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Autore: AmmHazzaHarry    14/09/2014    1 recensioni
"Amare significa comprendere, comprendilo piccola Evelyn."
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il cielo era grigio e le nuvole praticamente sparse ovunque nel cielo. Era una di quelle giornate vuote e senza significato. Si respirava l'aria autunnale arrivata da davvero poco tempo, era una tipica giornata di ottobre, tetra e fredda.
Evelyn era comodamente stesa sul letto intenta a memorizzare un capitolo di storia che proprio non riusciva a ricordare. Era strano, la storia non le aveva mai dato problemi, a differenza della fisica. Infatti, di solito era proprio a causa di quest'ultima che la ragazza si esauriva. Non la entusiasmava per niente. Aveva un'angoscia dentro che davvero non riusciva a spiegarsi. Era un qualcosa che le capitava solo quando doveva succedere qualcosa di brutto, era una specie di dono, che lei davvero odiava. Sentiva come se qualcuno dall'alto l'avvertisse, come se chiedesse di aiutare a non far succedere quella determinata cosa ma, allo stesso tempo, era impossibile. Una semplice sensazione, non aveva idea chi avrebbe colpito quella volta. Ed aveva paura. Forse era proprio quello il motivo per cui quel dannatissimo capitolo di storia non le entrava in testa. Aveva il cellulare spento, aveva bisogno di concentrarsi solo ed unicamente sulla materia, se avesse voluto ottenere un bel voto. All'improvviso sentì sua madre che, dalla cucina, la chiamava. Appena arrivò nella camera, la vide seduta davanti alla televisione con gli occhi spalancati e completamente bianca in viso, quasi avesse visto un fantasma. A quel punto la ragazza, preoccupata per la madre, le si avvicinò.
"Mamma cosa succede?" chiese con voce quasi strozzata, come se stesse per piangere.
"Guarda il televisore." rispose la madre davvero sconvolta, prendendo in mano il telecomando - posizionato sul tavolo di fronte a lei e alzando il volume alla televisione.
La ragazza si voltò e ciò che sentì la fece crollare.
'Il famosissimo cantante degli 'One Direction', Harry Styles, ha avuto un orribile incidente, è morto sul colpo, per ora non abbiamo altre notizie-' la ragazza spense la televisione e si accasciò per terra, dinnanzi all'oggetto, con le mani davanti la bocca e la vista appannata a causa degli occhi completamente lucidi. Era lì, immobile.
"Mi dispiace così tanto" provò a dire la madre con voce flebile, quasi avesse paura di toccarla. La ragazza, si alzò dal pavimento e, senza considerare minimamente sua madre corse in camera sua. Iniziò ad urlare e a strappare tutti i poster che aveva, appesi al muro. Piangeva e distruggeva, era disperata. La madre non sapeva come comportarsi, aveva provato a calmarla ma la ragazza sembrava diventasse aggressiva ogni minuto di più. 
"Non lasciarmi andare, perché sono stanco di sentirmi solo" cantilenava la ragazza mentre si disperava in un angolo della sua stanza. Era per terra con le ginocchia piegate verso il petto e le mani che le circondavano. Era distrutta.
"Perché mi hai abbandonata? Perché?" Continuava ad urlare e a cacciare lacrime nel disperato tentativo di sentirsi meglio. Ma non succedeva. Sentiva solamente un vuoto incolmabile, un vuoto che non la lasciava in pace. Continuava a piangere senza sosta, spaventando tutta la sua famiglia, ma non le importava. Loro non sapevano. Loro non sapevano cosa significasse per lei quel ragazzo, non avevano la minima idea di cosa rappresentasse. C'era un legame fra i due che nessuno avrebbe mai capito, ed ora lui era andato via, l'aveva abbandonata. Non aveva voluto cenare, non aveva voglia di fare nulla, solo svegliarsi il giorno dopo e capire che era tutto un sogno, un orribile incubo, ma non era così. Dormì a stento due ore. Il mattino dopo, si svegliò per andare a scuola. Era vuota. Non dava ascolto a nessuno, non provava emozioni. Le mancava Harry, le mancava tanto che avrebbe voluto raggiungerlo, solo per sentirlo vicino. 
