Walking_Disaster's
corner (sì, stavolta all'inizio):
per una maggiore
sintonia con la storia vi consiglio caldamente di leggerla mentre
ascoltate Let her go, dei Passenger, non solo perché questa
è una
song-fic sulle note della suddetta canzone, ma perché l'ho
scritta
ascoltandola a ripetizione, per cui immagino che per apprezzarla
appieno bisogna che ne venga accompagnata per forza.
Dedico
questa song-fic ad Anna e Asya. Vi voglio tanto bene e grazie di
cuore per tutto.
Come vedrete è una fic "parallel"(?).
Cioè, non so come chiamarla, ma è nata
così, con il doppio pov, e
così doveva essere. Spero che non sia venuto fuori un
ammasso di non
si sa bene cosa.
Anyway, ho rubato abbastanza inizio pagina, mi
dileguo.
Spero vi piaccia e, al solito, fatemi sapere che ne
pensate :)
WD
*
And you let her go
Dean
spingeva, affondava in quel corpo con irruenza, gli occhi serrati. I
gemiti della ragazza salivano nella stanza, la voce che si
attorcigliava all'aria troppo calda della camera del motel.
Le
stava facendo male.
Lui tirò il viso verso l'alto, prendendosi
il labbro inferiore tra le labbra.
E spinse ancora, ansimando.
Well
you only need the light when it's burning low
Only miss the sun
when it starts to snow
Only know you love her when you let her go
___
Sam
si chiuse la porta alle spalle e si avvicinò al letto di
quella
stanza, lasciandovi cadere il suo bagaglio sopra. C'erano poche cose
dentro a quel borsone.
Era finita. Qualunque cosa ci fosse stata
tra lui e suo fratello, adesso si era conclusa.
Si guardò
intorno con le sopracciglia aggrottate, passandosi una mano tra i
capelli.
Only
know you’ve been high when you’re feeling low
Only
hate the road when you’re missing home
Only
know you love her when you let her go
___
Dean era steso a letto e aveva voltato il viso di lato, una mano posata sul suo stomaco. La ragazza non era più con lui. L'aveva mandata via subito dopo la fine di quel rapporto. Si sentiva svuotato di tutto, incapace di provare nient'altro che non fosse dolore.
Si
alzò dal letto, il suo viso una maschera di cera scolpita di
impassibilità.
Prese una bottiglia di whisky, incurante della
sua nudità. Restò al buio, seduto su una
squallidissima sedia di
quella fottuta camera di motel, mentre beveva. Beveva, mandava
giù,
cercando un anestetico, cercando una fine per tutto quel sentire.
Era dannatamente troppo tardi.
Strinse le labbra e lasciò la
prima lacrima libera di scendere, impietosa.
Staring
at the bottom of your glass
Hoping one day you’ll
make a dream last
But dreams come slow and they go
so fast
___
Sistemò
con attenzione la sua poca roba nell'armadio. Sistemò i suoi
libri.
Ripiegò delle giacche e alcuni jeans. Un paio non erano
suoi.
Sistemò anche quelli, piegandoli con cura.
Li lasciò
nel borsone che aveva appena svuotato e chiuse la cerniera.
Aveva
sistemato tutto, ma c'era una cosa che non era riuscito a fare: non
era riuscito a sistemare il suo petto. Emetteva un ronzio sordo, come
se fosse rotto.
Sam, ora seduto sul letto, osservava davanti a sé
l'oscurità, vacuo. Abbassò lo sguardo, scuotendo
il capo e
chiudendo gli occhi.
Si strinse una mano sul petto, tenendosi la
maglia tra le dita: un pezzo di sé mancava all'appello. Il
suo
torace non conteneva nessun cuore.
Staring
at the ceiling in the dark
Same old empty feeling in your
heart
'Cause love comes slow and it goes so fast
___
L'odore
di alcool violentava il naso di Dean. Chiuse le palpebre e
poté
vedere il volto corrucciato di quel ragazzino.
