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Autore: Dama degli Intrighi    13/09/2014    2 recensioni
“Vi ringrazio per essere entrati nel mio blog e perché mi state leggendo.
Ah, vi do anche il benvenuto e vi ringrazio ancora. Io sono -Invisible Girl-, non dico il mio nome perché forse sono troppo timida o sono semplicemente stufa della mia condizione; questo lo lascio decidere a voi. Non sto cercando di fare la solita persona interessata di gossip, sbandierando a tutti i segreti delle persone più in vista.
Ho iniziato a scrivere questo blog perché cerco un amico, un amico che mi possa aiutare…”
[...]
-Invisible Girl- “Sapete come possono essere duri i giovani di oggi con gli altri loro coetanei, con me è peggio! Sono presa di mira dal bullismo da sempre e ora sono stufa… Non voglio più ricevere scherzi telefonici da quelli del football, non voglio più essere presa di mira da quelle arpie delle cheerleader solo perché loro hanno una stupida divisa mini e io no… Non ne posso più, ma non so nemmeno come uscirne.
Se qualcuno non mi aiuta ho paura di finire come la maggior parte delle ragazze americane prese di mira dal bullismo. Chiunque stia leggendo, Help me”
---
Alcuni episodi sono tratti da fatti veri...
Genere: Sentimentale, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Blog of an InvisibleGirl'
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***

Devo ammetterlo, la caduta di quel lerciume dal soffitto del piccolo palco allestito in palestra è stato un grande colpo, congeniato da una mente che pensavo più limitata. Quando vidi quell’acqua sporca venire verso di me fu come morire. Mi vidi tutta la vita davanti, ero convinta di ritornare lo zimbello di tutti. Cosa avrei fatto poi? La scuola sarebbe finita, ma al college? C’era la speranza che lì le voci non arrivassero, ma se invece fossero giunte?
Abbassai il volto e chiusi gli occhi. Stavo aspettando che quella “roba” mi colpisse. Non sentii niente, forse la tensione mi stava giocando strani scherzi. Tutti iniziarono a ridere, stavo già morendo dentro e non avevo ancora aperto gli occhi, mi mancava il coraggio. Sentii una risata anche vicino a me, Josh rideva come un pazzo. Mi sentii mancare.
-Invisible Girl- “Ecco, lo sapevo. Ora sarò anche lo zimbello tra gli attori di Hollywood. La mia vita è un inferno e ora è anche maleodorante. Dovrò farmi non so quanti bagni prima di aver un odore accettabile. Ora iniziano anche i cori. ‘Regina del Lerciume, Regina del Lerciume…’. Addio a tutti.”
Aprii gli occhi sulla folla di ragazzi che mi stava davanti, ai piedi del piccolo palchetto. Le luci non erano puntate su di me, quindi potevo intravvedere le facce degli studenti che morivano dal ridere e scattavano foto con i cellulari. Ammetto che stavo per scoppiare in lacrime, ma poi successe un miracolo.
Abbassando lo sguardo sul mio vestito mi accorsi che era ancora tutto perfettamente azzurro e pulito. Non una goccia era caduta su di me. E allora cosa era successo? Mi voltai verso Josh a bocca aperta. Rideva anche lui e guardava oltre me. Volsi il mio sguardo verso quella direzione e rimasi a bocca aperta. Forse Jennifer aveva sbagliato i suoi calcoli. La sua mente era davvero limitata e fatta solo per smalti, cosmetici e vestiti.
Iniziai a ridere anche io, era più forte di me. Jennifer era completamente ricoperta di sporcizia, sembrava quasi che si stesse sciogliendo. Con il trucco sbavato e la bocca aperta in una smorfia di stupore e incredulità, si guardava il suo vestito firmato rovinato per sempre. Mi resi conto che era lei quella al centro del palco. Mentre parlava io e Josh avevamo indietreggiato e lei si era spostata avanzando e andando, senza accorgersene, a fermarsi proprio sotto il secchio.
