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Autore: Hono    14/09/2014    1 recensioni
- Certo che sei proprio imbranata, Hermione.
- Non è vero. - protestò lei, continuando a ridere.
Ad un certo punto le risa di entrambi s’interruppero, senza preavviso, così com’erano cominciate. I loro visi erano ad appena un millimetro di distanza, i nasi si sfioravano e nei loro occhi c’era qualcosa di diverso.
- Harry, com’è baciare il ragazzo che ti piace? - domandò lei ad un certo punto, a bassa voce, come se non volesse infrangere l’immobilità di quel momento.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Rose Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Harry/Hermione, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Nuova generazione
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First Kiss

First Kiss

Lo scoppiettio del fuoco nel caminetto faceva da sottofondo alle chiacchiere concitate dei bambini che se ne stavano seduti sul morbido tappeto rosso del salotto, quello davanti al camino, aspettando i dolcetti che Hermione e Ginny stavano preparando in cucina con la piccola Lily e la diligente Rose. Faceva freddo fuori e la neve cadeva lentamente dal cielo, imbiancando le strade e i marciapiedi, gli alberi e i tetti delle case. Harry e Ron, seduti comodamente sul divano scarlatto, ricordavano gli anni alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, raccontando aneddoti e storielle che i ragazzi parevano apprezzare. Nel periodo natalizio Grimmould Place si riempiva sempre di voci e risate, urla e strepitii, tintinnii di bicchieri e posate. A Natale, in casa Potter, il caos regnava sovrano e nessuna ramanzina riusciva a sedare l’entusiasmo e l’eccitazione che aleggiavano silenziosamente tra tutti loro.

- Zio Harry chi è stata la tua prima ragazza? - domandò con curiosità il piccolo Hugo, d’aspetto e di indole identica al padre.

- Cho Chang, una ragazza di Corvonero. - rispose l’uomo che portava ancora gli stessi tondi occhiali di sempre, senza badare minimamente all’opinione altrui.

- E com’era? - s’interessò James, senza una particolare sfumatura nel tono della voce.

- Molto carina.

- Non come l’ex fidanzata dello zio Ron, non è vero? - fece Albus, il secondogenito dei Potter, con un sorrisetto beffardo e una scintilla divertita nei vispi occhi verdi così simili al padre.

- Al, piantala di chiedere allo zio Ron della sua ex solo per ricordargli che era una piovra gigante con…i tentacoli e tutto il resto. - rincarò James, un sorriso malandrino ad incurvargli le labbra.

Il diretto interessato si limitò a rabbrividire al ricordo, scuotendo appena la testa.

- Ragazzi basta, non è divertente. - li riprese Harry, senza riuscire ad essere serio.

- Immagino che l’esperienza dello zio in fatto di baci deve essere stata orrenda. - continuò tranquillamente Albus, scambiando un’occhiata poco amichevole con il fratello maggiore.

- Almeno la mia non ha pianto la prima volta che ci siamo baciati. - asserì Ron, riprendendosi e assestando un’occhiata trionfa ai due ragazzi.

- A chi ti stai riferendo, papà? - domandò curioso Hugo, per poi notare l’arrivo di sua sorella Rose e di sua cugina Lily che trasportavano un grosso vassoio di biscotti.

- Ecco i biscotti. Li abbiamo fatti io e Lily. - annunciò la maggiore dei Weasley posando con attenzione il vassoio sul tavolino in mogano poco lontano dal divano.

- Non saranno mica avvelenati, cugina?

Rose lanciò un’occhiataccia a James, sedendogli accanto mentre Lily si tuffava sulle gambe del padre.

- Sono ottimi, ragazze. - Hugo aveva la bocca piena e alcuni biscotti al cioccolato nelle mani.

- Ingoia prima di parlare. - lo rimbeccò la sorella, riserbandogli un’occhiataccia degna di sua madre.

- Dai, non agitiamoci. - cominciò Ron, seguendo le orme di suo figlio.

- Papà, sei disgustoso.

- Ti voglio bene anche io, Rosie.

