Anime & Manga > Inazuma Eleven
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Autore: GeaRose Malfoy    13/09/2014    5 recensioni
Premetto che è la mia prima one shot su Inazuma Eleven, per tanto vi prego di essere clementi.
Cosa succederebbe se in un incidente d'auto, Yuuto rimanesse ferito e andasse in coma?
Che cosa gli direbbe Akio, mentre Yuuto, è incosciente?
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Caleb/Akio, Jude/Yuuto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La sua figura, di solito, altera e composta ora se ne stava mollemente afflosciata su un maledetto sgabello bianco.
Dio, se era scomodo.
Ma non sarebbe stato certo uno sgabello a far si che lo lasciasse da solo.
Nel letto, davanti a lui, stava supino un ragazzo.
Aveva lungi capelli castani e anche se di solito portava degli occhialini, ora il suo viso era libero da ogni cosa.
Aveva la pelle, chiara, perfetta. Così tanto che ti veniva voglia di accarezzarla all'infinito, fino all'estremo delle forze. E sarebbe stata una morte felice. Ne era sicuro.
Allungò una mano, scoprì che ogni suo movimento era esitante e le sue dita tremavano, quasi emozionate.
Sfiorò così delicatamente la gota del ragazzo che per un attimo pensò di esserselo immaginato.
Riprovò ancora, stavolta con più decisione, accarezzando concretamente quella guancia diafana.
Quel tocco fu come una specie di droga. Non riuscì a controllarsi e accarezzò ancora la gota del ragazzo.
Era un contatto troppo piacevole, tanto che non si trattenne dall'accarezzarla di nuovo, ancora, di nuovo e ancora.
Era calda quella pelle, e pensare che non avrebbe più potuto sfiorarla come aveva sempre fatto, gli provocò una fitta all'altezza dello stomaco. Per un attimo poté quasi giurare di sentire l'eco del suo cuore, dentro di sé, frantumarsi in mille piccole schegge, trafiggendogli i polmoni.
E gli mancò il respiro, fu letteralmente mozzato. Un dolore lo pervase, fu come essere risucchiati dentro un grande vortice buio, lottare con tutti sè stessi per cercare di risalire e comprendere alla fine che non si poteva fare più niente. Impotenti.
Ed'era così che si sentiva lui.
Non poteva fare nulla, per quel ragazzo che, in quel momento, giaceva con un espressione neutra su quel letto.
E faceva male. Dio un dolore quasi fisico, che lo stava uccidendo, piano piano. Sarebbe stata la sua fine.
Appoggiò di nuovo la mano sulla guancia del ragazzo, questa volta tenendola salda. Non si staccò da quel contatto unico e rimase attaccato a Yuuto per così tanto tempo che gli parvero secoli.
Secoli così struggenti, che mille aghi conficcati nelle parti del corpo avrebbero fatto meno male. Era una cosa di cui era certo... e ormai di certezze, francamente, ne aveva ben poche.

******************


Flashback


"Akio, piantala di fare doppi sensi!"
"Eddai, Shirou! Rilassati, quel film era davvero troppo sconcio!"
"Ha ragione Shirou, Akio. Quel film era osceno, ma se tu continui a rincarare la dose.
Comunque lei era davvero carin.. ahi! Ma che vi prende a tutti oggi?"
"Ragazzi finitela! Sono concentrato nella guida!"
"Dai Yuuttino... non diventare nevrotico!"
"Akio, vai al diavolo! Io non sono nevrotico!"
"Ah, no?" sorrise malizioso, nella direzione di Yuuto.
"NO! Puoi dire a mia sorella che è nevrotica, quando è in fare pre-mestruo! Puoi dire a Terumi che è nevrotico, quando ha un capello scompigliato! Ma non puoi dirlo adesso a me!"
"Se lo dici tu..." gliela diede vinta, sorridendo e sbuffando. Sapeva benissimo che l'amico era nevrotico quanto poteva esserlo Haruna se avesse scoperto di essere incita di un tricheco. Ma pazienza, non era un tipo molto tranquillo il suo Yuuto. Oramai ci aveva preso l'abitudine, forse, anche un po' di gusto. Era divertente stuzzicarlo.
Ad un tratto la macchina si fermò, aspettando che il semaforo diventasse verde.
Mentre tutti chiaccheravano, Yuuto era concentrato sulla strada, lui pensava.
Come sarebbe stata la sua vita senza Yuuto.
Yuuto e Akio.
Akio e Yuuto.
Suonava così bene.
Sentì le ruote sgommare leggermente mentre stavano per partire e non appena incominciarono a muoversi, videro non troppo in lontananza un'altra macchina che andava molto forte.
Sbandava leggermente e andava così veloce che non fecero in tempo a schivarla. La macchina finì addosso a loro con una potenza enorme.
L'impatto fu molto forte, Yuuto e Shirou che erano dalla parte in cui la macchina gli era venuta addosso, rimasero gravemente feriti. Akio e Terumi se la cavarono con alcuni graffi, Terumi si ruppe un braccio e Akio rimase con una leggera ferita alla testa.