Guardai in alto e vidi le due ragazze, che di solito seguono come cagnolini Jennifer, ridere anche loro sorreggendo la corda legata al secchio ormai vuoto. Di sicuro se ne erano accorte che era Jennifer quella sul mirino, ma non l’avevano avvertita con l’attenzione di darle una lezione come si deve. Josh si avvicino a me ridendo ancora e mi mise le sue mani sulle spalle. Io sorridevo divertita, finalmente Jennifer aveva ricevuto quello che si meritava.
La regina delle arpie ora si sentiva come io mi ero sempre sentita. Si guardò intorno e iniziò a piangere. Non so bene se fossero lacrime di rabbia o altro, forse una mezza via. Mi fece una pena infinita. Come ho sempre detto, ciò che ho patito io non lo avrei mai augurato a nessuno, nemmeno alla mia nemica. Smisi di ridere, aprii la mia borsetta che mi ero portata dietro e presi un fazzolettino. So che non era molto, ma mi avvicinai a Jennifer e glielo diedi. Lei mi guardò incredula.
-Come puoi aiutarmi dopo tutto quello che ti ho fatto e quello che volevo farti- sussurrò in modo che potessi sentirla solo io.
-Perché sono dell’idea che nessuno si merita questo- cercai di sorriderle e mettere da parte ogni mio sentimento ostile nei suoi confronti.
Jennifer aprì la bocca forse per riferirmi qualche parola di ringraziamento, ma un rumore di liquido che cade a terra ci distrasse. La folla si aprì e le luci si puntarono su Matt completamente lavato. Alcuni ragazzi, quelli con le magliette con scritto “vestito” e “smoking”, avevano preso l’enorme bacinella di punch corretto e lo avevano versato addosso a Matt. Non potei fare a meno di pensare che i professori avrebbero dovuto sgridare un po’ di persone per quella seria di bravate.
Mi voltai cercando il gruppo di adulti. Il corpo docenti si era girato di spalle e parlava animatamente. Di sicuro avevano capito che Jennifer e Matt avevano ricevuto ciò che avevano “seminato”, quindi la loro intenzione era di non intervenire per ora. Matt e Jennifer scomparvero in direzione degli spogliatoi e il dj fece ripartire la musica.
-Dai vieni a ballare- Josh mi prese la mano e mi portò giù dal palco.
Una parte di me voleva seguire Jennifer e aiutarla, ma vinse la metà che voleva passare del tempo con il suo idolo e cavaliere. Mentre ballavamo molte persone, tra cui la squadra di football, mi vennero a chiedere scusa per come si erano comportati durante questi anni. So che le scuse non risaneranno mai tutte le ferite della mia autostima, ma era un passo avanti.
Jennifer e Matt, cercando di non farsi vedere, lasciarono la festa. Mi godetti gli ultimi balli, poi Josh mi accompagnò alla mia macchina mano nella mano. Era arrivato il momento di tornare a casa, l’orario del mio coprifuoco era anche passato. Mi sorprese che i miei genitori non mi avessero intasato la segreteria di messaggi. Avrei voluto fermare il tempo e restare con Josh per sempre.
-Ti ringrazio per tutto- gli dissi sorridendo e appoggiandomi al cofano della mia auto.
-Grazie a te, era da molto tempo che non vivevo una normale serata- m rispose lui avvicinandosi a me.
-Direi che non è stata proprio “normale”- risi ricordando la doccia dei miei ex-nemici.
-Per rendere questa serata perfetta, direi che manca una cosa- sorrise accarezzandomi i fianchi con le sue mani.
Mi vennero i brividi, per tutta la colonna vertebrale. Sono al corrente che quella situazione si è ripetuta già due volte in questa serata, ma è come se fosse ancora la prima. Josh che si avvicina al mio volto, le nostre labbra che si sfiorano e poi… Un singolo, ma profondo, bacio. Una scarica elettrica mi si diffuse per tutto il corpo. Quasi come in un film io gli cinsi il collo con le mie braccia, continuando quel bacio così dolce e perfetto.
