First Kiss
Lo
scoppiettio del fuoco nel caminetto faceva da sottofondo alle
chiacchiere
concitate dei bambini che se ne stavano seduti sul morbido tappeto
rosso del
salotto, quello davanti al camino, aspettando i dolcetti che Hermione e
Ginny
stavano preparando in cucina con la piccola Lily e la diligente Rose.
Faceva
freddo fuori e la neve cadeva lentamente dal cielo, imbiancando le
strade e i
marciapiedi, gli alberi e i tetti delle case. Harry e Ron, seduti
comodamente
sul divano scarlatto, ricordavano gli anni alla scuola di magia e
stregoneria
di Hogwarts, raccontando aneddoti e storielle che i ragazzi parevano
apprezzare. Nel periodo natalizio Grimmould Place si riempiva sempre di
voci e
risate, urla e strepitii, tintinnii di bicchieri e posate. A Natale, in
casa Potter,
il caos regnava sovrano e nessuna ramanzina riusciva a sedare
l’entusiasmo e
l’eccitazione che aleggiavano silenziosamente tra tutti loro.
-
Zio
Harry chi è stata la tua prima ragazza? - domandò
con curiosità il piccolo
Hugo, d’aspetto e di indole identica al padre.
-
Cho
Chang, una ragazza di Corvonero. - rispose l’uomo che portava
ancora gli stessi
tondi occhiali di sempre, senza badare minimamente
all’opinione altrui.
-
E
com’era? - s’interessò James, senza una
particolare sfumatura nel tono della
voce.
-
Molto carina.
-
Non
come l’ex fidanzata dello zio Ron, non è vero? -
fece Albus, il secondogenito
dei Potter, con un sorrisetto beffardo e una scintilla divertita nei
vispi occhi
verdi così simili al padre.
-
Al,
piantala di chiedere allo zio Ron della sua ex solo per ricordargli che
era una
piovra gigante con…i tentacoli e tutto il resto. -
rincarò James, un sorriso
malandrino ad incurvargli le labbra.
Il
diretto interessato si limitò a rabbrividire al ricordo,
scuotendo appena la
testa.
-
Ragazzi basta, non è divertente. - li riprese Harry, senza
riuscire ad essere
serio.
-
Immagino
che l’esperienza dello zio in fatto di baci deve essere stata
orrenda. -
continuò tranquillamente Albus, scambiando
un’occhiata poco amichevole con il
fratello maggiore.
-
Almeno la mia non ha pianto la prima volta che ci siamo baciati. -
asserì Ron,
riprendendosi e assestando un’occhiata trionfa ai due ragazzi.
-
A
chi ti stai riferendo, papà? - domandò curioso
Hugo, per poi notare l’arrivo di
sua sorella Rose e di sua cugina Lily che trasportavano un grosso
vassoio di
biscotti.
-
Ecco
i biscotti. Li abbiamo fatti io e Lily. - annunciò la
maggiore dei Weasley
posando con attenzione il vassoio sul tavolino in mogano poco lontano
dal
divano.
-
Non
saranno mica avvelenati, cugina?
Rose
lanciò un’occhiataccia a James, sedendogli accanto
mentre Lily si tuffava sulle
gambe del padre.
-
Sono
ottimi, ragazze. - Hugo aveva la bocca piena e alcuni biscotti al
cioccolato
nelle mani.
-
Ingoia prima di parlare. - lo rimbeccò la sorella,
riserbandogli un’occhiataccia
degna di sua madre.
-
Dai,
non agitiamoci. - cominciò Ron, seguendo le orme di suo
figlio.
-
Papà,
sei disgustoso.
-
Ti
voglio bene anche io, Rosie.
Tutti
risero davanti a quella scena mentre Harry non poté fare a
meno di pensare a
quanto quella piccola furia rossa assomigliasse alla sua migliore
amica,
malgrado l’aspetto puramente Weasley.
-
Di
cosa stavate parlando?
-
Papà
ha fatto piangere la sua prima ragazza mentre la baciava, Lily.
