere per il tempo di un battito di ciglia, ma lui sollevò il viso e ricacciò quel groppo in gola, chiudendo fuori dalla sua mente il pensiero di Dean. Era stato lui a volerlo allontanare, mutilandosi, ma ora era lì e doveva cominciare a cancellarlo. Sarebbe stato un processo lento, doloroso. Sarebbe stato come il mare che erode gli scogli, sfibrandoli, ma ce l'avrebbe fatta. Anche perché arrivati a quel punto non poteva fare altrimenti.
Sam si stampò un sorriso in faccia, mentre si caricava in spalla lo zaino ed apriva la porta della sua camera del campus, pronto a inserirsi nel fiume di studenti che già percorrevano il corridoio.
Incontrò lo sguardo di una ragazza dai capelli mossi e biondi e lei gli sorrise.
Sam si chiuse la porta della camera alle spalle e mosse i primi passi in quella nuova vita, con la certezza che l'assenza di Dean non sarebbe mai stata così presente.




And you let her go.






   
 
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