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Autore: Rei Murai    30/09/2008    0 recensioni
Anche se non mi amassi più non ti lascerei andare. Sei la cosa più preziosa che ho E aspetterò che tu ti renda conto che sono lo stesso per te Ti amo.”
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kiba Inuzuka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Sai cosa vorrei adesso?
Che tu sparissi per sempre per sentirmi libero.
…Ma io non sono libero e tu non puoi sparire…”


Kiba fissava la neve che scendeva lenta e inesorabile a ricoprire il villaggio negandogli la visuale d’esplosione di colori che era sempre stata.
Manto candido che si posava su un paesaggio dai colori autunnali.
Profumo di foglie secche e terriccio bagnato.
Fissava il tutto poggiato sul bel vedere del villaggio, dalla collina che aveva sempre amato.
Fissava e pensava.
Si sentiva libero, per la prima volta in vita sua si sentiva senza legami.
Sospirando lentamente poggiò le mani sulla gelida ringhiera ricoperta di nevischio inclinando il capo;
Niente braccia che lo prendevano da dietro alla sprovvista, niente labbra che si poggiavano sul suo collo…quanto tempo era passato dall’ultima volta che si era sentito sfiorare da mani che non gli appartenevano, da mani che non voleva?
Troppo, decisamente troppo.
Eppure un tempo le aveva agognate quelle mani.
Aveva desiderato quasi febbrilmente che le dita pallide dell’altro sfiorassero i suoi fianchi, lo attirassero a se…che quelle labbra si poggiassero sulle sue.
Già, bei tempi quelli in cui sognava.
Peccato che la realtà si fosse dimostrata diversa.
Peccato che la realtà…ma era inutile pensarci.
Non c’era più, non sarebbe tornata.
Quella realtà era svanita nel momento stesso in cui aveva pronunciato quelle parole.

Voglio tornare a essere libero
Voglio tornare a vivere.
Tu sei il mio impedimento”

Ed ora si chiedeva cosa ne sarebbe stato di tutto quello che aveva costruito in quegli anni, dell’appartamento che avevano condiviso assieme.
Si sentiva ancora come un cane tenuto al guinzaglio dal suo padrone, doveva ammetterlo, ma il profumo della libertà era così vicino, così allettante…
Bastava solo decidersi a saltare dall’altra parte.
Come se fosse stato semplice.
I cambiamenti non fanno per chi è abituato alla monotonia di tutti i giorni, per chi ripete le stesse azioni da anni.
Generalmente si ha paura del cambiamento.
Quando ti alzi la mattina e ti aspetti che tutto sia come al solito…cominci a sistemare l’appartamento, prepari la cena…ti aspetti che sia tutto banalmente uguale mentre aspetti che torni a casa per chiedere scusa per le parole dure che gli hai detto poco prima che partisse, per una semplice lite.
Perché non ti senti più tu ma sai benissimo che non è colpa sua.
E quando ti arriva quella lettera, quel semplice foglio di carta che annuncia la sua morte e tu ti senti morire con lui.
Perché non potrai scusarti per quello che hai pensato o detto, perché lui non tornerà più.
E il dolore ti lacera, sanguini all’interno, chiudi gli occhi cercando un appiglio che ti dimostri che non sia vero…che non funziona così…che non puoi sperare che gridando il suo nome e piangendo possa tornare…
Non tornerà, non sarà mai lo stesso.

“E tu pensi che senza la mia presenza ti sentiresti più libero?
Che se sparissi…
Che se sparissi non saresti più legato a me?
Sciocco…Anche se io sparissi…
Tu saresti sempre mio”

Sospirano si tirò indietro chiudendo gli occhi.
La neve continuava a scendere lenta, inesorabile…ormai erano passati tre anni da quella notte, da quella tremenda litigata.
Eppure non riusciva a dimenticarlo.
Lui.
Lui che era stato tutto, che gli era stato accanto.