"Vuoi mangiare qualcosa? È da ieri che non mangi." Aveva provato più volte la madre a dire, ma lei sembrava in stato vegetativo.
"Non ho fame." Rispondeva così, era sgarbata e inespressiva. Spenta.
La madre era davvero preoccupata, così come il padre. 'sarebbe mai stata meglio?' Si ripetevano fra loro e davvero non sapevano la risposta. La loro figlia sembrava in coma, parlava e agiva raramente. 
Erano ormai passate due settimane e la situazione non migliorava. Erano tutti troppo preoccupati, dai parenti agli amici. Non dialogava, si rinchiudeva in stanza e piangeva ascoltando il ragazzo che le aveva procurato tanto dolore. Non studiava, mangiava di rado e non la smetteva di disperarsi e fare incubi, la situazione era davvero insostenibile. I genitori le avevano proposto uno psicoterapeuta ma lei semplicemente urlava; "uno strizza cervelli non lo farà tornare in vita!" 
Si sedeva su una vecchia panchina del giardino della scuola e guardava il vuoto, con occhi spenti, come se qualcuno avesse rubato loro la lucentezza. 
"Potresti farmi spazio?" Si era avvicinato un giorno un ragazzo, ma lei semplicemente non gli rispose, non era lui, nessuno era lui. "Hey! Io sto parlando con te!" Continuò il ragazzo leggermente irritato, ma continuando a sorridere. La ragazza si spostò di qualche centimetro, continuando a guardare qualcosa di inesistente. Lo sentiva ovunque. Iniziò a piangere, mettendo le mani sulla faccia per coprirsi, era completamente spoglia senza di lui. Il ragazzo di fianco a lei non poté fare a meno di notarlo. 
"Non piangere! Non volevo farti piangere, scusa!" Disse mortificato, la ragazza sembrava continuasse a guardare il vuoto, avendo smesso di piangere, con ancora le lacrime che le rigavano la faccia. "Non è colpa tua, non preoccuparti." Gli rispose la ragazza, accennando un leggerissimo sorriso, era da tanto che non accadeva. Quel ragazzo emanava una strana energia. "Allora perché piangi? È brutto vedere le persone piangere" il ragazzo era così gentile che quasi Evelyn si preoccupò la stesse prendendo in giro. "È anche brutto non vederle - le persone intendo." Semplicemente rispose, facendo apparire nella sua mente così tante immagini del ragazzo che l'aveva abbandonata, era davvero ridotta uno straccio. 
"Perché piangevi?" Chiese il ragazzo sorridendo, era strano come quel ragazzo la facesse sentire così a casa, eppure non lo conosceva, non sapeva neanche il suo nome. "Mi prenderesti per stupida, come credo facciano la maggior parte delle persone" rispose sospirando e guardando il cielo, era così disperata da non vedere altro che la sua tristezza. 
"Non crederei comunque che tu sia stupida, da come parli, sembri diversa" quelle parole erano così simili a quelle che sempre diceva lui nelle interviste, era tutto così fottutamente somigliante a lui continuava a ripetersi la ragazza. "Qualcuno mi ha portato via la persona più importante della mia vita" disse respirando profondamente "lui era così importante per me, tu non immagini quanto" continuò guardando il ragazzo alla sua destra, era così strano il fatto che stesse parlando con qualcuno e che lui la stesse ascoltando. "E sai qual è la cosa più ironica? Io neanche lo conoscevo!" Concluse scoppiando a piangere, e vergognandosi di essere così debole. Una mano calda si posò sulla sua spalla, il ragazzo le sorrideva e lei era così invidiosa di quel sorriso, avrebbe voluto ritrovarlo anche lei. Non ricordava più cosa significasse la felicità, era in un tunnel completamente buio e non riusciva a trovare l'uscita, sembrava quasi impossibile.