Fine flashback


***************

Prese la sua mano, dalle dita affusolate, e lo accarezzò con la sua. La strinse, beandosi di quel lieve tepore che emanava la pelle, la baciò con delicatezza, come fosse tanto fragile che se l'avessi stretta un po' più forte si sarebbe spezzata.
Era più pallida del solito eppure era ancora così bella.
Erano quasi tre settimane che non si svegliava dal coma. Yuuto era quello messo peggio.
Shirou si era svegliato dopo una settima dall'incidente.
Un brivido glii percorse la schiena, e se non si fosse più svegliato?
Non voleva neppure pensarci.
Le sue labbra si schiusero, come se non fosse stato davvero lui a muoverle.
Non voleva piangere. Si morse il labbro inferiore, impedendo che le lacrime rompessero l'argine che aveva costruito e che, ormai, credeva indistruttibile. Non piangeva da quando aveva 9 anni e ora che ne aveva 19 avrebbe rotto il suo record?
No, non era tutto finito, si disse mentalmente.
Cercò di far uscire la voce, anche se il grosso nodo amaro che aveva alla gola non accennava a volersi districare. Gli faceva male. Riusciva a sentire soltano il saporaccio amaro della bile nella gola, era davvero fastidioso.
Gli occhi cominciarono a pizzicargli, di nuovo, ma non avrebbe ceduto.
Strinse gli occhi, sperando che quando li avrebbe riaperti si sarebbe ritrovato mano nella mano con Yuuto, constatando che era stato solo un brutto sogno.
Si morse il labbro inferiore a sangue, sperando con tutto sè stesso che davvero, fosse solo il suo peggior incubo.
Strinse di più la presa con la mano e quando riaprii gli occhi, caddero amaramente sul suo corpo ancora incosciente.
Non era riuscito neppure a dirgli che lo amavo. No, non glielo aveva mai detto.
Il suo modo di mettersi le mani in tasca, quando tirava la ciocca di capelli castani dietro l'orecchio, quando dietro a quella maschera di serietà si nascondeva il più bel sorriso che avesse mai visto.
Un sorriso così timido e pauroso, come se risplendere alla luce del sole non fosse il suo forte. Eppure era successo che sorridesse. Come ora.
Ha un'espressione quasi allegra.
Ogni suo piccolo gesto, ogni suo tocco lo aveva fatto innamorare.
Ogni suo piccolo o grande difetto, perché ne avevi tanti, eppure erano tutti così semplici da renderli meravigliosi.
Sì, evidentemente era proprio vero...
Non ti accorgi mai di quello che hai fin quando non la perdi.
Non ti accorgi mai di quello che provi, fin quando non perdi la persona a cui tieni.
Non ti accorgi mai di amare una persona, fin quando non la perdi.
Probabilmente, sì, era innamorato.
E non l'aveva mai capito, fin quando non l'avevo visto disteso su quel letto.
Forse se ne sarebbe dovuto davvero rendere conto prima, ora era, davvero, troppo tardi.
Abbassò il capo, lasciando, finalmente, la mano di Yuuto.
Si prese il viso fra le mani, massaggiandosi le tempie in un gesto esausto, che sapeva vagamente di disperazione. Sì, sapeva di rimpianto.