Dobbiamo dirlo
allo zio George, lui saprà cosa dire. - fece James, senza
smettere di ridere.
-
Non
è andata esattamente così. - lo contraddisse il
padre.
-
Ah,
si? - s’intromise Ron dopo aver ingurgitato qualche altro
dolcetto. - per quel
che ricordo era anche il tuo primo bacio.
-
Almeno io non passavo tutto il tempo a farmi sbaciucchiare da una
sanguisuga.
-
Ugh,
questa era cattiva. - mormorò Hugo, tra una risatina e
l’altra.
-
Papà
com’è stato il tuo primo bacio? - gli chiese la
piccola Lily curiosa, ciondolando
i piedi, comodamente seduta sulle sue ginocchia.
-
Sicuramente non dev’essere stato piacevole. -
sogghignò Albus a voce bassa, allungando
la schiena per raggiungere l’orecchio di Rose e ignorando il
fratello maggiore
che, sbuffando, si spostò lontano da loro, andando a
posizionarsi sulla
poltrona vicina.
Harry
non seppe dare subito una risposta. Ci rifletté bene,
riscoprendo quel ricordo
indelebile, ricordando che il suo vero primo bacio era stato rubato
dalle
labbra di una persona ben diversa da quella che lui aveva indicato come
la sua
prima ragazza.
Era una giornata d’inverno
grigia e scura. La pioggia batteva furiosamente sulle finestre del
castello e
tutti gli studenti cercavano ristoro nella propria Sala Comune,
tentando di
accaparrarsi il posto più vicino al camino per riscaldarsi.
Harry era rimasto al campo di
quidditch, voleva allenarsi ma il temporale lo aveva colto impreparato,
costringendolo a rifugiarsi negli spogliatoi. Se ne stava ad osservare
fuori le
gocce violente che s’infrangevano al suolo e bagnavano
l’erba del campo quando
i suoi occhi riuscirono a scorgere una figura indistinta che correva in
quella
direzione.
Non ci pensò due volte, aprendo
la porta e uscendo allo scoperto, richiamando l’attenzione di
quella figura, andandole
in contro. Solo una volta che furono ritornati negli spogliatoi
riuscì ad
attribuire un nome allo sconosciuto. E fu sorpreso di ritrovarsi
davanti ad un
Hermione completamente fradicia, con i capelli e la divisa zuppi
d’acqua. Lui,
di certo, non era messo meglio.
- Che ci fai qui? - le domandò
confuso, osservandola mentre prendeva a strizzarsi i capelli, facendo
colare l’acqua
sul pavimento.
- Volevo chiamarti perché ho
immaginato che presto si sarebbe scatenato un temporale, solo che ha
cominciato
a piovere proprio mentre venivo qui.- spiegò lei, tremando
leggermente, intenta
nella ricerca della bacchetta nelle tasche del mantello, diventato
pesante a
causa della pioggia.
- Come facevi a sapere che ero
qui?
Lei gli riserbò un’occhiata
eloquente, sbuffando poi e mormorando qualcosa a sé stessa.
Harry si limitò ad
aspettare una risposta, continuando a guardarla. Era bella la sua
migliore
amica, l’aveva sempre pensato. Anche in quello stato. Anche
quando sbuffava, lo
guardava con quell’aria di sufficienza o quando gli mostrava
quel sorriso che
dedicava solo e soltanto a lui.
- Allora?
- Harry, andiamo, ti conosco praticamente
da sempre e so dove vai quando sei in difficoltà. - gli
rispose con tono ovvio.
- Accidenti, ho dimenticato la bacchetta alla torre.
- Non importa, possiamo usare
la mia. - propose lui sorridendo, sentendosi inspiegabilmente
soddisfatto e
felice della risposta di poco prima.
- Per fortun…
Hermione mosse un passo verso
di lui, facendo per dire qualcosa, ma scivolò a causa della
pozza d’acqua che s’era
creata tutt’intorno a loro, e andò a finire
proprio sul migliore amico.
