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Autore: Clifford_    13/09/2014    1 recensioni
Ma infondo sono sicura che se potessi ricominciare,se potessi tornare al punto di partenza,mi innamorerei di quel Calum Hood un'altra volta.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Odiavo il Texas,ma non vuol dire che sarei venuta qui in Australia. Trasferirsi a Sydney è stata una delle favolose idee di mio padre,convinto al cento per cento che qui posso creare il mio futuro e che qui troveremo dei dottori capaci di curare il cancro di mia madre. Sono abbastanza preparata alla sua morte,dopo un dannato anno a fare avanti e indietro tra casa e ospedale. Perché non potevo rimanere con Malcom? Lui si che mi capiva. Mi mancherà passare le giornate a giocare ai video giochi e a guardare Star Wars,ma lo facevo per mia madre. Ovviamente essendomi trasferita dovevo cambiare liceo,fortunatamente sarei andata direttamente al terzo anno grazie al carattere insistente di mio padre. Ma diciamocelo,chi avrebbe accettato in un liceo come quello una ragazza con i capelli rossi,che indossa sempre magliette larghe,che ascolta i Nirvana e che nell’armadio non ha neanche una gonna? Non mi avrebbe accettato nessuno,ma infondo poco importa. “Liz,mi aiuti a portare su questa roba?” Mi chiese mio padre che stava cercando di sollevare uno scatolone. Annuii afferrando la scatola per portarla in casa. La casa ha le pareti bianche in salotto e in cucina,la mia camera è abbastanza grande,ma non penso che importi il colore delle pareti dato che le ricoprirò di poster in ogni caso. Non è affatto piccola,ma è sicuramente più piccola dell’altra che avevamo in Texas. Tornai fuori e presi i due scatoloni con le mie cose dentro per portarli in camera. Come prima cosa tirai fuori una cornice con la foto con Malcom e Jess,i miei due migliori amici e la appoggiai sul comodino. “Liz..” Mi voltai e vidi mio padre appoggiato allo stipite della porta che mi fissava con un velo di tristezza negli occhi. “Mh?” “Mi dispiace –disse avvicinandosi a me- sai..per i tuoi amici,” Avvolse con le sue braccia lasciandomi un dolce bacio sulla fronte. “E’ okay,non preoccuparti.” lo tranquillizzai mentre s una lacima mi stava scendendo lungo le guancia destra. “Lo facciamo per la mamma.” aggiunsi per poi concedermi un sospiro. Osservai mio padre allontanarsi dalla stanza che si asciugava gli occhi dalle poche lacrime che gli scendevano. Non volevo sembrare egoista,ma tenevo moltissimo a loro ed è stato davvero difficile dirgli addio. Mi ripresi e cominciai ad arredare la camera. Finii di spostare i mobili in modo decente e di riempire la stanza delle mie cose verso le sette,così accesi il pc nell’attesa della cena. Cercai delle informazioni sul liceo a cui sarei dovuta andare,la Mudbury High School. Guardai le aule,la mensa,la palestra,i bagni. Decisi di stampare la ‘mappa’ per evitare eventuali figuracce che avrei fatto perdendomi. Non ero preparata ad andare a scuola,in una scuola completamente nuova per me. Ma non era l’edificio che mi preoccupava,ma le persone che ci studiavano. Loro si che erano un bel problema per una ragazza nuova come me. “LIIZ,A TAVOLA!” il cancro non aveva frenato le urla di mia madre,a quanto pare. Mi recai nella sala da pranzoe mi sedetti a tavola. “Tieni cara.” disse mia madre porgendomi il piatto pieno di cibo. Sussurrai un ‘grazie’ e fui ricambiata da un sorrisone,uno dei soliti sorrisi di mia madre da quando ha il cancro. Come per dire ‘io sto bene’,quando invece i suoi polmoni non stavano affatto bene. Dev’essere imbarazzante per loro sforzarsi così tanto per fare il loro lavoro,quello che facevano quasi a meraviglia un anno fa. La cena fu silenziosa,nessuno aprì bocca apparte per mangiare. “Allora Liz,ti piace la casa?” mi chiese mia madre,ancora più sorridente di prima. “E’ forte.” dissi appogiando i piatti nel lavandino. “Tappezzerai la camera dei tuoi poster,come nella vecchia casa?” Mi chiese versando gli avanzi di pasta in un piatto per poi metterlo in frigo. “Uhm,penso di si.” Sorrisi e tornai in camera per prendere il pigiama e le pantofole a forma di orso che mi aveva regalato Malcom per natale. Afferrai il telefono che avevo abbandonato sulla tavola e composi il numero di Jess. “Ehi ragazza austaliana!” esclamò ridacchiando. “Ehi. Tutto bene?” chiesi appogiando il pigiama sul mobile in bagno. “Questo dovrei chiedertelo io.” “Mh,sì.” “Davvero? E la casa? E’ stra figa come quella che hai qui?” chiese. “Che avevo.” le ricordai. “Abbastanza..” “Eddai,ti farai degli amici! Ti prometto che ti verrò a trovare.” disse dolcemente. Sorrisi,anche se non poteva vedermi. “Lo spero. Ti saluto Jess.” “Ti saluto Liz,ti voglio bene.” “Anche io te ne voglio.” attaccai al telefono continuando a fissare il nome ‘Jess’ sullo schermo. Già mi mancava. Mi mancava quel suo orecchino a cerchio che sentivo sulla guancia ogni volta che mi abbracciava. Comunque,mi misi il pigiama,mi lavai i denti e tornai in camera mia. Piegai i vestiti per posizionarli nell’armadio e mi girai verso lo specchio che avevo messo ad un paio metri dai piedi del letto. Raccolsi i pochi capelli rossi che mi cadevano qualche centrimetro più giù delle spalle in una coda e cominciai a disfare il letto per infilarmi sotto le coperte. L’unica cosa che non mi dispiaceva affatto dell’Australia era il sole che c’era in qualsiasi stagione,al contrario del Texas. Ero una ragazza più da pioggia che da sole,ma dovevo solo abituarmici. Accesi nuovamente il computer e cominciai a vedermi un film strappalacrime in streaming fino a che il sonno non si fece sentire. Infondo non era stato così male traferirsi,la cosa peggiore è dire addio alle persone,specialmente a quelle a cui sei affezionato nel modo a cui io sono affezionata a Jess e Malcom. E poi dire addio alla tua casa,a quella cameretta il cui sono diventata teenager,quel letto che io e Jess quando avevamo dodici anni stavamo per distruggere a forza di saltarci sopra,a tutte quelle foto appese ai muri,quella tv e quel telecomando che cambiava canale a malapena e tutti i ricordi che possono contenere un paio di mura. Non potevo cambiare il mio presente ormai, mia madre ne aveva bisogno e,secondo me, anche mio padre infondo non vedeva l’ora di andarsene da quella casa,da quella vita. Sprofondai la testa nel cuscino e mi lasciai trasportare dai miei pensieri fino a cadere in un sonno profondo. HEEY. Spero che per ora la storia vi piaccia,grazie per la visita. c: premetto che da lunedì agguìiornerò meno spesso perché inizia la scuola,piango. Comunque se volete seguitemi su twitter,il mio nick è @calumssmilex,per qualsiasi cosa potete contattarmi lì. xx
   
 
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