"È una cosa così bella - non la morte, sia chiaro. È così bello il rapporto che hai con questa persona," fu interrotto dalla ragazza "Avevo, semmai, lui mi ha abbandonata." disse continuando a piangere. 
"No, hai. Quel legame non credo si spezzerà mai, guardati, guarda come piangi per lui, lui lo sa, e non credo vorrebbe mai che tu stessi così, mi hai detto che era importante per te, e lo è ancora ora, il vostro rapporto rimarrà sempre lo stesso, ne sono sicuro!" Espose la sua teoria con un grande sorriso, fiero di ciò che aveva detto. Evelyn si sentiva capita, non l'aveva derisa, non l'aveva lasciata lì, l'aveva confortata, e lei aveva bisogno di conforto in quel momento.
"Grazie" disse la ragazza accennando un piccolo sorriso, sincero. Il ragazzo le sorrise ancora di più facendo intravedere due fossette spuntargli ai lati della bocca, la ragazza rimase così sconvolta nel vederle, le ricordavano quelle di Harry, Harry era lì, Harry la stava guardando, Harry la proteggeva, era così felice.
"Comunque io sono Lucas!" 
"Evelyn." disse sorridendo un po' in più.
"Stai sorridendo! Finalmente!" Disse il ragazzo indicando la sua bocca, era davvero dolce, la ragazza in risposta sghignazzò leggermente, era un suono quasi impercettibile.
"Grazie, davvero" Evelyn si era ripresa per qualche minuto, e doveva tutto a quel semplice ragazzo.
"Non devi ringraziarmi! Non devi neanche piangere però." Continuò a sorridere Lucas, era felice di averla aiutata.
"Ci proverò" disse la ragazza sempre con quel mezzo sorriso. "Credo tu sia l'unico con cui parlo da un mese a questa parte." 
"Allora ne sono onorato!" Rise leggermente il ragazzo. Aveva due occhi color nocciola che colpivano, potevano sembrare scontati ma non lo erano, assolutamente, i capelli neri, corti ma non troppo, gli contornavano la faccia insieme ad un accenno di barba. Non era di certo brutto ma ad Evelyn non importava, lui non era Harry. Harry non c'era più, Harry era andato via.
~
"Ciao Eve!" Lucas chiamò la ragazza il giorno dopo, vedendola sola, nel parco della scuola,  distesa sull'erba. Sapeva che lo stava pensando, lo notava da come le brillavano gli occhi, da come erano lucidi, da come guardava il cielo in attesa di un suo segnale. Era così brutto vederla così, sarebbe stato brutto vedere chiunque così. Il ragazzo voleva confortarla e starle vicino in tutti i modi possibili, nutriva uno strano senso di protezione nei suoi confronti.
"Lucas." aveva semplicemente risposto lei, senza neanche guardarlo in faccia. Non ci riusciva, vedeva Harry in ogni persona. Il giorno prima era riuscito a strapparle un sorriso ma quella mattina la mora si era svegliata ancora più devastata. Altri incubi durante la notte, altro senso di vuoto. Lo voleva affianco a lei, proprio in quel momento.
"Ho bisogno di lui!" sussurrò prima di piangere. Iniziò a singhiozzare, non avendo più altro modo per sfogarsi. Il ragazzo, preso alla sprovvista, l'abbracciò. Era un abbraccio per dimostrarle che non era sola e che poteva farcela. E in quel momento un barlume di speranza si accese in lei. Sorrise.
"Grazie."
"Un giorno dovrai smetterla di ringraziarmi." e a quel punto dalla bocca della ragazza uscì un suono decisamente simile ad una risata, per niente rumoroso. Ed era tanto che quel suono non usciva. 