-Invisible Girl- “E fu così che diedi il mio primo bacio. E’ incredibile come le fan in tutto il mondo sognano di baciare i loro idoli e io addirittura do il mio PRIMO, anzi PRIMISSIMO, bacio a Josh Hutcherson, ancora non ci credo. Quello che venne dopo fu solo storia… No, scherzo. Dopo non ci fu niente, se non un “buonanotte” impacciato.”
 Guidai fino a casa lentamente. Mi sembrava di essere ubriaca di felicità e temevo di sbandare. A casa i miei genitori si erano addormentati sul divano aspettandomi. Mi sembravano dei bambini piccoli. Li coprii con una coperta, spensi la tv e le luci, lasciandoli lì. Una volta arrivata alla mia solita camera ero talmente stanca che non feci nemmeno in tempo a togliermi il vestito, e a mettermi il pigiama, che collassai sul piumone.
 
Quando riaprii gli occhi ero distesa sul mio letto, indossavo il vestito per il ballo, ma mi pareva di non essermi mai mossa di lì. Mi convinsi che avevo sognato, che in verità non avevo mai incontrato Josh e che non ero nemmeno mai uscita di casa. Così mi diressi in bagno per sciogliermi l’acconciatura. Mi sentivo un po’ triste, avevo fatto proprio un bel sogno, molto realistico. I dettagli poi. Josh con quel gilè azzurro come il mio vestito… La rosa da polso. Davvero molto bello.
Era ovvio che era stato un sogno, c’erano molti elementi impossibili come Josh, Jennifer e Matt bagnati fradici e… L’ho già detto Josh?
Nel mentre mi stavo togliendo le forcine dai capelli, mi accorsi che sul mio polso sinistro c’era un bracciale composto da un nastro azzurro, come il vestito che ancora indossavo, e una rosa rossa che luccicava. Come facevo ad avercelo in dosso? Mi resi conto che non era stato un sogno. Non mi ero immaginata tutto. Avevo ballato con Josh, Matt e Jennifer avevano ricevuto ciò che si erano meritati e… Oh, mio, dio! Ho baciato Josh Hutcherson.
Mi venne un capogiro dalla felicità. Era assolutamente fantastico. E pensare che mi sembrava proprio un sogno, talmente era stato surreale. Corsi al computer, senza nemmeno finire di struccarmi, e aprii il mio blog. La mia pagina era piena di commenti e foto. Qualcuna ritraeva me e Josh mentre ballavamo. Le fissai per un tempo incalcolabile e poi le salvai sul computer.
-Invisible Girl- “Buongiorno a tutti! Sono felice di poter affermare che contro ogni proposito sono ancora viva. No, non allarmatevi, non stavo pensando di morire per mano nemica, solo che quando mi sono svegliata e mi sono resa conto che, gli avvenimenti dell’altra sera, non li ho sognati, mi è quasi venuto un colpo.
Per il resto va tutto bene e voi? Post sbornia? Sono sicura che qualcuno di voi oggi si è svegliato con un bel mal di testa. Tuttavia sono sicura che grazie un paio di aspirine, tutti sarete pronti per la cerimonia del diploma che si terrà a mezzogiorno. A proposito che ore sono? Oh mamma! Devo prepararmi, ci vediamo sul capo da football fra trenta minuti!
Baci-Baci.”

Corsi a rendermi presentabile. Cercai la mia toga persa nell’armadio e la trovai in tempo per subirmi mia madre e mio padre con una macchina fotografica in mano. Erano arrivati alla conclusione che volevano un album fotografico pre diploma e uno da diplomata. Posai per loro fino a diventare quasi cieca per il flash e poi fui portata a scuola.
Josh mi scrisse mentre ero in macchina.