Tutti risero davanti a quella scena mentre Harry non poté fare a meno di pensare a quanto quella piccola furia rossa assomigliasse alla sua migliore amica, malgrado l’aspetto puramente Weasley.

- Di cosa stavate parlando?

- Papà ha fatto piangere la sua prima ragazza mentre la baciava, Lily. Dobbiamo dirlo allo zio George, lui saprà cosa dire. - fece James, senza smettere di ridere.

- Non è andata esattamente così. - lo contraddisse il padre.

- Ah, si? - s’intromise Ron dopo aver ingurgitato qualche altro dolcetto. - per quel che ricordo era anche il tuo primo bacio.

- Almeno io non passavo tutto il tempo a farmi sbaciucchiare da una sanguisuga.

- Ugh, questa era cattiva. - mormorò Hugo, tra una risatina e l’altra.

- Papà com’è stato il tuo primo bacio? - gli chiese la piccola Lily curiosa, ciondolando i piedi, comodamente seduta sulle sue ginocchia.

- Sicuramente non dev’essere stato piacevole. - sogghignò Albus a voce bassa, allungando la schiena per raggiungere l’orecchio di Rose e ignorando il fratello maggiore che, sbuffando, si spostò lontano da loro, andando a posizionarsi sulla poltrona vicina.

Harry non seppe dare subito una risposta. Ci rifletté bene, riscoprendo quel ricordo indelebile, ricordando che il suo vero primo bacio era stato rubato dalle labbra di una persona ben diversa da quella che lui aveva indicato come la sua prima ragazza.

Era una giornata d’inverno grigia e scura. La pioggia batteva furiosamente sulle finestre del castello e tutti gli studenti cercavano ristoro nella propria Sala Comune, tentando di accaparrarsi il posto più vicino al camino per riscaldarsi.

Harry era rimasto al campo di quidditch, voleva allenarsi ma il temporale lo aveva colto impreparato, costringendolo a rifugiarsi negli spogliatoi. Se ne stava ad osservare fuori le gocce violente che s’infrangevano al suolo e bagnavano l’erba del campo quando i suoi occhi riuscirono a scorgere una figura indistinta che correva in quella direzione.

Non ci pensò due volte, aprendo la porta e uscendo allo scoperto, richiamando l’attenzione di quella figura, andandole in contro. Solo una volta che furono ritornati negli spogliatoi riuscì ad attribuire un nome allo sconosciuto. E fu sorpreso di ritrovarsi davanti ad un Hermione completamente fradicia, con i capelli e la divisa zuppi d’acqua. Lui, di certo, non era messo meglio.

- Che ci fai qui? - le domandò confuso, osservandola mentre prendeva a strizzarsi i capelli, facendo colare l’acqua sul pavimento.

- Volevo chiamarti perché ho immaginato che presto si sarebbe scatenato un temporale, solo che ha cominciato a piovere proprio mentre venivo qui.- spiegò lei, tremando leggermente, intenta nella ricerca della bacchetta nelle tasche del mantello, diventato pesante a causa della  pioggia.

- Come facevi a sapere che ero qui?

Lei gli riserbò un’occhiata eloquente, sbuffando poi e mormorando qualcosa a sé stessa. Harry si limitò ad aspettare una risposta, continuando a guardarla. Era bella la sua migliore amica, l’aveva sempre pensato. Anche in quello stato. Anche quando sbuffava, lo guardava con quell’aria di sufficienza o quando gli mostrava quel sorriso che dedicava solo e soltanto a lui.

- Allora?

- Harry, andiamo, ti conosco praticamente da sempre e so dove vai quando sei in difficoltà. - gli rispose con tono ovvio. - Accidenti, ho dimenticato la bacchetta alla torre.

- Non importa, possiamo usare la mia. - propose lui sorridendo, sentendosi inspiegabilmente soddisfatto e felice della risposta di poco prima.

- Per fortun…

Hermione mosse un passo verso di lui, facendo per dire qualcosa, ma scivolò a causa della pozza d’acqua che s’era creata tutt’intorno a loro, e andò a finire proprio sul migliore amico. Entrambi caddero rovinosamente a terra. Lui che l’aveva stretta, impedendole di farsi male, si ritrovava steso supino sul pavimento, lei, che si era inconsapevolmente affidata a lui, gli stringeva la divisa di quidditch bagnata con le mani, all’altezza del petto, e il viso era affondato nella sua spalla.