"Forse un giorno la smetterò?" disse la ragazza accennando un sorriso, si sentiva un po' più viva.
"Vuoi sfogarti?"
"Oh no, stai facendo già tanto per me"
"Non è un disturbo" controbatté il moro, sorridendo ampiamente. Era felice di aiutarla, era in generale felice di aiutare le persone.
"Io vedi, io solo, solo" iniziò prendendo respiri profondi "solo avrei voluto conoscerlo, sai, sapere cosa preferiva al mattino, o quali libri gli piacevano, capire da una semplice parola o da un semplice gesto il suo umore, avrei voluto abbracciarlo ogni volta si fosse sentito solo o triste, avrei voluto non morisse, non così, non ora" Iniziarono a cadere le lacrime, lei lo amava così tanto. "Lui mi ha aiutata così tante volte che ho perso il segno ormai da tempo, ed ora che non c'è lui ad aiutarmi, chi ci sarà? Chi ci sarà a farmi andare avanti anche quando non ce la farò?" Continuò piangendo sempre di più, il ragazzo la guardava ascoltando le sue parole, non voleva vederla così triste, non lo sopportava. "Odio il fatto che qualcuno lo abbia fatto andare via così presto, aveva tutta una vita davanti! Questo non è giusto!" Quasi urlò la ragazza. "Lui era sempre così buono con le persone, era la persona più dolce che avessi mai visto, trattava tutti come se fossero suoi fratelli, teneva alle sue fan proprio come noi tenevamo a lui, dovevi vederlo quando sorrideva, io sorridevo con lui perché lui era la mia roccia, la mia forza." Concluse piangendo sempre di più. Le mancava troppo, le mancava tutto di lui, pur non avendolo mai avuto.
"Ehi calma" cercò di placare quel pianto senza fine. "Lui ti ama, e lo farà per sempre" disse il ragazzo per poi abbracciarla - per la seconda volta in quella giornata. Lei si sentiva protetta, aveva una così bella sensazione di casa. Lui si sentiva felice, felice di essere riuscito a farla sorridere.
~
"Come va, oggi?" Chiese Lucas dopo essersi educatamente seduto di fianco alla ragazza - appoggiata sulla panchina dove si erano conosciuti qualche mese prima. Da quel momento, si incontravano ogni giorno lì, era una specie di loro nascondiglio. Evelyn aveva scoperto che anche il ragazzo - che poco a poco stava diventando il suo migliore amico - era un fan di Harry. Harry, quanto le mancava. Aveva smesso di piangere da poco più di una settimana, aveva esaurito tutte le lacrime. Le era rimasta solamente una tristezza immensa, che davvero non riusciva a colmare, e che solo in compagnia di Lucas un po' si riempiva.
"Oggi un po' meglio, grazie" rispose la ragazza guardandolo negli occhi, si sentiva spoglia davanti quegli occhi, l'esaminavano come per vedere se dicesse la verità, o se era tutto solo una bugia, come era accaduto più volte. "E tu? Come stai? Col fatto di tuo zio, intendo."
"Oh, diciamo che non sta bene e che non credo lo avrò ancora per molto, ma cerco di vivere questi ultimi giorni con lui, per avere qualche ricordo in più." disse il ragazzo guardando in un punto fisso, senza motivo. Era davvero triste per suo zio, ma così era il ciclo della vita, e lui lo sapeva benissimo.
"Sei così forte." Sussurrò la mora, guardando per terra.
"Hey, ascolta" disse il ragazzo portando il viso della ragazza rivolto verso di lui. "Tu sei forte, esattamente come me, devi solo travare questa forza, nascosta da qualche parte dentro di te!" Le disse il ragazzo, pensando sul serio quelle cose.
La ragazza, d'altra parte, iniziò a pensare ad Harry. A quanto le mancassero quelle fossette, a quanto le mancassero i suoi tweet stupidi e senza senso, a quanto le mancasse lui, come persona.