Entrambi caddero rovinosamente a terra. Lui che l’aveva
stretta, impedendole di
farsi male, si ritrovava steso supino sul pavimento, lei, che si era
inconsapevolmente affidata a lui, gli stringeva la divisa di quidditch
bagnata
con le mani, all’altezza del petto, e il viso era affondato
nella sua spalla.
La Grifondoro alzò il volto,
ritrovandosi faccia a faccia con lui. Si guardarono per qualche secondo
e poi
scoppiarono a ridere, senza un motivo preciso.
- Certo che sei proprio
imbranata, Hermione.
- Non è vero. - protestò lei,
continuando a ridere.
Ad un certo punto le risa di
entrambi s’interruppero, senza preavviso, così
com’erano cominciate. I loro
visi erano ad appena un millimetro di distanza, i nasi si sfioravano e
nei loro
occhi c’era qualcosa di diverso.
- Harry, com’è baciare il
ragazzo che ti piace? - domandò lei ad un certo punto, a
bassa voce, come se
non volesse infrangere l’immobilità di quel
momento.
- Deve essere bello.
- Cosa?
- Baciare la persona che ti
piace.
Ad
Harry spuntò un piccolo sorriso amaro mentre fissava le
fiamme del camino che
crepitavano allegramente. Si chiese che cosa sarebbe accaduto se lui ed
Hermione avessero ammesso i propri sentimenti. Perché lei
era stata la prima
donna che aveva amato con tutto sé stesso e non poteva
negarlo, nonostante l’avesse
ammesso solo una volta cresciuto. E sapeva che il suo amore era
ricambiato.
Sapeva che Hermione lo aveva amato quanto lui aveva amato lei ma
entrambi, per
chissà quale assurdo motivo, avevano represso duramente quei
sentimenti,
riponendoli in un angolino della propria testa, scegliendo la strada
più
semplice, quella che tutti s’erano sempre aspettati da loro.
-
Papà, ci sei? - Lily sventolò una mano davanti al
viso dell’uomo, assumendo un
espressione preoccupata.
Harry
parve
ritornare alla realtà e, nonostante numerose volte si fosse
posto quelle
domande, si disse di possedere una vita, praticamente, perfetta e che
doveva
smetterla di rimpiangere quella decisione presa così tanto
tempo prima. Amava i
suoi figli più della sua stessa vita e aveva degli amici che
lo sostenevano in
ogni decisione. Ginny era stata la scelta migliore che potesse fare, la
scelta
giusta. Amava quella donna più di quanto si potesse pensare.
“Ma non è lei.”
Scacciò
via quella vocina che ritornava ogni volta che il suo cervello
riprendeva quel
discorso delicato e doloroso e, finalmente, si decise a prestare
attenzione
alla conversazione.
-
Si,
scusatemi. Mi ero incantato. Cos’è che dicevamo?
-
Il
tuo primo bacio, amico. - gli suggerì il suo migliore amico,
ridacchiando.
-
Il
mio primo bacio sapeva di pioggia. - decretò infine,
sorridendo alla figlia.
-
Che
diavolo di risposta è? - domandò James con un
cipiglio stranito.
-
Di
quale risposta state parlando?
Una
donna fece la sua entrata in salotto, sorridendo, con i capelli ricci
raccolti
in una crocchia disordinata e il viso leggermente sporco di farina.
-
Stavamo parlando del primo bacio dello zio Harry, ‘ma. - le
spiegò Hugo
continuando a rimpinzarsi di biscotti.
Hermione
ridacchiò, fingendosi tranquilla, raggiungendo il bracciolo
della poltrona e
sedendovisi sopra.
-
Davvero?
-
Si. Papà
ci stava spiegando com’è stato. - aggiunse Lily,
trattenendo a stento un grosso
sbadiglio.
-
Stavo per dirgli che il primo bacio è il più
emozionante di tutti. Si può dire
che sia il migliore. O, almeno, per me lo è stato.
