Serie TV > Sherlock (BBC)
Ricorda la storia  |      
Autore: DanzaNelFuoco    13/09/2014    3 recensioni
John non ci é ancora arrivato, ma John é un po' ottuso.
Perché casa é dove si trova il cuore.
Ambientata da qualche parte prima del finale della 2x03.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Home is where the heart is.

 Banner gentilmente offerto da DonnieTZ, come premio per il contest "I am Johnlocked" indetto sul forum di efp.


John ha smesso di tentare di spiegare di non essere gay a chiunque li veda insieme. É un’operazione decisamente faticosa, lunga e inutile. Alla fine, e non bisogna certo essere Sherlock Holmes per capirlo, lo compatiscono tutti come quello che si vergogna di accettarsi per quello che é.
John ha smesso di tentare di spiegare di non essere gay, ha deciso che le sue azioni parleranno per lui, ma non si accorge che decisamente non smentiscono la convinzione degli altri.
John esce con Sarah, con Angela, con Janette, con Christina, con Kate, pensa esco con una ragazza, non sono gay, ma poi lascia perdere qualsiasi cosa stia facendo e attraversa la città per prestare a Sherlock il cellulare. O per portargli un portatile dall'altra parte dell'Inghilterra. O per passargli una penna.
John sbuffa sconsolato tutte le volte che una ragazza lo lascia, tutte le volte che una ragazza lo lascia a causa di Sherlock, cioè sempre, ma ormai ci ha fatto l'abitudine, e non é normale che ci abbia fatto l'abitudine, dovrebbe aver già cercato la soluzione al problema, ma é più divertente - é più importante - risolvere casi improbabili e questo le persone lo notano.
Lo sanno tutti - lo sapevano tutti e lo hanno sempre saputo fin dal primo momento -, l'unico che non se ne é accorto é John, probabilmente perché non si vede da fuori.
Lo sanno tutti che John c'é sempre per Sherlock e, cosa che stupisce oltre ogni limite, che Sherlock c'é sempre per John.
Lo sa benissimo Lestrade chi é stato a sparare al tassista, proprio mentre casualmente il giovane Holmes stava per morire, ma quello che più lo meraviglia – più di un ex-soldato che uccide per salvare un uomo appena conosciuto – é Sherlock che interrompe la sua incredibile deduzione non appena si rende conto di chi stia accusando.
Lo sapeva benissimo Sarah che il tuo coinquilino ad un appuntamento non é normale, men che meno ritrovarsi legati ad una sedia con una pistola alla tempia e decidere che quello é comunque lo stile di vita che vuoi.
Lo sa benissimo Mycroft che si é sentito chiamare da Sherlock – Sherlock lo aveva chiamato! - per farsi dire dove fosse Watson, per sapere che stava dormendo sul divano di Sarah. Sul divano, non nel letto.
Diamine, lo sapeva anche Miss Adler.
Poi John che non nota mai nulla, vede Molly.
Molly che esce con un ragazzo e non lo presenta a Sherlock per farlo ingelosire.
"Tutto bene, Molly?"
Molly che annuisce in silenzio e guarda dritto davanti a sé.
"Ci ho messo un po', ma ci sono arrivata, sai? Che tu e Sherlock... beh sì, non c'é bisogno che te lo dica io." arrossisce un po', ma si controlla.
"No, Molly, noi non..." si interrompe chiedendosi se sia veramente il caso ora che sembra essersi lasciata alle spalle l'impossibile cotta per Sherlock.
"Oh, ma per favore!" Molly ridacchia tristemente. "Non ce n'é bisogno. É così evidente, solo che io non me ne ero ancora accorta." si sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio. "Forse l'unico che non se n'é ancora accorto sei tu."
E va bene che John sia un po' ottuso, ma che glielo faccia notare Molly non é normale, non Molly, che da sempre é innamorata di Sherlock e che non vedrebbe l'ovvietà nemmeno se gliela mettessero sotto il naso – Molly che ha dovuto chiedere come ha fatto a riconoscerla... non dalla faccia? e Mycroft non ha avuto il cuore di risponderle, anche se forse avrebbe dovuto visto che Sherlock e Irene Adler non hanno...