"Io lo amo così tanto!" singhiozzò leggermente, non voleva più piangere per lui, sapeva che non avrebbe voluto questo, sapeva volesse il meglio per le persone che lo avevano sempre sostenuto.
"Lo so Eve, lo so." Sussurrò il ragazzo prima di portare la testa della ragazza al suo petto e il suo mento sul capo di Evelyn, era così preziosa per lui.
La ragazza si sentì completa in quel momento, le sembrava tutto surreale, non si sentiva così da tempo. "Ma come faccio a non ringraziarti? Ci sei sempre per me, io ti voglio bene, te ne voglio davvero tanto!" Esclamò la ragazza alzando la testa per guardarlo negli occhi, quegli occhi che la scrutavano e poi le sorridevano come solo loro sapevano fare. Si sentiva così fortunata ad averlo avuto accanto proprio quando ne aveva bisogno.
"Te ne voglio anche io mia piccola Eve!" Disse lui sorridendole e stringendola ancora di più a sé, dandole leggeri baci sul capo, lei adorava quando si comportava in questo modo, si sentiva voluta bene davvero, non si sentiva più sola. "Veve, oggi vieni a casa mia? Così studiamo anche insieme." Era da un po' che la chiamava così e le piaceva, le piaceva come quel suono uscisse dalla sua bocca.
"Certo Luke, basta che il tuo cane la smetta di abbaiarmi contro, mi inquieta!" Disse ridendo, facendo così ridere anche il ragazzo.
"Mi piace quando mi chiami Luke!" Le sorrise.
~
"Quindi, in pratica, mi stai dicendo che Pretty Little Liars è meglio di Teen Wolf? Impossibile!" Esclamò il ragazzo ridendo. Lui era un grande fan dell'ultimo telefilm citato, aveva poster del cast tappezzati ovunque, un po' come la ragazza per i One Direction. Ogni cosa le faceva pensare a lui e, per un momento si intristì ma durò per poco, non voleva più piangere.
"Oh avanti, Dylan O'Brien è un cazzo di figo, però mi dispiace, Ian Harding lo supera e quindi, Pretty Little Liars è meglio di Teen Wolf!" Evelyn espose così la sua teoria. Era davvero divertita da quella situazione, stavano davvero discutendo su quale telefilm fosse migliore. Il braccio del ragazzo andò a finire sulle spalle della mora la quale si immobilizzò all'istante; anche se sapeva che Lucas non avrebbe mai fatto nulla. Erano in camera della ragazza seduti sul tappeto, rigorosamente rosa, di fianco al letto. Lucas le era accanto da oramai tre mesi, non l'aveva mai abbandonata, neanche nei momenti peggiori. Era l'amico che tutti avrebbero voluto e che lei teneva gelosamente stretto. Erano diventati una cosa sola, lui, a differenza delle altre sue amiche - se potevano definirsi tali, non l'aveva lasciata neanche un secondo, era un ragazzo con un cuore d'oro e lei sapeva di non meritarlo ma era egoista, tanto egoista da non lasciarlo andare.
"Meglio lasciar stare l'argomento, piccola Veve" disse il moro guardando la ragazza affianco a lui e sorridendole beffardo. "Sai, non credo di riuscire a dare giudizi su dei ragazzi" disse ridendo, coinvolgendo anche Evelyn, erano un suono così bello, pensava Lucas.
"Immagino tu abbia ragione! Che ne dici di mangiare qualcosa? Un toast?" 
"Accetto volentieri! Ti prego, voglio la nutella dentro!" Chiese il ragazzo supplicandola, era davvero buffo, sembrava un bambino davvero piccolo in quel momento, ma era il suo modo di ottenere le cose e ci riusciva sempre.
"Okay!" Rispose la ragazza ridendo. Era straordinario.