Gli venne da
sorridere tristemente, mentre ancora ingollava un altro sorso di
liquore, che gli bruciò la gola. L'immagine di suo fratello
scomparve nello stesso momento in cui ebbe il coraggio di riaprire
gli occhi gonfi.
Si passò una mano sulle labbra e nella penombra
della stanza riuscì ad individuare la collana che gli aveva
regalato
alcuni Natali prima.
Si alzò in piedi, traballante. Si sentiva
un relitto umano, o qualcosa di molto simile. Un involucro vuoto, dal
quale tutto era stato asportato. Reni, milza, cuore.
Lui gli
mancava mentre prendeva quel ciondolo e lo osservava da vicino,
lasciandolo penzolare davanti al suo viso. E gli mancava mentre la
rabbia lo assaliva, l'assenza gli scavava il petto e gettava quella
collana lontano, in qualche angolo di quello schifo di stanza, un
urlo emesso tra i denti.
Era come un ringhio di un lupo, ferito,
privato di una sua parte. Rimasto senza branco.
You
see her when you close your eyes
Maybe
one day you’ll understand why
Everything
you touch surely dies
___
Aveva
provato ad addormentarsi ed ad un certo punto era anche scivolato nel
sonno.
Raggomitolato in posizione fetale, chiuso a protezione di
quel vuoto che ora campeggiava nel suo sterno.
Si era svegliato
però. Le palpebre si erano sollevate con lentezza e si era
accorto
dopo alcuni istanti che la federa sotto il suo viso era bagnata.
Sam
si spostò, fino a ritrovarsi in posizione supina, gli occhi
rivolti
verso al soffitto che invece di proteggerlo lo soffocava.
Si passò
stancamente una mano sul volto, tirando su col naso.
Il sogno del
viso di suo fratello e la sensazione di assurda solitudine che gli
masticava la mente, torturandolo, lo avevano riscosso da un sonno
agitato che non lo avrebbe fatto riposare in ogni caso.
Aveva
visto se stesso allungare una mano finché non era giunto ad
un passo
dallo sfiorare quella guancia spruzzata di lievi lentiggini, ma poi
era caduto e l'aveva perso, scivolandogli tra le dita con una
costanza che sapeva d'assoluto.
Sam era spaventato da quel che
provavano l'uno per l'altro. Sam aveva scelto di preservarsi.
Aveva
scelto la mancanza.
Well
you see her when you fall asleep
But never to touch and never to
keep
'Cause you loved her too much and you dive too deep
___
A
quella collana seguirono la sedia, ribaltò il tavolo, si
tagliò con
i cocci di vetro della bottiglia di whisky ormai vuota e
distrutta.
Vuota e distrutta, esattamente come Dean.
Ma non si
era fermato; aveva digrignato i denti finché non aveva
sentito
dolere le mascelle a causa della pressione esercitata. Aveva
scaraventato la dannatissima televisione a terra e sbattuto contro il
muro uno dei vasi a decorazione della camera.
Si era accanito su
quell'insulso arredamento, lasciando resti intorno a sé e
nient'altro se non cocci rotti e schegge di quel che prima era stato.
E poi si era ritrovato al centro di quell'ammasso di detriti, piegato
in ginocchio; e fanculo i motel, il mondo e tutto il resto.
Dean
pianse, perché non gli era rimasto niente.
Dean pianse, perché
Sam non c'era.
Only
know you’ve been high when you’re feeling low
Only hate the
road when you’re missing home
Only know you love her when you
let her go
___
Aveva
rinunciato a tentare di restare a letto. C'era qualcosa di
tremendamente sbagliato nel silenzio di quella camera, di quell'unico
letto occupato. Non c'erano briciole di crostate, né
giacconi di
pelle ruvidi da dover spostare perché puntualmente gli
finivano tra
i piedi. Non c'erano radio da abbassare, né una voce troppo
alta da
rimproverare.
Non c'era la vita di Sam lì, anche se era stata la
scelta migliore.
Dovevano mettere un punto fermo a tutto ciò che
sarebbe potuto diventare qualcosa di troppo grande tra loro.
