TOBIAS POV

Avevo già visto Tris. Quando vivevo ancora tra gli Abneganti l’avevo vista per strada, a scuola, e anche al finto funerale di mia madre. Lei era come me, infelice. Non si trovava nel posto in cui doveva essere, lo si capiva da come si comportava, da come parlava. Tutti e due volevano scappare da quel mondo falso, dove tutti sono gentili e non puoi essere te stesso. Io volevo scappare da Marcus. Mi sono comportato da codardo, lo so, ma non sapevo che altro fare per difendermi. Ogni giorno lo vedevo tra la gente, nei panni di un perfetto Abnegante, a dare l’esempio alla comunità; poi tornava a casa, e afferrava la cintura per picchiarmi. “Per la tua disciplina”, mi ripeteva, “per la tua disciplina”. Mia mamma era scappata, prima di me, ma perché non mi aveva portato con lei? Cosa avevo fatto per meritarmi tutto quello?  Anch’io volevo andarmene. Dovevo andarmene. Mi ricordo ancora che il giorno della Scelta ho giurato a me stesso che non sarei mai diventato come lui, perché il solo pensiero mi faceva venire il voltastomaco.                                                                                  

Appena ho visto Tris precipitare sulla rete ero incredulo. Non c’erano altri Abneganti. E con mia grande sorpresa, lei era ben altro che Rigida: quando ha affrontato il siero delle simulazioni si era dimostrata la più forte. Perché lei non era Intrepida, né Abnegante, ma Divergente. La sua forza, resistenza, il suo coraggio, il suo altruismo, mi portavano ad avere tanta stima e ammirazione verso di lei. Ma la cosa che mi ha fatto innamorare di lei, era il fatto che nonostante avesse scoperto del mio passato tra gli Abneganti, non mi guardava con compassione o come se fossi un codardo, ma semplicemente mi faceva capire che lei era accanto a me. Quando ho scoperto di non essere Divergente, non mi ha trattato come qualcosa di diverso, anzi, mi ha fatto capire che io sono sempre lo stesso Tobias di sempre.                                                                      
E ora che lei se ne è andata e sono consapevole di non poter più avere un futuro insieme a lei come avevamo sempre sperato, mi sento solo, incompleto, anche se ormai sono passati più di due anni. Eppure dopo aver sparso le sue ceneri mi sento un po’ meglio, come se avessi esaudito un suo desiderio.                 

Ce la farò a superare la sua morte. Me lo sono promesso. Tris non vorrebbe che mi lasciassi sopraffare dal dolore. Ce la farò, ne sono sicuro, ce la farò. Per Tris.