"Forse... forse avevi ragione tu."
Sì, glielo diceva sempre. "Non rimandare mai quello che puoi fare oggi a domani. Ricordati che basta un attimo per portarti via tutto. Bastano due secondi, che tutto quello che possiedi vieni spazzato via. Basta un attimo che quello che hai costruito con fatica venga distrutto. Basta poco a perdere le persone che ami. Basta un sospiro, e tutto ciò che hai caro scompare." - sospirò- E lui, come un idiota, non lo aveva ascoltato.
Del resto Yuuto aveva ragione. Me lo diceva sempre che ero un idiota.
"Ma... ma vedi, non ti ho mai detto che il mio tutto sei tu, quello che costruito con fatica è il nostro rapporto, la persona che amo sei tu, quello che ho di caro sei tu. Sei sempre e solo tu."
Strinse le mani in due pugni rigidi, che coglione che era stato.
Eppure aveva più o meno imparato ad ascoltare le persone.
Ma, forse, era rimasto il solito testardo, orgoglioso e molto stupido Akio.
Quegli anni non erano serviti a nulla?
Come se una grande tempesta l'avesse investito, tutte le sue più grandi convinzioni vennero distrutte, i suoi appigli finirono dispersi. Tutti tranne l'ancora di salvezza. Yuuto. L'aveva già salvato una volta, anzi, molte volte. Eppure non si stufava mai di farlo. Non l'aveva mai neanche ringraziato, non gli aveva mai detto ciò che provava, non gli aveva mai confessato il vero senso della parola amore. Yuuto gli diceva sempre "Non importa chi ami, importa come ami."
Quella frase gli era impressa nella mente.
E l'unico suo pensiero razionale in quel momento, fu solo:
"Ed io, beh, io lo amo infinitamente. Ecco come lo amo."
E faceva un male assurdo, non poterglielo dire, urlarlo al mondo, perché era la semplice e pura verità.
Yuuto era il suo tutto.
E no, non poteva vivere senza di lui.
Con un gesto quasi automatico gli scostò una ciocca di capelli dal viso, e senza pensarci si avvicinò alle sue labbra.
Non voleva un bacio di passione, o irruenza, anche perché non sarebbe stato ricambiato.
Voleva solo un bacio semplice, a fior di labbra, che, anche se quasi patetico, gli avrebbe trasmesso un po' dell'amore e dolore che provava in quel momento.
Si avvicinò sempre di più, assaporando già la consistenza di quelle labbra che conosceva ,meglio di se stesso.
Il contatto, fu così forte da lasciarlo quasi senza fiato.
Le labbra di solito calde, erano fredde, quasi senza vita. Erano leggermente violette, un po' secche e asciutte, eppure gli parvero così tremendamente piacevoli.
Ah, l'amore.
Gli prese il volto con tutte e due le mani e alzandosi lo ribaciò, lo rifece ancora, e ancora, e ancora. Fin quando le labbra non gli si gonfiarono. Era un contatto troppo unico per farne a meno. E sapeva che senza, sarebbe impazzito.
Quando si risedette, su quel -maledetto- sgabello, notò un lieve increspamento nelle labbra di Yuuto. Lo aveva sentito.
"Io... io davvero, lo so. Lo so che, anche se non te ne rendi conto, puoi sentirmi.
Quindi ascoltami bene Kidou Yuuto, perché non lo ripeterò due volte.- Perfetto, sono talmente idiota da parlare con uno in coma. Complimenti Akio, la tua intelligenza migliora di giorno in giorno. Certo che frequentare Terumi, evidentemente, non doveva fargli molto bene- Sto per dirti cose, che beh, non credo ripeterò. No, ma che dico, non le dirò mai più. Quindi vedi di aprire quelle brutte orecchie a sventola che ti ritrovi, visto che ti vantavi di avere un udito tanto fine da sentire ogni singolo movimento d'aria intorno a te.
Lo sai che non sono mai stato un tipo sdolcinato e tantomeno intenderlo diventarlo ora solo perché tu sei qui in coma.
Non sai quanto mi dispiaccia che quel pazzo ubriaco ci abbia presi in pieno, non credo che se lo incontrassi in giro riuscirei a trattenermi dal strangolarlo. Ma tanto sono sicuro che ci saresti tu, che, come al solito, razionale e calcolatore mi fermeresti.
Comunque, non so cosa faresti tu al mio posto, in questo momento, ma so che cosa sto per fare io.
Tu... insomma io... beh, si... io ti amo. Ma sappi che non te lo ridirò mai più. E mi piace quando sorridi, quando fai quei piccoli gesti che mi fanno capire che sei preoccupato, o quando gesticoli così tanto da farmi sentire in imbarazzo con la gente. Ma, beh, ognuno ha i suoi difetti e i tuoi sono davvero, davvero molto imbarazzanti ma... questo sei tu. O ti accetto come sei, oppure faccio a meno di te. Ed è qui che sorge il problema.
Sei sempre così nevrotico, fai delle frittelle da schifo, i tuoi boxer fanno pena con tutte quelle scritte colorate, odio quando invece che fare certe cose con me preferisci abbracciare quel tuo ridicolo orsacchiotto sgualcito.
E poi tu sei così... così pacato. Così tranquillo da irritarmi! E spesso ti odio a morte, sappilo! Però sei anche così strano... particolare.
Mia nonna direbbe che sei un vecchietto da manicomio. E lei lo sa bene, è una vecchietta da manicomio.
Preferisci una tisana calda a una bella birra ghiacciata, in tv guardi solo documentari sui pinguini, quando io vorrei vedere le corse delle macchine. Quando vai a fare la spesa compri solo cose salutari e ogni volta che cerco di nascondere nel carrello qualche merendina le togli tutte. Ma dico io, potresti per una volta far finta di non vedermi? La mia autostima si abbassa. E poi hai tra poco vent'anni! Concediti un hamburger con patatine qualche volta! E non andare a letto alle 22.30!
Io, davvero, sei un disastro... eppure no, seriamente, non so più che fare con te! Sei un caso perso.
E allora perché continuo a stare con te?
Voglio dire, hai un carattere che, fattelo dire, di merda. Vuoi sempre avere ragione. Sarà che anche io sono testardo ma... oh, per la miseria, sto divagando come un pazzo. E per di più parlo da solo!
Comunque, ogni tuo piccolo gesto mi rapisce, forse la tua semplicità o forse la tua espressione da bimbo di undici anni mentre dormi ma... beh, credo siano quelle piccole cose che ho imparato ad apprezzare e amare di te. Perché ogni cosa che fai o dici, io l'amo. Credo proprio di provare amore per te.
Non so come, non so perchè ma so che te ne voglio tantissimo."