Spostò
lo sguardo al suo fianco, ancora con quel vuoto totalizzante al
centro del petto. Sarebbe andato tutto meglio, era solo questione di
tempo. O perlomeno, era quello ciò che si raccontava.
Intanto
però, mentre attendeva il futuro, aveva acceso il suo
portatile ed
aveva cercato su YouTube Higway to Hell. Aveva premuto play e il
volume era stato alzato al massimo consentitogli dall'ora, ancora
troppo lontana dall'alba.
E mentre sentiva la musica entrargli nel
cervello, infastidirlo, sorrise. Si avvicinò alla finestra,
dove a
est una timida luce cominciava ad annunciare un nuovo giorno.
Deglutì
e sfiorò per un istante il vetro. Nel suo riflesso vide il
suo
stesso viso e gli venne automatico voltarsi al cercare quello di
Dean, che non c'era.
Si voltò nuovamente e chinò il capo di
lato, osservando i suoi occhi che si arrossavano.
Scese anche la
sua lacrima, ma restò solitaria.
Non si permise altro.
'Cause
you only need the light when it’s burning low
Only miss the sun
when it starts to snow
Only know you love her when you let her go
___
Si
rivestì in silenzio, i gesti meccanici. Ora era vuoto ed
aveva
capito che era giunta la fine di ciò che fino a quel momento
era
stata la sua vita. Sarebbe andato avanti, comunque. Avrebbe fatto
schifo tutto quanto, sarebbe stato proseguire il cammino di una vita
intera, lunga, pesante e dolorosa come sopravvissuto. Ogni spiraglio
che aveva visto fino a quel momento per poter essere felice pur
essendo un cacciatore ora si era chiuso.
Raccolse le sue cose e
osservò la collana, ritrovata tra le macerie e in bilico al
centro
della sua mano. Poteva gettarla e sarebbe stato davvero facile farlo,
perché era totalmente insensibile in quel momento.
Però chiuse le
dita e non ebbe tentennamenti quando strinse quel ciondolo nel palmo,
aggrappandosi segretamente a quel regalo con ogni fibra di se stesso.
Era tutto ciò che gli restava.
Sam sarebbe stato una mancanza
perpetua. Sperava solamente che quel ragazzino sarebbe potuto essere
felice.
Dean uscì dalla stanza e chiuse la porta, sigillando
lì
tutta quella distruzione.
Lasciando lì ciò che restava
dell'esternazione del suo dolore.
Sam
aveva lasciato che la pelle della sua guancia assorbisse quella
lacrima dai meravigliosi occhi verdi e delle delicatissime
lentiggini.
Attese il suono della sveglia davanti a quella
finestra e quando quella squillò, si alzò con
movimenti automatici.
E sempre automaticamente aveva fatto la doccia, si era lavato i denti
e si era vestito. Aveva preso il suo zaino, aveva raccolto alcune
penne ed alcuni fogli ed aveva compiuto il tutto in un assoluto
silenzio che stava diventando addirittura assordante.
Le mani
avevano tremato pericolosamente e il petto era stato schiacciato per
un momento. Era sembrato che stesse per cedere per il tempo di un
battito di ciglia, ma lui sollevò il viso e
ricacciò quel groppo in
gola, chiudendo fuori dalla sua mente il pensiero di Dean. Era stato
lui a volerlo allontanare, mutilandosi, ma ora era lì e
doveva
cominciare a cancellarlo. Sarebbe stato un processo lento, doloroso.
Sarebbe stato come il mare che erode gli scogli, sfibrandoli, ma ce
l'avrebbe fatta. Anche perché arrivati a quel punto non
poteva fare
altrimenti.
Sam si stampò un sorriso in faccia, mentre si
caricava in spalla lo zaino ed apriva la porta della sua camera del
campus, pronto a inserirsi nel fiume di studenti che già
percorrevano il corridoio.
Incontrò lo sguardo di una ragazza dai
capelli mossi e biondi e lei gli sorrise.
Sam si chiuse la porta
della camera alle spalle e mosse i primi passi in quella nuova vita,
con la certezza che l'assenza di Dean non sarebbe mai stata
così
presente.
And you let her go.