~
Il cielo era grigio quel giorno e le ricordava tanto uno di qualche mese prima. Una lacrima le rigò il viso, una lacrima che le fece rivivere tutti quei momenti belli che aveva passato, i concerti a cui era riuscita ad andare. Pensava a quanto fosse bello, a quanto fosse allegro quelle volte. Le mancava troppo, voleva solo abbracciarlo, avere il conforto che prima le regalava quando tutto andava storto. Si ricordò di quante volte lui l'avesse salvata dal cadere completamente, si ricordò di quante volte il solo ascoltare la sua voce le procurava felicità. E a quel punto, un'altra lacrima accompagnò la precedente.
"Eve perché piangi?" Lucas le si avvicinò all'improvviso e l'abbracciò - come solo lui sapeva fare.
"Harry, ma è passato, non preoccuparti" Rispose accennando un sorriso, non dandogli nemmeno il tempo di aprire bocca che lei cambiò argomento. "Finalmente sei arrivato! Che fine avevi fatto?"
"Oh, è che Tommy non voleva lasciarmi andare!" Disse sorridendo. La ragazza adorava quel sorriso, era sempre lì, pronto a dare conforto a chiunque ne avesse avuto bisogno.
"Comunque, andiamo lo stesso al cinema, vero?" Gli chiese sorridendo ed asciugandosi dei residui di lacrime.
"Ovvio! Però che sia chiaro, voglio vedere un comico!"
"Anche io, assolutamente!"
La serata passò velocemente, quando erano assieme il tempo sembrava passasse subito, volava. Erano fuori casa di Evelyn e si stavano salutando. Avevano passato una deliziosa serata insieme, ne erano contenti.
"Allora buonanotte Luke, a domani!" Lo salutò la ragazza, accennando un movimento con la mano in segno di saluto. Il ragazzo, impulsivamente, poggiò per qualche secondo, le sue labbra su quelle di Evelyn, la quale, stupefatta, era rimasta immobile.
"Io, io non dovevo, scusami" si scusò il ragazzo grattandosi la nuca, erano davvero entrambi imbarazzati. "Dovrei andare, ciao Evelyn, buona notte." E detto questo, il ragazzo corse verso la sua macchina più in fretta che potesse, era stato impulsivo, stupido e impulsivo. D'altro canto Evelyn era rimasta di sasso. Non riusciva a crederci, non ne capiva il motivo. Entrò in casa, salutando la sua famiglia e correndo in camera. Iniziò a piangere, era tutto così complicato per lei. Voleva Harry in quel momento, lo voleva più di tutti gli altri giorni. Lei amava Harry, ed ora era confusa; confusa da tutta quella stramba situazione, da come Lucas l'avesse poi lasciata lì, dinnanzi al suo portone, chiamandola perfino col nome intero, cosa che non accadeva da davvero tanto tempo. Aveva paura di perdere anche lui, come aveva già perso Harry. Pianse per qualche ora e poi si addormentò. Harry le apparve in sogno. Era davanti a lei, e teneva per mano una bambina dagli occhi azzurri. Erano l'uno di fronte all'altro e il riccio la guardava, Evelyn piangeva, voleva abbracciarlo, ma non ci riusciva. Le si avvicinò il ragazzo, sorridendo e quel sorriso le ricordò tanto quello di Lucas.
'Ho sempre amato i bambini' disse il riccio, guardando prima la bambina e poi le loro mani insieme. 'Mi trasmettono tranquillità, proprio come lui' le disse sorridendo. Lei continuava a piangere e a chiamarlo ma lui sembrava quasi non sentire, sembrava dovesse darle un messaggio. 'Sh, piccola Evelyn, non piangere' continuò, accarezzandole la guancia con la sua grande mano. 'Io sono qui, io sono sempre qui. Qualcuno, tanto tempo fa, mi ha detto che le persone che si amano, vanno capite, capiscilo piccola Evelyn' e dopo aver detto questo con un sorriso, sempre con la bambina vicino, si avviò verso un sentiero che sembrava infinito.