-
Pensi
che lo sia anche dopo aver sposato la mamma? - gli chiese Albus con una
strana
espressione vagamente indagatoria.
-
Lo
penso ma questo non significa che non ami la mamma.
-
Quindi
anche se ami la mamma, pensi ancora che il tuo primo bacio sia stato il
più
bello? Anche dopo tutto questo tempo? - aggiunse Lily Luna con aria
trasognata.
-
Sempre.
Nessuno
notò lo sguardo fugace che Harry lanciò alla sua
migliore amica mentre diceva quell’ultima
parola. E nemmeno l’occhiata che si scambiarono dopo e il
rossore che imporporò
le guance di Hermione. Fatta eccezione per lo sguardo attento di Albus
Severus.
Ma il secondogenito dei Potter non disse niente al riguardo,
limitandosi a far
finta di non aver capito.
-
Papà
da quand’è che sei così romantico? -
borbottò con una smorfia James, roteando
gli occhi.
-
Già,
amico. E’ strano. - esordì sogghignando il rosso.
Harry
si limitò a stringersi nelle spalle.
-
Se
non sbaglio anche tu, mamma, hai detto qualcosa di simile al riguardo.
-
cominciò Rose, mordicchiandosi il labbro inferiore mentre
cercava di ricordarsi
le parole esatte. - Anzi, ora che ci penso, hai usato le stesse parole
dello
zio Harry.
-
Di
che cosa stai parlando, Rose? - le domandò la madre,
fingendo di non aver
afferrato ciò che stava dicendo.
-
Mi
riferisco a quando mi raccontasti del tuo primo bacio. Dicesti anche tu
che
sapeva di…- ma in quel preciso istante, Albus, senza farsi
vedere, tirò una
ciocca di capelli alla cugina. Quest’ultima urlò,
dolorante, mentre la voce di
Ginny, che richiamava Hermione dalla cucina, copriva la sua voce.
-
Oh,
devo andare. La cena è quasi pronta, comunque. - disse
velocemente la donna
prima di volatilizzarsi.
-
Albus! Che diavolo ti prende?
-
E
poi dicono che sei la strega più brillante del nostro anno.
- disse
semplicemente il quattordicenne, stringendosi nelle spalle.
-
Io
continuo a non capirti, Al.
-
Dovresti imparare che certe cose è meglio non dirle. -
ribatté il cugino,
abbassando la voce.
-
Rosie, rassegnati. E’ un Serpeverde e di solito le serpi sono
stupide. In più è
il migliore amico di Malfoy. Fai due più due e capisci che
è inutile cercare di
capirlo. - commentò James con un sorrisetto.
-
‘Sta
zitto, Grifondoro del cavolo .
-
Vorrei tanto tornare a litigare con Malfoy anche io, Harry. - disse Ron
con un
sospiro, osservando i ragazzi cominciare a lanciarsi frecciatine,
mentre Rose
tentava di sedare entrambi.
-
E
quello che fai in ufficio tutti i giorni, Ron,
cos’è? Flirtare? - fece l’occhialuto,
divertito, ripensando a ciò che era accaduto poco prima. Gli
piaceva ancora un
casino vedere Hermione arrossire in quel modo. Soprattutto se era per
un evento
riconducibile solo ed esclusivamente a lui.
-
Harry sei tu quello che flirta con Malfoy.
-
Io
do gli ordini e basta, Ron. Quello che continua a chiamarlo furetto per
litigare sei tu, non io.
-
Si,
certo, come no e io sono Merlino.
L'Angolo di Hono
Nonsense. Nonsense. Nonsense.
O, almeno, è quello che penso io. Spuntata dal nulla e partorita dal mio cervello tutta per voi. Era da un po' che non scrivevo una Harmony. Ero partita dal voler fare una drabble o una flash ma, come al solito, mi sono uscite 2.271 parole. Siamo alle solite .-. Beh, comunque, non voglio annoiarvi oltre. Spero che vi sia piaciuta e che me lo facciate sapere con una recensione, se vi va C:
Alla prossima!
Hono