La Grifondoro alzò il volto, ritrovandosi faccia a faccia con lui. Si guardarono per qualche secondo e poi scoppiarono a ridere, senza un motivo preciso.

- Certo che sei proprio imbranata, Hermione.

- Non è vero. - protestò lei, continuando a ridere.

Ad un certo punto le risa di entrambi s’interruppero, senza preavviso, così com’erano cominciate. I loro visi erano ad appena un millimetro di distanza, i nasi si sfioravano e nei loro occhi c’era qualcosa di diverso.

- Harry, com’è baciare il ragazzo che ti piace? - domandò lei ad un certo punto, a bassa voce, come se non volesse infrangere l’immobilità di quel momento.

Il ragazzo non rispose subito. Passarono alcuni secondi di totale silenzio e poi, senza sapere chi dei due avesse dato il via, le loro labbra s’incontrarono. In un primo momento nessuno riuscì a chiudere gli occhi, poi, come se una strana forza stesse giostrando le loro azioni, le loro palpebre si sigillarono e le labbra si dischiusero. Per entrambi fu il primo bacio della loro vita. Ad Harry piacevano le labbra di Hermione; sapevano di pioggia e di succo di zucca. Durò più di quanto il loro cuore potesse sopportare e quando si staccarono, entrambi restarono fermi a guardarsi per molto tempo finché Harry non decise di rispondere al quesito che lei gli aveva posto prima che tutto quello accadesse.  

- Deve essere bello.

- Cosa?

- Baciare la persona che ti piace.

Ad Harry spuntò un piccolo sorriso amaro mentre fissava le fiamme del camino che crepitavano allegramente. Si chiese che cosa sarebbe accaduto se lui ed Hermione avessero ammesso i propri sentimenti. Perché lei era stata la prima donna che aveva amato con tutto sé stesso e non poteva negarlo, nonostante l’avesse ammesso solo una volta cresciuto. E sapeva che il suo amore era ricambiato. Sapeva che Hermione lo aveva amato quanto lui aveva amato lei ma entrambi, per chissà quale assurdo motivo, avevano represso duramente quei sentimenti, riponendoli in un angolino della propria testa, scegliendo la strada più semplice, quella che tutti s’erano sempre aspettati da loro.

- Papà, ci sei? - Lily sventolò una mano davanti al viso dell’uomo, assumendo un espressione preoccupata.

Harry parve ritornare alla realtà e, nonostante numerose volte si fosse posto quelle domande, si disse di possedere una vita, praticamente, perfetta e che doveva smetterla di rimpiangere quella decisione presa così tanto tempo prima. Amava i suoi figli più della sua stessa vita e aveva degli amici che lo sostenevano in ogni decisione. Ginny era stata la scelta migliore che potesse fare, la scelta giusta. Amava quella donna più di quanto si potesse pensare.

“Ma non è lei.”

Scacciò via quella vocina che ritornava ogni volta che il suo cervello riprendeva quel discorso delicato e doloroso e, finalmente, si decise a prestare attenzione alla conversazione.

- Si, scusatemi. Mi ero incantato. Cos’è che dicevamo?

- Il tuo primo bacio, amico. - gli suggerì il suo migliore amico, ridacchiando.

- Il mio primo bacio sapeva di pioggia. - decretò infine, sorridendo alla figlia.

- Che diavolo di risposta è? - domandò James con un cipiglio stranito.

- Di quale risposta state parlando?

Una donna fece la sua entrata in salotto, sorridendo, con i capelli ricci raccolti in una crocchia disordinata e il viso leggermente sporco di farina.

- Stavamo parlando del primo bacio dello zio Harry, ‘ma. - le spiegò Hugo continuando a rimpinzarsi di biscotti.

Hermione ridacchiò, fingendosi tranquilla, raggiungendo il bracciolo della poltrona e sedendovisi sopra.

- Davvero?