Come mai non hanno...?
Quando John lo capisce, Sherlock lo sa già.
Se fosse stato lui al suo posto l'avrebbe fatto, ed é a quel punto che John si rende conto che sì, Sherlock lo sapeva, non poteva essere altrimenti.
Lo sanno tutti.
Forse l'unico che non se n'é ancora accorto sei tu.
Cammina veloce verso l'appartamento, infila Baker Street e non ha bisogno di controllare i portoni per arrivare al 221B.
Sale le scale in fretta, ignorando Mrs. Hudson che, nonostante ribadisca di non essere la governante, gli chiede se voglia un tè.
Anche Mrs. Hudson ci è arrivata prima di lui. Accantona il pensiero.
Prima della vista c'è l'udito, corde di violino pizzicate svogliatamente, poi la figura di Sherlock, mollemente seduto sul divano, lo strumento in grembo.
"Sherlock, noi stiamo insieme?" lo chiede senza mezze misure, come se stesse chiedendo delucidazioni su un caso,
"É ovvio." si limita a liquidarlo Sherlock, senza nemmeno alzare gli occhi dall'interessantissima corda di budello e rayon, e John non riesce a fare altro che stupirsene.
"Ovvio?"
"Non ti ho forse detto che sono sposato con il mio lavoro? Tu non sei forse parte del mio lavoro? Era una logica conseguenza anche per un cervello comune come il tuo."
John non sa davvero se prenderlo a pugni, indugia per un istante nell'idea, ma l'accantona e si limita a sedersi accanto a lui.
Non sa esattamente cosa dire, perciò si limita al silenzio.
"Non ti sei tolto il cappotto, sei indeciso se andartene." si limita a fargli notare Sherlock.
John storce le labbra pensieroso.
Sarà che non gli é nemmeno passata per l'anticamera del cervello l'idea di andarsene.
Ma se rimane lì sarà sempre la stessa routine, l'ennesima ragazza che lo lascia, l'ennesimo caso in cui rischiare la vita, tutto che gira attorno a Sherlock, sarà sempre così se non se ne andrà.
Si toglie il cappotto con un gesto fluido e Sherlock accenna un sorriso nascosto dalla posizione del viso.
"Non aspettarti che venga a letto con te."
"Esattamente cosa altro dovrei aspettarmi, allora?"
John é sicuro che se la persona davanti a lui non fosse Sherlock quella sarebbe stata decisamente una provocazione, perché il letto non include un sacco di altri superfici dove fare le stesse cose, ma Sherlock non ha quel senso dell'umorismo. O sì?
Io non insinuo niente, sono sicuro che Sally sia passata per due chiacchiere ed é capitato che si sia fermata. E presumo che ti abbia lucidato il pavimento, dallo stato delle sue ginocchia.
Ora che ci ripensa, sì, forse ce l'ha. E non é un sorrisino quello che vede sulle labbra di Sherlock?
Non é del tutto sicuro che la cosa gli piaccia.
Non é del tutto sicuro che gli piaccia che il suo inquietante e super-geniale coinquilino cominci a far quel genere di battutine.
Suppone di dovercisi abituare, ma non lo dice. "Non c'é la minima possibilità che tu vada a comprare il latte, vero?"
"No." ribatte Sherlock senza sollevare lo sguardo, mentre una stridula nota riempie il silenzio nella stanza. "Però cerca di non litigare di nuovo con la cassa automatica."
John ridacchia e Sherlock gli passa un braccio attorno alle spalle, appoggiando il violino al lato del divano, ridendo con lui.
Watson abbandona la testa sul suo braccio, continuando a ridere.
Non se ne andrà, perché quella é casa sua. Casa é dove c'é Sherlock.
E tutto si riduce ad un braccio sulla spalla.
 
N.d.A. 
Quando ho cominciato a guardare questa serie (quattro giorni fa) mi sono chiesta come cavolo avevo fatto a perdermela e a non averla guardata prima! 
Quest'idea, che tutti se ne fossero accorti tranne John mi ha cominciato a frullare in testa e non ho potuto non scriverci qualcosa. Non so esattamente cosa sia venuto fuori o se abbia un senso, ma tant'è.  E mi piace! (cosa che di solito accade raramente quando mi decido a pubblicare). 
A presto, DNF 

 
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: DanzaNelFuoco