“…Shino…”

Un nome appena sussurrato.
Qualcosa di freddo che si poggiava sulla sua guancia, esattamente sullo stesso punto in cui quella lacrima stava passando su di essa.
Gli mancava così tanto.
Se non avessero litigato…se quella volta non avessero litigato…
Forse ora non si sarebbe sentito così in colpa.
Non era nemmeno riuscito a scusarsi con lui.
Per quanto lo facesse, per quanto continuasse a ripetere che gli dispiacesse….Sentiva come se le proprie parole non arrivassero all’altro.
Non sapeva nemmeno dove guardare quando voleva parlare con lui.
Si lasciò scivolare sulla neve fredda, alzando gli occhi verso il cielo grigio ricoperto dalle nuvole.
La neve continuava a fluttuare attorno a lui, poggiandosi sulle mani, sui capelli, sulle ginocchia premute contro il petto.
Sentiva freddo ma non voleva alzarsi.
Quello era il posto dove si era dichiarato, quello dove si era rifugiato durante il loro primo litigio, Shino lo andava sempre a cercare li.
Oltre che al suo era anche il luogo preferito del moro.
Chiuse gli occhi nascondendo il viso contro le gambe.
Gli mancava così tanto.

“Forse è vero, non ti amo più.
Vorrei lasciarti ma non ne ho il coraggio.
Vorrei sentirmi libero di nuovo, come un tempo.
Non ti voglio vedere…non ora…
Ora vai, ne riparliamo quando torni dalla missione, se vorrai parlarmi ancora”

Verme…era solo stato un verme.
Come aveva anche solo potuto pensare di dirgli qualcosa di simile
Come aveva anche solo potuto pensare di fare del male a qualcuno che lo amava?
Era lui quello che doveva morire, era lui quello che non si meritava di rimanere li ed avere una seconda possibilità.
E se si fosse comportato così anche con qualcun altro?
Se si fosse rifidanzato, un giorno, e si fosse comportato come si era comportato con Shino?
Non poteva permettere che qualcun altro soffrisse per le sue indecisioni, che qualcuno stesse male per la sua insicurezza.
Ora, a distanza di tre anni, era ancora convinto di amare Shino, lo aveva sempre amato se solo se ne fosse reso conto prima…se solo si fosse comportato meno da vittima.
Qualcosa di caldo si poggiò sulla sua guancia facendolo sobbalzare, alzò lo sguardo incontrando quello azzurro di Naruto.
Uno sguardo preoccupato.
Poco più in là Hinata si torturava le mani stretta nel giubbino caldo che Neji le aveva regalato per natale l’anno prima.
Sakura, poggiata alla ringhiera, fissava la neve scendere.
- che bello spettacolo, non ero mai salita qui -
- Hinata ci ha detto che eri qui da solo… -
La moretta abbassò il capo arrossendo, nascondendosi allo sguardo dell’altro.
- Ci stavamo chiedendo se ti andasse di venire con noi…stavamo andando a trovarlo -
Tre anni precisi da quando era morto.
Tre anni precisi dall’ultima volta in cui si era presentato di fronte alla sua tomba.
Non ne aveva avuto più il coraggio, non se l’era più sentita di presentarsi davanti a quella fredda lapide che era tutto ciò che era rimasto del giovane Aburame.
Scosse il capo.
Non se la sentiva ancora,voleva rimanere li ancora un po’.
Per vedere Shino non aveva bisogno di fermarsi di fronte a quella pietra fredda ed impersonale, per vedere Shino non aveva bisogno di spostarsi dal luogo in cui si trovava.
Fissò Naruto, Hinata e Sakura allontanarsi mogi, mogi
Ogni anno tentavano di portarlo con loro ed ogni anno rifiutava rimanendo da solo.
Perché ogni anno Shino era li, ed era lì che lui doveva farsi trovare.

“Anche se non mi amassi più non ti lascerei andare.
Sei la cosa più preziosa che ho
E aspetterò che tu ti renda conto che sono lo stesso per te
Ti amo.

   
 
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