***************************
Tre giorni dopo.

"Signor Fudou, il suo amico è sveglio e cosciente."
"Oh bene, posso vederlo?"
"Beh si, ma è ancora un po' debole quindi..."
"Mi faccia passare!" Le disse Akio, scostando malamente l'infermiera.
"E non è mio amico." Borbottò a denti stretti, tanto che l'infermiera non riuscì a capire.
Aprì la porta, in malomodo, senza neppure bussare.
Quando vide l'immagine che gli si parò davanti, fece uno sforzo immenso per non arrossire vistosamente.
Yuuto si stava cambiando la maglietta del pigiama.
Non aveva il fisico scolpito e chissà quale muscolo ma, il ventre piatto e liscio, le spalle larghe e il colore della pelle bastarono per far la loro figura.
"Ciao Akio."
"Ciao Akio?!? Ma è impazzito? é stato in come per tre settimane e se ne salta fuori con un semplice "Ciao Akio?""
"Ciao, Yuuto."
"Sai che eri davvero buffo?"
"Eh?"
"Ma come, tu non sapevi che ero in coma ma potevo sentire? Oh, a proposito, quei baci così casti non erano da te!" Disse scherzando maliziosamente.
"Perché... vuoi una dimostrazione più passionale?"
"Oh no, mi andavano bene i tuoi scleri sui miei difetti! Erano molto passionali quelli!"
"Va al diavolo, non sei cambiato per niente! Speravo che quel colpo alla testa ti migliorasse un po'!"
"Mi eri sembrato così preoccupato..." Disse sorridendo provocatorio.
"Chi?! Io preoccupato? Ma ti senti? Solo che dopo chi c'era a pagare l'affitto?"
"Vieni qua, stupido."
Si avvicinò lentamente, mentre si stava per sedere Yuuto lo afferrò per il colletto della camicia e si avvicinò al suo volto e...
Gli spiaccicò in faccia un orsacchiotto di peluche, Bobby.
Akio, riamase basito, non osò fiatare, ma il suo sguardo lanciava fiamme.
Yuuto proruppe in una in una sonora e grassa risata che riempì la stanza di allegria.
Akio sorrise, non c'era nulla di meglio di quella risata, neppure un bacio.
Proprio mentre stava per mettersi a ridere anche lui, la voce di Yuuto lo raggiunse.
"Sai una cosa?"
"Se non me la dici come faccio a saperla?"
"Sai, anche tu hai una marea di difetta ma, nonostante tutto... ti amo anche io."
Sì, c'erano davvero molte cose migliori di un bacio, constatò.
Eppure in quel momento, gli sembrò che il bacio passionale che gli stava dando fosse la cosa migliore del mondo.
 
 
 
Angolo autrice:
 
Ciao!
 è la mia prima one shot su inazuma eleven,  mi farebbe piacerebbe se qualcuno commentasse.
Accetto critiche costruttive e apprezzerei recensioni positive. 
Ringrazio tantissimo la mia beta, non chè cugina. E questa piccola storia la dedico a lei. 
Spero vi sia piaciuta, fatemi sapere.
 
 
un grande bacione,
 
Gea <3
  
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