Ripenseresti
mai a tutto quello che
hai fatto?
Certe
volte diamo del bene alle
persone senza rendercene conto. Bene che non dovremmo dare e che a
volte dopo
si trasforma in male…
Almeno
io ero solo convinta che quello
fosse bene, ma alla fine è stato il male più
brutto che avessi dovuto
sopportare.
Dopotutto
non penso che ti cureresti
di tornare sui tuoi passi e ripercorrere e correggere ogni tuo
movimento
incauto.
Non hai
questa cura per le cose
preziose che non ti interessano.
Basta
poco per fare affiorare un
ricordo. Sono piccole parole chiavi che diventano fili col passato.
Fili
che appesantiscono talvolta il
cammino verso il futuro. Capisci bene che ci sono fili che diventano
cordoni ed
è molto difficile tagliarli per poter procedere con
più serenità.
Ogni
passo che percorro strattonando
questa corda in attesa di liberarmene c’è qualcosa
che la fortifica e
ispessisce.
Guardarmi
intorno è come ricevere
tante pugnalate e senti un urlo nella testa che chiede aiuto e chiede
di non
vedere più nulla di ciò che lo circonda.
Ogni
passo si fa più pesante del
precedente.
Attendo
il giorno in cui tutto ciò
raggiungerà così fortemente il limite che non
sentirò più nulla.
Come il
silenzio dopo l’esplosione di
una bomba.
Capiresti
mai i tuoi errori
ripercorrendo questi quattro mesi? Non sono facili da accettare, ma se
noti ne
hai combinate di grosse. Mille scuse non servirebbero. Ma dai,
è anche colpa
mia.
Le ali
che prima mi illudevo mi
proteggessero così accuratamente, mi hanno gettata cibo
delle intemperie del
mio animo distrutto.
Ti sei
cibato lentamente della mia
fortezza, non posso amare questa me che Tu hai forgiato. Non posso
accettare
chi mi dice di essere diventata qualcosa di meglio. Non posso credere
che c’è chi
sorride della tua opera.
Non ti
prenderesti mai queste colpe.
Ovviamente, tu non c’entri nulla.
Mea
culpa. Della mia visione distorta
del mondo.
Passerà,
come l’acqua di un fiume in
piena che prima o poi si stabilizzerà.
Si
cureranno le ferite aperte, ma resteranno
ben visibili e fragili le cicatrici.
Ogni
passo è uno squarcio di visione
del passato, per ogni cosa che vedo c’è qualcosa
che torna alla memoria come
gocce di lava sulla pelle.
Un
sentiero pieno di ostacoli in piena
notte. Non è facile come un gioco notturno. Anzi
è qualcosa che ancora non riesco
a concepire, qualcosa di cui ancora devo trovare la logica per poter
capire
come procedere.
Non so
dove mettere piede per non fare
esplodere l’ennesima bomba. Non riesco a correre via da tutto
questo per fare
passare questo dolore più in fretta. Vedo tutto in bianco e
nero. Tutto è
immobile. Il battito del mio cuore si è fermato e il mio
respiro è diventato
ghiaccio.
Arriverà
il sole prima o poi questo lo
so. Il problema è per quanto tempo resterà
l’inverno posato leggiadro su di me.
In
questa strada piena di bombe a 300
gradi sotto zero il buio e la solitudine la fanno da padrone.