[04.Promessa]
La notte era il momento peggiore.
Il buio era soffocante.
Claustrofobico.
Le immagini si facevano indistinte e si affacciavano alle aperture della
caverna, osservandoli.
Vedeva i loro occhi e sapeva che loro vedevano lui.
Lo spiavano, in attesa che tutti dormissero.
Per questo lui dormiva così poco. Non voleva essere preso.
O non sarebbe più tornato indietro.
"Pai."
Pai aprì un occhio. Erano grigi, come il piombo.
Erano occhi troppo pesanti per appartenere ad un bambino. Anche se aveva nove
anni. Anche se ormai era grande.
"Kisshu, dormi." aveva ordinato piano, senza gentilezza, senza neppure rabbia.
Non aveva espressione la voce di Pai.
Era un suono piatto, un fischio muto.
Kisshu raccolse le gambette al petto, avvolgendosi maggiormente in un mantello
smunto che odorava di muffa.
"Prima devi promettermi una cosa."
"Cosa?"
"Se cresco non voglio diventare come loro."
"Loro chi?"
Loro erano i Fantasmi. Non esistevano, perché la gente non voleva
crederci, ma la notte si aggiravano silenziosi intorno a loro e nelle ombre
trascinavano i più deboli, per poi cibarsi delle loro carni.
La fame era così forte.
Irresistibile.
"Promettilo." da sotto il mantello la piccola mano si mosse per estrarre una
delle rocce appuntite e levigate dal tempo "Promettimi che tu cercherai di
impedirlo."
"E se non dovessi farcela?"
"Mi ucciderai."
Pai attese.
Pensava.
Gli sfilò la roccia appuntita dalle mani, tenendogli un polso e scavò una ferita
prima al suo palmo poi al proprio, gocciolando sangue. Unendoli.
"Te lo prometto."
.PROMESSA END.
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