-RedBoy- “Vorrei essere lì mentre ricevi il diploma, ma oggi, purtroppo sono impegnato. Ci vediamo più tardi, principessa”
Non mi ero ancora abituata all’idea che Josh e -RedBoy-  fossero la stessa persona. Sorrisi per il contenuto del messaggio e risposi con una serie di paroline dolci del tipo “non vedo l’ora che sia più tardi”. Parlare con lui stava diventando imbarazzante, soprattutto davanti a tutti. Mi ripromisi di dargli il mio numero di telefono per poter parlare in privato.
Arrivata a scuola l’agitazione di tutti era frenetica. Ogni studente, con la toga bianca, parlava ad alta voce o con i propri genitori o con gli amici. Matt si aggirava tra i componenti delle squadre sportive senza che qualcuno lo notasse. Le due “amiche” di Jennifer la ignoravano, mentre lei, tutta truccata e cotonata, si era già seduta al suo posto aspettando che la cerimonia avesse inizio. La raggiunsi stringendo la mia toga per la tensione. Mi sedetti accanto a lei sorridendo comprensiva.
-Ciao-
Lei mi guardò cercando di sembrare impassibile. -Ciao-
Non sapendo cosa dire le allungai una mano, come simbolo di pace. Lei la guardò per due secondi e poi sorridendo, normalmente e non con il suo solito ghigno, me la strinse appena. Scoppiammo a ridere come due buone amiche, era semplicemente una cosa incredibile.
-Senti Jennifer- ripresi fiato dopo aver riso per qualche minuto.
-Ti prego, Jennifer è così datato come nome. Chiamami Jen- mi sorrise lei.
Ora senza quell’aura di superiorità intorno, sembrava più simpatica.
-Ok, Jen. Volevo chiederti perché mi hai sempre trattata male. Io non ti ho mai mancato di rispetto o altro-
-Lo so- abbassò lei lo sguardo. Ora sembrava pentita. -E’ che ero gelosa. Quando entrai in questa scuola volevo essere la popolare, quella invidiata. Nelle altre scuole non lo ero mai stata, anzi, ero quella presa in giro. Solo che la timidezza non mi ha aiutato mai. Poi sei comparsa tu, eri così solare e sicura di te che la gente ti salutava anche se non ti conosceva. Pensai, beh non so cosa mi passò nella mente quando per scherzare scrissi quel foglietto dove ti prendevo in giro.
-Non volevo farlo leggere a nessuno, credimi. Me lo presero di mano gli altri compagni di classe mentre eri alla lavagna, probabilmente pensavano che stessi scrivendo una specie di “diario segreto”. Lo lessero e da lì incominciò tutto. Riconosco che ho sbagliato a prenderci gusto, ma stavo diventando così famosa che non ho saputo fermarmi. Scusami- disse tutto d’un fiato mentre il preside cercava di far sedere tutti gli studenti per iniziare con la cerimonia.
Qualche altra ragazza, dopo anni di agonia come me, le avrebbe risposto che non l’avrebbe mai potuta perdonarla. Io invece le presi una mano e sorridendo le dissi due semplici parole: -Ti perdono-.

SALVE A TUTTI! Spero che fino ad ora la mia storia vi sia piaciuta. Mi dispiace dirlo, ma ormai manca solo un capitolo prima della fine, forse due. Lo so che non ho scritto in maniera perfetta sia lessicale che grammaticale, ma la storia in se non voleva un vocabolario perfetto. Si tratta di una ragazza americana e non usano tante parole loro. Per il resto spero che le descrizioni dei suoi stati d'animo abbiano reso ciò che provava. Posso affermare che durante questa ff la protagonista è cresciuta, quindi non è una protagonista statica. Vi prego, lasciate anche una piccola recensione (prima dell'ultimo capitolo) per dirmi cosa ne pensate. Anche se è un commento negativo non importa, vorrei davvero saperlo dato che questa storia è anche un po' personale.
Baci, Dray xx
 
  
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