- Si. Papà ci stava spiegando com’è stato. - aggiunse Lily, trattenendo a stento un grosso sbadiglio.

- Stavo per dirgli che il primo bacio è il più emozionante di tutti. Si può dire che sia il migliore. O, almeno, per me lo è stato.

- Pensi che lo sia anche dopo aver sposato la mamma? - gli chiese Albus con una strana espressione vagamente indagatoria.

- Lo penso ma questo non significa che non ami la mamma.

- Quindi anche se ami la mamma, pensi ancora che il tuo primo bacio sia stato il più bello? Anche dopo tutto questo tempo? - aggiunse Lily Luna con aria trasognata.

- Sempre.

Nessuno notò lo sguardo fugace che Harry lanciò alla sua migliore amica mentre diceva quell’ultima parola. E nemmeno l’occhiata che si scambiarono dopo e il rossore che imporporò le guance di Hermione. Fatta eccezione per lo sguardo attento di Albus Severus. Ma il secondogenito dei Potter non disse niente al riguardo, limitandosi a far finta di non aver capito.

- Papà da quand’è che sei così romantico? - borbottò con una smorfia James, roteando gli occhi.

- Già, amico. E’ strano. - esordì sogghignando il rosso.

Harry si limitò a stringersi nelle spalle.

- Se non sbaglio anche tu, mamma, hai detto qualcosa di simile al riguardo. - cominciò Rose, mordicchiandosi il labbro inferiore mentre cercava di ricordarsi le parole esatte. - Anzi, ora che ci penso, hai usato le stesse parole dello zio Harry.

- Di che cosa stai parlando, Rose? - le domandò la madre, fingendo di non aver afferrato ciò che stava dicendo.

- Mi riferisco a quando mi raccontasti del tuo primo bacio. Dicesti anche tu che sapeva di…- ma in quel preciso istante, Albus, senza farsi vedere, tirò una ciocca di capelli alla cugina. Quest’ultima urlò, dolorante, mentre la voce di Ginny, che richiamava Hermione dalla cucina, copriva la sua voce.

- Oh, devo andare. La cena è quasi pronta, comunque. - disse velocemente la donna prima di volatilizzarsi.

- Albus! Che diavolo ti prende?

- E poi dicono che sei la strega più brillante del nostro anno. - disse semplicemente il quattordicenne, stringendosi nelle spalle.

- Io continuo a non capirti, Al.

- Dovresti imparare che certe cose è meglio non dirle. - ribatté il cugino, abbassando la voce.

- Rosie, rassegnati. E’ un Serpeverde e di solito le serpi sono stupide. In più è il migliore amico di Malfoy. Fai due più due e capisci che è inutile cercare di capirlo. - commentò James con un sorrisetto.

- ‘Sta zitto, Grifondoro del cavolo .

- Vorrei tanto tornare a litigare con Malfoy anche io, Harry. - disse Ron con un sospiro, osservando i ragazzi cominciare a lanciarsi frecciatine, mentre Rose tentava di sedare entrambi.

- E quello che fai in ufficio tutti i giorni, Ron, cos’è? Flirtare? - fece l’occhialuto, divertito, ripensando a ciò che era accaduto poco prima. Gli piaceva ancora un casino vedere Hermione arrossire in quel modo. Soprattutto se era per un evento riconducibile solo ed esclusivamente a lui.

- Harry sei tu quello che flirta con Malfoy.

- Io do gli ordini e basta, Ron. Quello che continua a chiamarlo furetto per litigare sei tu, non io.

- Si, certo, come no e io sono Merlino.



L'Angolo di Hono
Nonsense. Nonsense. Nonsense.
O, almeno, è quello che penso io. Spuntata dal nulla e partorita dal mio cervello tutta per voi. Era da un po' che non scrivevo una Harmony. Ero partita dal voler fare una drabble o una flash ma, come al solito, mi sono uscite 2.271 parole. Siamo alle solite .-. Beh, comunque, non voglio annoiarvi oltre. Spero che vi sia piaciuta e che me lo facciate sapere con una recensione, se vi va C:
Alla prossima!
Hono
  
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