'No Harry, non lasciarmi, non ora, ti prego!' Urlò la ragazza.
'Io sto bene qui piccola Evelyn. Ricorda; sii sempre felice.' E dopo questo, la ragazza si svegliò. Si svegliò piangendo. Harry era nel suo sogno, Harry le era sempre stato accanto ma lei non se ne era mai accorta. Era felice. Felice di aver visto Harry, felice di aver capito i suoi sentimenti. Quel giorno, sarebbe andata alla loro solita panchina ad aspettarlo, finché con la sua polo, rigorosamente bianca, Lucas non le sarebbe venuto incontro, ma questo non accadde. Il ragazzo non si fece vivo, ne' quel giorno ne' quelli successivi. La ragazza si sentiva di nuovo distrutta, aveva rovinato tutto. Lucas non voleva più vederla ed ormai le era chiaro, aveva provato a mandargli qualche messaggio ma non aveva mai ricevuto risposta. Fin quando, non arrivò una telefonata a casa. Rispose la stessa Evelyn che, in quel momento, stava pigramente sul divano pensando al moro, pensando a quanto avesse perso. 
"Pronto?"
"Evelyn, sei tu?" Rispose la mamma di Lucas, con una voce a dir poco sconvolta.
"Sarah, si sono io, cosa succede?" Chiese spaventata la ragazza.
"Lucas, Lucas è" non parlava ed Evelyn stava iniziando ad avere paura. "Lucas è morto!" Disse la donna scoppiando a piangere. Evelyn non poteva crederci, non di nuovo, non poteva morire, non lui. 
"C-cosa?" Chiese iniziando a piangere anche lei.
"Era in macchina, un incidente" disse la donna cercando di calmarsi ma non riuscendoci. La ragazza cadde a terra, non poteva essere vero, non poteva aver perso di nuovo qualcuno di così importante. Iniziò a disperarsi, dopo aver attaccato al telefono, la rabbia si impossessò di lei ed iniziò a tirare tutto quel che le capitava sotto tiro per aria.
"Perché? Perché di nuovo? Perché Lucas?" Urlò guardando in alto, sapendo di non poter ricevere nessuna risposta.
~
Il funerale si stava celebrando ed Evelyn non riusciva ad andare avanti, non dopo che Lucas se n'era andato. Non dopo che anche l'ultima sua forza le era stata portata via. 
Dopo la funzione, si avviò per una stradina. La conosceva bene perché da piccola il padre la portava spesso lì. Arrivò fino ad un palazzo, molto alto, abbandonato da tanti anni. Arrivò sul terrazzo e tutti i ricordi iniziarono a farsi spazio nella sua mente;
< "Potresti farmi spazio?" Si era avvicinato un giorno un ragazzo, ma lei semplicemente non gli rispose, non era lui, nessuno era lui. "Hey! Io sto parlando con te" > piangeva a quel ricordo, piangeva avvicinandosi di qualche passo al vuoto.
< "Comunque io sono Lucas" 
"Evelyn" disse sorridendo un po' in più.
"Stai sorridendo! Finalmente!" >
"Mi manchi fottutamente tanto Luke!" Urlò in preda alla disperazione.
< "Don't let me, don't let me go, 'cause I'm tired of sleeping alone" >
"Harry! Harry, ho bisogno di te!" Urlò ancora più forte, singhiozzando. Aveva bisogno di aiuto.
Camminò in avanti, fino a non avere più il cemento sotto i piedi.
"Sto arrivando da voi, miei due piccoli angeli."

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Salve! La storia è davvero triste, lo so, ma è venuta fuori da un sogno e non potevo non pubblicarla. x
Spero vi sia piaciuta e spero lasciate una recensione o comunque un qualcosa che mi faccia capire che davvero vi ha colpito questa storia :).
-nena
  
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